Sui passi di Madre Speranza,

per spalancare le vie della nuova evangelizzazione

dell’Amore Misericordioso

(Maria Gabriella Ildebrando eam e Marina Berardi)

 

INTRODUZIONE

Nel prepararci alla Beatificazione della Madre, che avrà luogo a Collevalenza il prossimo 31 maggio 2014, vogliamo ripresentare la sua figura ed il carisma a lei affidato, per contemplare quanto il Signore ha realizzato in lei e con lei, affinché ognuno si senta spinto a rileggere il passaggio di Dio nella propria storia personale, di famiglia, di gruppo, ecc., e divenire, così, testimoni di Speranza nel mondo.

In fondo la sua vita, come le nostre, sono una parabola attraverso cui Dio traccia e narra una storia sacra, intesse una storia di salvezza. Il suo stesso nome, come il nostro, è profetico: lei, in una vita nascosta, ha vissuto e annunciato la Speranza, ha saputo vivere il "rischio", in "un’ardente attesa" di quanto il Padre le avrebbe chiesto. Madre Speranza si è lasciata lavorare dallo Spirito, come un granello di senape, come il lievito capace di fermentare l’intera massa, come un chicco di grano che morendo genera vita, o come una scopa che, dimentica di sé, mette a servizio quella vita che coglie come un dono.

La Madre ha usato il linguaggio della misericordia, lo stesso a cui invita Papa Francesco quando afferma che "c’è bisogno di cristiani, [di famiglie cristiane] che rendano visibile agli uomini di oggi la misericordia di Dio, la sua tenerezza per ogni creatura. Sappiamo tutti che la crisi dell’umanità contemporanea non è superficiale, è profonda. Per questo la nuova evangelizzazione, mentre chiama ad avere il coraggio di andare controcorrente,  di con-vertirsi dagli idoli all’unico vero Dio, non può che usare il linguaggio della misericordia, fatto di gesti e di atteggiamenti prima ancora che di parole. La Chiesa in mezzo all’umanità di oggi dice: Venite a Gesù, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e troverete ristoro per le vostre anime (cfr Mt 11,28-30). Venite a Gesù. Lui solo ha parole di vita eterna.
Ogni battezzato è "cristoforo", cioè portatore di Cristo, come dicevano gli antichi santi Padri. Chi ha incontrato Cristo, come la Samaritana al pozzo, non può tenere per sé questa esperienza, ma sente il desiderio di condividerla, per portare altri a Gesù (cfr Gv 4). C’è da chiedersi tutti se chi ci incontra percepisce nella nostra vita il calore della fede, vede nel nostro volto la gioia di avere incontrato Cristo!" (Discorso, 14.10.2013). Sembra che il Papa parli dei cerchi concentrici che caratterizzano l’architettura del Santuario, segno di un amore che, quando è autentico, non può che diffondersi, irradiarsi, fino ai confini del mondo. Così, una famiglia che ha incontrato l’Amore Misericordioso, che è caduta nella rete, non può tenere per sé la gioia dell’amore, di relazioni che nutrano il cuore, del dolore vissuto con speranza.

"La nuova evangelizzazione – come dice il Santo Padre - significa risvegliare nel cuore e nella mente dei nostri contemporanei la vita della fede. La fede è un dono di Dio, ma è importante che noi cristiani mostriamo di vivere in modo concreto la fede, attraverso l’amore, la concordia, la gioia, la sofferenza, perché questo suscita delle domande, come all’inizio del cammino della Chiesa: perché vivono così? Che cosa li spinge? Sono interrogativi che portano al cuore dell’evangelizzazione che è la testimonianza della fede e della carità. Ciò di cui abbiamo bisogno, specialmente in questi tempi, sono testimoni credibili che con la vita e anche con la parola rendano visibile il Vangelo, risveglino l’attrazione per Gesù Cristo, per la bellezza di Dio" (Discorso, 14.10.2013).

Tante famiglie e tanti laici si sono lasciati prendere per mano dall’Amore Misericordioso, si abbeverano e si nutrono del carisma di M. Speranza, camminano insieme, pregustando una gioia più grande. Andrea Induti, che ora il Padre ha chiamato a Sé, così annotava tra i suoi appunti:

"1 Gennaio 2010. Collevalenza. Sto approfittando più che posso del regalo che Gesù ci ha dato di poter partecipare alla festa in famiglia. Sono molto contento di poter stare insieme e condividere con altri la propria storia e la propria vocazione.

[Gesù,] questo regalo che ‘ci’ hai fatto, come sempre frutto della Tua premura e attenzione, possa essere strumento per un’aumentata comunione.

Cara Santa, non penso per me ad una vita più bella di questa che Gesù mi ha donato di vivere con te e i bimbi. Spero solo, con la preghiera, di poter essere un marito e un papà più a somiglianza di Gesù. Con affetto. Andrea".

Potremmo chiederci: io, noi… chi desideriamo essere? Ciò che sono, che siamo… a chi lo dobbiamo?

Ci viene in aiuto la Parola: Noi siamo di Dio, per Lui esistiamo, perché Lui, l’amante della vita, è in tutte le cose e ci guida e ci corregge a poco a poco perché possiamo credere in Lui e benedire il suo nome per sempre, benedirlo ogni giorno, in questo oggi in cui Lui sceglie di fermarsi a casa nostra. Questa è l’unica esperienza che riempie il cuore e la casa di una vera gioia. "Oggi", in ogni oggi e in ogni casa può entrare la salvezza, anche quando tutto ci sembrasse ormai perso…

Il Signore vuole renderci degni della nostra chiamata all’amore e portare a compimento il suo progetto su di noi, qualunque esso sia.

Così scriveva Roberta Bonfanti, nel travaglio della sua malattia e dell’adesione piena alla volontà di Dio: "Devo chiedere al Signore di donarmi la forza di portare la croce che mi ha dato… ‘Santissima Trinità, misericordia infinita, assistimi in questa mia necessità. Guariscimi dal male e se tutto questo non fosse nei tuoi disegni, sostienimi lungo il cammino, aiutami a portare la croce, dammi speranza e coraggio…, sia fatta la Tua volontà’… Mi ritengo fortunata perché frequentando i luoghi di cura e di dolore ho conosciuto persone stupende che mi hanno donato molto".

Queste storie di vita in qualche modo ci appartengono e qualcosa di noi appartiene a loro, così come accade per la storia e la vita di Madre Speranza che il Signore vuole far risplendere per tutta la Chiesa.

In questi mesi, abbiamo scelto di lasciarci accompagnare dalla Madre, per scoprire il volto misericordioso del Padre e la relazione tra questi e Gesù, "matrice" del legame tra di noi, dei legami familiari, amicali, fraterni; per scoprire il volto di Gesù nel partner, nei figli, in quanti il Signore ci mette accanto.

Convinti, come ricorda Papa Francesco, che "la nostra fede ha bisogno del sostegno degli altri", vogliamo farci compagni di viaggio, per vivere la gioia della fede, la semplicità di scoprirci "esseri umani, segnati da fragilità e limiti" ma capaci di "confidare nell’aiuto di Dio, mediante la preghiera reciproca e il "coraggio e l’umiltà di aprirsi agli altri per chiedere aiuto".

Ci auguriamo che anche in noi accada quanto è accaduto in Maria, "una ragazza giovane" che, quando ha saputo di essere mamma: ‘Va’ e aiuta e canta quel cantico di lode’. Perché… quando una donna è incinta è donna, ma è come se si trasformasse nel profondo perché ora ‘è mamma’. La speranza è qualcosa di simile: ‘cambia il nostro atteggiamento’. Per questo… ‘chiediamo la grazia di essere uomini e donne di speranza’", laici e famiglie di speranza che donano, che seminano speranza.

"Un cristiano deve essere gioioso, con la gioia di avere tanti fratelli battezzati che camminano con lui; sostenuto dall’aiuto dei fratelli e delle sorelle che fanno questa stessa strada per andare al Cielo; e anche con l’aiuto dei fratelli e delle sorelle che sono in cielo e pregano Gesù per noi. Avanti su questa strada con gioia!" (Udienza, 30.10.13).

Le riflessioni che offriremo sono riprese da un sussidio che la Famiglia religiosa preparò per i suoi membri in occasione del centenario della nascita di M. Speranza (1992-1993).

I testi, opportunamente rivisti ed adattati, vengono ora offerti a chiunque desidera approfondire la conoscenza della Madre. Ad ogni periodo della sua vita è legato un tema sul quale ognuno è chiamato a riflettere personalmente, in coppia, in gruppo, aiutato da brani scelti e da domande che favoriscano la condivisione.

ALLA CATTEDRA DEL SISCAR. L’andare nel paese natale, ci aiuterà a riscoprire le origini di una storia che Dio stesso ha scelto di far passare attraverso la vita della Madre. Una vita arricchita da affetti familiari, segnata da povertà e precarietà umana che, oggi più che mai, interpella anche noi, spingendoci ad accogliere le "sorprese di Dio" come un dono della Provvidenza e consegnandoci il ricco esempio di chi, che ancora bambina, si lascia condurre da Dio.

"PARTII DALLA CASA PATERNA". Ripercorrendo la storia della Madre, sin dalle sue origini, appare chiaro come il vero ed unico ideale che mosse la sua vita fu l'aspirazione alla santità. Lei prese Santa Teresa d’Avila come modello per la sua vita religiosa: «vorrei arrivare ad essere una grande santa come lei». La Madre nutriva il vivo desiderio di corrispondere generosamente all'iniziativa di Dio che interviene nella storia di ogni uomo manifestandogli un progetto da realizzare. Proviamo a ripercorrere le sue orme perché ci aiuti a rinnovare il nostro sì a quel disegno che Dio ha su di noi.

VILLENA: I PRIMI PASSI. La giovane Maria Josefa entra nell'Istituto delle Figlie del Calvario per consacrare tutta la sua vita a Cristo. È un Istituto a rischio di sopravvivenza che, al di là di ogni aspettativa umana e nonostante la precarietà, diventa il luogo concreto in cui la Madre si dona totalmente a Dio e riceve da Lui un «nome nuovo», «profetico», ad indicare la sua speciale missione: Speranza. Il Signore chiama alla sua sequela, ponendo delle condizioni che implicano il distacco del discepolo da qualsiasi interesse terreno e da se stesso per abbandonarsi fiduciosamente a Lui.
Il Signore illumini anche noi con la sua misericordia, perché possiamo convincerci che le difficoltà sono il banco di prova per costruire l'autenticità della risposta alla vocazione a cui Dio ci chiama, qualsiasi essa sia.

COME LA SCOPA. Il tempo trascorso a Villena, appare decisivo nella vita della Madre che, attraverso la contemplazione della croce, in mezzo a grandi difficoltà comunitarie, ha il coraggio di riconfermare la sua opzione fondamentale: quella di «servire», come lo farebbe una scopa, in un cammino d'amore che la porta a superare l'inevitabile limite umano. La vedremo adoperarsi, con umiltà e disponibilità operosa per l'unione delle Figlie del Calvario con le Missionarie Claretiane.

La Madre sembra esortarci, «più con i fatti che con le parole», a crescere in un atteggiamento di umiltà e a lasciarci plasmare dal Signore nelle piccole occasioni della vita quotidiana.

DAL TEMPO DELLA PROVA…, IL TEMPO DELL’AMORE. Il Signore chiama la Madre ad entrare in un nuovo ambiente, in una nuova spiritualità. Lei continuerà, in un cammino di vera disponibilità, ad accogliere le prove personali ed anche le inevitabili incomprensioni come segno del provvidenziale amore di Dio e come mezzi per il suo personale cammino di santificazione. L’Istituto delle Claretiane è stata una realtà tanto cara alla Madre, dove trascorse nove anni significativi per la sua vita e per il suo cammino ascetico.

«DALLA SUA PASSIONE... MOLTO DA IMPARARE». Il Signore ha associato a sé la Madre nell'esperienza della Passione dandole, inoltre, il dono di vivere fenomeni straordinari, che lei accolse continuando con grande umiltà la sua vita ordinaria. Ella a poco a poco cominciò a rispondere al radicale invito di Gesù: "se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso prenda la sua croce e mi segua" (Mt 16, 24) al punto che la croce divenne la fonte del suo dinamismo e della sua operosità.

Queste vicende della vita di Madre Speranza ci invitano ad approfondire e meditare personalmente e in famiglia il valore della croce e della sofferenza. La Madre ci è di esempio per vivere, sulle orme di Gesù, queste realtà, valorizzandone la loro forza redentiva: «Signore, (...) ordina e disponi di me come vuoi e fa ciò che ti piace, senza guardare alla mia debolezza», «Io, Gesù mio, non desidero altro che amarti e soffrire». Maria sia il nostro modello nella ferialità della sequela.

«IL MIO ANELITO SONO STATI SEMPRE I POVERI». L’esperienza della Passione, divenne per la Madre fonte di dinamismo e di operosità. E' interessante scoprire come lei, ancora giovane Claretiana, fosse animata dal vivo desiderio di porsi a servizio dei più poveri, vedendo nelle loro necessità un chiaro criterio per discernere la volontà di Dio, cercando vie e forme nuove per accoglierli, superando le difficoltà per venire incontro alle «persone che più stanno a cuore a Gesù».

Anche per noi, può essere il momento di verificare la concretezza del nostro amore, della povertà e della capacità di distaccarci da noi stessi per aiutare i fratelli più bisognosi, a partire dalle nostre famiglie.

«LA DEVOZIONE ALL'AMORE MISERICORDIOSO». La Madre, partendo dalla profonda esperienza della misericordia di Dio, inizia la sua collaborazione con Padre Arintero per la diffusione della devozione all'Amore Misericordioso. Sebbene oggi tutti riconoscano l'attualità di questa spiritualità, è importante risalire alle origini per costatare come questo frutto sia andato a poco a poco sbocciando ed abbia richiesto una maturazione graduale e contrastata prima di diventare patrimonio della Chiesa. Ricordiamo in particolare l’enciclica di Giovanni Paolo II, Dives in Misericordia e quella "prima uscita dopo l’attentato del 13 maggio 1981 in piazza San Pietro", che l’ha portato pellegrino al Santuario dell’Amore Misericordioso per ribadire questo messaggio e per ringraziare il Signore di aver avuto salva la vita. Nell’oggi della Chiesa, Papa Francesco è riconosciuto da tutti come l’araldo e l’apostolo dell’Amore Misericordioso, con i gesti e qualche volta con le parole.
Gesù stesso, attraverso la Madre, affida a religiosi e laici una grande ed attuale missione: portare all'uomo del nostro tempo, affaticato ed oppresso, un messaggio di amore e di speranza, la certezza di appartenergli e di essere amati.

L'UNIONE CON IL «BUON GESÙ». In tutti gli avvenimenti e gli atteggiamenti che hanno caratterizzato la vita di Madre Speranza, fin dalla sua infanzia e in tutta la sua vita, c'è come un filo conduttore: la ricerca costante della volontà di Dio attraverso l'unione intima con il buon Gesù, le mediazioni umane, i bisogni dei poveri; risalta il desiderio e la ricerca continua dell'unione con il suo «Buen Jesús», fonte e termine di ogni sua scelta ed azione.

Per la Madre, come per ogni cristiano, la fonte della vita e della fecondità apostolica è stata l'unione con Gesù. Ci guidi la Madre a sperimentare la centralità di questo Amore che da senso alla nostra vita, sostiene la nostra fragilità, unifica i nostri pensieri e i nostri affetti, dà gioia e pienezza ad ogni nostra azione. Maria ci aiuti a crescere nell'unione con il Figlio suo e tra di noi.

«LE MEDIAZIONI NEL DISCERNIMENTO». Proviamo a calarci in un periodo storico tanto decisivo per la Madre e per quanto il Signore le chiederà, poiché determina gli albori delle due Congregazioni da lei fondate, quale fu quello di Calle del Pinar. Sebbene consci di non poter essere esaurienti nella trattazione data la portata degli eventi, attraverso questi vogliamo cogliere il modo in cui la Madre seppe vivere e rapportarsi con le diverse mediazioni che il Signore, concretamente, le mise accanto per svelarle, con gradualità, il suo nuovo progetto.

L'accoglienza e l'apertura alle diverse mediazioni richiede un atteggiamento di fede viva, di filiale obbedienza, di libertà interiore e soprattutto, non ci esonera dall'assumerci, ciascuno in prima persona, le nostre personali responsabilità e dal faticoso cammino per comprendere la volontà di Dio.

MISERICORDIA. «CON LE OPERE PIÙ CHE CON LE PAROLE». Dopo aver approfondito alcuni tratti della spiritualità della Madre, vogliamo constatare come, sin dagli anni che ci siamo proposti di ripercorrere, la sua sensibilità misericordiosa maturasse in lei atteggiamenti di carità, di perdono, di intercessione e di sofferenza riparatrice a beneficio di chiunque le avesse recato offese. Tutto questo troverà il suo culmine nella offerta vittimale che ella farà di sé al Signore per i sacerdoti.

La Madre stessa ci indica la modalità e lo stile della nostra vita e della nostra testimonianza: «far conoscere al mondo intero l’Amore e la Misericordia del Buon Gesù, con tanto con eloquenti parole, ma con la nostra vita di amore, sacrificio, abnegazione e carità verso tutti, specialmente con i più peccatori e abbandonati» (Circ. 19.12.1959)

VERSO UNA NUOVA FAMIGLIA. L’ultima riflessione ci porta ad intravedere all'orizzonte la nascita della Famiglia religiosa dell’Amore Misericordioso. Vedremo questo aspetto in relazione alle Costituzioni che Gesù stesso, fin dal 1929, volle dettare alla Madre. Data la vastità e la centralità del tema, si accennerà solamente a qualche aspetto innovativo che questo nuovo progetto racchiude in germe.

Far parte della Famiglia dell'Amore Misericordioso e avvicinarsi al suo carisma è un dono. All'origine di questo «nuovo progetto» c'è l'infinito amore di Dio ma anche il «SÍ» generoso di Madre Speranza che, fin dall'inizio, rimase aperta e disponibile al disegno che il Signore le andò gradatamente svelando.

Nell’iniziare questo itinerario, rinnoviamo il nostro grazie all'Amore Misericordioso e alla Madre, e riconfermiamo la fedeltà ai nostri impegni, nel desiderio di essere segno di un autentico cammino di santificazione e di crescita nella fraternità che ci unisce, in famiglia, nei gruppi, in comunità.

L’augurio è quello di trasformare ogni nostra casa, ogni nostra famiglia in una… bottega di santi (taller de santos), per offrire preziosi servizi alla Chiesa e dare gloria a Dio!