ASPETTO STORICO DELLE SEI COMPONENTI DELLA FAMIGLIA RELIGIOSA

Mario Gialletti fam

 

Il secondo contributo che ci verrà offerto da padre Gialletti fam, nella giornata di oggi, riguarda l'aspetto storico delle sei componenti della Famiglia Religiosa dell'Amore Misericordioso. Dopo il quadro generale, sarà ora possibile verificarne da vicino alcune concretizzazioni, secondo l'intuizione profetica di Madre Speranza.

 

 

La stessa Madre racconta nel suo diario che il 30 ottobre 1927 Gesù le chiese di lavorare più intensamente con Padre Juan González Arintero per far conoscere e diffondere la devozione dell'Amore Misericordioso, al cui apostolato si dedicava già da qualche tempo, ma segretamente, come glielo aveva imposto il suo direttore spirituale Padre Antonio Naval.

Sia per il Padre Arintero che per la nostra Madre, creature scelte dal Signore per divulgare la devozione all'Amore Misericordioso, non si trattò comunque di inventare una dottrina nuova, ma di raccogliere la preziosa eredità di tanti altri che, nel corso dei secoli, furono chiamati dal Signore a preparare, per questi nostri tempi, una particolare rivelazione della misericordia di Dio.

Ricordo solo alcune persone che esprimono, nel tempo, le tappe fondamentali:

- Santa Margherita Maria Alacoque, che propagò la devozione al Sacro Cuore (1647-1690);

- Santa Teresa di Gesù Bambino (1873-1897) che, alla fine dell'ottocento, si offrì vittima all'Amore Misericordioso;

- Il gesuita P. Daniele Considine, che nel 1921 scrisse "parole di incoraggiamento" fondate sulla fiducia e l'abbandono in Dio (cf. scheda bibliografica Proc.-Documenta, p.4861);

- Suor Benigna Consolata Ferrero, Visitandina di Como, che nella sua missione invitò alla fede nella misericordia divina; nel 1916, anno della sua morte, il Signore le rivelò i suoi piani e i suoi desideri: «estoy preparando la Obra de mi misericordia; Yo quiero un nuevo resurgimiento en la sociedad y quiero que esto sea obra del Amor» (Garofalo P. Antonio, fam, La obra del «Amor Misericordioso» in Spagna dal 1922 al 1936, Roma 1983, p.24).

- Madre Maria Teresa Desandais, meglio conosciuta come PM Sulamitis, consorella di Suor Benigna Consolata, che, con i suoi scritti, dalla Francia, mandò avanti la devozione dell'Amore Misericordioso, diventando animatrice e prima collaboratrice di P. Arintero;

- Suor Faustina Kowalska, ai nostri tempi.

Emerge da tutto questo una idea dell'infinito amore di Dio per l'uomo che, nel suo provvidenziale disegno di salvezza, grazie alla generosità di tante creature, nel corso dei secoli è andato annunciando la manifestazione della sua infinita misericordia, come si esprime il Papa Giovanni Paolo II° nella Dives in Misericordia (13-14).

Nella Madre si è data una gradualità sia nella rivelazione da parte di Dio di questo progetto sia nella comprensione del medesimo nella Madre. Ha vissuto la sua vita continuamente meravigliandosi e continuamente sorpresa di quanto Dio le rivelava, da ripetere anche negli ultimi anni della sua vita, molte volte: «¡cuánto me ha impresionado esto, padre mío!». Si è trovata di fronte a qualche cosa che ha percepito molto aldilà dei suoi pensieri.

Per la Madre, a differenza di tutte le altre persone, non è stata più solo questione di devozione, ma di una devozione che poggia:

- su precisazioni teologiche riscoperte e da riproporre;

- su una nuova famiglia religiosa da fondare, composta di due congregazioni;

- che si esprimono in sei componenti, con un ruolo profetico anche nel campo giuridico.

Quindi di qualche cosa che richiede anche una organizzazione giuridica, una istituzione di strutture e di persone.

Fino al 1925-26 (la Madre aveva 31 anni) non ha avuto altra preoccupazione che santificarsi, con un ricco cammino ascetico e docile a un cammino mistico che Dio iniziava in lei con la notte dei sensi: malattie, umiliazioni, incomprensioni, rifiuto, ecc.

Dal 1926 si intensifica una costante rivelazione da parte di Dio Amore Misericordioso che coincide anche con l'invito a collaborare con il Padre Arintero alla diffusione della devozione all'Amore Misericordioso.

Solo in questo tempo avverte dentro di sé la necessità che quanto veniva conoscendo attraverso la rivelazione trovasse anche forme nuove di testimoniare e attuare un corrispondente servizio apostolico e ai bisognosi. La manifesta alla sua madre generale, al governo generale delle Clarettiane; trova l'appoggio e l'incoraggiamento anche del vescovo di Madrid, oltre che delle sue Superiore per avviare una esperienza nuova di vita religiosa consacrata; i Superiori le mettono a disposizione la Casa di Calle Toledo prima e di Calle del Pinar poi; addirittura la invitano a preparare anche una bozza di variante alle Costituzioni per arrivare a organizzare, dopo congrua esperienza, una riforma nella Congregazione delle Clarettiane e che avesse coinvolto, in qualche modo, anche una più stretta collaborazione dei Padri Clarettiani. L'esperimento comincia nel settembre del 1926 in Calle Toledo e il 23 febbraio 1929 si rinnova in Calle del Pinar per essere protratto fino al 6 dicembre 1930, circa quattro anni.

Ma è proprio nel marzo del 1929, mentre con l'incoraggiamento del vescovo di Madrid e dei suoi Superiori, stava iniziando l'esperienza in Calle del Pinar, che il Signore le manifesta che non la chiamava a fare una riforma (come essa aveva intuito e ritenuta necessaria), ma che la chiamava a fondare una nuova Famiglia religiosa, con due Congregazioni, di Suore e di Padri, «... la cual ejercitará varias obras de caridad con muchas ventajas para la humanidad. Llevarán la ayuda y el alivio a muchas familias necesitadas y afligidas, el consuelo a los enfermos; en ella los huérfanos y los necesitados encontrarán su familia, los jóvenes su guía, los débiles su sostén; los caídos fuerzas para levantarse. Todo esto será hecho única y exclusivamente por amor a Nuestro Señor Jesucristo y para la santificación de los miembros de dicha Familia Religiosa».

Essa stessa annota nel suo diario:

28 marzo 1929: «... il buon Gesù mi dice che è arrivato il momento che io scriva delle Costituzioni sulle quali più tardi si dovrà reggere la Congregazione dei Suoi Figli del Suo Amore Misericordioso e più prossimamente la Congregazione delle Ancelle dell'Amore Misericordioso... Io mi sono messa a piangere come una bambina piccola; mi affoga la pena non perché non voglia fare quello che il buon Gesù mi chiede, ma perché mi rendo conto che non sono capace e sono convinta che non farò niente di buono...».

30 marzo 1929: «... il buon Gesù mi ha detto di smettere di soffrire perché io non dovrò fare altro che scrivere quello che Lui mi detterà, senza preoccuparmi del risultato...».

2 aprile 1929: «... il buon Gesù mi ha dettato quello che devo mettere nelle Costituzioni...».

E finalmente: «... nel mese di maggio capii dal buon Gesù che desiderava che presto si attuasse la fondazione di una Congregazione nuova chiamata Esclavas del Amor Misericordioso per aprire collegi ed educare in essi orfani, poveri, figli di famiglie numerose, delle classi più modeste della società, contribuendo queste ultime al sostentamento dei propri figli solo secondo le proprie capacità; inoltre collegi per bambine e bambini anormali, case per anziani ed ospedali... allontanando da queste opere qualunque cosa potesse avere l'aspetto di ricoveri e dove le religiose avrebbero mangiato gli stessi alimenti dei bambini...».

La fondazione delle Ancelle dell'Amore Misericordioso.

Le tappe di questa fondazione sono note a tutti; mi limito solo a ricordarle.

Il 6 dicembre 1930 la Madre firma la dispensa dai voti e così esce dalla Congregazione delle Clarettiane. Diciotto giorni dopo, la notte di Natale del 1930, a Madrid, in Calle Velázquez 97, non avendo il permesso di fondare una Congregazione religiosa, ripiegò per il momento a dare inizio ad una Associazione benefica, mirando anche a un riconoscimento giuridico civile, nella speranza che un giorno questa potesse trovare il riconoscimento anche come Congregazione. Difatti la notte di Natale la Madre, Madre Pilar Antín e Madre Ascensione (sorella della Madre) vestirono l'uniforme della nuova Associazione e da sole, in forma privata, emisero i loro voti. Erano presenti in casa anche Madre Teresa Izquierdo, Madre Aurora Samaniego e Madre Soledad.

Appena venti giorni dopo, il 14 gennaio 1931, la nuova Associazione ebbe dal Governo il riconoscimento giuridico civile; la Dirección general de Seguridad ne approvò gli Statuti. Tale riconoscimento civile non solo salverà l'Associazione dai numerosi attacchi, ma permetterà alla Madre e alle altre Associate di operare nella Spagna di quel tempo, prevenendo anche le leggi settarie della Repubblica che limitarono e addirittura impedirono ogni tipo di apostolato alle Congregazioni religiose. Il riconoscimento servirà inoltre per aprire nuove Case in Spagna e per acquistare a Roma il terreno su cui, anni più tardi, sorgerà la Casa generalizia delle Ancelle dell'Amore Misericordioso.

Il 2 febbraio 1931 tutte le nuove Associate fecero ufficialmente, come gruppo, sia pure privatamente, la consacrazione all'Amore Misericordioso con l'impegno di vivere secondo gli Statuti dell'Associazione e nella pratica dei voti.

Il 6 gennaio 1935 il Vescovo di Vitoria (Spagna) accoglie l'Associazione come Congregazione diocesana, sia pure con alcuni difetti di forma, giuridicamente, tanto che il 28 febbraio 1942 il Santo Offizio autorizzerà la Sacra Congregazione dei religiosi a dare la «apostolica ratihabitio» (= sanazione) perché realmente l'Associazione potesse essere considerata congregazione di diritto diocesano.

Il 2 febbraio 1935 le prime 33 Ancelle dell'Amore Misericordioso emettono la professione religiosa. Il 6 febbraio lo stesso Vescovo di Vittoria ne approva le Costituzioni. Il 29 giugno in Larrondo si inaugura il primo Noviziato della Congregazione.

Il 2 aprile 1941 la Congregazione passa sotto il diretto controllo del Santo Offizio. Il 4 marzo 1942 con speciale autorizzazione della Santa Sede si riconosce e autorizza l'approvazione diocesana della Congregazione. Il 12 giugno 1942 la Madre può finalmente emettere i voti perpetui come Ancella dell'Amore Misericordioso. Il 16 dicembre 1949 la Sacra Congregazione dei Religiosi erige la Congregazione delle eam a Congregazione di diritto pontificio, con Decreto n. 4555.37, a firma di Mons. Pasetto. Il 5 giugno 1970 viene concesso dalla Santa Sede anche il Decretum laudis alla Congregazione.

Questo, in breve, l'iter della fondazione della Congregazione. Un iter lungo e sofferto, ma niente di straordinario; altri fondatori lo hanno avuto più lungo e più sofferto ancora. Mentre c'è qualche cosa di peculiare che indicherei in questi tre aspetti:

a) una fondazione che si chiarifica subito per il fine che si prefigge: riproporre un cammino alla santità, vivendo ed esercitando la carità senza alcuna condizione e senza alcun limite;

b) una fondazione che si chiarifica nel tempo per i servizi da fare;

c) una fondazione che si chiarifica nel tempo per il modo come fare questi servizi.

a) Una fondazione che si chiarifica subito nel fine:

«... santificarse por medio de la caridad sin límites...».

Fin dall'inizio la Madre ha avuto chiaro un desiderio del buon Gesù per lei e per le sue figlie: «...perché tu possa arrivare ad essere quello che Io desidero che consiste nel potermi servire di te come aiuto e sostegno di tante anime; io vorrei che anche i tuoi figli e le tue figlie, seguendo il tuo esempio, potessero darmi tanta gloria con il soave profumo del sacrificio, della preghiera, dell'abnegazione e, soprattutto, esercitando continuamente la mia carità e il mio amore verso ogni bisognoso...».

A questa scuola il cuore della Madre si dilaterà ad un amore universale, «...senza fare distinzione tra buoni e cattivi, tra parenti o estranei, tra amici o nemici...». Diventerà sua preghiera preferita: «Concedimi, Gesù mio, la grazia di poter arrivare ad amare il mio prossimo come Tu lo hai amato e lo ami; che io sia sempre pronta a sacrificarmi per tutti».

Fra i tanti suoi scritti, una lettera circolare nella quale spiega ciò che significa per lei vivere una carità senza limiti. Non è tanto il non avere limitazioni nelle opere che si potrebbero intraprendere, o nel campo dell'apostolato; la Madre sembra indentificare questa carità senza limiti con una donazione incondizionata. Scrive:

«Mi è di grande conforto vedere in quasi tutte le vostre lettere le buone disposizioni nelle quali vi trovate, di essere cioè disposte a farvi sante e ad essere di aiuto ai vostri fratelli, esercitando con loro una carità senza limiti, fosse anche a costo di grossi sacrifici. So che per questo fate affidamento sulla grazia e sull'aiuto del buon Gesù. Io mi congratulo con voi, figlie mie e mi rallegro con me stessa di avere delle figlie che nutrono desideri tanto buoni ed eroici. Ma non lo so se tutte vi siete rese conto perfettamente della importanza e del lavoro che suppone la scelta per la quale avete optato e che consiste nel volervi fare sante vivendo sempre la carità, senza nessuna condizione e senza cercare nessun tornaconto. Questo meraviglioso lavoro presuppone uno sforzo improbo e, molte volte, scoraggiante; non vi illudete pensando che le persone beneficiate dal vostro servizio vi saranno riconoscenti; anzi, al contrario esse si crederanno di avere diritto a tutto quello che voi potrete fare loro e che potrebbero pretendere anche di più. Ne consegue che, invece di ricevere parole di gratitudine, spesso riceverete rimproveri, fastidio, odio o peggio». «La cosa più difficile nel lavoro che avete intrapreso, a mio giudizio, è lottare con voi stesse, andare sempre contro corrente, poter concedere pochissime volte alla propria natura quello che vorrebbe... (è necessario) ...arrivare a essere umili, a far tacere il nostro amor proprio, a respingere il desiderio del benessere, il desiderio delle comodità, il desiderio di apparire, il desiderio che gli altri pensino bene di noi, il desiderio che gli altri ci amino, che ci usino riguardi, ecc.».

In Dio, la Madre trova il movente del suo agire; per amore suo arriva a donarsi totalmente al prossimo, ai più poveri, perché possano, attraverso di lei, arrivare a scoprire l'amore di un Dio che è Padre. In lui trova il coraggio di dimenticarsi di se stessa e la gioia nello scoprire di essere «esclava» di tale amore verso il suo Dio, verso i suoi figli e verso i fratelli. Nel diario, aprendo il cuore al Padre spirituale, afferma:

«Mi sento, padre mio, come schiava del mio Dio, dei miei figli, delle mie figlie, del mio prossimo; anche lei chieda per me al buon Gesù che mi aiuti a crescere nella virtù e ad esercitarmi in essa...».

b) Una fondazione che si chiarifica nel tempo:

«...per i servizi da fare...».

La Congregazione inizia nel 1930 con un servizio per far fronte a un'urgenza del tempo: provvedere alla educazione del povero «... che in Spagna é molto abbandonata e, dovuto a questo, si avvicina una terribile rivoluzione poiché i poveri - per la loro poca cultura sia religiosa che intellettuale - sono veramente nell'abbandono. Da qui ne viene il lavoro dei persecutori della Chiesa che in questo tempo lavorano senza tregua per facilmente inculcare nei poveri odio alla Chiesa, persecuzione sanguinosa contro i membri della Chiesa, odio al ricco, desiderio di uguaglianza (o meglio: uscire dalla povertà senza fatica sfruttando i beni degli altri)... Ne sono persuasi di questo i Capi e così si lasciano scappare di bocca che è in Spagna dove si può ottenere di piú in questo senso perché i poveri - per la loro poca cultura - li possono preparare con poco sforzo a grandi soprusi...».

Dopo la prima fondazione in C/. Velázquez, altre opere sorgeranno con ritmo vertiginoso e sorprendente, se si considera che l'Associazione è appena nata, povera di mezzi e di personale ed è sorta in un ambiente difficile, la Spagna repubblicana di quegli anni, apertamente ostile ad ogni iniziativa religiosa; tutte le opere che seguiranno, come la prima, sono segnate dall'abbandono fiducioso e totale in Dio nel favorire i poveri. Nell'arco di tempo che va dal 1931 al 1935, Madre Speranza riesce a fondare altre nove comunità di Ancelle in varie zone di Spagna, venendo incontro alle situazioni umane più bisognose.

In lei si fa sempre più chiara la percezione di essere stata chiamata con le sue figlie non a fare solo un particolare servizio (come potrebbe essere collegi, o assistenza ai malati a domicilio, ecc) ma di essere stata chiamata a rendersi disponibile e presente dovunque c'è un bisogno da aiutare. Difatti le sue figlie saranno presenti in molteplici attività e servizi: l'ospedale militare a Sestao, anziani e gente di passaggio a Ochandiano, persone con handicap a Santurce e Menagaray e poi ancora: asili per l'infanzia, servizio pastorale in parrocchia, un laboratorio di camicie a Roma e di maglieria poi a Collevalenza, accoglienza dei pellegrini a Roma e a Collevalenza, sostegno ai sacerdoti, ecc; chiunque ha bisogno di un aiuto per una sofferenza fisica o morale deve poter trovare un conforto nelle Ancelle dell'Amore Misericordioso.

Nella Circolare del 6.7.1941 la stessa Madre scrive: «..le nostre case devono essere sempre il rifugio e la casa di ogni bisognoso; in tutte le nostre case ci dovrebbero essere scritte queste parole: "Bussate, poveri, e qui troverete chi vi soccorre; chiamate voi che siete afflitti, e qui troverete chi vi darà conforto; chiamate voi che siete malati e qui troverete chi vi assisterà; chiamate voi bambini orfani e nelle Ancelle dell'Amore Misericordioso ritroverete la vostra mamma"».

Già nel lontano 1947 aveva progettato di andare in Brasile, nello stato di Santo Spirito, solo perché aveva avuto notizia di "una zona che si trova in condizioni di particolare bisogno".

Non è stato facile per la Madre far passare questa forma nuova di essere Congregazione che la tiene sempre in prima linea, sempre attenta ai nuovi bisogni, alle nuove povertà, sempre pronta a rinnovarsi e a rinnovare strutture adeguate ai nuovi servizi.

Non è stato facile per la Madre far entrare questa esigenza e questa convinzione e, forse, le sofferenze e le contrarietà più sofferte le sono venute proprio da questo.

Molto significativa a proposito una lettera della Madre indirizzata al Prefetto della Sacra Congregazione dei Religiosi Mons. Ermenegildo Pasetto, nell'aprile del 1946.

Il motivo della lettera era questo: nel 1929 la Madre aveva scritto delle Costituzioni che le erano state dettate dal buon Gesù, queste erano state approvate nel 1935 dal Vescovo di Vitoria; nel 1942 Mons. Nicanor Mutiloa (vescovo di Tarazona e nominato dal Santo Offizio, ad nutum Santae Sedis, Direttore della Congregazione eam) aveva tolto alcuni articoli e ne aveva aggiunti altri richiesti dal Diritto canonico; successivamente lo stesso Mons. Nicanor, d'accordo con il Vescovo di Oviedo e con il vescovo di Vitoria, all'insaputa della Madre, aveva rinnovate le Costituzioni e le aveva diffuse nella Congregazione. Quando la Madre ne venne a conoscenza si appellò alla Sacra Congregazione dei Religiosi, supplicando "para que se conserven mis amadas Constituciones a la letra".

In questa lettera espose i diversi articoli modificati che non poteva accettare, ma soprattutto e decisamente non poteva accettare il fatto che il nuovo testo volesse limitare proprio i servizi da poter fare.

Scrive: «Dicono le nuove Costituzioni nel primo Capitolo, al numero 3, a pagina 10: "Per conseguire questo fine per il momento si limiteranno solo a fondare collegi e alla assistenza ai malati a domicilio". Come è possibile - prosegue la Madre - se la Congregazione già ha suore per la assistenza nel Seminario di Todi e di Gubbio, se in questa stessa casa di Roma ha aperto una cucina economica per i poveri del Circolo di San Pietro, e un'altra cucina per dar da mangiare a operai che si trovano in tanta strettezza in questi tempi?».

c) Una fondazione che si chiarifica nel tempo:

«...per il modo come fare questi servizi...».

Anche qui a me pare di scoprire un grosso ruolo profetico della Madre.

Le Costituzioni approvate nel 1935 dal Vescovo di Vitoria riflettono quasi interamente ed esclusivamente il pensiero originario della Madre, quello che il Signore le aveva partecipato nel maggio 1929. L'art. 11 ribadisce l'idea che la Congregazione si compone di una sola classe di suore; anche quando parla del servizio da offrire ai malati a domicilio non mette nessuna condizione e nessun limite; solo raccomanda alcune cose:

- dare preferenza ai più poveri e ai più abbandonati (art.4);

- assistere non solo il malato, ma aiutarlo anche a trovare i mezzi per vivere (art.5);

- per fare questo lavoro le eam non compreranno mai frutta e dolce per il loro pranzo e il denaro corrispondente ogni primo venerdí del mese sarà devoluto per i malati poveri (art 6);

- le eam avranno vivo interesse che i malati sentano Dio come un padre (art.7);

- potranno fare servizio giorno e notte ai malati, ma salvando sempre le ore di comunità, per cui il giorno potranno essere fuori dalle 9 alle 11.45 e dalle 15.30 alle 19.30 e la notte dalle 21 alle 6.30 del mattino (art 8);

- saranno scrupolose nell'osservanza di questi orari (art. 9);

- se in casa del malato ci sono ragazzette, si preoccupino di insegnare loro e soprattutto di essere per loro delle madri (art.10).

Le Costituzioni del 1942 furono ampliate e modificate, con dispiacere della Madre e a sua insaputa, dai vescovi di Tarazona, Vitoria e Oviedo. Tra le cose modificate che più dispiacquero alla Madre c'era il nuovo art. 16 che cominciava a limitare il servizio ai bisognosi. Diceva così: «Benché la carità delle nostre Suore con i malati non può escludere nessuna persona e a tutte, di per sé, deve arrivare, purtuttavia abbiano sempre presenti le sante norme della prudenza e della modestia cristiana religiosa. Non si dimentichino mai che certi servizi che può molto ben fare una persona secolare, non sono compatibili con il carattere della persona consacrata a Dio. Per questo, a malati di differente sesso, non si permetteranno di prestare altri servizi che quelli esterni, lasciando gli altri alla cura della famiglia. Anche le stesse donne saranno assistite con la più grande modestia, come si conviene a spose dell'Agnello Immacolato e mai saranno presenti ad atti che una Religiosa non deve vedere. In questo non si lascino ingannare dallo specioso pretesto della necessità o della carità, avendo invece sempre presente il decoro e il buon nome personale e dell'Istituto».

La Madre si appellò subito alla Sacra Congregazione dei religiosi.

Le Costituzioni del 1949 furono date alla Madre e all'Istituto dopo essere state ampiamente «rivedute» dalla Sacra Congregazione dei religiosi che le rese obbligatorie con Decreto n° 4555-37 del 16.12.1949. In questo testo di Costituzioni, per la prima volta, su questo problema del servizio ai malati e ai bisognosi, all'art. 190 appare una espressione che deve essere stata il risultato di un compromesso tra il desiderio della Madre e quello che le norme giuridiche potevano consentire.

L'art. 190 recita così: «...cosicché ai malati di differente sesso le Suore prestino solo i servizi esteriori, lasciando gli altri alla cura della famiglia. Anche le donne siano assistite con grande modestia, quale conviene a spose dell'Agnello Immacolato. La Congregazione, per tali servizi delicati e in genere per aiuto alle opere, può ammettere alcune donne di probata virtù, come aggregate; le relazioni delle aggregate verso la Congregazione, come pure la loro formazione, sono regolate da speciali Statuti, sottoposti alla revisione della S. Congregazione dei religiosi».

Un compromesso, abbastanza strano e apertamente in contrasto, ancora una volta, con il pensiero della Madre che nel 1941, in una lettera a Madre Maria Esperanza Perez Del Molino, dice che nella sua Congregazione non ci saranno mai aggregate. Ma un compromesso accettato dalla Madre per lasciare aperta la porta alla realizzazione del progetto di Dio, quando fossero maturi i tempi, il progetto di una unica classe di suore nell'Istituto e la Congregazione aperta e disponibile a tutti i bisogni, nessuno escluso.

La Madre negli anni 1956-57 comprese che i tempi erano ormai maturi per poter ripresentare alla Chiesa il progetto completo dell'Istituto e maturi i tempi anche per dare una forma giuridica a questo servizio. L'11 febbraio 1957 riunisce le prime quattro signorine alle quali concede di poter emettere i santi voti come ancelle dell'Amore Misericordioso, che vestiranno in abito civile, che lavoreranno preferibilmente non dentro la casa religiosa ma fuori, nelle strutture sociali e civili, che non riveleranno a nessuno che sono religiose consacrate e che porteranno una testimonianza cristiana nel loro campo di lavoro. Dopo le prime quattro tutte le altre che saranno: maestre, infermiere, commesse, medico, assistenti sociali, lavoratrici nelle fabbriche, ecc. l'Amore Misericordioso può essere testimoniato anche dove normalmente non entra il sacerdote o la suora.

Appena pochi mesi dopo l'inizio di questo esperimento, nei primi mesi del 1958 la Madre ne informa la Sacra Congregazione dei religiosi e ci tiene a precisare che questo servizio non sarà fatto da "aggregate" ma da religiose vere e proprie, vere Ancelle dell'Amore Misericordioso, vere sue "figlie" come tutte le altre, a tutti gli effetti; precisa che la loro vita sarà regolata da uno speciale Statuto che sottopone alla Sacra Congregazione dei Religiosi.

Solo nel 1976, dopo congruo esperimento e verifica, la Sacra Congregazione dei Religiosi autorizza questo nuovo servizio nella Chiesa e questo nuovo modo di essere nella vita religiosa consacrata a pieno diritto.

Una forma nuova di vita consacrata e religiosa che, forse, più delle altre componenti della nostra Famiglia religiosa dell'A.M., incarna la "opera nuova" che la Madre si sentí chiamata dal Signore a realizzare fin dal 1930: una vita religiosa non puramente contemplativa né puramente attiva, ma attiva e contemplativa allo stesso tempo, con una espressione nuova di contemplazione e aperta a tutti i bisognosi.

A differenza di tutte le altre religiose, anche a differenza delle altre eam, queste Ancelle dell'Amore Misericordioso sono chiamate a incarnare nella loro vita questa presenza di Dio con tre atteggiamenti fondamentali:

a. una vita da vera religiosa, con la dipendenza da un superiore, con la vita in comune insieme ad altre consorelle, con i relativi atti di comunità e, nello stesso tempo, con una attività svolta abitualmente fuori della casa religiosa, inserita nelle strutture sociali;

b. una vita di preghiera necessariamente più intensa, più lunga, più sentita; almeno un'ora in più di preghiera in confronto alle altre eam; quasi un'esigenza e un bisogno più urgente di restare in comunione solo con Dio; a garanzia del lavoro poi da fare;

c. una testimonianza di Dio da dare non in forza di un abito religioso o di una appartenenza a un Istituto religioso (perché sono obbligate al segreto e a non rivelare la loro consacrazione religiosa nell'ambiente del loro lavoro); quindi una testimonianza di Dio che, a maggior ragione, deve venir fuori dalla rettitudine, dall'onestà, dall'impegno, dalla serietà di professione nel lavoro, dalla santità della loro vita.

Quando questi tre atteggiamenti son ben fusi insieme, c'è la vera nuova vocazione, che non è altro che un nuovo modo con cui Dio vuole essere presente nel mondo e accanto agli uomini.

Quando qualcuno di questi tre atteggiamenti fosse trascurato o qualcuno fosse considerato più di un altro sorgerebbe il rischio di ridurre la consacrazione non più a vita religiosa ma a solo istituto secolare, o a cedere alla tentazione di efficientismo a discapito della interiorità o a ridursi alla condizione della suora che non indossa l'abito religioso ma che non ha la vocazione da Dio a lavorare senza un segno esterno di appartenenza alla vita religiosa.

La fondazione dei Figli dell'Amore Misericordioso

Non mi sembra fuori posto dire che la Congregazione dei Figli dell'Amore Misericordioso è nata, almeno nel cuore di Madre Speranza, il 24 dicembre 1927, quando la Madre espresse il suo anelito e la sua volontà di amare il buon Gesù, di soffrire in riparazione delle offese che Lui riceveva dal suo amato clero e di fare in modo che tutti quelli che trattavano con lei sentissero questo desiderio di soffrire ed offrirsi come vittime di espiazione per i peccati che commettono i sacerdoti del mondo.

Così mi sembra significativo un altro episodio che risale al 23 marzo 1932. « In Alfaro, il giorno 23 marzo 1932, don Esteban Ecay Izcue, sacerdote e cappellano della Associazione delle Ancelle dell'Amore Misericordioso, volendo essere associato della nostra Opera, che fin dal principio ha sostenuto e aiutato, e volendo restare costituito come un membro della stessa Associazione, ha fatto la sua consacrazione privata nella medesima e ha rivolto anche una fervorosa omelia alle Associate riunite in Cappella, le quali da questo momento lo guardano e lo considerano come un fratello appartenente alla loro stessa Associazione. Tutto ciò lo faccio noto per mezzo del presente verbale firmato dall'interessato e con il Visto della Rev.ma Madre Fondatrice».

Poi si dovette aspettare fino al 24 febbraio 1951 quando la Madre comprese che era arrivato il momento di realizzare la fondazione dei Figli dell'Amore Misericordioso e che il primo di questi doveva essere il giovane Alfredo Di Penta; per questo il Signore la invitava a darsi completamente al sacrificio, accettando qualunque sofferenza e disposta a qualunque cosa Lui le avesse chiesto.

Qualche mese dopo, il 15 agosto 1951, nacque la Congregazione dei Figli dell'Amore Misericordioso, a Roma, nella cappella della Casa Generalizia delle suore, le Ancelle dell'Amore Misericordioso. Mons. Alfonso Maria De Sanctis, Vescovo di Todi, ricevette i voti dei primi tre, che il giorno precedente avevano vestito l'abito della nuova Congregazione. Una Congregazione con lo scopo di annunciare l'Amore Misericordioso e di essere di aiuto ai sacerdoti del clero secolare, fomentando l'unione di questi con i Figli dell'Amore Misericordioso.

Il 18 agosto 1951 la Madre si trasferì a Collevalenza per fondare la prima comunità dei Figli dell'Amore Misericordioso ed anche un'altra comunità di Ancelle dell'Amore Misericordioso, iniziando a vivere in quella forma originale di vita religiosa che è la Famiglia dell'Amore Misericordioso.

Anche per la Congregazione dei Figli dell' Amore Misericordioso, come per quella delle Ancelle, si è verificata una certa gradualità nel tempo nel quale il Signore ha svelato il progetto alla Madre.

E' solo del 9 maggio 1951 quando la Madre è invitata dal Signore ad aggiustare le Costituzioni che già le aveva dettate nel 1929, perché è Suo desiderio che la Congregazione sia composta, oltre che da Padri e da Fratelli, anche da un altro gruppo di Fratelli che vestiranno in abito civile.

Un anno dopo, il 9 maggio 1952, la Madre scrive: «Mi viene chiesto di aggiustare le Costituzioni dei Figli dell'Amore Misericordioso e aggiungere ad esse tutto quanto si riferisce al Clero secolare, sottoponendolo prima allo studio di Mons. Orlando Perfetti il quale ha acconsentito e ha preparato una specie di Statuto per il Clero secolare; di questo Statuto io ho avuto ordine di inserire nelle Costituzioni i punti principali. Tutto questo lavoro l'ho terminato il 15 ottobre 1954».

Nella Congregazione dei Figli dell'Amore Misericordioso esistono quattro forme di appartenenza: i sacerdoti religiosi, fratelli interni, fratelli in abito civile, sacerdoti diocesani che hanno voti e vita in comune.

Un progetto arduo ed innovatore, soprattutto questo ultimo, che la Madre ha offerto alla Chiesa e dalla quale ancora attende il riconoscimento: alla Congregazione può appartenere con i voti qualunque sacerdote diocesano lo desiderasse o per poter camminare più speditamente nella propria santificazione o per darsi più liberamente al proprio ministero, libero da preoccupazioni materiali e, soprattutto, libero dai pericoli che disgraziatamente provocano la maggior parte dei preti.

La novità più grossa della nuova Congregazione religiosa è a vantaggio dei sacerdoti, ai quali apre non solo le sue case per un aiuto e per un sostegno, ma offre loro la possibilità di entrare a far parte addirittura della Famiglia Religiosa a tutti gli effetti, con tutti i diritti-doveri, al punto da potersi considerare membri della Congregazione senza per questo dover lasciare il presbiterio nel quale sono inseriti ed operano.

La Chiesa, ha concesso al nuovo Istituto il riconoscimento a Congregazione di Diritto Diocesano nel luglio 1968 e, nell'agosto del 1982, ha concesso il Decreto di erezione a Congregazione di Diritto Pontificio.

Il fine principale della nuova Congregazione deve essere proprio l'unione tra il Clero diocesano e i religiosi, Figli dell'Amore Misericordioso. Chiara l'esortazione della Madre a porre ogni impegno e premura nell'unirsi ai sacerdoti diocesani, facendosi per loro veri fratelli, aiutandoli in tutto più con i fatti che con le parole e, uniti ad essi come fratelli, sentirsi chiamati, per vocazione, ad esercitare per amore al Signore tutte le altre opere insieme ai sacerdoti delle chiese locali.

La Madre aveva visto l'urgenza di affiancare i sacerdoti diocesani che si sarebbero visti sempre più in balia di un mondo secolarizzato, privi di ogni aiuto morale e materiale tanto da rischiare di compromettere la loro santificazione e la santificazione del popolo loro affidato.

Papa Giovanni Paolo II, nell'udienza del 2 gennaio 1981, sottolineava come l'uomo - che ha infinitamente bisogno di incontrarsi con la misericordia di Dio, oggi più che mai - deve poter fare l'esperienza spirituale di quell'Amore che accoglie, vivifica e risuscita a nuova vita e, proprio in virtù di questo carisma, invitava i Figli dell'Amore Misericordioso a promuovere e favorire tale incontro dell'uomo moderno con la bontà del Signore attraverso le diverse forme di apostolato e, soprattutto, a porre un particolare interesse a favore del clero e concludeva: «Coraggio, carissimi fratelli! Il mondo è assetato, anche senza saperlo, della misericordia divina e voi siete chiamati a porgere quest'acqua prodigiosa e risanatrice dell'anima e del corpo».

Questa nuova Congregazione, con quella delle Ancelle, forma la Famiglia religiosa dell'Amore Misericordioso: sorelle e fratelli, figli di una stessa Madre, con il medesimo spirito, nello stesso carisma, con il compito di annunciare e testimoniare al mondo le ricchezze della misericordia del Signore. Il Santo Padre Papa Giovanni Paolo II, nel suo primo incontro ufficiale con l'intera Famiglia dell'Amore Misericordioso, ebbe a dire: «La vostra vocazione è grande! Non so se siete una grande comunità, molto numerosa, ma la vocazione, la vostra vocazione è grande! E con questa vocazione voi portate la speranza nel mondo».

Le case dei Figli dell'Amore Misericordioso sono aperte all'accoglienza di tutti quei sacerdoti che vi desiderano trascorrere un tempo più o meno lungo col fine di ristabilirsi, di riposarsi, o di ritemprare lo spirito nella pace della casa religiosa. Un interesse tutto particolare è rivolto al giovane clero; un servizio paricolare è quello svolto con i sacerdoti ormai anziani e malati. La Madre voleva che la dignità del sacerdote fosse salvaguardata proprio quando ne aveva più bisogno.

Il Card. Eduardo Francisco Pironio così si è espresso a proposito: «Avevo sentito parlare di Madre Speranza, essendo io Prefetto dalla Congregazione per i Religiosi e gli Istituti Secolari nel 1976... Fui per la prima volta a Collevalenza in un'occasione in cui si radunarono i Vescovi e i preti dell'Umbria, per una giornata di ritiro spirituale. Passai tutta la giornata lì, erano circa mille preti convenuti. Abbiamo mangiato insieme... Rimasi veramente colpito per questa opera di accoglienza e di assistenza ai sacerdoti... Siccome io amo molto il mio proprio sacerdozio e amo tanto i miei confratelli sacerdoti, un'opera così particolarmente destinata ad accogliere e ad accompagnare materialmente e spiritualmente i sacerdoti (soprattutto diocesani, che sono in maggior parte lasciati in solitudine), mi ha particolarmente colpito; una provvidenziale intuizione di Madre Speranza nel creare o fondare i Figli dell'Amore Misericordioso».

Questa Famiglia Religiosa di Figli e Ancelle dell'Amore Misericordioso, nell'annunciare al mondo la misericordia di Dio, ha un punto di riferimento centrale nel Santuario di Collevalenza. Anche la stessa Madre dovrebbe aver colto l'idea del "grandioso Santuario" come una grande chiamata: dapprima chiamata a fondare le Ancelle dell'Amore Misericordioso, successivamente i Figli dell'Amore Misericordioso ed infine a fondare, con il Santuario, un Centro per l'annuncio dell'Amore Misericordioso. Un'opera che l'avrebbe impegnata per tutta la vita, fino alla morte, per 30 anni spesi quasi esclusivamente, o almeno principalmente, per questo.

Quando si parla di attualità di una Congregazione ci si rifà a un desiderio di Dio che vuole che tutti gli "uomini siano salvi".; per cui ogni Famiglia Religiosa che nasce è voluta da Dio per rispondere ad una particolare "sfida" del tempo in cui nasce e in cui vive: Colui che conosce il cuore degli uomini ne sa anche i mali ed i rimedi più opportuni. E' in questa luce che Collevalenza coglie l'attualità della sua missione. Nell'enciclica "Dives in Misericordia" il Papa Giovanni Paolo II sottolinea come in questi tempi critici e non facili, si sente spinto a scoprire in Cristo quel volto del Padre che è misericordioso e Dio di ogni consolazione.

L'uomo di oggi si trova a fare la triste esperienza della solitudine e dell'abbandono, nonostante le mille attività in cui è coinvolto, fino a sentirsi umiliato nella sua dignità, trattato come uno strumento, come un consumatore di prodotti. Per "questi tempi critici e non facili", afferma il Papa, "la risposta di Dio è un annuncio e una manifestazione più grande della sua misericordia".

 

 

Il padre Gialletti ci ha fornito un quadro denso, concreto, attentissimo: un quadro di scelte anche sofferte, dolorose, passate attraverso mediazioni e conciliazioni non sempre facili da accettare. In tal modo egli ha integrato e completato il discorso che ci aveva svolto nell'incontro di ieri.

Il profilo che si viene delineando acquista ormai una fisionomia sempre più ricca e completa.