ESPERIENZE

 

Paolo Risso

 

Mari Carmen
"figlia di un martire e vittima"

Tra il 1931 e il 1939, un terribile conflitto sconvolse la Spagna, accompagnato, preceduto e motivato da un minuzioso programma di persecuzione contro la Chiesa da parte dei rivolazionari comunisti. Proprio in quegli anni di sangue sparso per Gesù Cristo, si inserisce la storia singolare di una
bambina, María del Carmen González Valerio, conosciuta come Mari-Carmen, che S.S. Giovanni Paolo 11, il 12 gennaio 1996, ha proclamato “eroica nelle virtù cristiane”, quindi “venerabile”.

 

 

María del Carmen González Valerio

Il nome di Mari Carmen è venuto alla ribalta al Simposio su “Eucaristia: santità e santificazione”, promosso dalla Congregazione delle Cause dei Santi, all’inizio di dicembre 1999, in preparazione al Congresso Eucaristico tenuto in seguito nel giugno 2000, Anno del grande Giubileo. Durante tale Simposio il vicepostulatore della sua “causa”, ha affermato che “tra i Servi e le Serve di Dio la cui causa di canonizzazione e introdotta non c’e nessuno più giovane di questa bambina, morta a soli nove anni e quattro mesi”.

 

OFFERTA

Suo padre era Julio GonzálezValerio, capitano di artiglieria. Sua madre era donna Carmen Sáenz de Heredia. Entrambi di nobilissine origini. Mari Carmen nasce il 14 marzo 1930 a Madrid ed è battezzata poche ore dopo la sua nascita, perché si teme per la sua vita. Cresce fiera, vivace, precoce e dolcissima.
Si distingue per riservatezza e pudore: non accetta mai vestiti troppo corti o liberi, non vuole saperne di contatti, pure correttissimi, al di fuori dei suoi genitori. Le piace giocare, godersi la natura e aver tante bambole. Dai suoi cari, riceve un’intensa educazione cristiana. In casa sua è provvisoriamente ospite, per motivi di salute, una monaca del Carmelo di Lisieux, la quale traduce per lei in spagnolo il libretto con cui S.Teresa di Gesù Bambino si era preparata alla prima Comunione.
Mari Carmen segue lo stesso metodo della “piccola Teresa”: 70 giorni vissuti in compagnia di Gesù Bambino, segnando gli atti di amore, i piccoli sacrifici, le virtù che si devono acquistare per accogliere più degnamente possibile Gesù vivo. Gesù Bambino con le sue virtù di obbedienza e di sacrificio al Padre, Gesù Crocifisso ed Eucaristico diventa il grande Amore della sua giovanissima vita.
Nel libretto è riportata la “formula” della totale offerta di sé che S. Teresina ha recitato ricevendo l’Eucaristia: “Gesù, io ti amo e mi offro a Te per sempre”. La bambina, di appena sei anni, riceve la prima volta Gesù Eucaristico il 27 giugno 1936, e non dimenticherà più quelle parole di offerta, come le altre che ha nel suo libro di preghiere Mi Jesús: “O mio Gesù, io sono tutta tua. Tu ti sei donato a me io mi dono interamente a Te”. Da quel giorno, partecipa tutte le mattine alla S.Messa, anche se deve alzarsi presto. Un giorno, la nonna domanda al fratello più grande, Julio: “Ma tu vuoi farti santo?”. Mari Carmen interviene: “Lo sai che cosa vuol dire? Per diventare santi, bisogna soffrire”. In casa, aiuta la nonna zelatrice dell’apostolato della preghiera e della devozione al Sacro Cuore di Gesu, a diffondere, a mano e per corrispondenza, scritti e volantini, certa di collaborare a far conoscere e amare il più grande Amico.
Papà Julio, che con l’avvento dei comunisti al potere, aveva lasciato l’esercito per impiegarsi in ferrovia, sa che cosa lo aspetta ora, come cattolico e per di più della nobiltà madrilena. Il 15 agosto 1936, è prelevato da casa da una ronda di miliziani “rossi”. Alla moglie che vorrebbe seguirlo, dice: “No, tu resta per i bambini e spiegherai loro perché sono morto. Muoio perché Gesù Crocifisso ritorni nelle aule scolastiche e perché i nostri figli siano educati in una Spagna cattolica”.
Qualche giorno dopo, alla moglie che va a fargli visita in carcere, viene detto: “Va’ all’obitorio”. E caduto al mattino, sotto il piombo dei senza-Dio, gridando: “Viva Cristo Re! Viva la Spagna cattolica!”. A Mari Carmen viene spiegato: “Papà è morto martire per Gesù!”. Grosse lacrime di dolore cocente cadono dai suoi occhi, ma trova una strana fortezza e da quel giorno, comincia a recitare spesso “il rosario delle piaghe di Gesu” per unirsi al sacrificio del Redentore e impetrare salvezza per tutti.
Anzi, si pone un problema: “Dimmi, mamma, Azaña si salverà l’anima?”. Azaña è il capo del governo comunista e per la piccola è il capo degli assassini di papà e di tanti altri innocenti. La mamma, che da vera cattolica, ha già perdonato, le risponde: “Se fai fioretti e preghi per lui, si salverà”. Da allora, Mari Carmen recita ogni giorno quel suo particolare “rosario”, dicendo: “preghiamo per papà e per quelli che lo hanno ucciso “.

 

OLOCAUSTO

Il pericolo di arresto per tutti è sempre più evidente. La nonna e la mamma si rifugiano all’ambasciata belga e lasciano i bambini agli zii, pensando che siano al sicuro. Presto, però sapendo che si stava organizzando di prelevare i bambini spagnoli per deportarli in Unione Sovietica a esservi cresciuti nell’ideologia comunista e che anche i piccoli González sono nella lista, l’11 febbraio 1937, Mari Carmen e i suoi fratelli sono in fretta portati all’ambasciata belga, al sicuro. La sua gioia è grandissima quando scopre che in ambasciata ci sono quattro sacerdoti che ovviamente celebrano ogni giorno quattro Messe, certi di compiere l’opera più grande: la bambina partecipa a tutte le Messe ogni giorno ricevendo la Comunione alla prima, trovandovi luce, energia, gioia.
Presto è necessario riparare a Marsiglia, ospiti delle Francescane Missionarie, da dove, volgendo al termine la rivoluzione, si trasferiscono a S. Sebastián. Alla mamma, assai preoccupata, Mari Carmen dice: “Ti affanni troppo per le cose della terra. Prega di più”. La mamma si scusa: “Ma io devo portare avanti la casa”. Risponde, implacabile, la bambina: “La nostra casa è il Paradiso, qui siamo solo di passaggio”.
Di famiglia aristocratica, è assai sensibile alle persone che lavorano in casa sua: non ci sono padroni e servi, ma solo dei figli di Dio. Una domestica, per lavorare, lascia a casa i suoi bambini. Mari Carmen vuole che vengano anche quei bambini a vivere con i González. A chi le offre dei giocattoli, chiede che le siano dati dei soldi... che lei darà ai poveri e ai bambini delle governanti...
Il giovedì santo 1939, prende parte con la nonna alla Messa “in coena Domini”. Domanda alla nonna: “Posso offrirmi a Dio, con Gesù Crocífsso?”. La nonna intende la domanda in senso generico e le risponde: “Sì, offriti al Signore”. Dopo la Comunione, il suo ringraziamento, fatto in ginocchio, sembra non finire più. All uscita. domanda: “Nonna che cos’è offrirsi?: E la nonna: “È darsi tutta a Dio!”.
L’8 maggio 1939, Mari Carmen si ammala di scarlattina. Le sofferenze sono subito atroci per le gravi complicazioni. Febbre altissima. Otomastoidite acutissima con setticemia grave. Le cure dolorose, sono inefficaci. Eppure ella è serena e forte. In seguito sulla sua agendina, troveranno brevi annotazioni rivelatrici: “29 agosto 1936. Oggi è stato ucciso papà”. “6 aprile 1939. Oggi mi sono offerta”. “7 maggio 1939. Per papà”.

Le sono tutti attorno per confortarla e curarla. Mari Carmen parla, decisa e struggente: “Mio papà è morto martire e io muoio vittima”. “Parlatemi di Gesù”. “Dai capelli ai piedi sono tutta una piaga». Vuole confessarsi spesso, la Comunione tutti i giorni, prega intensamente, anche quando sembra dormire. “Cerca di guarire”, le dice la mamma. Risponde: “Cerco di fare la volontà di Dio”
Si avvicina la festa della Madonna del Carmelo, 16 luglio, suo onomastico. “Mi piacerebbe morire in questo giorno”. “Ma - le dicono - il 16 si sposa la zia”. “Allora - dichiara - moriro l’indomani”. Il 17 luglio 1939, Mari Carmen confida: “Amatevi gli uni gli altri”. “E ora lasciatemi andare!”. “Dove?”. “In cielo; non vedi che qui c’e gia la Madonna venuta a prendermi?”. Sono le tre del pomeriggio, “l’ora nona” dell’olocausto di Gesù sulla croce.
Un anno dopo, moriva esule in Francia Manuel Díaz Azaña, il capo comunista della Spagna, durante la terribile persecuzione alla Chiesa. Ebbe la grazia di un sacerdote ad assisterlo in punto di morte, il quale racconterà che “Azaña morì dopo aver ricevuto con piena lucidità il Sacramento della Confessione e dell’Estrema Unzione, spirando in pace con Dio”.
Solo nell’aldilà, il persecutore pentito conobbe cioò che doveva per tutta l’eternità a una bambina di nove anni come Mari Carmen.

Articolo precedente

Articolo successivo

[Home page | Sommario Rivista]


realizzazione nuovacedis@edisons.it
ultimo aggionamento 02 aprile, 2002