Jan Chrapek

I MASS-MEDIA CI AVVICINANO?

 

L'uomo fin dall'inizio ha sempre cercato di dialogare con l'altro, di comunicare la sua esperienza e il suo pensiero.

"Comunicare è il destino dell'uomo. Mancarlo è fallire la vita; perché in ogni uomo è assopito un 'soggetto' la cui vocazione è di comunicare con il mondo, con l'altro di identificarsi con le prove sorgenti" (1).

"La comunicazione allora è il processo di trasmissione di significati tra individui. Per gli esseri umani tale processo, è nello stesso tempo, fondamentale e vitale. Fondamentale, in quanto l'intera società umana, antica o moderna, si basa sulla capacità dell'uomo di partecipare intenzioni, desideri, sentimenti, conoscenze ed esperienze ad altri uomini; è vitale in quanto l'abilità di comunicazione aumenta le probabilità di sopravvivenza dell'individuo, mentre la sua mancanza è considerata, in genere, una condizione patologica della persona" (2).

Da questo deriva la curiosità verso gli altri, le altre esperienze, la volontà di comunicare se stesso e la propria esperienza. E' un destino e una necessità. L'uomo può diventare più uomo soltanto quando comunica con l'Assoluto, con se stesso, col la sua storia e con gli altri. Comunicando si avvicina agli altri, si arricchisce umanamente cioè si crea. Partecipa in questa maniera l'atto creativo di Dio. Dio comunicando la sua bontà, ha creato il mondo.

L'uomo essendo creato ad immagine di Dio deve allora comunicare.

Compiendo questo sforzo l'uomo esprime la sua radicale e incoercibile tensione a realizzarsi ed a imitare l'Assoluto che comunica la sua pienezza in modo totale. Grazie a questa facoltà fondamentale e vitale, l'uomo nella sua umanità maturava anche perfezionandoli, gli strumenti attraverso i quali poteva e può comunicare se stesso, esprimere la sua esperienza agli altri.

I lunghi secoli di sviluppo dell'alfabeto da quello primitivo pittorico sumerico a quello egiziano non più solo pittorico ma già anche fonetico e poi, alla fine, l'alfabeto fonetico lineare greco sono l'esempio di questo sforzo. Anche tutte le innovazioni successive nel campo dell'alfabeto, cioè l'unificazione della scrittura latina con Carlo Magno, la stampa, la meccanizzazione della stampa fino alla nostra epoca piena di eccezionali scoperte in questo campo, testimoniano questa tensione dell'uomo a comunicare, e, comunicando, avvicinarsi agli altri uomini del passato e del futuro.

Gli strumenti di comunicazione cambiano l'uomo.

Uno dei più grandi studiosi del nostro tempo di mass-media M.H. McLuhan (3), analizzando i problemi degli strumenti di comunicazione diceva che ogni nuovo strumento-medium "è il prolungamento di qualche facoltà dell'uomo, fisica o psichica. Ogni simbolo, strumento e tecnologia che simula, accresce o frammenta le funzioni e il potere dei nostri organi e dei nostri sensi".

"Oggi l'uomo ha sviluppato estensioni praticamente per tutto quello che era solito fare col proprio corpo. L'evoluzione delle armi comincia con i denti e il pugno e termina con la bomba atomica.

I vestiti e le abitazioni sono estensioni del meccanismo biologico di controllo della temperatura. I mobili sostituiscono lo stare accovacciati o seduti sul pavimento.

Le macchine utensili, gli occhiali, la televisione, i telefoni e i libri che portano la voce attraverso il tempo e lo spazio sono esempi di estensioni materiali. Il denaro è un modo di estendere o immagazzinare la forza lavoro. Le nostre reti di trasporto fanno oggi quello che un tempo facevamo con i piedi e con la schiena. Di fatto, tutti gli oggetti materiali fati dall'uomo possono essere trattati come estensioni di ciò che l'uomo faceva con il proprio corpo o con una parte specializzata del proprio corpo" (4).

Vediamo allora che secondo quanto detto tutti gli strumenti (media) servono all'uomo per prolungare tecnologicamente il proprio corpo per "afferrare" l'ambiente. Così l'uomo esprime meglio se stesso. Ma questo prolungamento ha le sue ripercussioni nella vita dell'uomo, influisce sulla sua vita, perché cambia l'ambiente dell'uomo. Il puro strumento, medium, è già un messaggio dell'uomo e per l'uomo. La natura stessa del medium insegna qualcosa all'uomo o lo sensibilizza.

Per semplificare: i cambiamenti di perfezionamento nel campo dell'alfabeto pittorico perfezionavano il senso umano di osservazione e di precisazione del messaggio che volevamo trasmettere e del ricevimento del messaggio stesso.

Questo perfezionamento aiutava anche a precisare meglio, cioè a schematizzare nel disegno, il contenuto del messaggio così che potesse essere più leggibile al destinatario.

Lo sforzo di precisazione del messaggio già intenzionalmente avvicinava gli uomini e insegnava quindi a utenti e mittenti ad essere maggiormente aperti reciprocamente. Il modo schematico con il quale formulavano il contenuto dei messaggi avvicinava ed univa in qualche maniera gli uomini. La natura esplosiva di questo modo di comunicare avvicinava la gente e l'aspetto un po' misterioso della comunicazione sensibilizzava l'uomo al contatto con il suo misterioso Creatore ed esprimeva un atteggiamento di dipendenza nei suoi confronti. La volontà di comunicare con la Divinità e di avvicinarsi a Lei si esprimeva già nella magìa, non sempre negativa, delle cerimonie religiose.

Ancora: la consapevolezza del poter essere, in qualche forma, eterno attraverso il messaggio lasciato da grandi opere pittoriche o architettoniche creava nell'uomo la gioia della possibilità di comunicare la propria esperienza alle future generazioni e quindi una sicurezza di poter essere in qualche modo immortale.

Questa tensione spingeva le varie generazioni a sforzarsi di lasciare se stessi agli altri sotto la forma di grandi opere (costruzioni, monumenti) e nello stesso tempo di esprimere la propria volontà di stare vicino alla divinità con i templi, cerimonie liturgiche, ecc.

Vediamo allora che il perfezionamento di questo strumento di comunicazione in qualche modo avvicina la gente, le generazioni.

Tante volte questo modo di comunicare veniva usato non per avvicinare gli uomini, ma per sottolineare le diversità, le superiorità, le divisioni, ecc. Anche se, in una società tribale, queste accentuazioni delle differenze attraverso gli strumenti di comunicazione non toccavano le singole persone, perché normalmente i rapporti di comunicazione erano più frequenti tra tribù e tribù, meno tra i singoli individui.

Man mano che l'alfabeto pittorico si trasformava in quello fonetico andava mutando anche la mentalità degli uomini, che acquistavano linearità logica del pensiero che rendeva possibile all'uomo creare sistemi filosofici come quelli greci, pieni di sillogismi.

Questo sviluppo ha aiutato l'uomo a riscoprire la continuità della storia, la logica degli avvenimenti insegnandogli quindi un rigore di pensiero sulla base del quale poter organizzare una vita sociale più adeguata, delle strutture organizzative, dei sistemi logici di pensiero, ecc. Questo nuovo modo di comunicare, anche se isolava un po' la gente perché implicava la conoscenza del senso dei segni, dava però agli uomini delle nuove possibilità di comunicazione al di là dei confini della propria tribù o clan. L'uso dell'alfabeto latino da parte della Chiesa romana e più tardi l'imposizione dell'uso della scrittura latina ha reso possibile una unità in Europa, che ha dato la possibilità di scambi culturali tra popoli diversi che hanno creato un patrimonio culturale comune, per cui ancora oggi possiamo parlare di una cultura europea.

Lo sviluppo dell'alfabeto greco e latino ma soprattutto il suo adattamento alle lingue nazionali ha rallentato il processo di unità globale generando in cambio una più profonda unità nazionale, che sollecitò la creatività nell'espressione popolare all'interno delle singole nazioni.

La scoperta invece della stampa (a. 1450 Guttemberg) ha favorito ancora di più un nazionalismo politico (la guerra dei 30 anni) e un individualismo filosofico e religioso (5).

Il protestantesimo è certo un fatto che è stato favorito dalla scoperta della stampa. La stampa facilitava lo studio individuale, aiutava a scoprire l'identità nazionale, ecc. Il grande pregio della scoperta della stampa fu da una parte aiutare la conservazione della propria esperienza nazionale e personale (ricerche storiche, sistemi scientifici) e dall'altra spingere gli uomini a fare dello studio un comune sforzo di comunicazione reciproca per migliorare il mondo. la stampa e soprattutto la sua meccanizzazione con tutte le sue conseguenze (scuole, giornali, libri, stampati vari) a dato agli uomini una maggiore consapevolezza delle diversità, delle proprie capacità ecc. Nello stesso tempo frammentando la capacità percettiva dell'uomo, ne ha intensificato soltanto alcuni aspetti: la razionalità a dispetto della visualità la percezione fenomenologica a dispetto di una visione globale, ecc.

Di conseguenza lo sforzo comunicativo, in un certo modo, allontanava gli uomini da se stessi e tra di loro, chiudendoli in gruppi nazionali, familiari o di particolari interessi politici, scientifici, ecc.

Nel campo del pensiero, l'individualismo, come frutto della stampa meccanizzata, ha portato l'uomo a una indipendenza anche dal trascendente. Ciò che si è espresso nelle teorie filosofiche e scientifiche positiviste e razionali (6).

Moderni strumenti della comunicazione sociale. I processi della industrializzazione con tutte le innovazioni tecniche, ma soprattutto con l'elettricità hanno influito sul nuovo capitolo nella storia della comunicazione.

Insieme con tutte le innovazioni tecniche andava avanti il perfezionamento della stampa e poi la scoperta del telefono, della radio, del cinema e della televisione e ultimamente tutte le innovazioni elettroniche come per esempio i cervelli elettronici ecc.

Il recente progresso tecnologico ha reso possibile una nuova forma di comunicazione umana: la comunicazione di massa. Questa nuova forma si differenzia da quelle più antiche per le seguenti principali caratteristiche: è diretta a pubblici relativamente vasti; eterogenei ed anonimi; i suoi messaggi sono trasmessi pubblicamente spesso regolati in modo da raggiungere gran parte dei membri del pubblico simultaneamente, e hanno carattere transitorio; il comunicatore tende ad essere, o ad operare dentro una complessa organizzazione che può comportare costi rilevanti "La diffusione generale dei mezzi di comunicazione e d'informazione e le innovazioni nel campo della tecnica delle telecomunicazioni hanno rimosso il precedente isolamento degli individui, la cui vita era limitata nel ristretto ambito della vita familiare e di piccoli gruppi, e hanno dato la possibilità di avere più ampie e intense relazioni. Così la società ha manifestato un dinamismo quasi febbrile di contatti interpersonali e collettivi sia nella vita privata, sia in quella politica, economica e culturale. La società è divenuta una società della comunicazione, che ha poi assunto il carattere di società di massa. A questo si collega l'ampliamento delle relazioni dovute ai mezzi automatici d'ogni genere e rispondente al bisogno di tutti i membri della società di avere incontri personali per scambiarsi le proprie esperienze, le proprie opinioni, le proprie esigenze. Con ciò la semplice comunicazione si è trasformata in un dinamismo sociale di gruppi e masse" (7).

Caratterizzando precedentemente i cambiamenti nell'ambiente dei mezzi di comunicazione sottolineavo che ogni cambiamento e miglioramento dava all'uomo la possibilità di esprimersi, di comunicare, di avvicinarsi verso il suo destino e verso quello dell'altro uomo, verso la storia del passato e del futuro.

Queste possibilità derivano dal fatto che quasi ogni cambiamento nell'ambiente dei mezzi di comunicazione impegnava nuovi orizzonti dell'uomo, e così dava più possibilità di comunicare.

Il termine "mezzi di comunicazione sociale" con il quale si caratterizzavano indica che sono strumenti il cui scopo è di comunicare non tanto a singoli individui, o singoli gruppi, ma a vastissimi gruppi umani; anzi, tendenzialmente a tutta l'umanità, facendo vivere esperienze collettive - il dialogo con il mondo - unendo così gli uomini.

Ma la parola "sociale" indica anche che questi strumenti sono fattori efficacissimi di socializzazione.

Parlando oggi sui "mezzi di comunicazione sociale" usiamo un altro termine più popolare "mass media", cioè mezzi che creano le masse, massificando.

Qui intendiamo soprattutto i mezzi come radio, (film) cinema, televisione e qualche volta i giornali.

Questi strumenti della comunicazione sociale comunicano mediante immagini (anche la stampa) e sono caratterizzati essenzialmente da due fattori

a) l'uso del linguaggio dell'immagine

b) la grande diffusione contemporanea

Il linguaggio dell'immagine comprende principalmente:

a) l'immagine pittorica (fotografica)

b) il movimento delle singole immagini

c) il punto di vista della ripresa

d) il suono

e) la composizione delle sequenze

Tutti questi elementi creano insieme un linguaggio dell'immagine che da agli ascoltatori e spettatori una sensazione della realtà.

Porta come dice Kraucer gli spettacoli a un sogno della realtà.

Interessante è il fatto che i moderni mezzi di comunicazioni sono indirizzati e usano tante facoltà dell'uomo.

Qui sta la forza della loro influenza e della loro possibilità.

Impegnando quasi tutte le facoltà dell'uomo ottengono nello stesso tempo più grande possibilità di esprimere il messaggio, di comunicare, di avvicinare gli uomini verso se stessi ecc.

Secondo elemento che esprime la natura di nuovi mezzi di comunicazione sociale è la vasta diffusione contemporanea dei loro messaggi. Cioè lo stesso contenuto arriva nello stesso tempo o quasi a numerosi ascoltatori. Questo fatto crea la società di massa. Il sociologo Herbert Blumer distingue quattro componenti sociologiche della massa: "Innanzi i suoi membri possono venire da tutti gli angoli della vita e da tutte le possibili stratificazioni sociali. Essa può comprendere gente di differente classe sociale, di diversa professione, di differente preparazione culturale e con diverse possibilità finanziarie... Secondo: è un gruppo anonimo, o più esattamente, composto di individui anonimi. In terzo luogo: esiste, tra i membri della massa, scarsa interazione o scambi di esperienze. Gli individui sono solitamente fisicamente separati l'uno dall'altro ed essendo anonimi, non hanno la possibilità di agitarsi vorticosamente come fanno i componenti di una folla. Infine, la massa è organizzata molto incoerentemente ed è incapace di agire con la sincronicità e l'unicità che caratterizza la folla".

Comunque la natura dei moderni mezzi di comunicazione sociale usando il linguaggio dell'immagine e avendo la possibilità di una grande diffusione del proprio messaggio danno all'uomo odierno numerose possibilità di esprimere più perfettamente la propria esperienza umana. Il linguaggio elettronico dell'immagine offre più vaste possibilità che il linguaggio visivo - lineare dell'alfabeto soprattutto quello usato dalla stampa.

La stampa ha provocato una "esplosione" che ha portato alla atomizzazione di un antico e solido ordine in diversi frammenti umani, individuali, differenziati, meccanici, segnando così la nascita dell'economia classica, del protestantesimo e della catena di montaggio (8).

L'elettricità, al contrario, provoca una "esplosione" che unifica il sistema nervoso di tutta l'umanità in un tutto simultaneo, e ciò ci riporta al villaggio tribale, ma questa volta in scala planetaria. Così serve in qualche maniera per avvicinare gli uomini.

"L'elettricità ha carattere organico e rafforza il legame sociale organico mediante il suo impegno tecnologico nel telefono, nel telegrafo, nella radio e in altre forme. La simultaneità della comunicazione elettrica, tipica anche del nostro sistema nervoso, rende ognuno di noi presente e accessibile a ogni altra persona presente al mondo.

Uno dei fenomeni più indicativi dell'era elettronica consiste nel creare una rete globale che ha molte caratteristiche del nostro sistema nervoso centrale, il quale non è soltanto una rete elettrica ma un campo unificato di esperienze. Questa unità organica e indipendente che l'elettromagnetismo induce nelle aree e negli organi di azione più diversi e specializzati, è tutto il contrario dell'organizzazione di una società meccanizzata" (9).

Conclusione

Concludendo si può dire che:

I. La natura dei nuovi mezzi di comunicazione sociale (mass media) aiuta gli uomini a comunicare le proprie esperienze più perfettamente e avvicinarsi verso se stessi e verso gli altri. Possono anche avvicinare l'uomo verso la propria storia, creando il nuovo tipo d'uomo, aiutandolo ad essere più aperto verso l'infinito.

Questo è possibile grazie:

1) al linguaggio più universale che i mass media usano

2) alla loro possibilità tecnica

3) alla facilità di possederle ed usarle

4) alla mentalità che essi stanno creando e che fa parte di questi stessi mezzi.

II. Il mondo con il quale tante volte questi moderni mezzi di comunicazione sociale sono usati è lontano dalla loro natura.

Allora mentre dovrebbero aiutare l'uomo a crescere e comunicare, lo uccidono dal punto di vista umano, chiudendolo talvolta nei propri limiti. Questo succede anche perché l'uomo di oggi non è ancora preparato a vivere con questi mezzi. La sua mentalità lineare e meccanica, frutto della cultura dell'alfabeto e della stampa non permette ancora di entrare nello spirito di questi mezzi e di usarli adeguatamente. Per questo allora tali mezzi non ci avvicinano dal punto di vista interpersonale, ma ci allontanano, anche se creano più forti relazioni sociali. Mi sembra molto importante, dando agli uomini di oggi profonda formazione umana, cristiana e culturale, dare nello stesso tempo una piena consapevolezza di questi mezzi. Soltanto così essi diventeranno nelle mani dell'uomo odierno strumenti che avvicinano.

Sottratti agli interessi politici, economici e ideologici, vengono posti a servizio della dignità umana autentica, quella che ci fa comunicare con gli altri e con Dio.

NOTE

1) ELIANE AMADO LÉVY - Valensi, La Comunicazione, Assisi, Cittadella 1975.

2) CHARLES R. WRIGHT, La comunicazione di massa, Roma, Armando 1965, p. 19.

3) L'informazione su M.H. Mc Luhan si può trovare nei libri: Enrico Baragli, Il caso Mc Luhan, Roma, La Civiltà cattolica 1980; Giampiero Gamaleri, La galassia Mc Luhan, Il mondo plasmato dal media, Roma, Armando 1976.

4) M.H. Mc LUHAN, Gli strumenti del comunicare, Milano, Il saggiatore 1967, p. 127.

5) GUIDO GILI, Comunicazione di massa e filosofia della storia nel pensiero di M.H. McLuhan, "Sociologia della comunicazione", a. II, nr. 3/1983, p. 173.

6) Per approfondire l'argomento vedi: M.H. McLuhan, La galassia Gutembertg, Roma, Armando 1976.

7) RORASIO F. ESPOSITO, Rompere la gabbia della solitudine, "vita pastorale", a. 11, nr. 6-7/1983, p. 17.

8) ERICK BARNOUW, Tutti in casa dinanzi alla TV come polli in batteria?, "Mass Media", a.l, nr. 1/1982, p. 17.

9) M.H. Mc LUHAN, Gli strumenti del comunicare, Milano, Il saggiatore 1967, pp. 263, 371.