Prefazione

  

                   «Amare la famiglia significa stimarne i valori e le possibilità, promuovendoli sempre. Amare la famiglia significa individuare i pericoli ed i mali che la minacciano, per poterli superare. Amare la famiglia significa adoperarsi per crearle un ambiente che favorisca il suo sviluppo. E, ancora é forma eminente di amore ridare alla famiglia cristiana di oggi, spesso tentata dallo sconforto e angosciata per le accresciute difficoltà, ragioni di fiducia in se stessa, nelle proprie ricchezze di natura e di grazia, nella missione che Dio le ha affidato»

(Familiaris consortio, n.86)

 

       Se Dio è il Padre di tutta la famiglia umana, il Padre fonte della Vita e dell’Amore, che cerca con ogni mezzo di aiutare, confortare e rendere felici i suoi figli, seguendoli con amore instancabile, il nostro sostegno alla famiglia degli uomini deve essere pieno e improntato all’attenzione misericordiosa.

       E’ questa l’ottica con la quale vengono qui affrontati alcuni aspetti della famiglia e prospettate alcune indicazioni positive. Sarà così, lo speriamo, uno strumento utile soprattutto per quanti sono convinti che la famiglia non può essere lasciata a se stessa, salvo a metterla sotto accusa o farle delle richieste.

       Politici, sociologi, istituzioni, seminari la vedono come un «problema». Non hanno certo torto a interessarsene, ma la famiglia, prima di essere un problema, è da riconoscere come l’ambiente vitale, il luogo misterioso insostituibile del nascere, del vivere e del morire dell’uomo. Non è possibile pensarci esistenzialmente senza un minimo di calore familiare, in assenza del quale insorgono patologie o notevoli difficoltà all’armonico sviluppo della vita umana.

       Le considerazioni che qui si fanno muovono proprio dalla consapevolezza che «il matrimonio e la famiglia costituiscono uno dei beni più preziosi dell’umanità» e quindi a raccogliere «l’esortazione più pressante» fatta dal Papa agli Istituti di vita consacrata a lavorare per la famiglia (Familiaris consortio, nn. 1.74).

       Da sei anni la famiglia dell’Amore Misericordioso ha offerto un contributo sulle tematiche specifiche che Giovanni Paolo II ha sintetizzato ed esposto in modo ammirabile nella sua Enciclica «Dives in Misericordia». L’Enciclica appunto è stata oggetto di studio in sei Convegni a carattere internazionale.

       Il servizio continua, spostando l’attenzione sulla «cara famiglia dell’uomo», alla quale Madre Speranza, ispiratrice e realizzatrice dell’opera dell’Amore Misericordioso in «questi tempi difficili», ha riconosciuto un valore insostituibile. Tanto che ha concepito la sua Congregazione dell’Amore Misericordioso come una «famiglia religiosa» composta da Ancelle e Figli, ben comprendendo come anche la famiglia religiosa compie meglio la sua missione se è tenuta su da un amore con le due tonalità complementari proprie e specifiche dell’uomo e della donna.

              «Aiuteranno e conforteranno insieme molte famiglie bisognose ed afflitte. Porteranno consolazione ai malati, presso di loro gli orfani e i bisognosi troveranno la loro famiglia, i giovani la guida, i deboli il sostegno, e i caduti la forza per rialzarsi» (Madre Speranza, Prologo delle costituzioni).

       Sono parole scritte, vissute, insegnate e lasciate in eredità. Parole profetiche e programmatiche.

       Profetiche perché la famiglia oggi è particolarmente «bisognosa e afflitta». La famiglia nel suo insieme: i valori fondamentali in gioco nel rapporto tra i coniugi, i figli, gli anziani, il lavoro, la scuola, la casa...

       Parole programmatiche perché indicano alcuni «bisogni e afflizioni» che necessitano di particolari attenzioni e premure: malati, il lavoro, la scuola, deboli, caduti...

       Tutto fa perno sulla famiglia, da trovare o ritrovare come luogo indispensabile della vita e dell’amore, facendo emergere ricchezze e povertà, in vista di una sua riquali­ficazione.