Dal libro della Sapienza

Discorsi dei malvagi

Dicono fra loro sragionando:
“La nostra vita è breve e triste;
non c’è rimedio, quando l’uomo muore,
e non si conosce nessuno che liberi dagli inferi.
Siamo nati per caso
e dopo saremo come se non fossimo stati.
È un fumo il soffio nelle nostre narici,
il pensiero è una scintilla
nel palpito del nostro cuore.
Una volta spentasi questa, il corpo diventerà cenere
e lo spirito si dissiperà come aria leggera.
Il nostro nome sarà dimenticato con il tempo
e nessuno si ricorderà delle nostre opere.
La nostra vita passerà come le tracce di una nube,
si disperderà come nebbia
scacciata dai raggi del sole
e disciolta dal calore.

La nostra esistenza è il passare di un’ombra
e non c’è ritorno alla nostra morte,
poiché il sigillo è posto e nessuno torna indietro.
Su, godiamoci i beni presenti,
facciamo uso delle creature con ardore giovanile!
Inebriamoci di vino squisito e di profumi,
non lasciamoci sfuggire il fiore della primavera,
coroniamoci di boccioli di rose prima che avvizziscano;
nessuno di noi manchi alla nostra intemperanza.
Lasciamo dovunque i segni della nostra gioia
perché questo ci spetta, questa è la nostra parte.

Spadroneggiamo sul giusto povero, non risparmiamo le
vedove, nessun riguardo per la canizie ricca d’anni del vecchio.
La nostra forza sia regola della giustizia,
perché la debolezza risulta inutile.
Tendiamo insidie al giusto, perché ci è di imbarazzo
ed è contrario alle nostre azioni;
ci rimprovera le trasgressioni della legge e ci rinfaccia le mancanze contro l’educazione da noi ricevuta.
La pensano così, ma si sbagliano;
la loro malizia li ha accecati.
Non conoscono i segreti di Dio;
non sperano salario per la santità
né credono alla ricompensa delle anime pure.
Sì, Dio ha creato l’uomo per l’immortalità;
lo fece a immagine della propria natura.
Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo;
e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono.

(Sap 2, 1-12; 21-24)

 

Felicità dei buoni

Le anime dei giusti, invece, sono nelle mani di Dio,
nessun tormento le toccherà.

Agli occhi degli stolti parve che morissero;
la loro fine fu ritenuta una sciagura,
la loro dipartita da noi una rovina,
ma essi sono nella pace.

Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi,
la loro speranza è piena d’immortalità.

In cambio di una breve pena
riceveranno grandi benefici,
perché Dio li ha provati
e li ha trovati degni di sé;
li ha saggiati come oro nel crogiuolo
e li ha graditi come un olocausto.

Nel giorno del loro giudizio risplenderanno;
come scintille nella stoppia, correranno qua e là.

Governeranno le nazioni, avranno potere sui popoli
e il signore regnerà per sempre su di loro.

Quanti confidano in lui comprenderanno la verità;
coloro che gli sono fedeli vivranno presso di lui nell’amore,
perché grazia e misericordia sono riservate ai suoi eletti.

(Sap 3, 1-9)

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ultimo aggionamento 02 aprile, 2001