"ANDATE IN TUTTO IL MONDO ..." MC 16,15.
PORTATE LA MISERICORDIA FINO AI CONFINI DELLA TERRA.

testimonianza di Suor Concepcion de Jesus Caballero E.A.M.

"Andate in tutto il mondo ...".

Do l’ultimo ritocco a questo breve lavoro nella notte della Giornata Mondiale delle Missioni 2005. Desidero trascrivere qui il Vangelo ascoltato nell’Eucaristia di domenica. Dice così:

"In quel tempo Gesù apparve agli Undici e disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno»" Mc 16,15-20.

"Andate in tutto il mondo ..." queste parole risuonarono ampiamente nel cuore della nostra Madre Fondatrice ed io posso assicurare che questo imperativo di Gesù è sceso in profondità anche nel mio intimo.

... Portate la misericordia fino ai confini della terra.

Quando Madre Mediatrice mi ha indicato il tema della mia testimonianza, mi è venuta voglia di leggere d’un fiato i documenti di Medellín e Puebla. Mi è venuta una grande curiosità di sapere che cosa dice la Chiesa Latinoamericana della misericordia e dell’opzione per i poveri. Riflettendo poi con calma, mi sono detta che nessuno, come le fondatrici e i fondatori, ha avuto perspicacia nell’unire mistica e profezia, amore a Dio e ai più deboli, affamati, piccoli, emarginati, peccatori, bisognosi ... Nessuno come i fondatori è stato con tanta coerenza seguace di Gesù.

Aiutata dalle novizie ho incominciato a esaminare gli scritti della Madre per vedere che cosa ha detto e fatto lei. E’ stato un esercizio di ricerca molto bello. Spesso la Madre manifesta il desiderio che i suoi Figli e le sue Figlie si santifichino e la convinzione che ci estenderemo nel mondo intero. Lo ripete quasi ostinatamente. Prendo da El Pan 21 le seguenti frasi:

    • "Prima della fine del mondo, le Ancelle si estenderanno in tutto il mondo diffondendo la devozione all’Amore Misericordioso e insegnando alle anime, che non lo sanno, che il Signore le attende come un Padre ..."

    • "Il Signore vuole e concede alle Ancelle dell’A.M. di estendersi nel mondo intero".

    • "I Figli e le Ancelle si estenderanno in tutto il mondo mediante l’amore e le opere"

    • "Estesi in tutto il mondo possano far comprendere alle creature in che cosa cosiste la Misericordia e l’Amore del buon Gesù"

    • "Estesi in tutto il mondo propaghino il regno di Dio con le opere e l’esempio, più che con le parole".

Mi fermo sull’ultima frase. Perché? Perché dal 1963, ogni giovedì santo al termine della cena della comunità, inginocchiata e sorpresa, riascolto quelle parole. No, non ci estenderemo perché faremo tante fondazioni, perché percorreremo la geografia dal nord al sud, perché saremo presenti in tanti paesi ... ma mediante l’amore e le opere. "Mediante le opere dell’amore" puntualizzano le nostre Costituzioni.

Per qual fine ci estenderemo nel mondo intero? Per far comprendere alle creature come sono la Misericordia e l’Amore del buon Gesù. Risuonano le esortazioni della Madre: "Siate luce per il mondo intero", "più con le opere che con le parole". E la sua vita serve da guida e luce ad ogni Ancella inviata nel mondo.

Voglia il Signore che diventi realtà questo imperativo di Gesù, questo desiderio della Madre!

    • Due anni fa sono stata inviata in Messico.

Rappresento la Comunità dell’A.M. di Tonalá-Jalisco in Messico. Una comunità che la settimana prossima compirà due anni.

Quando il 12 ottobre 2003, Suor Vicenta Prieto ed io siamo partite dalla Spagna, quando il 24 novembre dello stesso anno Cristina Sánchez Zambranos iniziò il suo noviziato e quando solo tre mesi fa la novizia Maria de Jesús Almaguer Monjaraz si è incorporata nella nostra comunità ... è successo a noi come ad Abramo: siamo partite senza sapere dove andavamo e, come Abramo, possiamo contare le stelle del cielo perché le promesse del Signore si vanno realizzando. E’ certo che il Signore ci ha chiamate per "stare con Lui e per inviarci a predicare".

Dal novembre 2003 viviamo a Tonalá costituendo una piccola comunità d’inserzione e noviziato EAM. In poco più di due anni abbiamo cambiato tre volte residenza: prima siamo state ospiti nella casa dei Missionari Guadalupani. Poi abbiamo comperato una piccola casa ubicata a Tonalá, Colonia del Sud, alle spalle della chiesa parrocchiale della Divina Provvidenza, dove termina la via Colón; un salto più in là e cadiamo nel dirupo. Da 9 mesi e due giorni viviamo in una piccola abitazione situata nella chiesa della Sacra Famiglia, appartenente alla nostra parrocchia. Siamo in attesa di poterci trasferire nella nostra casa ristrutturata e ampliata tanto da poter ospitare, se il Signore ce le manda, fino a otto novizie. Dal 2003 abbiamo ancora pacchi senza aprire. Da quando siamo partite dalla Spagna non abbiamo una camera individuale. Da nove mesi dormiamo nel coro della chiesa "al riparo dell’Altissimo" (Sal 90). E’ stata una preziosa esperienza in questo Anno dell’Eucaristia.

* Tonalá "dove nasce il sole".

Tonalá proviene dal vocabolo náhualt, che significa "luogo dove nasce il sole". E’ un antico abitato preispanico fondato dagli indigeni Zapotechi, che con il tempo si sono mischiati con altre tribù come i Toltechi e i Nahualtechi.

  • Secondo un recente studio,

il 15% della popolazione messicana vive con un dollaro al giorno. Circa 24 milioni di persone vivono in condizioni di estrema povertà. La totalità delle abitazioni povere sono ubicate: 1,7 milioni in zone urbane e 2,5 milioni nella campagna. Il 52,7% dei villaggi messicani appartengono alla categoria di molto alta emarginazione.

Tre su quattro villaggi messicani entrano nella categoria di più alta emarginazione e concentrano il 16,9% della popolazione nazionale.

Secondo il suddetto studio, più della metà della popolazione di Tonalá, che è il comune più povero della zona metropolitana di Guadalajara, situato a 15 km. dalla capitale, può ampiamente servire di esempio.

In 124 km² vivono i 750.000 abitanti tonaltechi, distribuiti in 32 colonie. Esistono 360 agglomerati umani, dei quali 185 corrispondono a quartieri urbani irregolari che non hanno i servizi essenziali di acqua potabile, fognature, energia elettrica e vie asfaltate. Logicamente questi agglomerati irregolari sorti "dalla notte al giorno" sui terreni comunali, , sono privi di una infinità di altri servizi, come quelli sanitari ed educativi. C’è un deficit di almeno 300 scuole. Ed è alto l’indice di delinquenza. Le suddette condizioni danno adito alla disintegrazione delle famiglie, alla prostituzione, alla droga, al teppismo, alla violenza tra famiglie.

L’indice di crescita annuale della popolazione tonalteca oscilla tra il 10 e il 12 %, uno dei più alti di tutta la Repubblica Messicana. Nonostante questo, si continua a considerarlo un comune molto piccolo a motivo degli arrivi clandestini della popolazione che non vengono ufficialmente registrati. Di conseguenza, il comune non riceve gli aiuti statali corrispondenti.

Dall’epoca preispanica, la popolazione di Tonalá si è dedicata all’arte del vasaio. Attualmente, nonostante l’antica tradizione, sta cambiando l’attività lavorativa a causa principalmente della perdita della cultura associativa, dell’esaurimento dei banchi di materia prima, dell’occupazione clandestina e della mancanza di politiche di promozione della piccola industria.

  • Dove "il sole non nasce" a Tonalá: Colonia del Sud – Parrocchia della Divina Provvidenza.

Fino a pochi anni fa, si chiamava per ovvi motivi, Colonia de los Rateros (ladruncoli). Oggi è denominata Colonia del Sud. E’ ubicata sul dirupo, nella zona periferica più orientale di Tonalá. Non compare nelle guide turistiche, né di "mercato", anche se conta una popolazione di circa 26.000 abitanti dentro la giurisdizione della parrocchia della Divina Provvidenza, che esiste da 15 anni e nell’ultimo anno ha triplicato il suo territorio.

La popolazione è un misto di Zacotecani, Michoacani e Tonaltechi; in massima parte sono persone provenienti da fuori Jalisco. E’ un esempio la nostra comunità EAM: due religiose spagnole e due novizie messicane di León-Guanajuato.

La zona orientale di Guadalajara è trenta volte più povera di quella occidentale, e in quella zona si trova Tonalá e la nostra parrocchia della Divina Provvidenza, che è compresa nella zona orientale di Tonalá, si può considerare la parrocchia "dei poveri più poveri".

  • La Colonia del Sud soffre

il problema delle coabitazioni

In Tonalá ci sono circa 9.374 abitazioni costituite da una sola stanza che fa da cucina, dormitorio, soggiorno, ecc. La maggior parte si trovano nella Colonia del Sud. Altre abitazioni sono costruite con materiali di scarto, senza acqua corrente, e si appoggiano ai pali dell’energia elettrica per avere la luce.

La popolazione, in gran parte, si dedica all’artigianato per sopravvivere,

si tratta di artigianato mal pagato - specialmente il lavoro delle donne e dei bambini- che genera una economia sommersa, debole e insufficiente.

Abbondano le famiglie numerose e di un solo coniuge.

Le madri devono lavorare per portare avanti i numerosi figli, ma se lavorano, i bambini restano a casa incustoditi. Ci sono bambini che non frequentano la scuola perché devono lavorare o custodire i loro fratelli più piccoli. E’ frequente la irresponsabilità del padre che soffre le conseguenze dell’alcolismo, della droga o di qualche altro vizio.

Questa comunità è la più emarginata del paese.

Ci sono vie di terra battuta. Il risanamento di alcune zone è inesistente. Le acque nere sboccano in superficie, dando luogo a parassiti, malattie bronchiali ed infezioni. Nel periodo estivo le malattie gastrointestinali aumentano dell’89%. E’ alta la percentuale di persone malate di diabete.

 

I bambini sono i meno protetti,

dato che si può bere unicamente l’acqua imbottigliata e la mancanza di risorse economiche rende molto difficile l’accesso a questo bene essenziale. L’alimentazione di base consiste in fagioli, riso e frittata di mais; c’ è una situazione di denutrizione; la maggior parte delle persone non può usufruire della sanità.

Per molte donne l’accesso alla cultura e alla promozione è scarso,

e in alcuni casi nullo, per cui in questa Colonia è entrata la prostituzione, l’abbandono dei figli, l’abbandono della casa da parte del capofamiglia, la droga, l’alcolismo e perfino il suicidio.

  • Vi chiederete: che fanno le figlie di Madre Speranza in una simile situazione?

L’obiettivo principale del nostro Progetto comunitario è così espresso: "Vogliamo continuare a vivere quello che chiamiamo «la parabola del girasole»: Gesù Eucaristia è «la luce che viene dall’alto»; noi vogliamo essere una comunità girasole, che cerca Gesù e fa di Lui l’unico centro della vita personale e comunitaria. Vogliamo vivere il vangelo della misericordia, per essere nella periferia di Tonalá «segni di bontà e di grazia»".

Le nostre Costituzioni ci chiedono con insistenza di vivere la carità misericordiosa in modo concreto.

Cosa facciamo a Tonalá? Siamo una comunità di EAM che

  • vive come memoriale le parole della nostra Madre Fondatrice:

"Gesù, figlie mie, ha scelto le sue Ancelle perché in nome suo vadano ad esercitare la sua misericordia con i poveri". Noi quattro: Vincenza, Cristina, Maria di Gesù ed io, Concezione, ci sentiamo scelte, sedotte e inviate.

  • Viviamo là.

E’ importante "vivere" nella punta estrema della via Colón dove, spontaneamente, nessuno vorrebbe vivere. Stare là essendo segni di "bontà e di grazia", Stare nella casa della signora Socorro il giorno che suo figlio si è impiccato. Andare a prendere in chiesa Toño, il nostro vicino drogato, quando si sente male e non vuole tornare a casa. Dare il necessario ad una ragazza di 17 anni che vagava senza meta lungo la nostra strada alle 10 di sera. Quasi sempre piccoli gesti, "piccole parole", atti insignificanti, che non fanno notizia, ma che sono misericordiosi.

  • Siamo una comunità di formazione.

Gettiamo le basi di cemento, piantiamo alberi, ascoltiamo crescere l’erba e concimiamo la semente affinché le future Ancelle messicane conoscano e vivano il carisma che la Madre ci ha trasmesso.

  • Sogniamo.

Sogniamo il giorno che i bambini della nostra Colonia, come Erik, Nazaret e Nancy, abbiano una scuola. Sogniamo che nessun bambino muoia per mancanza di nutrizione e perché incustodito, come è successo nel passato mese di agosto a un nostro vicino di un anno e mezzo, che non era stato né registrato, né battezzato. Sogniamo il giorno in cui le donne del nostro quartiere possano vivere senza vendere la loro dignità. Aiutiamo Susi che, il venerdì santo passato, ci ha sorpreso dicendo: "voglio cambiare mestiere, non voglio vendermi più", e le sue parole sono risuonate dentro di noi come "oggi sarai con me in Paradiso".

Sogniamo di vedere Atilana con il viso sorridente e lo abbiamo ottenuto quando le abbiamo fatto mettere i denti che aveva perduti per le percosse ricevute dal suo terzo marito. Anche la dentista ha cooperato chiedendoci di pagare solo il materiale.

Sogniamo di arrivare sempre a tempo, come nel caso del signor Giulio che si era disidratato e, poiché vive solo ed è diabetico, stava per entrare in coma. Ci chiamò una vicina, avvisammo il medico della Caritas e percorremmo tutta Tonalá in cerca del siero e di una medicina.

- Non vogliamo essere servite dai poveri,

ma ci lasciamo, invece, amare ed evangelizzare da loro, perché ogni giorno sperimentiamo che "i poveri ci evangelizzano" quando sanno condividere il poco che hanno, quando si fidano di Dio e della sua Provvidenza.

  • A seconda dei casi, diamo il pesce, però insegniamo anche a pescare.

Seguendo lo stile pedagogico della nostra Madre Speranza, operiamo per la promozione dei bambini più abbandonati. Procuriamo loro il materiale scolastico e, durante i mesi estivi, impartiamo lezioni di sostegno. Giochiamo con loro e insegniamo a cucire e a fare quei semplici lavori manuali che, con il tempo, possono diventare fonte di piccoli guadagni per l’economia familiare, sempre tanto scarsa.

  • Il Signore ci ha dato due sacerdoti nella parrocchia

che, dal giorno del nostro arrivo a Tonalá, sono per noi come fratelli. Il Signore ci dona con abbondanza la possibilità di vivere lo spirito sacerdotale vissuto dalla Madre.

  • Ci stiamo arricchendo

con la gioia, il modo di organizzarsi, condividere e celebrare del popolo messicano. Siamo state accolte molto bene; per dirla con una frase loro "ci amano bene". Noi cerchiamo di non perdere l’opportunità di "fare tutto il bene possibile". E’ sufficiente versare un po’ più di riso nella pentola comunitaria e Juan Carlos, da 18 anni su una sedia a rotelle, gode nel gustare un ricco piatto di "paella spagnola". Basta regalare ad ogni bambino un lecca-lecca il sabato, al termine del laboratorio, e tutti vanno a casa contenti. Sono cose piccole come il granello di senapa del vangelo.

  • La nostra fede cresce

nel condividerla con le persone della nostra parrocchia; una fede semplice e profonda, ricca di fiducia nella divina Provvidenza. Quando portiamo la Comunione agli infermi, avvertiamo la presenza di Dio in loro, che ci dicono: "Che fortuna portare il Signore! Prima quando ero sano mi recavo in chiesa, ora il Signore viene nella mia casa". Oppure, "Lei è Ministro straordinario della Comunione?" e incomincia una "confessione" di situazioni difficili da spiegare, ma sopratutto da vivere.

  • Stiamo facendo un cammino di ritorno all’essenziale

Cammino d’inizio o di ritorno all’essenziale, secondo i casi. Siamo una comunità in ricerca di Dio. Ci sorprendono le parole della Madre: "Quando Dio giunge ad essere l’unico necessario per noi, allora Egli sarà anche l’unico nostro Signore".

Per celebrare i 75 anni di fondazione della nostra Congregazione, abbiamo iniziato, il giorno 8 maggio 2005, festa di Maria Mediatrice nostra Madre, il "Progetto Speranza Solidale", conseguenza di un processo vissuto da tutta la comunità.

    • E’ frutto della riflessione che proviene dal contatto quotidiano con persone di poche risorse e in lotta per la sopravvivenza giornaliera.

    • E’ frutto della preghiera e della contemplazione del volto di Gesù povero, misericordioso e pietoso.

    • E’ frutto della volontà di vivere con impegno il carisma dell’amore misericordioso che propende verso il più debole e bisognoso. Perché "soltanto chi si fa povero per amore, come l’Amore Misericordioso ha fatto con noi, può comprendere e aiutare i poveri".

* Obiettivo di Speranza Solidale

Offrire alle persone più disagiate l’acquisto di capi di vestiario a basso prezzo.

Il BAZAR si rifornisce di indumenti usati, giocattoli, scarpe e altri accessori donati da persone anonime. Nulla va perduto. A tutto si dà un secondo uso. Il guadagno è destinato alla costruzione della Casa pastorale, dove si organizzeranno laboratori per la promozione sopratutto delle donne e dei bambini in situazioni di rischio.

Oltre alle suore, ci sono 18 persone volontarie e insieme stiamo pensando di aprire una sezione di scuola materna.

Il prossimo 3 dicembre faremo una sfilata di modelli con gli indumenti del bazar e così daremo inizio ad alcune giornate d’impegno intenso per celebrare il nostro 75° anniversario di fondazione.

SPERANZA SOLIDALE costituisce un punto d’incontro. Nella misura delle nostre possibilità, ci impegnamo ad attendere tutte le persone che vengono, o perché hanno bisogno di un vestito o per trascorrere un momento di serenità nella piccola bottega, vicino alla chiesa, avendo bisogno di aiuto, pace e conforto.

  • Portate la misericordia fino ai confini della terra.

I confini della terra, per chi li vede dall’Europa, si trovano lontano in America Latina o nel mar dei Caraibi, ma per noi che viviamo qui si trovano in Europa. Dipende da dove si guardano.

Da questa considerazione posso trarre come conseguenza che praticare la misericordia ed essere missionari è un imperativo per tutte le EAM indistintamente, là dove siamo state destinate e nella missione che svolgiamo, "perché nessun lavoro è piccolo e umiliante se fatto per Gesù".

Un pomeriggio, la signora Ramona, nostra vicina, ci ha sorprese dicendo: "Mi sono accorta che voi amate molto i bambini, i poveri e i sacerdoti". Ho provato tanta gioia, ho intuito che a suo modo aveva captato il nostro carisma di amore misericordioso, la nostra spiritualità e missione. Lo stavamo trasmettendo e seguivamo un buon cammino.

In effetti, i bambini ci prendono per mano, come dice il salmo della compieta domenicale, "ai suoi angeli darà ordine di custodirti in tutti i tuoi passi". I bambini ci hanno portato nella via dove abitiamo; i bambini hanno messo le zampe al divano la prima notte che abbiamo dormito a Tonalá. I poveri ci vanno indicando il cammino per seguire Gesù. Il Signore, mediante i suoi sacerdoti, sta accanto a noi nei momenti di tribolazione.

* Comunitariamente sperimentiamo a nostre spese ...

  • che portiamo un tesoro in vasi di argilla, perché appaia chiaro che una forza così straordinaria è da Dio e non è nostra;
  • che è necessario fare un cammino in discesa e assumere la condizione di serve;
  • facciamo esperienza delle parole di Gesù: "chi perde la propria vita per il vangelo, la trova".
  • Ringrazio Colui che mi ha rivestito di forza ...

Parafrasando le parole di Paolo, ringrazio Cristo Gesù, Signore nostro, che mi ha ritenuto degna di fiducia affidando a me il ministero di portare la sua misericordia ai più bisognosi di Tonalá, a me che anteriormente sono stata blasfema, persecutrice e insolente. Però ho incontrato la misericordia, e la grazia di Dio ha sovrabbondato in me ...

Rendiamo grazie a Dio perché ...

Vincenza, Cristina, Maria di Gesù ed io siamo una Comunità EAM inviata a estendere il Regno della misericordia in un angolo di Jalisco, Messico, il cui nome non dimenticheremo mai.

* Comunitariamente abbiamo compreso

il Vangelo di questa domenica, Giornata Mondiale delle Missioni 2005. A noi che crediamo, non sembra strano. Non sembra strano che ci accompagnino "piccoli miracoli", come lo scacciare i demoni della ignoranza, del disamore, della discordia, del peccato ...; il parlare una lingua "nuova"; l’evitare il pungiglione degli scorpioni e di inciampare nelle pietre sconnesse della nostra strada; non ci meraviglia il fatto che non ci arrechino danno né "le salse piccanti", né i vicini più emarginati; che quando visitiamo gli ammalati, anche noi ci troviamo più sane, e quando ci mettiamo in ascolto, senza misurare il tempo, nella bottega di Speranza Solidale, vengano rimarginate tante ferite.

* Comunitariamente comprendiamo bene le parole

"Tutto è da Lui, tutto è grazia, tutto è misericordia"

Un bambino della nostra via, prima di imparare i nostri nomi, ogni volta che incontrava una di noi, gridava: "Madre Speranza!". E nel mio cuore si accendeva un desiderio: Dio voglia che siamo come lei! Che il Signore continui a stendere la sua mano potente servendosi delle nostre piccole mani!

Desidero concludere questa testimonianza pregando insieme a voi, ciascuno nella propria lingua, una parte della Preghiera Eucaristica IV:

"Donaci occhi per vedere le necessità e le sofferenze dei fratelli;
infondi in noi la luce della tua parola per confortare gli affaticati e gli oppressi;
fa’ che ci impegnamo lealmente al servizio dei poveri e dei sofferenti.
La tua Chiesa sia testimonianza viva di verità e di libertà, di giustizia e di pace,
perché tutti gli uomini si aprano alla speranza di un mondo nuovo".

Tonalá, 23 ottobre 2005