DAL SANTUARIO DI COLLEVALENZA
 
P. Domenico Cancian fam

 

Voce del Santuario

Ottobre 2001

 

 

 

 

 

 

 

Santuario di Collevalenza

 

Con l'áncora della speranza

La nostra Madre Fondatrice, appena entrata nel convento di Villena, tra le Figlie del Calvario, a 21 anni, prese il nome di “Speranza”.
Dopo aver fondato la Congregazione delle Ancelle dell’Amore Misericordioso, scelse come stemma l’áncora. Come tutti sappiamo, si tratta di uno strumento in dotazione di ogni nave: serve a fermarla vicina al porto o alla riva della costa, per consentire l’imbarco e lo sbarco, senza che la nave venga mossa dalle onde e dal vento.
Per questo motivo l’áncora può essere simbolo della virtù teologale della speranza che ci offre la certezza dell’imbarco e dello sbarco nelle molteplici tappe del cammino della nostra vita, fino al passaggio definitivo alla Terra Promessa dove abita la Ssma Trinità, dove già vivono i santi, dove Gesù ha già preparato il posto per ogni uomo.
Scrive la Lettera agli Ebrei che Dio ha promesso con giuramento solenne - e Lui non mente! - che quanti lo cercano, trovano “un grande incoraggiamento nell’afferrarsi saldamente alla speranza che ci è posta davanti. In essa infatti noi abbiamo come un’áncora della nostra vita, sicura e salda, la quale penetra fin all’interno del velo del santuario, dove Gesù è entrato per noi come precursore” (Eb 6,18-20).
Un testo stupendo. La Parola di Dio ci garantisce la certezza assoluta di una speranza che è come l’áncora, sicura e salda, gettata e impiantata nel Santuario del cielo, dov’è entrato Gesù, per cui la nostra nave sta già attraccando nel porto della patria definitiva.
Allora “noi ci vantiamo anche nelle tribolazioni, ben sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude, perchè l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rom 5,3-5).
La speranza cristiana non è l’ottimismo superficiale di chi vuol vedere tutto bene; è l’esperienza dello Spirito che ci áncora, proprio nei marosi della vita, a Dio, facendoci sentire nel fondo del cuore l’Amore con cui Dio ci ama.

 

L’Amore Misericordioso è la nostra speranza

La speranza è parte essenziale della spiritualità dell’Amore Misericordioso, che proclamiamo qui nel Santuario. Il 31 ottobre abbiamo celebrato i 36 anni della Dedicazione della Basilica e abbiamo benedetto il Signore per le meraviglie che ha operato e sta ancor più operando.
La speranza è richiamata specialmente in questo mese di novembre nel celebrare il mistero della comunione di noi pellegrini su questa terra (o naviganti nei mari di questo mondo) con i santi che sono già nella gloria della Trinità e con le anime del Purgatorio che aspettano nella sofferenza di andare a contemplare il volto del Signore.
Consentitemi di richiamare l’importanza della carità della preghiera e del sacrificio per aiutare i fratelli e le sorelle del Purgatorio ad entrare quanto prima nel regno dell’Amore. La Madre Speranza ha pregato tantissimo per loro e ha avuto la gioia di vederle finalmente nella sospirata beatitudine del Signore. Facendo questa carità avremo a nostra volta dei santi in cielo che pregano per noi. Questo scambio di doni costituisce la bellezza del mistero della comunione dei santi.

La speranza e la pace

La speranza cristiana è più che mai necessaria in questo momento storico in cui la paura scatenata dal terrorismo, dalla violenza, dalla guerra, è molto alta. I nostri telegiornali ci informano su questo scenario allarmante, che ha cambiato il mondo. Chi ci salverà? Chi ci darà la speranza, se non l’Amore paziente e misericordioso del buon Gesù, venuto a dirci: “Non abbiate paura! Io sono con voi tutti i giorni. Io ho vinto il maligno. Io vi dò la mia pace”? E il Salmista promette: “Giustizia e pace si baceranno”.
Il Papa ci sollecita fortemente a dare il nostro contributo alla causa della Pace. Ci esorta a non cedere alla tentazione dell’odio e della violenza. Siamo sicuri che la guerra risolve la piaga del terrorismo? Non si fanno altre vittime e altri disastri? E non si alimenta l’odio?
E’ ovviamente un discorso molto complesso. La spiritualità nostra mette al centro il perdono, allo scopo di edificare la civiltà dell’amore dove davvero siamo tutti fratelli. La cosa seria da fare è individuare e rimuovere le cause del terrorismo, con il dialogo paziente, garantendo i diritti fondamentali di ogni uomo, specialmente di quelli più deboli.
Ancora il Papa invita cristiani, ebrei, mussulmani e tutti gli uomini di buona volontà a pregare per ottenere il fondamentale dono della Pace. Infatti le forze umane non bastano. Ai cristiani ha chiesto di pregare ogni giorno il rosario per questa sacrosanta intenzione. Facciamolo, perchè Maria Mediatrice, ottenga con la sua materna intercessione la riconciliazione degli uomini, figli di Dio e anche suoi. Tutta la creazione geme e soffre nella speranza di essere liberata dal peccato e di godere la piena realizzazione della fraternità universale in Cristo.
Il Santuario in questo cruciale momento della storia, all’inizio del terzo millennio, vuole svolgere tutta la sua missione di preghiera, di riflessione, di proposta.
Ai Figli dell’Amore Misericordioso nel 50° anniversario della Fondazione il Papa ha rivolto la seguente esortazione: “Accogliete e diffondete l’amore del Signore, amore che tutto comprende e tutto rinnova; amore che abbraccia ogni uomo e tutto l’uomo; amore che cambia la tristezza in gioia, le tenebre in luce, la morte in vita. In un mondo segnato dalla solitudine e dall’angoscia, a voi è chiesto di far risplendere la verità e il calore dell’Amore divino, fonte di pace e di speranza”.
Siamo così in linea con l’orientamento pastorale della Chiesa italiana che nel documento “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia”, afferma: “Dopo aver privilegiato negli orientamenti pastorali dello scorso decennio la virtù teologale e l’esperienza concreta della carità, al centro del nostro interesse si colloca ora la speranza” (cfr Appendice ed anche il n. 25).

La Famiglia dell’Amore Misericordioso

è in attesa di ricevere da parte della Chiesa il riconoscimento delle virtù eroiche di Madre Speranza. Sono sicuro che lo stiate aspettando anche voi questo momento, per essere incoraggiati ancora di più a seguire il suo esempio di santità. Chiediamo la vostra preghiera perchè possiamo rassomigliare di più alla nostra Madre.
Stiamo concludendo le celebrazioni del 50° della Fondazione dei Figli dell’Amore Misericordioso e della venuta della Madre Speranza a Collevalenza. Abbiamo vissuto momenti significativi di riflessione, di revisione, di proponimento.
Fra poco, dal 22 novembre a metà dicembre, si celebrerà a Collevalenza un importante avvenimento: il X° Capitolo Generale delle Ancelle dell’Amore Misericordioso. Ogni sei anni vi è una verifica congregazionale, un proiettarsi in avanti con un nuovo programma, il rinnovo degli incarichi. Il tema che guiderà i lavori sarà: “Con Maria, testimoni dell’Amore Misericordioso nelle diverse culture”. Lo Spirito, che Gesù ha abbondantemente donato alla Madre, scenda anche sulle sue figlie per dare un nuovo impulso di santità all’intera Congregazione!
Il 17 novembre si celebreranno a Mogi das Cruzes i 25 anni della presenza dei Figli dell’Amore Misericordioso in Brasile. P. Lucas, P. Ireneo e P. Bruno parteciperanno a questa festa di ringraziamento. Il Signore ha benedetto con non poche vocazioni il sacrificio dei confratelli e delle consorelle che hanno testimoniato il Vangelo della Misericordia.

La Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso è ormai presente anche a Santomera, paese di origine della nostra Madre. Da circa un mese P. Miguel Angel Martínez ha assunto il servizio di viceparroco e così le nostre consorelle, che da diversi anni stanno lì lavorando, hanno la gioia di avere la compagnia di un confratello.

Nei giorni 23-24 ottobre ha avuto luogo l’Assemblea Generale FAM che si tiene a metà, tra un Capitolo e l’altro. Abbiamo potuto confrontarci in un clima fraterno sulla nostra fedeltà al carisma. Ci siamo incoraggiati a fare passi avanti per vivere uniti nella vocazione, nella comunione fraterna, nella missione.

Meditando sul “Bilancio mensile” della Madre, nei giorni 15-17 ottobre, ci siamo riproposti di prendere più sul serio l’impegno dell’ascesi e della mortificazione, perchè il nostro amore assomigli di più a quello di Gesù che per noi si è sacrificato fino alla morte di croce.

Il 1° novembre, solennità di Tutti i Santi, Sr Erika Bellucci, nella Parrocchia di S. Barnaba di Roma, ha detto il suo definitivo sì all’Amore Misericordioso con la professione perpetua. Consorelle, confratelli, parenti e amici hanno goduto con lei, visibilmente contenta della vocazione. La preghiera del rito diceva: “Dio, ricco di misericordia, ti conduca alla perfetta carità, ti faccia gustare la sua amicizia, ti aiuti a superare le difficoltà, ti dia il coraggio di affrontare le sfide del nostro tempo e la grazia di portare agli uomini la benignità e l’umanità del Signore Gesù”.

Il 7 ottobre, a Vazzola, Sr. Concettina Minotti celebrava il 25° della sua professione. Con lei abbiamo ringraziato il Signore per la testimonianza e il servizio offerto, nell’obbedienza della fede, in molteplici situazioni, soprattutto a favore dei malati, essendo lei stimata infermiera.

Il 28 ottobre la Parrocchia di Francenigo ricordava con gratitudine i 50 anni di presenza delle Suore come operatrici pastorali, animatrici della gioventù, maestre di scuola materna. P. Lucas ha presenziato questa ricorrenza.

Pellegrini

Nel mese di ottobre abbiamo registrato un incremento delle presenze al Santuario: alcune decine di migliaia. Favorite anche dalle condizioni ideali del tempo, si sono intensificate nei fine settimana, nel giorno di S. Francesco, nei giorni in cui offriamo la Liturgia delle acque che, come sapete, da novembre fino a marzo si celebrerà solo il sabato.
Come il solito cerchiamo di guidare i pellegrini all’esperienza spirituale di un significativo incontro con Gesù Amore Misericordioso, incominciando col farli sostare in preghiera davanti al Crocifisso. Il Santuario, dedicato al buon Gesù, ci mette esplicitamente e direttamente nella linea del Magistero del Papa che invita a ripartire da Cristo, a contemplare il suo volto sfigurato e trasfigurato. È un incontro che chiama a convertirci dal peccato, a vivere nella santità incentrata nell’amarci come Lui ci ama.
È un messaggio che la gente accoglie volentieri e subito si va a confessare, partecipa alla Messa, alla Via Crucis, alla Liturgia delle acque, sosta davanti alla tomba della Madre.
Il Santuario accoglie molta gente tribolata ed anche disperata, per situazioni familiari critiche, per malattie, per gravi incidenti. Non poche persone vengono qui a sfogare le loro angosce, a piangere e a chiedere aiuto per continuare a vivere.
“Signore, aumenta la nostra speranza, dandoci il tuo Amore, cioè lo Spirito Santo che può soccorrere la nostra debolezza!”
Il Signore non delude nessuno. “Se voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!” (Lc 11,13).
Madre Speranza pregava così: “Gesù mio, sii il mio compagno e la mia speranza. Guidami nel vasto mare di questo mondo. Mi serva di porto sicurissimo l’abisso del tuo amore e della tua misericordia”.
E’ bello vedere i pellegrini che ripartono rinfrancati, animati, contenti. Rifiorisce la speranza.
Provengono da tutte le parti dell’Italia, ma anche dall’Europa e dal resto del mondo, richiamati da un misterioso fascino che non li delude.
Segnalo qualche presenza particolare: dall’Inghilterra 50 persone hanno alloggiato alla Casa del Pellegrino, da Como 200, da Firenze altrettante, dal Lazio circa 200 Scouts, da Orvieto, da Isernia, da varie Parrocchie di Roma, da Viterbo, da Inverigo 4 pullman... I confessionali spesso sono assediati e noi sacerdoti cerchiamo di essere ministri della misericordia nel senso più evangelico.

Convegni

Dall’8 al 12 abbiamo ospitato circa 300 cappellani ospedalieri che ormai da vari anni vengono al Santuario per il loro Convegno Nazionale AIPaS. Quanto mai attuale il tema: “Salute, malattia e morte nel dialogo interreligioso”. Relatori provenienti dal mondo protestante, ortodosso, induista, buddista, ebraico ed islamico, hanno interessato l’attenta assemblea dei partecipanti. Ha concluso l’arcivescovo di Perugia e Città della Pieve, S. Ecc. Mons. Giuseppe Chiaretti.

In due turni, dal 15 al 19 e poi dal 22 al 26, circa 700 giovani Salesiani della Conferenza delle Ispettorie d’Italia hanno partecipato al Convegno dal titolo:”... come ponti tra la strada e la chiesa”. Tutto era finalizzato al rilancio degli oratori secondo la tradizione salesiana che fa capo al grande santo educatore Don Bosco. Relatori di notevole fama come il Prof. Franco Garelli, S. Ecc. Mons. Lorenzo Chiarinelli, Don Domenico Sigalini hanno introdotto i tanti laboratori di studio.

Ottobre missionario

Nel mese di ottobre, come in tutta la Chiesa, abbiamo vissuto con più attenzione la dimensione missionaria del cristiano. Come Famiglia religiosa e come Santuario abbiamo pregato, ci siamo interrogati su come testimoniamo il Vangelo nel nostro ambiente spesso secolarizzato, su come sosteniamo i missionari “ad gentes”. Le nostre comunità sono chiamate ad essere tutte missionarie.
Abbiamo raccolto offerte per questa causa, ma anche per i profughi della guerra e per una situazione di una persona vicina che versa in grave necessità.

Episodio del mese

Venerdì 19 abbiamo avuto una gradita sorpresa. Ha visitato il Santuario il Cardinale S. Em. Vlk, arcivescovo di Praga, a Roma per il Sinodo dei Vescovi.
Gli abbiamo chiesto la sua testimonianza cristiana. Ci ha raccontato che dopo pochi anni di sacerdozio, dal governo comunista gli venne interdetto ogni esercizio del ministero. In quella gravissima crisi gli vennero in mente le parole: “Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, perché vi esalti al tempo opportuno, gettando in lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi”. (1 Pt 5,6). Disse a se stesso: se io abbraccio con gioia questa croce, abbraccerò il Signore e troverò la pace. Così fu. Si mise umilmente a fare il lavavetri nella città di Praga per ben 10 anni. Ogni tanto si chiedeva: ma quando finirà questa sofferenza? E si richiamava alla memoria le parole ispirate.
Finalmente cadde il regime comunista, poté esercitare il ministero sacerdotale, venne dopo poco fatto Vescovo e poi cardinale. La sua sorpresa fu grande quando partecipando alla celebrazione, a Roma, per ricevere la berretta cardinalizia, sentì leggere, senza che lui lo sapesse, le parole: “Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio...”.
Si disse: “Davvero il Signore è fedele, mantiene le sue promesse, nel tempo che Lui stabilisce”. Concluse: “Quei dieci anni in cui ho fatto il lavavetri costituiscono il momento più bello della mia vita, il tempo a cui tengo di più”.

Visite eccezionali

Ogni tanto abbiamo visite di eminenti personalità della Chiesa.
Il 7 ottobre vennero al Santuario Mons Oscar Brown, Vescovo di Panamà; Mons. Hugo Barrante, Vescovo di Costarica; Mons. Lopez Castillo e Mons. Perez Ramón, Vescovi del Venezuela.
Il 26 ottobre venne il card. Pedro Rubiano Saens, Arcivescovo di Bogotà. Rimase molto commosso davanti al Crocifisso e chiese con forza la pace per il suo tormentato Paese.
Diversi sacerdoti di passaggio sostano volentieri in preghiera e a volte si trattengono un po’ con noi.

Defunti

– Il 25 ottobre, in seguito ad un gravissimo incidente stradale, ci ha lasciato la benemerita consorella Sr. Geltrude Urgoitia, che ha esercitato il suo ultimo servizio a Macerata.
Tutti siamo rimasti ammirati dalla sua obbedienza generosa e umile. Pensate, ha cambiato una trentina di volte comunità, sempre pronta ad assumersi i compiti che le venivano dati. Sicuramente era preparata per l’ultimo viaggio.
– Il 2 novembre è morto Paolo Covata, di Marsciano. Veniva spesso al Santuario, specialmente da un anno a questa parte. Ammalato di tumore ci ha edificato per la fede che aveva. Soleva dire: “Il Signore mi ha dato tanto, gli voglio bene e voglio bene anche a voi”. Ogni mattina meditava le letture della Messa del giorno. Davvero un santo laico, un imprenditore onesto, un marito e un padre esemplare. Nel manifesto i familiari hanno scritto: “Hai messo più gioia nel mio cuore di quando abbondano vino e frumento. In pace mi corico e subito mi addormento: tu solo, Signore, al sicuro mi fai riposare” (Sal 4,8s). E poi hanno dato l’annuncio così: “Paolo vive nella luce del Signore e nel cuore dei suoi cari”:

Foto di gruppo
Da Casone di Tolentino Da Cupello (Chieti) Da Porto S. Elpidio
Gruppo di Verona e Badia Polesine (RO) I quattro Vescovi americani in visita al Santuario I vescovi concelebrano insieme ai nostri Padri con S.E. Mons. Bianchi

 

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ultimo aggionamento 15 dicembre, 2001