4a. Esperienza mistica della Madre: esperienza di pace

 

Finalmente il 24 gennaio, "quando le suore vanno alle 6 e 1/2 alla Cappella per fare la Via Crucis, la troviamo estasiata davanti all'ultima stazione. Toccano la Cappella alle 7 meno un quarto arrivano gli Apostoli e i Padri e lei non si accorge di nulla; un attimo prima di venire tutti la M. Mª Esperanza si è avvicinata alla Madre e l'ha sentita dire: "No te alontanes Gesù perché se tu te alontanas che sarà delle due barche della Congregazione, affonderanno"[41].

La Madre cosi racconta i suoi sentimenti e la sua allegria in questa estasi. "Collevalenza 27 gennaio 1954 - Questa sera che gioia ho sperimentato! Sono andata a fare la via crucis e all'ultima stazione ho avuto la consolazione di vedere per un momentino il buon Gesù. Quanto è buono, padre mio! Dimenticando quanto l'ho fatto soffrire, per un istante ha sollevato il velo che in questi giorni lo copriva e si è lasciato vedere. Amorosamente mi ha rimproverato per il tempo che ho perso in questi giorni rimuginando tante stupidaggini che mi hanno rubato il tempo della meditazione, mi hanno turbato e amareggiato il cuore.

Con la sua visita la mia anima è più temprata nel fuoco dell'amore, forse perché ho provato nuovamente la soavità della sua presenza. Con questa bella visione, padre mio, mi sembra che si sia realizzato tra Gesù e me, come una fusione delle due volontà in una sola, toccando a me la sorte di adattare la mia alla sua e, in conseguenza, mi ha detto che debbo avere con Lui una grande e affettuosa sottomissione a tutte le situazioni che Lui disporrà, felici o dolorose e ad ogni genere di umiliazioni e tribolazioni. Ossia, padre mio, secondo il buon Gesù, la mia volontà deve restare indifferente a tutto, tranne alla mia santificazione che devo desiderare e cercare ardentemente, ma sempre in conformità alla sua divina volontà e per la sua gloria. Non debbo più cercare il piacere di vederlo e di ascoltare la sua dolce voce, ma solo quello che Lui vuole e più gradisce. Padre mio, preghi perché, aiutata dal buon Gesù, possa fare sempre la sua divina volontà e allontanarmi da tutto ciò che mi impedisce l'unione con Dio. Sia certo, che la stessa cosa la chiedo per lei"[42].

Il desiderio ardente di amare Dio in mezzo a questi problemi produce in lei degli effetti che essa percepisce come alterazioni anche fisiche e psicologiche e i dolori che sta soffrendo per non vederlo, pensando che l'abbia offeso, hanno su di lei un impatto spirituale travolgente. Lascio che ce lo racconti lei stessa.

"Collevalenza 28 gennaio 1954 - Padre mio, debbo confessarle che, nonostante la visione di ieri e il desiderio di dare al buon Gesù quanto mi chiede, costi quello che costi, non so che mi succede. Certo è che la notte di ieri e la giornata d'oggi, le ho trascorse in modo molto strano: mi sembra di essere quasi in letargo e appena mi rendo conto di quello che dico e faccio e questo anche se non sono distratta, poiché non vedo il buon Gesù.

Padre mio, oggi mi sento come prigioniera di un amore forte per Dio che mi lascia senza forze. Mi sembra di essere dentro un terribile fuoco o un'ebbrezza che pare mi consumino. Questo mi accade senza che faccia alcuno sforzo nella meditazione. Desidero unicamente stare sola col buon Gesù e che arrivi la notte per restare vicino al tabernacolo senza ascoltare nessuno e lì, sola con Lui, in una dolce quiete, trascorrere la notte, dovendo fare un grande sforzo per ritirarmi. Sapesse, padre mio, quanto soffro sentendo parlare o gridare nelle ricreazioni e che violenza devo sostenere persino a stare con lei, poiché in questo stato non desidero altro che rimanere sola nella mia cella. Questa è la ragione per la quale, in questi giorni, me ne vado lasciando tutti soli.

Che spiegazione dare a tutto questo, padre mio? Sarà forse una tentazione del diavolo perché smetta di assistere i figli e le figlie? Padre mio, per carità, chieda al buon Gesù le faccia capire se questo che mi succede lo vuole Lui, oppure no, e, in tal caso, mi aiuti ad uscire da questo letargo"[43].

"Collevalenza 30 gennaio 1954 - Non so che dirle, padre mio, mi sembra di essere ogni giorno più assorta in questo letargo e, senza rendermi conto, lo sguardo, la mente e il cuore si fissano nel buon Gesù, rimanendo come immersa in Lui, senza curarmi di quello che succede attorno a me, né adempiere i miei doveri, camminando per casa senza preoccuparmi - a mio parere - di vedere, come prima cosa fanno i figli e le figlie.

Padre mio, vivo imbevuta nelle dolcezze che produce l'amore, oppure in una "trappola" che mi ha teso il diavolo, perché io trascuri i miei doveri, diminuendo la vigilanza e l'attenzione per i figli e le figlie, così che lui possa indurli a fare quanto non dovrebbero? Che orrore, padre mio, questo non lo voglio!

Chieda al buon Gesù, che le faccia conoscere se questo che mi succede, senza alcun mio sforzo e non vedendolo, è cosa sua o no. E qualunque ne sia la causa, mi tratti secondo le ispirazioni del Signore, riportandomi al mio stato normale di preghiera, vigilanza e dolore. Però gli chieda anche che il mio cuore arda sempre del suo amore e il suo volto sia sempre impresso nella mia mente e in tutto il mio essere, come rimase impresso nel panno della Veronica, senza cancellarsi mai più"[44]


[41] Esperanza P d M, Appunti, 24.1.54

[42] Madre, Diario 27.1.54

[43] Madre, Diario, 28.1.54

[44] Madre, Diario 30.1.54