L'ANIMAZIONE VOCAZIONALE NELLO SPIRITO DELL'AMORE MISERICORDIOSO

Maria Grazia Biscotti eam

 

La prima delle comunicazioni riguarda il tema dell'animazione vocazionale ed è stata affidata a Madre Maria Grazia Biscotti, che fa parte del Consiglio Generale delle Ancelle dell'Amore Misericordioso e all'interno di questo Consiglio ha l'incarico per l'animazione vocazionale.

Madre Maria Grazia ci parlerà dell'«animazione vocazionale nello spirito dell'Amore Misericordioso».

 

 

Mi è stato affidato il compito di questa comunicazione, ma non nascondo che provo molta difficoltà, poiché sono convinta che, molti altri o altre, avrebbero potuto farla con maggior competenza; comunque spero che rimanga tempo, se mai qualcuno volesse integrare e completare. Grazie.

La maggior parte della mia vita religiosa, l'ho passata con ragazzi e ragazze dei nostri collegi. Necessariamente, questa attività mi ha portato a conoscere e approfondire lo stile che aveva e voleva avere la Madre, nell'educare e formare i bambini e i giovani. Fatta questa premessa, per quanto mi sarà possibile, farò parlare la Madre stessa.

La Madre pregava e ci faceva pregare per le vocazioni. Non ha mai parlato di animazione vocazionale - questo è un termine abbastanza recente -. Tuttavia il suo porsi in relazione con i bambini e i giovani era, di fatto, un modo evidente di fare animazione vocazionale, come ora tenterò di mostrare.

La sua vita si esprimeva attraverso una continua azione pastorale, nel quotidiano servizio, esercitato con amore gratuito e silenzioso, ricercando e volendo solo il bene altrui. Vedendo Cristo in ogni fratello. «... quello che avete fatto al più piccolo dei miei fratelli, lo avete fatto a me».

Questo suo stile, di essere e di fare, interpellava chi, per qualsiasi ragione, l'avvicinava. Ma che cosa ha questa donna? Chi le dà tanta forza e tanto coraggio? Per chi e perché lo fa? Perché lavora tanto? Qual è il suo segreto? A questi e tanti altri interrogativi, una sola la risposta. Il suo segreto è quella inesorabile «molla» dell'amore, che non le dà «requie». Tutti devono sapere che c'è un «Padre» buono, misericordioso, capace di perdonare all'infinito, perché vuole tutti gli uomini felici.

Ci diceva: «Vi raccomando, figlie mie, quello di sempre; sforzatevi d'insegnare con l'esempio più che con le parole. Che in voi risplenda la carità e la misericordia di Gesù. Siate madri con i poveri e i bambini, tenendo conto che il cuore della madre s'inclina facilmente al figlio più bisognoso. Non fate mai quello che loro non devono fare; che loro vedano in voi una carità senza limiti, un amore grande al sacrificio. Le parole si dimenticano, l'esempio trascina.»

E' chiaro che questa modalità, che la Madre ci trasmetteva, aveva la sua efficacia anche a livello vocazionale. «Che lo spirito di Gesù risplenda in voi e ringraziatelo, perché si è degnato posare il suo sguardo sui nostri piccoli, per scegliere, tra loro, con tanta frequenza, anime che a Lui si consacrano. Non vi riempie di gioia, vedere che alcune sono chiamate ad essere Ancelle e altri Sacerdoti?» (Circ. n° 61, pagg. 130-131). «Insegnate al bambino l'amore che deve avere all'Amore Misericordioso di Gesù e facciamo quanto possiamo, per imprimere in loro la sua immagine. Che si abituino a vedere in Lui un Padre Buono...» (Cost. eam, art. 174-182). «Inculcate in loro l'amore all'Eucaristia, esortateli a ricevere la S. Comunione, parlate loro con frequenza della misericordia e amore del nostro Dio. Esortateli ad avere una filiale confidenza in Lui, perché ricorrano a Lui in ogni loro necessità e si mettano nelle Sue mani, disposti sempre a compiere la sua divina volontà. Fate loro vedere, come la santità del nostro Dio, deve ispirarci un grande odio al peccato, amore al sacrificio, generosità per distaccarci dalle creature e anche da noi stessi, per unirci sempre più a Lui.» (Cost. eam, cap. 8°-prima parte-) E' importante che i ragazzi sentano parlare dell'amore del Signore, che si convincano che il Signore è dentro di loro.

La strategia della Madre, come si può notare, era quella di creare intorno ai ragazzi tutto un clima che favoriva, di fatto, la formazione delle coscienze.

Prosegue la Madre: «Quando io ero bambina non facevo nulla di contrario, perché ero persuasa che Gesù era in me, tanto che Lo sentivo respirare. Quando fui destinata alla formazione delle ragazze, le avevo abituate alla persuasione che Gesù era dentro di loro e, quando io non ero presente, esse agivano bene, perché erano convinte della presenza di Gesù in loro... Dobbiamo invitare Gesù a rimanere con noi. Gesù vuole che Lo invitiamo e, invitato, rimane con noi.» (Verb. 01.05.1955) «...Io credo che non ci sia opera più grande e più gradita a Gesù che quella di catechizzare i bambini... E' tanto grande fissare l'immagine di Gesù nel cuore del bambino. Nell'anima del bambino, malleabile come la cera, si può imprimere la verità; in lui possiamo imprimere l'amore a Gesù. Credetemi, non c'è collaborazione più intima all'opera della santificazione delle anime che quella della istruzione dei bambini. Inculcate in loro l'amore a Gesù e insegnate a conoscerLo come un Padre.» (Perf. 205, pagg. 218-219)

Rivolgendosi alle suore della casa della giovane, in occasione della rinnovazione dei voti, dice: «Vorrei che queste ragazze non siano venute qui solo per lavorare a macchina, no...no..., ma perché imparino a dare al Signore quello che, un giorno, chiederà loro, nello stato che Lui crederà, nel modo che Lui desidera da queste figlie. E' la festa della rinnovazione dei nostri voti, però, giacché considero figlie anche le giovani che stanno con noi, voglio che partecipino anche loro alla festa.»

E, dopo la cerimonia, ancora la Madre alle ragazze: «Siete giovani che, si dice, venite per fare le maglieriste e io non vi dico di no, però, vi dico anche che dovete imparare ad essere buone, brave, oneste e stare un poco attente per dare al Signore quello che vi chiede. Dovete avere un orecchio al laboratorio e con l'altro ascoltare il Signore, dicendo: "Signore, che vuoi che io faccia?" "Cosa vuoi da me?" "Voglio formare una famiglia cristiana e morale, Tu che ne pensi?" Dovete consigliarvi con Lui, non fare di testa vostra. Dite, Signore, aiutami ad essere quello che Tu vuoi. Dovete essere giovani, capaci di dare al Signore quello che chiede e essere luce nel paese dove abitate. Giovani, capaci di attirare le anime a Gesù e illuminare le persone che a voi si avvicinano.» (Exh. 02.02.1965) Anche, quando venivano da lei, le ragazze della casa della giovane di Todi, più o meno, diceva le stesse cose, sembrava quasi un'idea «fissa». Il suo stile era di dare «tutto a tutti», fiduciosa che lo Spirito Santo avrebbe operato in ciascuno, con modalità e carismi diversi.

Come vedete, il linguaggio della Madre, pur nella sua semplicità, rivela e trasmette la carica umana e spirituale della persona che, possedendo Dio, lo fa conoscere e quindi amare.

Aiutava a «discernere» con tutti i mezzi a sua disposizione, tuttavia era molto rispettosa, voleva che la scelta fosse libera e personale.

Nel mio primo incontro con la Madre, alla domanda (secondo me, a quel tempo, casuale) di chi mi presentava, se lei mi voleva, rispose: «Se nostro Signore la vuole, io la voglio». Pochi giorni dopo, mi fece sapere che, se ero d'accordo, il Signore «mi voleva». Ed eccomi qui.

Grazie a Lui, alla Madre e... un grazie a tutti voi della pazienza.

 

 

Ringraziamo Madre Maria Grazia: abbiamo ascoltato senza fare un esercizio di pazienza, ma con grande attenzione e interesse.

Interrompiamo i lavori per la celebrazione della S. messa; nel pomeriggio avremo la possibilità (si dovrebbe anzi dire: la grazia) di ascoltare altre preziose testimonianze, che s'inquadrano nel contesto tematico di questa giornata, aperta dalla relazione di padre Domenico Cancian, intorno al riflesso, nella vita ecclesiale, del Carisma e della profezia di Madre Speranza.