Madre Speranza dagli anni 50 cominciò a concretizzare il progetto che già nel maggio 1949 aveva compreso essere volontà di Dio: la costruzione di un Santuario dedicato all'A.M. e delle opere annesse.
Presso il Santuario Madre Speranza consumò la sua vita, fino alla fine, essendo l'anima dell'annuncio dell'A.M. in questo Tempio. Questa fu la sua ultima "missione" o, meglio, "la sua missione", la sua opera definitiva. In questo luogo fu "flauta" che suona (come era solita definirsi) e anima che si consuma per far conoscere a tutti che Dio è un Padre che ama, perdona, dimentica e non tiene in conto i peccati dei suoi figli quando li vede pentiti. Ogni giorno riceveva dalle cento alle centoventi persone, una per una, ascoltando, consolando ed infondendo speranza in tutti.
In una sua orazione composta per il Santuario, pregava: "Fa, Gesù mio, che a questo Santuario vengano persone dal mondo intero, non solo con il desiderio di guarire nel corpo dalle malattie più dolorose e strane, ma per curare la propria anima dalla lebbra del peccato mortale ed abituale... e fa, Gesù mio, che tutti vedano in Te non un giudice severo ma un Padre pieno di amore e di misericordia che non tiene in conto le debolezze dei suoi figli, le dimentica e le perdona".
Il 22 novembre 1981 fu una giornata di gioia indefinibile per Madre Speranza e per Collevalenza per la venuta al Santuario del Santo Padre il Papa Giovanni Paolo II che ebbe modo di incontrare anche Madre Speranza Il 17 aprile 1982 il Santuario ottenne il riconoscimento a "Basilica minore".