PROFILI DI MADRE SPERANZA – 33

José SARAIVA Cardinal Martins
 

 

Madre Speranza, nell’OGGI della Misericordia

FESTA DEL SANTUARIO DELL’AMORE MISERICORDIOSO
Collevalenza 28 settembre 2014

Edizioni "L'Amore Misericordioso" - Novembre 2014

Rivolgo un affettuoso saluto a voi cari amici, devoti del Santuario dell’Amore Misericordioso e di Madre Speranza, che siete venuti per partecipare e celebrare la Festa dell’Amore Misericordioso, e sono molto lieto di introdurre i lavori di questa mattina con questa mia meditazione.

Stiamo celebrando la Festa diocesana dell’Amore Misericordioso, e mi sembra davvero provvidenziale il titolo che abbiamo scelto per questa meditazione. Infatti, credo che, celebrare questa festa, significa proprio riscoprire, nella vita della Chiesa e nella nostra, un messaggio di grande attualità e di grande speranza per il mondo di oggi. Celebrando, quindi, la festa dell’Amore Misericordioso, noi siamo chiamati, non solo ad esaminare la nostra vita, ma anzitutto a ringraziare il Signore che ci ama infinitamente, un amore sul quale possiamo sempre fare un affidamento totale.

Oggi è diventato complicato trasmettere la fede alle nuove generazioni. Noi abbiamo bisogno di interrogarci, che cosa dobbiamo fare, come dobbiamo presentare la fede, che cosa dobbiamo esigere da coloro che dicono di essere cristiani e che spesso non lo sono. La Chiesa afferma una cosa sola, noi dobbiamo ripartire da Cristo, imitare Lui, presentare Lui, come unica realtà assoluta per l’umanità, tutte le altre realtà sono temporanee e relative; solo Cristo è una verità eterna e definitiva, questa è la regalità del Signore Gesù.

Tutti noi facciamo esperienza del fatto che la vita richiede continuamente una serie di scelte, alcune delle quali impegnative e dolorose. Spesso non sappiamo cosa fare, spesso non abbiamo la "luce", per sapere come affrontare le tante situazioni e difficoltà che si presentano e che bussano alla nostra porta.

Per la propria esperienza di fede, è importante capire il tempo in cui si vive e il tempo si comprende con il discernimento e l’interpretazione dei "segnali", che Dio mette sulla nostra strada.

Il tempo, la nostra storia personale non sono elementi marginali o secondari per la nostra fede, noi incontriamo Dio, facciamo l’esperienza di Lui dentro la nostra storia, nel nostro oggi. Noi cristiani dovremmo essere delle persone particolarmente competenti nell’intuire la presenza di Dio dentro le situazioni concrete della nostra vita. Riscoprire fino in fondo le parole di Gesù: "Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: Viene la pioggia, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade. Ipocriti!

Sapete giudicare l’aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo?"1 Si tratta, appunto, di ricercare l’oggi di Dio, del suo amore, della sua misericordia per ogni uomo, si tratta di vivere il kairós, il tempo della grazia, il tempo opportuno dell’incontro con Dio che cerca i suoi figli, che li insegue per donare loro tutto il suo amore di Padre, quasi non potesse essere felice senza di loro. Nel linguaggio delle Scritture, kairós indica proprio la qualità positiva del tempo, è il momento favorevole e propizio, quello scelto da Dio per manifestare la sua misericordia.

Voglio partire proprio da questa premessa per approfondire l’OGGI di questa misericordia che il buon Dio, attraverso il riconoscimento della santità della Madre Speranza, ha voluto donare alla sua Chiesa e all’uomo del nostro tempo.

Sappiamo ormai che i tempi che stiamo vivendo sono tempi difficili, duri, di grande sofferenza e difficoltà. Viviamo in un tempo dove Dio è stato "cancellato" dalla vita degli uomini, ci muoviamo in una società che vive un profondo relativismo, che ha provocato l’allontanamento di Dio dalla vita di tutti i giorni. L’uomo del nostro tempo è sempre più affascinato da quella antica e sempre nuova tentazione di voler diventare come Dio mediante l’uso di una libertà senza limiti. Così facendo ha tagliato le radici religiose che sono nel suo cuore: ha dimenticato Dio, lo ritiene senza significato per la propria esistenza, lo rifiuta ponendosi in adorazione dei più diversi idoli: il successo, il potere, la ricchezza, il piacere.

La crisi etica e morale è palpabile, assistiamo ad un continuo attacco alla vita e alla struttura della famiglia, la solitudine di molti giovani è un dato preoccupante, angosciante è la crisi del lavoro, e superati ormai sembrano i valori fondamentali del decoro umano. La società di oggi è insidiata da un grosso pericolo: quello di un sensibile affievolimento del senso della misericordia, del suo valore e significato. Le "ideologie" che affermano l’assoluta autonomia dell’uomo, che pongono la sua salvezza e piena realizzazione nel progresso incessante della scienza, che propone, come punto di riferimento, il mito del "superuomo", tende ad ignorare la fede e a distogliere, dal cuore umano, l’idea stessa di Dio. L’uomo che si sente soddisfatto, sicuro di sé, che si compiace del proprio successo, non sente il bisogno, né di chiedere misericordia, né di accordarla agli altri, né tantomeno di conoscere Dio.

Così la Dives in Misericordia ci presentava la situazione dell’uomo moderno, rispetto all’esperienza della misericordia nella propria vita e nella nostra società, con una posizione di chiusura, di rifiuto: "La mentalità contemporanea, forse più di quella dell’uomo del passato, sembra opporsi al Dio di misericordia e tende altresì ad emarginare dalla vita e a distogliere dal cuore umano l’idea stessa della misericordia. La parola e il concetto di misericordia sembrano porre a disagio l’uomo, il quale grazie all’enorme sviluppo della scienza e della tecnica non mai prima conosciuto nella storia, è diventato padrone e ha soggiogato e dominato la terra. Tale dominio sulla terra, inteso talvolta unilateralmente e superficialmente, sembra che non lasci spazio alla misericordia"2.

Una situazione esistenziale, quella presentata, che sembra che anche la Madre Speranza, in modo profetico, aveva già intuito addirittura nell’anno 1933. Leggiamo così nel suo Diario: "In questi tempi nei quali l’inferno lotta per togliere Gesù dal cuore dell’uomo, è necessario che ci impegniamo assai perché l’uomo conosca l’Amore Misericordioso di Gesù e riconosca in Lui un Padre pieno di bontà che arde d’amore per tutti e si è offerto a morire in croce per amore dell’uomo e perché egli viva"3. C’è però un progetto di solidarietà tra Dio e l’uomo, tra il Creatore e la sua creatura, tra un Padre ed il proprio figlio: "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il suo Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di Lui"4. Il Catechismo della Chiesa Cattolica ci ricorda che: "Il desiderio di Dio è inscritto nel cuore dell’uomo, perché l’uomo è stato creato da Dio e per Dio; e Dio non cessa di attirare a sé l’uomo e soltanto in Dio l’uomo troverà la verità e la felicità che cerca senza posa:"La ragione più alta della dignità dell’uomo consiste nella sua vocazione alla comunione con Dio"5.

Per l’uomo di oggi credo che, il linguaggio della misericordia, sia veramente una nuova chiave di lettura che può permettere, non solo uno stile di vita radicato nella paternità e maternità di Dio, ma anche una piena realizzazione della persona che si vede totalmente inserita nella dinamica dell’amore di Dio. E allora, se oggi l’annuncio, da dare al mondo, dovesse essere proprio quello di un Dio che riscatta l’uomo dalla sua povertà umana e spirituale? Se la risposta conclusiva dovesse essere quella del perdono, di un Amore Misericordioso?

Questo progetto di Dio lo possiamo scoprire in maniera determinante anche nelle parole del Papa Giovanni Paolo II°, che rivolse a tutta la famiglia religiosa dell’Amore Misericordioso, proprio qui a Collevalenza nella sua visita al Santuario il 22 novembre 1981: "Per liberare l’uomo dai propri timori esistenziali, da quelle paure e minacce che sente incombenti da parte di individui e nazioni, per rimarginare le tante lacerazioni personali e sociali, è necessario che alla presente generazione sia rivelato "il mistero del Padre e del suo amore". L’uomo ha intimamente bisogno di aprirsi alla misericordia divina, per sentirsi radicalmente compreso nella debolezza della sua natura ferita. Da questi brevi cenni risulta che la vostra vocazione sembra rivestire un carattere di viva attualità".

Anche il Magistero del Santo Padre Francesco è su questa linea. Il 17 Marzo del 2013 in un’omelia pronunciata nella parrocchia di Sant’Anna in Vaticano così diceva: E il messaggio di Gesù è quello: la misericordia. Per me, lo dico umilmente, è il messaggio più forte del Signore: la misericordia. Non è facile affidarsi alla misericordia di Dio, perché quello è un abisso incomprensibile. Il Signore mai si stanca di perdonare: mai! Siamo noi che ci stanchiamo di chiedergli perdono. E chiediamo la grazia di non stancarci di chiedere perdono, perché Lui mai si stanca di perdonare".

E ancora nella veglia di Pasqua del 30 Marzo 2013 evidenziava: "Siamo spesso stanchi, delusi, tristi, sentiamo il peso dei nostri peccati, pensiamo di non farcela. Non chiudiamoci in noi stessi, non perdiamo la fiducia, non rassegniamoci mai: non ci sono situazioni che Dio non possa cambiare, non c’è peccato che non possa perdonare se ci apriamo a Lui". Parole, quelle del Santo Padre, che si fanno ancora più toccanti ed emozionanti nella celebrazione della seconda Domenica di Pasqua, denominata anche della Divina Misericordia il 7 Aprile 2013: "Com’è bella questa realtà della fede per la nostra vita: la misericordia di Dio! Un amore così grande, così profondo quello di Dio verso di noi, un amore che non viene meno, sempre afferra la nostra mano e ci sorregge, ci rialza, ci guida".

Allora ritorniamo alla nostra riflessione iniziale, qual è quest’oggi di Dio che dobbiamo riscoprire? Qual è il senso di questa Festa? Cosa, la figura, la vita, il carisma della Madre Speranza e la sua Beatificazione vogliono rappresentare per la Chiesa ed il mondo di oggi?

Dobbiamo davvero riscoprire, nei tempi di oggi, la bellezza che Dio è nostro Padre, che è Amore Misericordioso, buono e premuroso, che ama stare con i suoi figli. Essendo Padre, il suo amore non viene mai meno: è "misericordioso", poiché la caratteristica della bontà di Dio è di "donare i suoi benefici a coloro che egli ama". Allora la misericordia può davvero diventare un modo nuovo di intendere la vita da parte dell’uomo, può davvero illuminare, non solo il nostro rapporto con Dio, ma addirittura anche quelli tra di noi, ponendo le basi di nuove relazioni. Vivere nel risentimento, infatti, disperde le energie dell’uomo, lo relega nel passato, restare nell’odio e nel rancore impedisce di godere della pace e della calma necessaria a condurre una vita serena, piena, felice.

Riscoprire, quindi, oggi il vero senso della misericordia di Dio, presuppone che l’uomo "moderno" e "contemporaneo" entri in una nuova dimensione dei rapporti umani: quella della conoscenza della gratuità di Dio e dell’amore disinteressato di Cristo per ognuno di noi, così come siamo. Tutta la storia biblica è segnata da questo amore fedele di Dio e della sua misericordia, della sua compassione. Persino quando annunciano le peggiori catastrofi, i profeti non mancano mai di ricordare che il cuore di Dio è sempre pronto a staccarsi dalla sua collera di Padre tradito: "Per un breve istante ti ho abbandonata, ma ti riprenderò con immenso amore. In un impeto di collera ti ho nascosto per un poco il mio volto; ma con affetto perenne ho avuto pietà di te, dice il tuo redentore, il Signore"6. Dio non conserva rancore per l’uomo, il suo essere misericordioso lo porta al desiderio perenne che l’uomo viva: "Quale Dio è come te, che togli l’iniquità e perdoni il peccato al resto della tua eredità; che non serbi per sempre l’ira, ma ti compiaci di usare misericordia?7.

Questa è stata la missione della Madre Speranza ed il senso della sua Beatificazione, quella di accostare gli uomini alla sorgente della misericordia di Dio", quella di ricondurre, con la sua maternità, i figli alla casa del Padre, quella di riportare Dio nel cuore degli uomini.

Nella loro esemplarità di vita, e nel coraggio con cui hanno saputo affrontare le difficoltà, i santi ci sono di esempio e di incoraggiamento al raggiungimento della perfezione nella sequela di Cristo e a loro volta ci invitano a "farci loro imitatori", perché impariamo ad entrare in relazione intima con Dio e ci disponiamo a una reale vita di speranza e di testimonianza evangelica. Uno dei "beni" più importanti che derivano dal riconoscimento della santità della Madre Speranza è proprio quello dell’approfondimento del suo carisma, un mettere a fuoco le caratteristiche più importanti, uno studio concreto su come nel corso del tempo, esso, si è andato sviluppando nelle parole e nella vita della Fondatrice e su come può essere ancora attuale.

Con tale atto di Beatificazione, il giorno 31 Maggio del 2014, la Chiesa ha espresso il suo ringraziamento a Dio per il dono di questa sua figlia, che ha corrisposto con tanta generosità alla chiamata del Signore. Quando la Chiesa glorifica una santa, vuol dire che la sta rendendo immortale nella storia dell’umanità. La beatificazione della Madre Speranza, offre ad ognuno di noi l’occasione di unirci maggiormente a Dio per continuare ad essere un forte richiamo della sua misericordia per l’odierna società.

Anche il Concilio Vaticano II° ha sottolineato nei suoi lavori: "Tutti gli istituti religiosi abbiano in ogni modo a crescere e a fiorire secondo lo spirito dei Fondatori"8. E l’Esortazione apostolica "Vita Consecrata" così dice: "Gli istituti sono dunque invitati a riproporre con coraggio l’intraprendenza, l’inventiva e la santità dei fondatori e delle fondatrici come risposta ai segni dei tempi emergenti nel mondo di oggi"9. In fondo lo scopo dei carismi, così come quello dell’Amore Misericordioso, è proprio questo, ossia quello di donare santità a chi li riceve, non è quello di dare delle sicurezze o dei poteri sugli altri, ma di rendere gli uomini uguali a Dio, a sua immagine e somiglianza, di orientare verso un’esperienza totale, radicale, personale ed ecclesiale di Dio.

È qui che riscopriamo la dinamicità e l’universalità di un dono che Dio ha elargito a noi e alla sua Chiesa, non per tenerlo chiuso, ma per essere diffuso in tutto il mondo: questo significa celebrare la festa dell’Amore Misericordioso.

La società contemporanea, avendo smarrito il senso di Dio, ha urgente bisogno di una nuova e profonda evangelizzazione.

 

Annunciare l’Amore Misericordioso, significa portare il lieto annuncio della salvezza a tutti gli uomini, per trasformarli nel cuore e renderli persone nuove, perché non c’è umanità nuova se prima non ci sono uomini nuovi nel cuore. Accogliere l’Amore Misericordioso di Gesù vuol dire, allora, aderire ad un "mondo nuovo", ad una nuova maniera di essere, ad un nuovo modo di vivere la vita e di interpretare gli avvenimenti che in essa accadono. Chi è stato evangelizzato da questa esperienza, chi ha conosciuto veramente questo Dio di misericordia, a sua volta deve saper evangelizzare. Significa ancora testimoniare che, nel suo Figlio, Dio ha tanto amato il mondo, ha dato l’esistenza a tutte le cose e ci ha chiamato alla vita.

Per l’uomo, Dio non è una parola anonima e lontana, è il Padre: "Siamo chiamati figli di Dio e lo siamo realmente"10. Rivelare, all’uomo di oggi, l’immagine di un Dio che è Padre misericordioso, questo deve essere l’annuncio attuale da gridare al mondo, un Padre che ci comprende, che ci capisce, che si è fatto come noi per dirci quanto è bello essere figli suoi: "Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udito con i vostri orecchi"11 .

Questa è stata la profezia della Madre Speranza!

È vivere ancora l’esperienza del figlio prodigo così come lei lo presentava: "Il Padre accolse il figlio prodigo con gioia; sebbene fosse ancora lontano, il Padre lo vide e mosso dalla misericordia gli andò incontro, si gettò al suo collo e lo baciò. Dio fa il primo passo per accogliere il peccatore pentito, abbracciandolo con amore, non appena questi va verso di Lui e senza rinfacciargli i suoi errori, lo ricolma di grazie e di doni. Dio sta aspettando gli uomini "…non come un giudice per condannarli e infliggere loro un castigo, ma come un Padre che li ama, che li perdona, che dimentica le offese ricevute e non le tiene in conto…"12.

Questo è l’annuncio meraviglioso, efficace, che la Chiesa è chiamata a diffondere nel mondo: Dio ti ama e ti ama di Amore Misericordioso.

 

Significa ancora iniziare a parlare una "lingua nuova" che nel mondo si parla poco e male, è parlare la lingua del perdono, della riconciliazione, dell’amore, dell’umiltà, della purezza di cuore, anche se tutto questo costa molto. Non è una lingua astratta né tantomeno romantica; forse è anche una lingua dura e difficile da parlare, ma è un linguaggio che è capace di sanare i cuori degli uomini, un linguaggio che non deve essere parlato con la bocca, ma è soprattutto una lingua che deve parlare con la vita, con un modo diverso di accogliere e incontrare le persone e di costruire la società degli uomini.

Per il Signore, non esistono persone irrecuperabili, né situazioni perdute o disperate, la misericordia di Dio non si arresta davanti a nessuna barriera; raggiunge e salva ogni persona in qualunque situazione si trovi. Per avere questa sicurezza, ognuno di noi deve mettersi alla scuola dell’Amore Misericordioso per imparare da Lui cosa significa misericordia: sperimentare nella propria vita la profondità e dolcezza del suo amore. Solo così saremo messaggeri di una Chiesa che ha nella misericordia la sua "carta" migliore da giocare, l’unico messaggio, l’unica novità che può interessare gli uomini del nostro tempo.

L’amore vero è concreto, l’amore vero conosce che la persona umana è debole, fragile, soggetta a sbagli, cadute, errori, l’amore vero sa che per potersi realizzare in pienezza c’è una lunga strada da percorrere e che essa non è esente da ostacoli. Diventare uno, questo è il miracolo dell’amore, davanti a Dio siamo speciali, unici, per ognuno di noi vale sempre la pena mettersi in viaggio e venire a cercarci. Il cuore di Dio ha un unico e grande desiderio: che ogni uomo non si perda e se qualcuno si perdesse la tenacia di Dio è quella di essere sempre e comunque in cerca dei suoi figli.

La misericordia di Dio, è come una costante "presa" che cerca ciò che non ha ancora trovato e desidera abbracciare ciò che si è perso. Uno, uno solo di noi, e per di più sbandato, è sufficiente a mettere Dio in cammino, a muovere le sue "viscere" materne, ognuno di noi vale il suo sacrificio. Scriveva ancora la Madre Speranza nel suo Diario: "In questi momenti ho provato solo una pena, quella di sempre: vedere il buon Gesù elemosinare amore, come se non potesse vivere senza di noi. Questo è un mistero che scuote la mia superbia: vedere un Dio abbassarsi fino all’uomo e noi che abbiamo l’ardire di non dargli quel poco che ci chiede"13.

 

È l’esperienza di un Dio che si mette sulle nostre tracce, che ci cerca, che ci vuole venire a scovare nei nostri nascondigli, è lo stile di un Dio appassionato che non si cura delle monete lasciate al sicuro, che non delega la ricerca di quella perduta, ma che si mette in cammino per riempire il vuoto insopportabile delle distanze, che impazzisce di gioia quando ci riporta a casa. Come è possibile pensare che Dio abbandoni la sua creatura più cara, che non si curi di lei in ogni momento, anche in quello magari più triste? Dio non abbandona mai nessuno, Egli ama tutti di un amore infinito e in modo particolare coloro che sono lontani da Lui, e che cercherà sempre di ritrovare. È l’uomo che spesso rifiuta l’amore del Padre, ma, nonostante questo rifiuto, il Signore continuerà sempre a cercarlo per dare a ognuno la possibilità di essere un giorno veramente e per sempre tutto con Lui: "Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai. Ecco, io ti ho disegnato sulle palme delle mie mani"14.

Questo è il cuore del vangelo!

Così, la Madre Speranza raccontava questa esperienza: "Sforziamoci di far capire ai fratelli che Gesù è per tutti un Padre buono, che ci ama di amore infinito, senza distinzioni. L’uomo più perverso, il più miserabile e perfino il più abbandonato è amato con immensa tenerezza da Gesù, che è per lui un Padre e una tenera Madre"15. L’esperienza esistenziale che attende l’uomo con l’Amore Misericordioso di Dio è sicuramente quella di un incontro, di un abbraccio, di un guardarsi negli occhi liberamente con quel Padre che "attende i propri figli, che non tiene in conto, perdona e dimentica", significa trovare comprensione, compassione, e con il profumo soave della misericordia curare le grandi ferite che l’uomo di oggi si porta dentro il proprio intimo. Ogni uomo deve essere aiutato ad aprirsi al Padre, "ricco di misericordia", nella verità e nella libertà, con piena consapevolezza e responsabilità, in modo che dall’incontro di grazia scaturisca una vita veramente nuova.

Questo è il volto e il cuore di Dio, Dio è misericordia, è amore che si dona, che fa rinascere a vita nuova, perché nel suo Spirito Santo si comunica a noi, è perdono, è compassione, è amore tenero e delicato, è pace del cuore, è spinta al bene, è coraggio, è passione per chi soffre, è consolazione. L’aveva ben capito e vissuto Madre Speranza, che dal 1936, anno in cui giunge in Italia, è diventata l’apostola dell’Amore Misericordioso e qui, a Collevalenza, per volontà di Gesù, ha costruito il roccolo della Misericordia. La sua opera, nata dalla contemplazione dell’amore di Gesù per lei e per la salvezza di tutti gli uomini, è la dilatazione di questo amore irrefrenabile, appassionato, viscerale, così come lo interpreta la parola ebraica "rahim". È il compimento di un disegno che si è materializzato nella vita della Chiesa, per il bene dell’umanità e secondo la necessità dei tempi. Ecco ancora evidenziato l’oggi di questa misericordia, la Madre Speranza diede vita alla grande Famiglia Religiosa dell’Amore Misericordioso, con il fine specifico di annunciare al mondo il messaggio di Dio ricco di misericordia, proprio per rispondere alle sfide del nostro tempo. La vita di Madre Speranza ci ha dimostrato una esperienza viva, intima, profonda di Dio-Amore misericordioso, ella è stata "serva dell’amore": "Dammi, Gesù mio, il tuo amore e poi chiedimi tutto ciò che vuoi" era la sua preghiera. E lei, totalmente, è stata "di Gesù", si è continuamente presentata come messaggera della misericordia, e sempre è vissuta, ha annunciato, ha testimoniato la misericordia. Si è costantemente qualificata come "donna della speranza", è vissuta nella speranza e di speranza. Per questo è e sarà per sempre "Madre di speranza".

C’è un Oggi, allora, che dobbiamo riscoprire nella profezia della Madre Speranza e nel carisma dell’Amore Misericordioso, è l’oggi di Dio, del suo amore, della sua misericordia. È il rivivere fino in fondo quelle meravigliose parole di Gesù: "Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua"16. Nel vangelo di Luca, il termine oggi, non indica solo una precisazione temporale, ma è sempre collocato in un contesto di salvezza che si sta realizzando.

L’oggi, nel quale Gesù si rende presente, è sempre collegato ad una grazia irripetibile, per cui bisogna stare attenti, vigilanti, senza lasciarlo passare invano: perché Dio "vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità"17. La salvezza è oggi non è un "dopo", non quando sarò più buono, non quando sarò più bravo, non quando non farò più peccati. Basta far entrare Gesù in casa. Lui bussa oggi, io non devo aspettare domani: il Cristo è venuto in questo mondo perché "tutti abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza"18.

Ed è di questo "Amore Misericordioso" che il nostro oggi ha bisogno.

 

Siamo tutti sollecitati affinché questo oggi di Dio entri nei nostri cuori, nelle nostre giornate, anche se tutto quel che accade intorno ci spinge a non credere più a nulla, a non ritenere possibile che questo "oggi", straordinario di grazia, possa raggiungere ogni uomo, in tutti i luoghi della terra, anche in quelli nei quali sembra più impossibile che arrivi.

Dio è accoglienza e desidera essere accolto. L’oggi di Dio, ci chiede di accogliere Gesù senza mettersi sulle difensive, senza maschere di circostanza, con piena libertà di cuore, così come siamo: con le nostre inquietudini, con le nostre colpe, ma con il desiderio di una vita autentica. L’Oggi di Dio racchiude il senso di vittoria, di resurrezione, di restituzione a una vita piena e integra, di liberazione dalla schiavitù del peccato e soprattutto di partecipazione a un rapporto nuovo con Dio.

L’Oggi di Dio porta con sé la consapevolezza che la salvezza viene per mezzo del Signore Gesù Cristo, senza che si debba aspettare ancora, è lui che salva, redime, libera dal legame soffocante del peccato: "Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto". Che bello, allora dire, Amore Misericordioso! Un Dio che non si è ancora stancato di amarci e che non si rassegna al nostro peccato: questo è meraviglioso! questo è l’Amore Misericordioso! Ecco spiegato il motivo per il quale siamo qui, per celebrare e favorire l’incontro tra Dio e i suoi figli, tra il Padre misericordioso e la sua creatura. E la missione del Santuario dell’Amore Misericordioso è proprio quella di essere la "tenda dell’incontro", dove sperimentare la gioia della vita e gustare la presenza del Signore risorto.

Questo Santuario, allora, dove Dio sta aspettando l’uomo, per fargli sperimentare un’esperienza di amore totale, gratificante, libero, qui dove c’era un "roccolo" per gli uccelli, ora c’è il "roccolo" della misericordia, una casa dove Dio Padre richiama gli uomini con lo spasimo del suo Amore Misericordioso e con la santità di vita della Beata Madre Speranza di Gesù.

 

Come terminare, dunque, questa riflessione.

La vorrei chiudere riportando un brano tratto dal Diario della Madre Speranza, perché mi sembra davvero illuminante, per decifrare meglio questo oggi di misericordia che siamo chiamati a vivere: "Abbandoniamoci nelle braccia del buon Gesù, pensando solo a Lui e non alle creature, e chiediamogli la grazia che si faccia in noi la sua divina volontà, come Lui vuole e nel modo che più gli piace, anche se a noi costerà molto"19. Che cosa ci porteranno gli anni che dobbiamo ancora vivere? Come sarà il futuro dell’uomo?

Domande importanti e forse anche un pò timorose, ma una verità è certa e sicura, che la luce della misericordia, che il Signore ha voluto donare al mondo, attraverso il carisma della Madre Speranza, illuminerà sempre il cammino degli uomini di questo tempo. Niente ci può separare dall’Amore di Cristo! Se nel nostro cuore si è insinuato il dubbio, dobbiamo avere, la consapevolezza e la certezza, che niente ci può separare dall’Amore di Dio. Un Dio che si china dinanzi al mistero dell’uomo, un Dio che gioisce e confessa la sua gioia quando trova un cuore contrito e umiliato.

In questo oggi di misericordia, il comportamento più giusto che dobbiamo assumere nei confronti di Dio e soprattutto verso Dio Amore Misericordioso, non è altro che abbandonarci in Lui. L’abbandonarsi a Dio ci dona forza, rende talmente forti da affrontare coraggiosamente e serenamente difficoltà e pericoli e situazioni impossibili: chi si abbandona a Dio si appoggia sulla forza di Dio! Sulla Destra di Dio! Solo così "seduti ai piedi di Gesù" ognuno di noi può riascoltare la frase che vale da sola una vita intera: "Di una sola cosa c’è bisogno: dell’Amore Misericordioso di Dio manifestato in Gesù20.

La Beata Madre Speranza ci assista e ci protegga in questo cammino di misericordia.

Buona festa a tutti!


1 Lc. 12, 54-56

2 DM n° 2

3 Consigli pratici (1933) (El Pan 2)

4 Gv. 3, 16-17

5 CCC 27

6 Is. 54, 7-8

7 Mic. 7, 18-20

8 Concilio Vaticano II° Lumen Gentium 45/a

9 n°37

10 1 Gv. 3,1

11 Lc. 4

12 Madre Speranza commento alla Parabola del Figlio Prodigo

13 Diario (1927-1962) (El Pan 18) 7 febbraio 1928

14 Is. 49, 14-16

15 Consigli pratici (1933) (El Pan 2)

16 Lc. 19

17 1 Timoteo 2,4

18 Gv. 10,10

19 Diario (1927-1962) El Pan n° 18

20 Costituzioni EAM articolo 1