"Grazie, Santo Padre.
Grazie a nome di tutti noi;
anche a nome di Madre Speranza!"

 Già da qualche tempo tutti noi eravamo in trepidante attesa, desiderosi di sapere quale sarebbe stata la data, destinata, peraltro, a divenire storica, della proclamazione dell'eroicità delle virtù della nostra carissima Madre, da parte della Chiesa.

Martedì, 23 aprile, ore 11. Questa la comunicazione ufficiale giuntaci la sera del martedì precedente. Alcuni di noi hanno potuto essere presenti nella Sala Clementina, in Vaticano: i Superiori generali delle due Congregazioni, Padre Lucas e Madre Mediatrice, e quanti avevano lavorato per il Processo.

Arrivati per tempo, abbiamo atteso l’entrata del Santo Padre che, puntuale, ha fatto il suo ingresso nella Sala. Ci si è stretto il cuore di tenerezza quando, vedendolo da molto vicino, ci siamo personalmente resi conto di tutta la sofferenza che Lo accompagna a causa dell'età e della malattia; anche per questo ci è apparso tanto più grande, un gigante di santità da ammirare per la serenità ed il coraggio che testimonia con la sua vita.

Mezz’ora d’attesa colma di gratitudine, di speranza ma anche di mille ricordi. Come non ripensare a quelle convinzioni e certezze che hanno accompagnato i 19 anni trascorsi dalla morte della Madre? In particolare, scorrevano davanti a noi gli ultimi 14 anni che avevano visto l'avvio del Processo sull'eroicità della vita e delle virtù della Madre, prima nella nostra diocesi di Orvieto-Todi e poi a Roma, e che giungeva ora al suo atto conclusivo.

  1. In obbedienza al Concilio Vaticano II°, il Papa Giovanni Paolo II ha sempre insegnato che la vera storia dell'umanità è costituita dalla storia della santità... La santità non come ideale teorico, ma come via da percorrere nella fedele sequela di Cristo, è un'esigenza particolarmente urgente ai nostri tempi (15 febbraio 1992). In effetti, la santità è la realizzazione più piena di quella dignità dell'uomo che Gesù Cristo ci ha acquistato facendosi Uomo e morendo per tutti sulla Croce.
    I Beati e i Santi sono quei fedeli nella cui vita la Chiesa riscontra la perseveranza fino all'ultimo momento nella pratica delle virtù e li propone pubblicamente come modelli e come intercessori presso Dio.
    La beatificazione e la canonizzazione non sono atti in forza dei quali una persona morta in concetto di santità viene promossa ad uno status superiore, ma costituiscono, invece, un bene per la Chiesa pellegrina sulla terra, a cui, mediante la beatificazione, viene concesso di poter tributare culto pubblico ad un Servo di Dio, entro l'ambito limitato di una o più diocesi o di un'istituzione; con la canonizzazione, poi, il Papa pronuncia un giudizio infallibile sul fatto che il Santo gode della gloria in cielo e il suo culto è esteso a tutta la Chiesa.
  2. Un Processo di canonizzazione dà l'opportunità di una ricerca documentaria, mettendo insieme le deposizioni di molti testi presenziali, una ricerca documentaria eseguita a tappeto e, infine, un esame approfondito di tutti gli scritti della Fondatrice.
    Uno dei beni più importanti, fra i tanti provenienti dalla causa di canonizzazione di una Fondatrice e dal lavoro di ricerca che essa comporta, è appunto la messa a fuoco del carisma così come lo stesso si è andato manifestando nel corso del tempo, nelle parole e nella vita della medesima Fondatrice.

Siamo stati presi da un momento di grande commozione ripensando a queste realtà destinate a segnare la storia del mondo ed in particolare di questo terzo millennio, più che mai bisognoso della potenza dell’Amore Misericordioso, come ebbe a dire lo stesso Giovanni Paolo II in occasione del suo pellegrinaggio a Collevalenza. Così, ciò che la Madre aveva messo a servizio della Chiesa: il suo carisma, la sua vita, il suo pensiero, il suo modo di cogliere e di presentare Dio, ora, a soli 19 anni dalla sua morte e proprio per mezzo di quel Pontefice che aveva avuto la gioia di incontrare personalmente, la stessa Chiesa ce lo stava ridonando, arricchito dal suo sigillo di autenticità evangelica.

Mentre eravamo immersi in questi ed altri pensieri, ci ha riportato alla realtà uno scroscio di battimani che annunciava l'ingresso del Papa nella Sala Clementina. Abbiamo potuto vederlo tanto da vicino e contemplarlo commosso durante tutto il tempo della Lettura dei Decreti. Quando ci siamo avvicinati, ognuno di noi gli ha rivolto una parola, uno sguardo, ha preso la sua mano per baciarla in segno di riverente ossequio e filiale riconoscenza. Tra tutte, con questa espressione abbiamo voluto riassumere i nostri sentimenti: "Grazie, Santo Padre. Grazie a nome di tutti noi; anche a nome di Madre Speranza!". E Lui, paternamente, ha impartito su ciascuno la sua benedizione.

Padre Mario Gialletti fam


Ingresso Santo Padre sala Clementina Sala Clementina Madre Mediatrice Berdini Padre Lucas
Padre Mario Gialletti Suor Consuelo Marina Dott.sa Berardi Prof. Ennio