SULLE ORME DI MADRE SPERANZA
 
Don Oreste Benzi

 

… Bisogna liberare le vittime ma anche i criminali …"
… ma voi dove eravate? …

 

 

 

 

S.Ecc. Mons. Giuseppe Chiaretti

Il saluto di Padre Domenico Cancian fam

E’ qui questa sera con noi, a parlare come nessuno altro su questo Vangelo che abbiamo ascoltato "Il buon samaritano", Don Oreste Benzi, prete dalla tonaca lisa, così ha scritto lui.
Classe 1925 settimo di nove figli, nasce a Rimini, ed é stato sul campo di battaglia, ed é ancora sul campo di battaglia; pensate arriva da Rimini, non credo che abbia neanche cenato, riparte dopo, ritorna perché domani ha altri impegni ed è qui per dare la sua testimonianza.
Nel 1949 ha dato vita ad un movimento educativo per preadolescenti, senza lavoro con famiglie problematiche; negli anni 60 ha promosso campeggi e più tardi ha fatto nascere l’Associazione "Papa Giovanni XXIII" che si occupa di tutte le forme di disagio costituendo Case-famiglia, Comunità terapeutiche, cooperative per persone con handicap, tossicodipendenti, sieropositivi, prostitute.
Don Oreste é riconosciuto e riconoscibile come uno dei pochi profeti testimoni del nostro tempo. L’abbiamo chiamato questa sera per due motivi.
Primo. Come testimone dell’Amore Misericordioso sulle strade del mondo, sulle strade dove tante notti egli passa, da "buon samaritano", offrendo calore umano, aiuto, alternativa di vita, speranza.
Secondo. L’abbiamo chiamato perché dall’11 settembre il mondo é veramente cambiato, é scoppiata in maniera disastrosa la piaga del terrorismo che ha fatto strage. Il mondo, ora, ha più paura di prima, la guerra incombe minacciosa: che fare, chi ci salverà, quale speranza?
In questa festa dell’Amore Misericordioso non potevamo mettere da parte questi profondi e cocenti interrogativi. Da queste domande ha preso forma il tema che abbiamo chiesto a lui: "L’Amore Misericordioso, speranza di una umanità nuova".
Ascolteremo, certo, una lezione di vita, ma insieme alla riflessione che contiene la forza profetica di un coraggioso testimone. Vorremmo invocare la misericordia su questo nostro mondo e, prima di dare la parola, mi permetto di leggere una pagina di Giovanni Paolo II della "Dives in misericordia" proprio alla fine di questo testo, dove il Papa invita tutta la Chiesa ad invocare la pace, ad invocare la misericordia.
Scrive il Papa:
"In nessun momento, in nessun periodo storico la Chiesa può dimenticare la preghiera, che é grido alla Misericordia di Dio dinanzi alle molteplici forme di male che gravano sull’umanità e la minacciano. Proprio questo é il fondamentale diritto-dovere della Chiesa in Cristo Gesù. E’ il diritto-dovere della Chiesa verso Dio e verso gli uomini quanto più la coscienza umana, soccombendo alla secolarizzazione, perde il senso del significato stesso della parola "misericordia". Quanto più, allontanandosi da Dio, si distanzia dal mistero della misericordia, tanto più la Chiesa ha il diritto-dovere di fare appello al Dio della Misericordia con forti grida. Queste forti grida debbono essere proprie della Chiesa dei nostri tempi, rivolte a Dio per implorare la Sua Misericordia, la cui certa manifestazione essa professa e proclama come avvenuta in Gesù crocifisso e risorto, cioè nel Mistero Pasquale. E' questo Mistero che porta in se la più completa rivelazione della misericordia, cioè di quell’amore che é più potente della morte, più potente del peccato e di ogni male, dell’amore che solleva l’uomo dalle abissali cadute e lo libera dalle più grandi minacce.
L’uomo contemporaneo sente queste minacce; ciò che a tale riguardo é stato detto sopra é soltanto un semplice abbozzo. L’uomo contemporaneo si interroga spesso, con profonda ansia, circa la soluzione delle terribili tensioni che si sono accumulate sul mondo e si intrecciano in mezzo agli uomini e se talvolta ha il coraggio di pronunciare la parola "misericordia", oppure nella sua coscienza priva di contenuto religioso, non ne trova l’equivalente, tanto più bisogna che la Chiesa pronunci questa parola, non soltanto in nome proprio, ma anche in nome di tutti gli uomini contemporanei".
Mi pare, che siano quanto mai opportune queste parole, e che appunto possano introdurre la testimonianza di Don Benzi, al termine della quale, se qualcuno vuole intervenire, può farlo, può fare delle domande, a cui Don Benzi risponderà. Poi proseguiremo con la preghiera dei fedeli, il Padre nostro e la Benedizione.
Buon ascolto.

La testimonianza Don Oreste Benzi

Grazie di cuore a Padre Domenico; gli facciamo un applauso di gioia per le parole che ci ha detto.
Mi sento incoraggiato perché vi ho fatto esercitare la misericordia, avete avuto la bontà di aspettarmi e sono arrivato in ritardo e voi avete avuto misericordia aspettandomi; é già un grande dono che io ricevo e chiediamo alla Madonna che ci assista, perché il compito di Maria é molto arduo: é quello che le ha affidato Gesù, aprire il nostro cuore a incontrare Gesù, e quindi proprio Madre della Misericordia, Madre della Divina Misericordia e quindi ho fiducia tanto in Lei, che ci accompagni in questo momento.
Noi come regola di vita abbiamo che molti poveri vengano a cercarci e a bussare alle nostre realtà di vita, ma tantissimi, la maggior parte, non vengono a bussare alla nostra porta e allora dobbiamo andare a cercarli noi.
Mi ricordo una sera, eravamo andati alla stazione; quale é la sofferenza più grande dei barboni? Chi sono i barboni? quei giovani che si fermano a dormire alla stazione fino ad una certa ora (perché poi vengono gettati fuori). La cosa più triste non é tanto essere senza il tetto che in un modo o nell’altro ci si arrangia (però quando é freddo é freddo), ma che non c’è nessuno che ti dice "buona notte", cioè non sei nel cuore di nessuno e la persona umana, per sentire che esiste, ha bisogno di esistere nel cuore di qualcuno. Allora si va alla stazione e ci si mette al fianco di loro, si parla e poi si cerca di portarli a dormire, a cena anche, proprio perché sentano che c’è un cuore che li pensa.
L’incontrarsi allora é vedersi, perché ci si è incontrati; ci si é conosciuti ancor prima di incontrarsi.
Quella sera era avvenuto un fatto curioso: mi si é avvicinata mentre io stavo vicino ad un barbone (chiamiamolo così per intenderci, ma .sarebbe più giusto dire che stavo vicino ad un cuore umano che soffre, che soffre per l’abbandono), una donna; io pesavo "avrà sett’anni", invece ne aveva quaranta. Mi disse: "Padre, oggi nessuno, neanche per 10.000 lire". Poi mi ha detto: "Padre, io voglio molto bene alla Madonna" e ha tirato fuori il suo portafoglio vuoto; non c’era niente, però c’era un immagine di Maria, tenuta bene, nitida, bella pulita, dal cuore di Maria irraggiavano dei raggi di luce e di amore. Ho detto: "Dai, via, te ne do 20.000 io, in modo che tu questa sera possa mangiare, prendere qualcosa". Poi é scomparsa. Era una donna che era stata sempre sulla strada e che poi - come tante - vengono gettate via come si getta via il rifiuto, consumate dal vizio umano. Tante volte il cuore é perverso ma anche il cuore perverso ha bisogno di sentire misericordia per poter ritrovare il cammino di Dio.
Siamo, poi andati a casa, ero con Sista e Concettina, due ragazze ex-tossico dipendenti della nostra Comunità. Arrivato a casa ho scaricato la segreteria telefonica e alla fine c’era una voce; eravamo in febbraio faceva molto freddo; la voce non diceva il nome ma ripeteva: "C’è Arnaldo, in Piazza Cesare Battisti, é ubriaco, é steso su una panca e non arriverà a domani mattina". Ho detto a Sista e Concettina, che dovevamo riuscire e così riuscimmo. La Piazza, ormai era deserta, abbiamo cercato, cercato, finalmente l’abbiamo individuato. Concettina é andata di corsa da Arnaldo chiamandolo ma lui non rispondeva; poi più lentamente sono arrivato io. Nel cuore ho pensato: "Signore non sarà morto?" e l’ho chiamato: "Arnaldo, Arnaldo"; lui si é alzato di scatto e ha detto: "Sei venuto, sei venuto" io non dimenticherò più quelle parole poi ha aggiunto:"Ti aspettavo, ti aspettavo". Non dimenticherò più quelle parole: "sei venuto", "ti aspettavo"...cioè nel suo cuore c’era questa certezza che qualcuno non poteva non andare, perché?
Perché abbiamo il nome di cristiani.
Come cristiani, abbiamo un cuore nuovo che é stato messo al posto del cuore di pietra, come aveva previsto Ezechiele, e un cuore di carne, un cuore sensibile, un cuore fatto nuovo dallo Spirito Santo. Chiunque vede un cristiano, avverte che non può dubitare che andrà da lui, proprio perché é un cristiano.

Una delle espressioni di questo amore cristiano é proprio quella di cui ha avuto l’ispirazione dallo Spirito Santo, Madre Speranza. L’Amore Misericordioso.
Cosa vuol dire Amore Misericordioso. Che si commuove sulla miseria degli altri, ma per potersi commuovere sulla miseria degli altri é necessario capire chi é quello che hai tu davanti; e per poter capire quello che tu hai davanti é necessaria la contemplazione, perché tu lo possa conoscere come lo conosce Dio.
E’ qui il segreto, secondo me; e mai, come oggi, siamo in un momento storico fondamentale in cui é necessaria la conoscenza degli altri: "alla tua luce Signore noi vediamo la luce".
In ogni realtà c’è la luce di Dio, ma io non posso capire quella luce di Dio che é in ogni creatura, in ogni essere umano, se io non mi immergo nella luce di Dio che é la sorgente di quella luce. E’ la contemplazione la sorgente della misericordia; non é un sentimento, c’è anche quello, ma é la scoperta di chi é l’altro che genera il bisogno di mettersi in ginocchio, chiedendo perdono.
Credo che la misericordia la si comprenda bene, quando sentiamo dentro di noi il bisogno di chiedere perdono, perché cosa vuol dire, permettetemi: ad ogni povero va data una risposta di cui il povero ha bisogno?
Tiziana, una delle mamme delle nostre Case-famiglia, dove c’è figura paterna e materna o almeno una delle due, ha accolto tanti bambini, oltre ai suoi, generati biologicamente, anche gli altri bambini li hanno generati nell’amore. All'età di 4 o 5 anni ogni bambino è curioso; Tiziana aspettava un bimbo; la bambina di sei anni le chiede: "Mamma, ma anch’io sono stata nel tuo pancione" e Tiziana: "No, te l’ho spiegato, la tua mamma ti ha voluto tanto, tanto bene, però ad un certo punto non riusciva più a tenerti secondo l’amore che aveva e ha detto: Tiziana, me la tieni te questa mia bimba che é il mio cuore; per questo io non ti ho tenuta nel pancione ma ti ho amato tanto" -"Anche prima che io nascessi tu mi volevi bene?" - e la mamma "Io ti ho amato sempre, finché ti ho incontrato". Il giorno dopo, stessa domanda e la mamma con pazienza rispiegava e ripeteva che lei era sempre nel suo cuore; un giorno che ancora glielo chiedeva, la bimba disse:"E va bene, ho capito che non sono stata nel tuo pancione, che però mi hai sempre amato, ma allora perché non mi sei venuta a prendere prima?".
Perché non mi sei venuta a prendere prima? Fa piangere questa parola, io imparo cosa é la misericordia dai nostri bambini, dai nostri barboni. Perché non mi sei venuta a prendere prima? ...

Ieri sera eravamo a Torino, c’era anche il Cardinal Poletto; abbiamo fatto una manifestazione per chiedere la fine della prostituzione, la liberazione delle schiave. L’Italia nella Conferenza di Dur(sic) del 31 agosto e dei seguenti giorni è stata messa sul banco degli imputati, perché è la nazione che fa entrare ragazze che vengono schiavizzate per soddisfare gli appetiti sessuali dei maschi italiani.
Ieri sera é avvenuto qualcosa di particolare, dove si é vista la misericordia di Dio, che ci rende compartecipi della misericordia, perché la misericordia parte dal cuore del Padre.
Tre giorni fa, mercoledì, avevo incontrato Suniglia, una ragazza di diciotto anni, rapita, costretta a prostituirsi; ricordatevi che, se andate sulle strade, le albanesi non vi diranno mai che sono costrette a prostituirsi, perché se sono scoperte le massacrano di botte e allora vi diranno sempre che sono loro che lo vogliono per fare soldi ecc. Questa creatura, obbligata sulla strada, é rimasta incinta e voleva a tutti i costi abortire. Perché? le ho detto; Perché? ..."Perché non é un figlio da me voluto, poi il padre non amerà mai questo figlio, poi perché il mio magnaccia, con il quale a sedici anni ho avuto un altro figlio, mi ammazza". Io le ho detto, proprio per suscitare la misericordia, però pregando sempre, (uso come arma il rosario e anche venendo qui abbiamo pregato, per voi): "Mettiti in dialogo con il tuo bambino, sono quasi due mesi , il cuoricino batte, gioisce, saltella, sta bene, e ti dice "mamma perché mi vuoi uccidere, cosa ti ho fatto di male?"". Lei durissima: "No"; allora l’ho lasciata e l’ho affidata alla Madonna dicendole: "Pensaci, Suniglia, pensaci, é un bimbo, perché lo vuoi uccidere, tienilo ancora per un po’ di mesi, ancora, Suniglia, io sarò il nonno del tuo bambino, non dubitare, non ti abbandono mai".
Qualcosina, quando sono andato via dal colloquio, mi sembrava che si smuovesse nel suo cuore.
Ieri sera a Torino é arrivata di corsa e mi ha detto: "Padre lo tengo". Fate un applauso a quel bimbo; nel mio cuore gli ho detto: ti é andata bene!... 180000 bambini all’anno vengono massacrati in Italia, 40 milioni nel mondo. Era felice; il suo bimbo lo chiameremo Mosè "salvato", se sarà un maschietto.
C’erano anche 15 ragazze alla Pellerina, dove eravamo noi, vicino al Corso Margherita; appena ci hanno visto sono scappate via, perché c’era tanta polizia. Le ragazze africane liberate (ne abbiamo tante, tante) hanno cominciato a gridare a queste; tra di loro non si possono chiamare mai per nome perché per loro sarebbe come una profanazione: il nome é la loro identità profonda; si chiamano sempre sister ... io le devo chiamare "dota", mia figlia, loro mi chiamano papà, oppure papy, oppure "baba", oppure babuc che vuol dire nonno; non ci si può chiamare per nome: sarebbe una profanazione! é bello e interessante questo loro modo di vedere. Hanno parlato e urlato contro queste "sisters" che scappavano; sono venute tutte quindici in preghiera e cinque di loro hanno lasciato la strada ieri sera.

Ho scritto anche un libro, ultimamente, edito da Mondadori, anzi se Villi mi sente gli dico se me ne va a prendere un copia che vi leggo alcune cose.
Queste ragazze che sentono sempre dirsi "quanto vuoi, quanto vuoi" invece da noi si sentono dire "quanto soffro, vieni siamo disponibili".
C’è una ragazzina albanese (gli italiani cercano tutte le minorenni; i maschi italiani che cercano queste creature sono 9 milioni; le ragazze sono 50000) che ogni sera deve portare a casa almeno 1.000.000 di lire; ciò vuol dire che ha venti contatti in tutta la notte. Come si fa dormire in pace, se voi andando a casa non trovaste più la vostra nipotina di 14 anni, stanotte dormireste in pace? se poi veniste a sapere che l’hanno portata in Germania per essere usata? molte volte sono perversioni, perversioni che fanno paura.
Mi diceva Triona: "Don, ho patito tanto per quelli che vendevano il mio corpo, ma anche tanto dagli italiani che volevano che io facessi i loro comodi e non avevano pietà di me che ero solo una bambina, quattordici anni".
Voi sapete che l’hanno portata in Germania e che non la vedrete più, e c’è il caso che venga anche uccisa.
Voi stareste tranquilli stanotte? Non sono figlie di Dio, non sono creature, povere creature?

Noi assistiamo ad uno schiavismo da far paura: 198 l’anno scorso in Italia sono state uccise. Nell’Anno Santo 2000, 400 ragazze sono state uccise in Italia, guai a chi ne parla o a chi se ne interessa; sono senza un nome e un cognome; i criminali le tengono e i clienti sono più colpevoli dei criminali, più colpevoli.
Una volta le donne difendevano le donne, adesso, non capisco, perché difendono i maschi; si é stravolta la testa, non é giusto.
L’ho scritto in questo libro, ci sono tante storie che fanno capire come dovrebbero essere liberate; pensate a Rimini da tre anni non c’è più prostituzione sulla strada e anche nei locali é molto combattuta con grande successo. Se i 120 Questori d’Italia facessero come a Rimini, tutte le schiave, nel giro di due tre mesi sarebbero liberate; le si vuole mantenere, perché costano, per paura di perdere i voti, ma sono nove milioni! ...io grido: bisogna avere misericordia degli uni e degli altri, insorgendo e dicendo: no é tuo fratello, é tua sorella, non puoi fare così, non puoi fare così, é il pianto infinito di creature.
Evelin, una ragazza nigeriana, era della strada, l’ho incontrata e le ho detto "Vieni via" e lei mi ha risposto: "Non posso perché uccidono i miei" oppure vi dicono non posso perché ho il rito woodu, però piangeva non voleva. Due giorni prima che scomparisse, mi ha telefonato e piangendo diceva che non ce la faceva più ed io le dissi: "Vieni via, ti vengo a prendere subito" - "Non posso!"; poi é scomparsa. La settimana dopo la sua scomparsa l’hanno riportata su quel pezzettino di terra, dove stanno ad aspettare i clienti e per il quale pagano seicento dollari al mese per stare li; criminali, l’hanno portata lì ed uccisa a Senigalia. Con le pinze infuocate, per una settimana, le hanno levato via la pelle, pensate che tortura, pezzettino per pezzettino. Ventidue anni, era venuta in Italia perché le avevano detto che avrebbe trovato un lavoro, nove fratelli, hanno fame, non c’è lavoro e pezzettino per pezzettino le hanno levato la pelle, poi una dose di cianuro agricolo e l’hanno uccisa. Quest’anno hanno preso la madame che ha fatto questo orrore, dopo due anni.

Cosa dobbiamo provare in questo momento? la misericordia non é in un senso solo: sia verso i criminali, sia verso le vittime, però deve essere una liberazione. Liberare le vittime e liberare anche i criminali.
Io nel 1996 sono stato testimone in un processo, contro 17 magnaccia, 14 madame e tre boss; ho parlato per tre quarti d’ora, ho detto tutto, avevo tanta paura e dopo, nell’intervallo, io, ero in Corte d’Assise, ho chiesto al Presidente Andreucci se potevo andare a parlare agli imputati. Sono andato in mezzo a loro e ho detto a loro: "Voi avete peccato, voi avete fatto del male e voi dovete essere condannati, dovete avere delle pene severissime; dopo però le venite a scontare da noi e ci aiutate a liberare tutte le ragazze".
Dopo di questo ho visto che qualcosa si é smosso e ho dato a tutti il regalo più bello che si può fare: la corona e la Bibbia; l’hanno presa, uno mi ha detto "Padre io sono un ex-seminarista" - "Bene anche a te". Con la speranza: il Signore non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva , questo é il cammino.
In questo senso ho scritto una lettera a Bush; e ho detto: noi dobbiamo offrire il perdono! Non so se voi siete d’accordo, ma io ero forte delle parole del Santo Padre. Dobbiamo offrire il perdono, perché a dei morti volete aggiungere altri morti? il cuore misericordioso di Dio non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva; allora gli dobbiamo dare la possibilità di convertirsi; dobbiamo dire: venite allo scoperto, non avrete nessuna pena però col pentimento reale e insieme lavoreremo per mettere le basi di una nuova umanità.

Pensate: se Bush e tutti noi cristiani di fronte ai mussulmani (che non conoscono il perdono) avessimo detto questo! Il problema grande non è cosa fare o non fare; prima dobbiamo dire chi siamo: noi cristiani seguiamo Gesù e Gesù ha detto: "perdona!, non sanno quello che fanno". Molto profondo! Lo capirete domani nella parabola del ricco epulone e di Lazzaro.
Ma anche noi chiediamo perdono perché ogni anno uccidiamo quaranta milioni di bambini; perché ogni giorno sono migliaia i bambini che muoiono di fame; perché solo in Zambia abbiamo un milione e mezzo di orfani!
Non puoi vincere il male con il male! È assurdo, ne produce ancora di più. Bisogna arrivare a donare fino a dare la vita, come Gesù. E’ l’atto di misericordia più grande: dare la vita per l’altro.
E Gesù ha detto: "Una volta elevato da terra attirerò tutti a me". La nostra forza è proprio in quello che secondo il mondo è un assurdo, mentre per noi è l’atto infinito della misericordia senza fine, perché talmente piango sulla tua miseria assassina che ti do anche la mia vita; me la togli, però ti svuoto del tuo odio e ti vinco, perché tu avrai sempre davanti agli occhi il sangue di chi ti ha perdonato.
Se Gesù avesse preso la spada, non avrebbe detto niente al mondo e sarebbe stato un qualsiasi uomo di guerra.

Concludo: tra te e tua moglie, sii misericordioso, capisci chi è, è figlia di Dio, ha una missione da compiere, Dio la ama infinitamente. Tra te e tuo marito, anche se ci sono difficoltà, se non ti risponde, se è muto con te, sappi che non nella misura con cui tu gli rispondi con cattiveria lo guarirai ma lo caccerai sempre più nel peggiore odio e vi spaccherete. Ma se tu invece pregherai, la misericordia trionferà. Io ne sono convintissimo: la misericordia non può venir fuori se noi non ci immergiamo nella contemplazione di Dio. Io dico sempre ai miei fratelli della Comunità: per stare in piedi bisogna stare in ginocchio. Quando uno non prega non solo non capisce, ma non capisce di non capire; si emoziona nel momento ma poi tradisce.

Una ragazza è stata due anni su quell'asse attrezzato, ad un certo punto ha detto: io ho passato due inverni e due estati, due anni qui; sono sfuggita tre volte al mio magnaccia; mi ha sempre ripreso; se questa volta mi prende sono sicura che mi ammazza, ma lo dico lo stesso: 'Quando io ero qui, voi dove eravate? Perché non è venuto nessuno a liberarmi? Ed io non potevo…'.
Quelle parole lì mi hanno ferito tanto: Ma voi dove eravate?
La misericordia dà la prova suprema dell'amore che è dare la vita. Ed allora dove eravate? Vicino a te, figlia mia e ti ho cercato tante e tante volte. Così i bimbi senza papà e mamma che hanno bisogno di padre e madre; ne abbiamo tanti ed i due terzi sono tutti handicappati psichici; sono dei protagonisti, ti chiedono il cuore, la mensa, la casa. Il Signore ti ha creato uno spazio e la vostra Fondatrice ha avuto questa luce grande: il tuo volto, Signore, io cerco, e l'ha trovato.
Abbiamo tanti bimbi siero positivi, con AIDS; vari di loro sono già con il Signore, ma Mirco mi ha tanto colpito. Bisogna che ve lo racconti questo. I bimbi siero positivi hanno un qualcosa di unico. Non so se avete mai preso in braccio un bimbo siero positivo: nel loro sguardo ti fanno mettere in ginocchio, ti fanno vedere Dio. Non lo so perché. Mirco, 9 anni, intelligentissimo. Gli ultimi 20 giorni li ha passati all'ospedale di Rimini. Teneva sempre strette le mani della mamma e del papà, ma non quelli che l'hanno generato, ma di Cetty e Maurizio che l'hanno rigenerato nell'amore. Tre giorni prima che ritornasse al Signore, un signore è passato, si è fermato e gli ha detto alcune parole di consolazione. Il bambino, che veniva dalla Puglia, con un filo di voce, gli ha risposto: Queste cose che voi mi dite io le so già, non mi servono; fate qualcosa per me. Poi ha aggiunto queste ultime parole: Io soffro, voi non soffrite, voi non potete capire. Fate qualcosa per me.

Interventi

Perché non andate in Albania a raccontare alle ragazze la realtà di quello che succede qui alle loro coetanee?
Noi siamo in Albania ad Essa e Scutari, abbiamo due case dove accogliamo tante creature, anche ragazzine. Ho avvicinato la Conferenza Episcopale, sette Vescovi cattolici di Albania, parlando tanto con loro per fare questo.

Come vengono le ragazze qui in Italia?
Primo: Portate dai fidanzati che sono dei criminali. Secondo la legge del kanun albanese (ricordate che gli albanesi sono un popolo molto glorioso, sono gli antichi liri che hanno dato tanto filo da torcere ai romani) la donna è un otre, non vale niente, sta chiusa in casa. La maggior parte sono mussulmani e lo sono diventati con l'avanzata degli ottomanni. Ricordano di essere stati cattolici.
Allora, la ragazza viene chiesta dal fidanzato che è un criminale. La famiglia delle montagne, dove non c'è neanche la televisione, non può negare la figlia che ha 12-13 anni, perché quello è un criminale pronto ad uccidere e a far loro dei torti. Quindi la figlia viene data in fidanzamento ma, secondo la legge del kanun, la ragazza fidanzata è già del ragazzo, per sempre. Poi, lui la porta in Italia, la inganna dicendole che vanno a lavorare, con la macchina grossa. Le ragazze stesse desiderano scappare via da un dominio così terribile. Questo è un inganno perché, venuta in Italia, la vende. Il prezzo di mercato sulle nostre terre di una ragazzina albanese è di 20-25 milioni. La rivende a degli albanesi, la stuprano, poi la mettono sulla strada. Se non vuole andare (e molte si ribellano) viene massacrata. Cosa significa andare a dire a delle ragazze che succedere così? Da loro non significa niente, non sono come le nostre ragazze, non hanno i nostri mezzi di comunicazione.

Seconda fonte di approvvigionamento. Rapite. Rapite quando vanno o escono dalla scuola, quando vanno a prendere l'acqua; come quelli che rubano i polli così rubano una ragazza. Ricordo di una che non ha più visto i suoi genitori: l'hanno portata via, costretta a prostituirsi, 1.000.000 a sera; due mesi e poi ha detto: tanto vale la pena di morire. È scappata, si è rifugiata in un albergo. Tutte le sere faceva una scappata in strada per guadagnare 50.000 lire per poter rimanere lì. Io gli ho detto: Manuela, vieni. Come un fulmine è entrata nella macchina ed andando verso Rimini, ripeteva: Mi avete salvato la vita, mi avete salvato la vita.

Quando uno viene rapito cosa gli fai?
Terzo: vendute dai genitori. Vendute perché la figlia non comanda niente, niente. Vendute soprattutto dalle famiglie di etnia zingara, 8-9 milioni. Altre comprate, sempre bambine. Noi le abbiamo di 11 anni: come fanno a difendersi queste creature? Vendute e rivendute dai genitori. Oppure comprate con la promessa del lavoro e gli danno un anticipo da 3 a 6 milioni. Una ragazzina può essere venduta 10 volte. L'Albania è un paese di transito e di destino. C'è uno stupro di massa e noi stiamo zitti in Italia. Loro dominano tutto il territorio italiano. Uccidono facilmente. Il popolo albanese è un grande popolo, però. Ma la delinquenza albanese è terribile.
La sua accorata domanda, ho sentito il suo cuore accorato, ha però senso in Italia, ma non là. Ci sono le case di addestramento alla prostituzione. Cioè mettono 10-20 ragazze lì e vanno i maschi da tutte le parti e chiedono a loro le prestazioni che non riescono ad avere dalle loro mogli o fidanzate. Si sentono le grida dalle mura. Chi fa niente? A Fia, Tirana, sono i campi di addestramento.
Questa è la situazione. Le moldave: 10.000 ragazze in un anno portate vie.

Se andate nel cuore dell'Albania e vedete una ragazza, vedrete che una ragazza non parla mai, non apre mai la bocca. È tutto un altro mondo. Poi ci sono le collaboratrici e quindi è un dramma. Bisogna fare i contratti bilaterali, ma poi per i governi diventa una sorgente di denaro. Ci sono poi quelle che diventano loro stesse magnaccia.

L'ultima via di appropriazione è di fronte alle scuole, ammagliando questa gente.

Da quando abbiamo iniziato nel novanta ne abbiamo portate via dalla strada 2300 e dal 2000 ad oggi sono 369. È una situazione terribile: la gente non ci crede che siano ingannate. I nostri deputati vogliono fare le case-chiuse, delle schiave a servizio dello Stato. Una volta le donne difendevano le donne, perché si deve pensare così adesso?

Noi per la misericordia di Dio sentiamo lo stesso amore verso il criminale e verso la vittima. Tutti e due hanno bisogno di misericordia, uno in un modo ed uno in un altro. Io sono convinto che non ci sono lupi cattivi, ci sono soltanto lupi infelici. Ricordate, l'ha detto quella bambina, quando il maestro ha detto: adesso vi racconto la favola del lupo cattivo che vi mangia tutti! La bambina, 7 anni, si alza e dice: Maestro, non ci sono lupi cattivi, ci sono solo lupi infelici. Aveva ragione.

Ma lei non ha paura?
Tanta paura alle volte. Ci hanno incontrato due magnaccia e ci hanno minacciato di morte. Però il coraggio non sta nel non aver paura, il coraggio sta nel vincere la paura per un amore più grande.

Conclusione

Don Oreste questa sera ci ha offerto delle grosse provocazioni evangeliche. Ha un po' inquietato e disturbato la nostra coscienza - io penso per me - piccolo borghese, non so se vi ci sentite anche voi.
Ho sentito molto forte quelle parole che ha detto: "Non è giusto, è tua sorella", "Bisogna liberare le vittime ma anche i criminali", "Non voglio la morte del peccatore, in fondo non si può liberare l'uomo facendo altri danni", "la misericordia non può venir fuori se non dalla contemplazione del Dio misericordioso, stando in ginocchio", "ma voi dove eravate?".
Invece quelli che hanno potuto avere il soccorso: "Voi mi avete salvato la vita".

Articolo precedente

Articolo successivo

[Home page | Sommario Rivista]


realizzazione nuovacedis@edisons.it
ultimo aggionamento 02 dicembre, 2001