DI GENERAZIONE IN GENERAZIONE
 

SULLE ORME DI MADRE SPERANZA

Madre Speranza

A cura di:
P.Mario Gialletti fam

 

Maria Pilar De Arratia Durañona
(1892 - 1944)

 

 

 

 

 

Maria Pilar De Arratia Durañona

 

Seguito

Capace di compromettersi e di andare contro corrente

Mi sono chiesto: di cosa si servì il Signore per “attirare”, per “coinvolgere” la Sig.na Pilar in questa grande missione, dal momento che essa viveva in un ambiente tanto ostile alla Madre quale era la città di Bilbao a quel tempo?

“Bilbao era il centro delle provincie basche, centro del “nazionalismo”, che era incoraggiato dai sacerdoti religiosi che erano seguiti fedelmente dal popolo. C’era a Bilbao in quel tempo molto razzismo e una grande diffidenza a tutti coloro che non fossero di razza basca. Tutti coloro che arrivavano a Bilbao erano disprezzati, soprattutto la gente del sud, come potrebbe accadere a un calabrese che si installa nel nord. La Madre Speranza proveniva proprio da Murcia, una delle provincie più povere e pretendeva competere con l’aristocrazia di Bilbao, con le grandi opere di carità. Ecco perché la Madre Speranza veniva guardata con diffidenza ed anche con disprezzo. Molta gente era nemica aperta della Madre Speranza, soprattutto il clero e l’aristocrazia ed era soltanto la povera gente che seguiva con interesse e difendeva quanto si diceva della Madre Speranza, delle sue estasi, delle profezie, dei miracoli”(21).

Come spiegare, dunque, questa completa dedizione della Sig.na Pilar per l’Opera e per la Madre, in un ambiente tanto ostile?

Mi sembra che è essa stessa a rispondere, in parte, a questa domanda. Scrivendo al Papa Pio XII, il 6 settembre 1939, sottolineava come lo stile che si viveva nella Congregazione delle Ancelle dell’Amore Misericordioso soddisfaceva le sue aspirazioni di poter aiutare gli orfani ed i poveri facendoli sentire in famiglia:

“[...] nell’anno 1932 conobbi la Congregazione delle Ancelle dell’Amore Misericordioso, recentemente fondata in Spagna come Associazione legalmente costituita; dopo aver parlato con la sua Fondatrice, vidi che detta Associazione soddisfaceva le mie aspirazioni verso gli orfani ed i poveri, persino in quanto si riferisce al mangiare dato che le suore mangiano come gli assistiti; e ciò è una grande garanzia per i poveri [...]”22.

Anche una Signora, che ho conosciuto a Roma e che fu una delle prime bambine accolte a Villa Certosa quando, nel 1936, si aprì il collegio, ricorda sulla Sig.na Pilar e sulla Madre. Ma vorrei proporre, qua e là, qualche breve passaggio della sua bellissima testimonianza in cui ricorda la Sig.na Pilar:

“Di Madre Speranza era entusiasta, la venerava. Mi diceva: “La Madre è una santa”. (...) La signorina aveva diverse case, ma, dopo qualche mese, andó ad abitare con la Madre”.

Sì, credo che un’altra cosa che “convinse” la Sig.na Pilar a donare tutta se stessa per l’opera della Madre fu l’esempio che sempre ella dette di abnegazione, di sottomissione, di ricerca sincera della volontà del Signore. E’ la stessa Sig.na, in una lettera del maggio 1940 alla sua amica Carmen Goicoechea, a parlare della Madre:

“Chiunque frequenti intimamente la Madre, come avete potuto fare Voi, quasi senza uscire dalla cucina, facendo prodigi, sì, ma di abnegazione, cocendo lenticchie o riso quando non c’era altra cosa, e che riusciva a preparalo così bene, quando si e no si reggeva in piedi perché per non dare preoccupazione a lei non restava a letto, mai ha voluto che lei si rendesse conto di quanto stava male in quei giorni e neanche permetteva che io lo dicessi”(23).

innamorata dei poveri

È con verità che la Sig.na Pilar può dire di se stessa: “Yo en pensar de hacer feliz a un pobre, me deshago”(24). Con la creatività che nasce dall’amore, nella sua vita trovò molti modi di aiutare direttamente o indirettamente quanti avevano bisogno. Fu molto prodiga negli aiuti sia alla Chiesa locale che alla Chiesa di Roma. Solo qualche esempio.

1) dal 1916 la mamma della signorina Pilar aveva avviato in Bilbao la scuola dell’“Ave María”. Dopo la morte della mamma, per la Sig.na Pilar fu l’opera che più la impegnò, fin quando non conobbe la Madre(25).

2) negli anni della guerra civile spagnola, in cui la Chiesa si impegnò in tutti i modi per salvare i principi cristiani e per scongiurare il dilagare e la presa di potere del comunismo, la Sig.na Pilar si trasformò in una vera benefattrice. Mi sembra opportuno dare una idea più precisa di quella che fu la portata del problema.
Già da qualche tempo un ingente numero di bambini baschi erano stati trasferiti all’Estero dal cessato governo di Euzkadi, con il pretesto di dar loro un futuro ed una educazione, data la estrema povertà in cui versavano. In realtà era una mossa politica per indottrinarli nella ideologia marxista. Ne erano stati trasferiti più di cinquemila, ingannando le famiglie che non sospettavano nulla di tutto ciò(26). Il Santo Padre avviò una provvidenziale opera per il rimpatrio di questi bambini e, a tale scopo, inviò in Spagna Mons. Ildebrando Antoniutti(27).
La Sig.na Mª Pilar de Arratia mise a disposizione di questo inviato del Santo Padre la sua casa in Bilbao, così che la Nunziatura apostolica di Madrid potè istituire i suoi uffici proprio in Calle Hurtado de Amézaga, 24(28). In questo periodo si dovette intesificare notevolmente la già collaudata collaborazione fra Mons. Antoniutti, la Sig.na Pilar e l’Associazione:

“[...] sto disponendo tutto perché l’autista abbia tutto pronto, qual’orra V.E. ne avesse bisogno. È necessario un “lasciapassare” della Caserma Generale di Burgos per passare la frontiera e ho già pronta la domanda per quando V.E. mi avviserà. Dei bambini ancora non abbiamo notizia. Da parte del Governo arriva una spedizione, dalla Francia, e mi hanno chiesto che li riceva e li accolga fino a quando i loro genitori non possano venire a prenderli”(29).

Anche Mons. Antoniutti comunica alla Santa Sede il provvidenziale aiuto di una benefattrice di Bilbao:

“Per provvedere all’alloggio ed all’assistenza dei più poveri, almeno nei primi mesi dopo il loro ritorno, fino a quando si potranno rintracciare le rispettive famiglie, ho ottenuto da una buona signora di Bilbao alcuni locali già attrezzati allo scopo”(30).

Dei bambini provenienti dalla Francia, di cui parla la Sig.na Pilar, cinquantaquattro furono accolti nel Collegio dell’Amore Misericordioso di Bilbao(31). Da ora in avanti, moltissimi bambini rimpatriati dalle diverse nazioni troveranno ospitalità nelle diverse case dell’Associazione(32).
Anche in questa occasione ci fu una grande intesa tra la Madre e la Sig.na Pilar. In una situazione tanto sofferta e penosa, la Madre si fa sempre più attenta alle necessità del suo tempo che risuonano in lei come l’appello incessante a donarsi senza misura per alleviare le sofferenze di chi vive nella povertà fisica, economica, morale.
A tale sensibilità invitò quanti stavano accanto a lei. In particolare, alla fine del 1939, avvenne che la Santa Sede si vide nell’impossibilità di continuare a sovvenzionare l’opera di rimpatrio e di mantenimento dei bambini, dovendo provvedere agli orfani della seconda guerra mondiale che stava coinvolgendo diverse nazioni. Si pensò di raccogliere fondi tra i benefattori, ma la Madre, in una lettera del 24 novembre 1939, consigliò la Sig.na Pilar di fare il possible per evitare tale raccolta di fondi dal momento che la povera gente, contenta che lo stesso Santo Padre si occupava dei suoi figli, avrebbe sofferto una grande delusione se avesse saputo che non era più lui a farlo. Almeno i 54 bambini che erano accolti nelle case dell’Associazione avrebbero dovuto continuare lì, senza far sospettare loro nulla(33).

3) Anche alla Chiesa di Roma era nota come una insigne benefattrice:
nel 1928 aveva destinato la somma di un milione di pesetas per l’Obolo di San Pietro, riservandosi l’interesse del 4% vita natural durante(34).

4) Fu prodiga anche nei confronti della Congregazione, nella misura in cui la Madre glielo permetteva. Come si ricorderà, devolse i suoi beni alla Congregazione, mettendo a disposizione di essa diverse case con il fine di aprire collegi che potessero rispondere al grande bisogno del tempo. Soffrì molto in situazioni di difficoltà economiche della Congregazione perché la Madre non accettava i suoi soldi(35) e questo, per lei, rimase fino all’ultimo un grande rammarico. Aiutò la Madre in alcune delle sue fondazioni, soprattutto attraverso il dono di alcuni beni immobili.

Molte quindi le opere che la Sig.na Pilar assistette ed aiutò. Ma, significativo il fatto che, quando conobbe la Madre, tutta la sua attenzione fu rivolta per l’opera dell’Amore Misericordioso, proprio a testimoninaza che essa percepì l’invito di Dio come una speciale missione.

continua


21 Mons. Alfonso María Tejada, sacerdote di Bilbao al tempo della Madre.

22 Cf. anche Suor Agnese Marcelli, Diaro, ACAM C201 103, pp. 68-69. A tal proposito, sembra opportuno ricordare come la Madre, ancora Claretiana, ebbe delle divergenze con la Superiora, Madre Teresa Gatell, a causa del vitto delle bambine di cui lei era assistente.

23 Lettera della Sig.na Pilar alla Sra. Carmen de Goiciechea, 22.5.1940.

24 Lettera a M. Mª Esperanza Pérez del Molino, 17.12.1939.

25 Si vedrà come tale risoluzione della Sig.na Pilar di appoggiare pienamente la Madre e la sua Opera sarà causa di grandi sofferenze e del mutare dell’atteggiamento di Don Doroteo Irízar e di altri sacerdoti.

26 “I fanciulli furono inviati all’estero dal cessato governo di Euzkadi, per ragioni di propaganda politica, e quasi sempre senza il consenso dei genitori, o per lo meno senza che i genitori presentassero alcun documento scritto” (Mons. Antoniutti (?) a Mons. Aldo Laghi, Incaricato d’affari, Nunziatura di Berna, 8.1.1937, ACAM B704 124). (Dopo aver parlato del suo arrivo a Bilbao, dell’accoglienza avuta tra le autorità, della risonanza che c’è stata sulla stampa, Mons. Antoniutti afferma: “Sono già venute da me divese persone ad espormi dei casi pietosi. Sono drammi famigliari impressionanti che comunicherò non appena avrò un po’ di tempo. Servono ad illustrare la situazione di questa povera gente sotto il dominio basco-separatista. Oggi sono rientrati 120 bambini ammalati del sanatorio di Gorliz, trasportati all’estero contro ogni volontà dei parenti” (Mons. Antoniutti alla Santa Sede (?), 5 agosto (1937), ACAM B704 264).

27 Cf. “Circolare di S.E. Mons. Saverio Lauzurica, Amministratore Apostolico della Diocesi di Vitoria in Spagna, circa i fanciulli espatriati”, 12.10.1937, ACAM, B704 152-155. .

28 Nella carta intestata si legge: “+ SECRETARIADO - del delegado apostólico - para la repatriación de niños —*— Hurtado de Amézaga, 24, 2° - Teléfono 10818 - bilbao” (cf. ACAM, B704 246).

29 Lettera della Sig.na Pilar de Arratia a Mons. Ildebrando Antoniutti, 26.10.1937, ACAM, B704 163-164.

30 Mons. Antoniutti alla Santa Sede (?), 17.8.1938, ACAM, B704 274.
Numerosissimi i documenti che testimoniano la portata di tale missione che coinvolgeva diverse nazioni (cf. Infra, doc. 21).

31 Cf. Madre Mª Esperanza Pérez del Molino alla Santa Sede, ACAM, B704 186-188.

32 Numerosi i resoconti conservati nell’ACAM, che documentano l’ingente numero di bambini passati nelle case dell’Associazione (cf. supra, nota 51).

33 “Yo te digo, Pilar, que me gustaría que no se pidan limosnas para los niños que en nuestros colegios tiene recogidos el S. Padre, pues el efecto que hace en estas pobres gentes el que el S. Padre sea el que ha acogido sus hijos, es muy grande y por esta razón mi deseo es que los 52 o 54 que hoy están en nuestro Colegio sigan en él, sin darse cuenta que el S. Padre ya nos les puede ayudar y nosostras sostenerlos... Podrías tú hacer alguna indicación a fin de que no se pidan limosnas con este objeto y que aunque se levante la oficina de repatriación, sigan estos niños y sus familias siempre en el agradecimiento a nuestro S. Padre...” (copia di una lettera scritta dalla Madre alla Sig.na Pilar de Arratia, 27.11.1939. Proc.-Documenta, p. 2253).

34 “[...] Con fecha de hoy, 23 de junio de 1928, entrego al Excelentísimo Señor Dr. Don Federico Tedeschini, Nuncio de Su Santidad en España, la cantidad de un millón de pesetas, en concepto de donativo irrevocable que hago al Padre Santo y a la Santa Sede, con la sola condición de percibir, mi vida natural durante, el cuatro por ciento sobre dicho capital, quedando la expresada cantidad en completa y libre posesión del Padre Santo y de la Santa Sede sin necesidad de algún otro acto, ni privado, ni público, ni oficial. Bilbao, 23 de junio de 1928, María Pilar de Arratia [...]” (Dichiarazione di donazione della Sig.na Mª Pilar de Arratia rilasciata al Mons. Federico Tedeschini, Nunzio di Spagna, 23.6.1928, Proc.-Documenta, p. 213). La documentazione in tal senso è abbondantissima (cf. l’elenco in Proc.-Documenta, pp. 213-214).

35 Cf. Infra, doc. 10.

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ultimo aggionamento 06 gennaio, 2002