STUDI
Introduzione: il Vangelo di Gesù e i bisogni della società contemporanea
  1. L’evangelizzazione del terzo millennio ed il fenomeno della globalizzazione
  2. La politica sociale della Chiesa
  3. Il dialogo tra l’uomo contemporaneo ed il Vangelo di Gesù
  4. Il piano salvifico di Dio Padre è fonte di speranza per tutti gli uomini

Conclusione: L’opera salvifica di Cristo ora e sempre

 

Gastone Bellabarba

Il perdono e la speranza nell'evangelizzazione del terzo millennio

Introduzione:
il Vangelo di Gesù e i bisogni della società contemporanea

I bisogni di una società, a livello nazionale o soprannazionale, nascono dai suoi caratteri “strutturali” (sistema economico e finanziario, sistema urbano-territoriale, sistema infrastrutturale, sistema delle tecnologie, sistema delle comunicazioni e delle informazioni, sistema organizzativo, ecc.) e “sovrastrutturali” (sistema dei valori fondamentali, sistema sociale, culturale, religioso, sistema politico, sitema dei valori artistici, sistema delle credenze e delle tradizioni, ecc.). Più semplicemente spesso vengono usati i termini di bisogni “materiali” e “immateriali” o altre terminologie usate dalle scuole sociologiche, antropologiche, di psicologia sociale o filosofico-religiose.
Col variare di tali complesse variabili, nel tempo e nello spazio, si modifica anche la struttura dei bisogni dell’uomo e della comunità in cui esso è inserito e vive. In questa interdipendenza tra “micro” e “macro” si possono storicamente individuare situazioni di sviluppo o di sottosviluppo, di ricchezza (materiale e/o immateriale) o di povertà (materiale e/o immateriale), di progresso o di crisi. Al riguardo possiamo porci alcune domande per sviluppare la nostra riflessione: chi è l’uomo contemporaneo? Quali sono le sue ricchezze e le sue povertà? Perché si parla tanto insistentemente di “crisi” dell’uomo e della società contemporanea, della perdita dei valori fondamentali? Dove sta andando l’uomo alle soglie del terzo millennio dell’era cristiana e verso quali approdi? Che incidenza ha avuto il cristianesimo nei suoi 2000 anni di storia? Il Vangelo di Gesù può ancora rimarginare le ferite aperte di un mondo sottoposto all’azione corruttrice di Satana, principe delle tenebre?
Giovanni Paolo II nella sua omelia in occasione della Giornata del Perdono celebrata in San Pietro il 12 marzo 2000, la prima Domenica di Quaresima del Grande Giubileo, ha richiamato le ferite della società contemporanea: “confessiamo le nostre responsabilità di cristiani per i mali di oggi. Dinanzi all’ateismo, all’indifferenza religiosa, al secolarismo, al relativismo etico, alle violazioni al diritto alla vita, al disinteresse verso la povertà di molti paesi”. Il Papa, con la Lettera Apostolica del 1994 “ Tertio Millennio Adveniente” di preparazione al Grande Giubileo del 2000, indica il cammino di purificazione e di riconciliazione di ogni cristiano e della Chiesa verso la nuova evangelizzazione del terzo millennio.
Gli attuali mali del mondo, che tutti ben conosciamo, derivano dalla incessante azione di trasgressione e di corruzione di Satana, principe del mondo e avversario del piano salvifico preannunciato da Dio Padre fin dal principio, e realizzato con l’incarnazione del Verbo nel seno della Vergine Maria per opera dello Spirito Santo. L’Agnello sacrificale, con la passione, morte e risurrezione ha ristabilito la nuova ed eterna Alleanza tra Dio Padre ed il suo popolo per la sconfitta del peccato e della morte, per la salvezza di tutti gli uomini che conformano la loro vita ai Comandamenti di Dio, all’insegnamento del Vangelo di Gesù Cristo e della Chiesa.
In occasione della celebrazione del 1° Maggio, a Tor Vergata di Roma come Giubileo dei lavoratori, il Papa si è soffermato in particolare su due temi: la necessità di governare i processi della globalizzazione alla luce dei principi etici e il grande traguardo della remissione del debito ai paesi più poveri. Ed ha affermato la esigenza che di fronte alla globalizzazione dei mercati “ occorre globalizzare la solidarietà”.
Così, di fronte ai mali del mondo, di fronte ai derelitti della terra, agli ultimi, ai sofferenti, agli oppressi, a tutti coloro che vivono la Croce di Cristo, che è il Salvatore, il Redentore inviato dal Padre, solo Gesù rappresenta “la via, la verità, la vita” per condurci alla salvezza e farci conoscere il Padre che è amore e misericordia fin dalla Creazione per l’eternità.

 

1. L’evangelizzazione del terzo millennio ed il fenomeno della globalizzazione

Con il Grande Giubileo del 2000, alla cui preparazione il Papa ha dato una struttura trinitaria e cristologica, si è aperto il terzo millennio dell’era cristiana. Un avvio segnato dalla purificazione, dal perdono, dalla speranza, dalla penitenza per abbracciare la Croce di Cristo e con lui camminare sulla via della salvezza.
Il fenomeno nuovo che l’evangelizzazione del terzo millennio si trova di fronte è quello della “globalizzazione’ che non riguarda solo i sistemi di produzione e di commercializzazione dei beni e servizi con la “New Economy “in contrapposizione alla “Old Economy” per la diffusa informazione attraverso l’informatica, la telematica, il sistema Internet in cui non esistono più vincoli spazio-temporali, ma riguarda anche i sistemi sociali, culturali e religiosi. Tali nuovi caratteri costituiscono le prerogative della nuova società come “villaggio globale” che si presenta multirazziale, multietnica, multiculturale e multireligiosa, e richiede, per non produrre fenomeni conflittuali, laceranti del tessuto sociale e xenofobi, un collante di tolleranza, di solidarietà e di amore dell’uno verso l’altro.
Così è di particolare attualità il nuovo comandamento istituito da Gesù Cristo 2000 anni fa “... amatevi l’un l’altro come io ho amato voi. Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni verso gli altri” (Gv 13,34-35).
Di fronte agli aspetti negativi della “globalizzazione”: l’effimero, l’individualismo, l’egoismo, i facili guadagni finanziari, il venir meno dei valori fondamentali dell’uomo, della famiglia, della società, le nuove forme idolatriche, la crescente divaricazione tra opulenza e povertà, ecc., l’evangelizzazione deve camminare sui binari dei due comandamenti fondamentali della carità: ama il Signore Dio tuo; ama il prossimo tuo come te stesso.

 

2. La politica sociale della Chiesa

Per sua natura la Chiesa di Cristo è proiettata nel tempo e nello spazio con il compito divino di diffondere l’evangelo su tutta la terra perché gli uomini conoscano il Padre attraverso la parola rivelata dal Figlio, la passione, la morte in Croce e la Risurrezione di Gesù, Uomo-Dio e perché il suo sacrificio della Croce conduca il popolo di Dio alla salvezza eterna nella Gerusalemme celeste.
La politica sociale della Chiesa ha due fondamentali caratteristiche: l’una consiste nella sua “ratio” fondante che è quella di essere ancorata alle Sacre Scritture, agli insegnamenti dei Padri della Chiesa e della Chiesa con i suoi atti ufficiali; l’altra consiste nella sua storicità, cioè nel dare risposta ai problemi dell’uomo nel suo divenire storico conseguente al modificarsi delle sue condizioni economiche, sociali, culturali e religiose.
Con i processi di secolarizzazione, di laicizzazione, di industrializzazione della società, la tradizionale politica sociale della Chiesa non è stata sempre in grado di affrontare adeguatamente i temi posti dalla modernizzazione della società civile e si è dovuti arrivare al Concilio Vaticano II, indetto da Papa Giovanni XXIII, per ascoltare il dibattito sui grandi problemi dell’evangelizzazione in una società in rapida evoluzione nella morale, nei costumi, nelle credenze religiose coinvolgendo aspetti storici, di filosofia morale e teologici.
Il fatto che nella società “globalizzata “ le informazioni viaggiano in tempi reali senza limiti di spazio e di tempo, ciò comporta una revisione delle tradizionali politiche sociali della Chiesa per aprirsi ad una società superdinamica in cui anche i valori di riferimento cambiano. Tale processo di storicizzazione è necessario perché la Chiesa parli ai problemi vecchi e nuovi dell’uomo per incoraggiarlo sulla via della speranza. Infatti per il terzo millennio già si parla di “nuova” evangelizzazione che tenga conto da un lato delle nuove situazioni oggettive, dall’altro della centralità eterna del Vangelo di Cristo inviato dal Padre per la realizzazione del piano della salvezza.
La politica sociale della Chiesa del terzo millennio deve saper coniugare i valori eterni dell’evangelo di Cristo con la nuova realtà del “villaggio globale” in cui si aprono spazi a nuove idolatrie, a nuovi egoismi, a nuove sofferenze, a nuove guerre, a nuove forme di potere e di emarginazione che rappresentano le “nuove povertà”, che aprono nuovi spazi di azione all’opera corruttrice di Satana, in un pianeta in cui 1/6 della popolazione vive nello sviluppo e nell’opulenza (materiale a cui non corri sponde sempre una ricchezza di valori) e 5/6 della popolazione mortificata dalle guerre etniche e/o regionali, dalla fame e dalla sete, da un sottosviluppo endemico per lo schiacciante peso del debito contratto dai paesi poveri con i paesi ricchi.
La nuova evangelizzazione deve portare l’amore, la solidarietà, l’istruzione, lo sviluppo, il rispetto dei diritti della persona, la pace, dove esiste sfruttamento e povertà, isolamento, malnutrizione e analfabetismo e condizioni di vita drammatiche per affermare la dignità dell’uomo, di tutti gli uomini, di fronte alla Croce di Cristo che è amore che perdona e santifica secondo l’amore misericordioso di Dio padre.
Il Papa, in occasione della celebrazione del 1° Maggio a Tor Vergata ha annunciato che è in preparazione un” Compendio della dottrina sociale della Chiesa “la cui pubblicazione è prevista per il maggio 2001, a 110 anni dalla ‘’Rerum novarum”.

 

3. Il dialogo tra l’uomo contemporaneo ed il Vangelo di Gesù

In questo nuovo quadro della globalizzazione e dei suoi aspetti positivi e negativi, l’uomo contemporaneo con tutti i suoi tormenti, delusioni, smarrimenti, dubbi, lacerazioni interiori deve essere riconvertito al Vangelo perché solo in Cristo vi è la salvezza e la pace. Un mondo che ha proclamato che “Dio è morto” cioè assente dalla storia dell’uomo contemporaneo è un mondo da conquistare all’amore, alla solidarietà, al perdono, alla speranza. Ma quanto l’uomo contemporaneo, immerso nei bisogni materiali, è in grado, nella sua solitudine interiore, di seguire la via della spiritualità, della trascendenza che pur fanno parte della sua storia? E come ricondurre l’uomo alla sua sede naturale di centro della Creazione se non si apre un nuovo dialogo tra l’uomo peccatore e Gesù Salvatore? Un dialogo che in parte si è interrotto perché l’uomo contemporaneo si è lasciato affascinare dalle ricchezze e dalle lusinghe del mondo (Satana) perdendo così il suo rapporto spirituale e reale con la Trinità terrena (Maria, Giuseppe, Gesù), con la Trinità celeste (il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo) e con la Chiesa a cui è affidato da Gesù Cristo il compito di evangelizzare il mondo e di ricondurre il popolo di Dio alla mensa santa del Padre.
La via della salvezza e della redenzione passa attraverso Maria, Vergine e Madre, Regina del Cielo e della Terra, e attraverso Gesù Cristo, l’Agnello sacrificale che per amore, rispondendo alla volontà del Padre, si è fatto carico della espiazione di tutti i peccati del mondo. Il nuovo dialogo tra l’uomo del terzo millennio ed il Padre Creatore passa, come sempre, attraverso la Croce che è segno di amore e di misericordia, di sacrificio e di perdono, di salvezza e di redenzione. La Chiesa, come Madre e Sposa, ha il compito di ricondurre, attraverso Gesù Cristo e Maria, ogni pecorella smarrita al gregge di Dio perché ogni uomo diventi perfetto come è
perfetto il Padre che è nei Cieli. E la perfezione la si raggiunge rinunciando a Satana e alle sue opere e conducendo una vita da veri cristiani seguendo i comandamenti di Dio, gli insegnamenti del Vangelo e della Chiesa. Il compimento del piano divino della salvezza richiede sempre l’adesione e la partecipazione consapevole dell’uomo peccatore che, mediante le tre virtù teologali (Fede, Speranza e Carità), le quattro virtù cardinali (Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza), le sette opere di misericordia corporale e spirituale, riapre, con il Sacramento della penitenza e dell’eucarestia, il dialogo di riconciliazione e di conversione sulla via della Croce in vista della risurrezione e della vita eterna.

 

4. Il piano salvifico di Dio Padre è fonte di speranza per tutti gli uomini

Il malessere della società contemporanea si esprime sia nell’intreccio tra ricchezze materiali e povertà spirituali, sia nell’intreccio tra assenza di beni materiali (fino a mettere in pericolo la sopravvivenza nel mondo di centinaia di milioni di vite umane fra bambini, donne, anziani) e povertà spirituali. Il denominatore comune è un disagio diffuso che nasce dalla caduta della fede e della speranza. Gesù Cristo, di fronte ad ogni caso di malessere del corpo o dell’anima, si rivolge alla persona guarita con la significativa frase: “la tua fede ti ha salvato, va in pace”. E se manca la fede anche la speranza viene meno e allora l’uomo sperimenta la disperazione, l’angoscia, il tunnel delle tenebre, perché la sua anima non è illuminata dalla Grazia divina.
Ma Iddio Padre, ben conoscendo le debolezze dell’uomo nate dal peccato originale, non ci ha voluto lasciare nella disperazione della morte, e, in virtù del suo eterno amore e misericordia, ci ha donato, fin dal principio, la speranza nella salvezza e nella vita eterna. Ed ha inviato nel mondo, nella maturità dei tempi, il Figlio Unigenito mediante l’incarnazione del Verbo nel seno di Maria Vergine per opera dello Spirito Santo. L’Annunciazione a Maria da parte dell’Angelo Gabriele e l’incarnazione del Verbo costituiscono il mistero che racchiude in sé il piano divino della salvezza. E sarà Gesù Cristo a farci conoscere il Padre ed a rivelarci il disegno che il Signore Iddio, Uno e Trino, ha voluto donarci per la sconfitta del peccato, di tutti i peccati, e della morte perché ogni uomo avesse i mezzi per riconciliarsi con il suo Dio e convertirsi, così da essere scritto nel libro della vita e risorgere a vita nuova dopo il Giudizio finale in cui Cristo separerà il Bene dal Male e ciascuno sarà pesato secondo le opere e collocato alla destra o alla sinistra del Giudice di verità.
Come con il peccato originale di Eva e di Adamo per l’inganno del serpente (Satana) la morte entra nel mondo così con il sacrificio della Croce di Cristo e con la sua Risurrezione si realizza la sconfitta della morte e la salvezza di tutti i fratelli in Gesù Cristo. Il Vangelo, che è parola di Dio rivelata da Gesù Cristo, è fonte della nostra salvezza e quindi speranza della nostra Risurrezione in quanto redenti dall’Uomo-Dio per volontà del Padre che ci ama di un amore particolare in quanto figli creati “a sua immagine” e pertanto prediletti nell’ordine della Creazione.
L’evangelizzazione è la diffusione nel mondo del piano salvifico di Cristo attraverso l’azione della Chiesa che estende ai quattro punti cardinali della terra il messaggio di amore, di speranza, di perdono, di riconciliazione, di conversione con il Padre Creatore. C’è una ragione teologica perché il piano divino della salvezza dovesse passare attraverso la passione, la morte in Croce del Figlio di Dio? Solo lo Spirito Santo ci può illuminare su tale carattere sacrale e sacrificale del mistero della Croce. Noi possiamo solo proporre una breve riflessione: con il peccato originale (come atto di trasgressione alla volontà di Dio Padre) il peccato e la morte entrano nel mondo (ed investe tutta la Creazione) con la conseguenza che viene a modificarsi il rapporto tra ciò che Iddio ha considerato “buono” in tutte le cose create e l’uomo che ha sovvertito l’ordine stabilito da Dio volendo diventare moralmente autonomo da Dio nella scelta del Bene e del Male. Questo attentato alla sovranità della legge divina impressa nella Creazione rappresenta uno “strappo”, una “drammatica lacerazione”, un dolore universale nel rapporto tra il Creatore e l’uomo, essere creato ad immagine di Dio, per cui il ripristino di tale equilibrio uomo-Dio nell’ordine della Creazione può avvenire solo attraverso il sacrificio dell’ Uomo-Dio come atto di riparazione del peccato originale ad espiazione di tutti i peccati del mondo passati, presenti e futuri.
Il piano salvifico è portatore di speranza per tutti gli uomini fratelli in Gesù Cristo e per questo uniti strettamente al dolore della morte in Croce. La sofferenza nel mondo è conseguenza quindi dello “strappo doloroso” verificatosi nella Creazione con il peccato originale, ma il Salvatore, il Redentore ha portato a compimento la volontà di Dio padre e ci dice: “... chi non prende la sua croce e mi segue, non è degno di me. Chi tien conto della sua vita, la perderà; e chi avrà perduta la sua vita per amor mio la ritroverà” (Mt 10,38-39). E inoltre: “ Nel mondo voi avrete afflizioni, ma fatevi coraggio! lo ho vinto il mondo ‘’(Gv 16,33). Per rafforzare la nostra fede, la nostra speranza, Gesù risorto ci ripete: “ lo sono la luce del mondo; chi segue me non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita “ (Gv 8,12).

 

Conclusione:
l’opera salvifica di Cristo ora e sempre.

Con la Croce, Gesù ha portato a compimento la volontà del Padre che è quella di riscattare il peccato attraverso l’amore ed il perdono, e vincere la morte per condurre alla salvezza eterna il popolo di Dio nella Gerusalemme celeste. Il perdono è il frutto dell’amore misericordioso della SS.ma Trinità che come è presente nella Creazione così è presente sulla Croce e nella Risurrezione perché attraverso l’amore ed il perdono dei peccati dell’umanità avvenisse la purificazione e la santificazione dei figli di Dio perché potessero partecipare alla mensa santa del Signore.
Il piano della salvezza si sviluppa attraverso tre eventi strettamente legati sotto il profilo storico e teologico: l’incarnazione del Verbo, la passione e morte in Croce del Figlio di Dio, La Risurrezione di Gesù e l’ascesa al cielo in carne e spirito per la glorificazione dell’Uomo-Dio. L’intero mistero della salvezza ha come evento centrale la passione e morte in Croce del Figlio di Dio, il Giusto, il Verace che per la malvagità degli uomini fu annoverato fra i malfattori, Egli che era innocente di ogni colpa. Lo stesso Pilato “prese dell’acqua e si lavò le mani dinanzi al popolo, dicendo: ‘lo sono innocente del sangue di questo giusto. Pensateci voi!’ E tutto il popolo rispose: ‘Il sangue suo cada su noi e sui nostri figli!’ Allora (Pilato) lasciò ad essi in libertà Barabba (che era un malfattore e un omicida) e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò nelle loro mani, perché fosse crocifisso” (Mt 27,24-26).
La figura di Cristo è la figura del Maestro a cui ogni uomo deve conformare la sua vita per essere un perfetto cristiano e poter diventare fratello di Gesù e figlio di Maria e di Dio Padre.
L’evangelizzazione del terzo millennio deve ribadire come centrale la Croce di Cristo per mezzo della quale si realizza la purificazione della Creazione come Dio Padre, Uno e Trino, la concepì e la vide essere “buona”. Solo il peccato originale creò un sovvertimento della legge divina e determinò l’inizio della lotta tra la luce e le tenebre nell’ordine della Creazione. Come Satana, il principe del mondo e avversario del piano salvifico del Padre, si oppone alla sovranità delle leggi divine che regolano la Creazione, così Gesù Cristo, Figlio Unigenito di Dio Padre, attraverso il sacrificio della Croce, ristabilisce la Giustizia e la Verità nella Creazione secondo la volontà del Padre sconfiggendo per sempre il peccato e la morte.
Il significato del sacrificio della Croce va quindi inserito nel mistero della Creazione e nell’opera trasgressiva di Satana. Gesù Cristo, il Verbo incarnato, si offre come Salvatore e Redentore per ricondurre la Creazione all’atto di puro amore compiuto da Dio, Uno e Trino. Così il sacrificio dell’Uomo-Dio entra a far parte della storia della salvezza secondo la nuova ed eterna Alleanza tra Dio Padre ed il suo popolo nell’ordine originario della Creazione che si ristabilirà nella Gerusalemme celeste dopo il Giudizio finale quando verrà definitivamente separato il Bene dal Male con la vittoria di Cristo e dei figli di Dio redenti in Cristo mentre Satana sarà “gettato nello stagno di fuoco e di zolfo dove sono anche la bestia e il falso profeta; e saranno tormentati giorno e notte nei secoli dei secoli “(Ap 20,10).
La Croce porta con sé il perdono e la speranza che discendono dall’amore misericordioso della SS.ma Trinità ed è il segno della salvezza dell’umanità redenta dal sacrificio dell’Agnello attraverso il quale ha inizio il Regno santo di Dio, Alfa e Omega della Creazione e padre di ogni essere creato.

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ultimo aggionamento 05 maggio, 2005