DAL SANTUARIO DI COLLEVALENZA
 
P. Domenico Cancian fam

 

Voce del Santuario

Febbraio 2001

 

 

 

 

 

 

 

Santuario di Collevalenza

 

"Attirerò tutti a me"(Gv.12,32)

Il fascino del Cristo Crocifisso e Risorto è unico. Ha una forza di attrazione senza confronti. Lo predice con estrema chiarezza Gesù, quando annuncia solennemente la sua Ora, l‘ora più importante della Storia: la Pasqua.
“Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. Io, quando sarò elevato da terra attirerò tutti a me” (Gv 12,31-32).
Nell’annuncio della Pasqua che la Chiesa proclama nella solennità dell’Epifania, è detto: “Centro di tutto l’anno liturgico è il triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto che culmina nella domenica di Pasqua”.
La Pasqua in verità è per i cristiani la principale e in un certo senso l’unica celebrazione. Tutta la vita cristiana è vita pasquale, in quanto proviene da questo mistero e ad esso converge.
Madre Speranza, illuminata dal Signore, concentra tutto questo mistero nel Crocifisso dell’Amore Misericordioso. Quel Gesù che a braccia aperte sta ancor pregando: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno” (Lc 23,34), rivela un Amore che prende su di sè tutte le miserie umane. Gesù, vittima del suo Amore, offre liberamente la sua vita per noi.

“Ecco il vostro re” (Gv 19,14)

“Sì, egli è il Redentore, fatto uomo dei dolori, ma non a motivo della propria indegnità. Non sono le sue colpe che gli causano questi dolori di morte, ma è il suo amore per l’uomo che lo spinge a caricarsi delle nostre infermità, delle nostre sofferenze, delle nostre iniquità” (Madre Speranza).
E’ sulla croce che Gesù rivela lo splendore unico della sua regalità.
“L’immagine di Gesù in croce deve essere per noi la preferita e quella che parla di più al nostro cuore… Morendo fra i tormenti sulla croce, vinse la stessa morte, cancellò il peccato, redense il dolore, trionfò sull’inferno, soggiogò il mondo e attrasse a sé l’umanità. In quel momento ebbe inizio la sua regalità” (Madre Speranza).
Infatti il centurione pagano vedendo Gesù morire in quel modo, esclamò “Veramente quest’uomo era Figlio di Dio!” (Mc 15,39).
L’evangelista Giovanni contempla in Gesù umiliato, deriso, flagellato e crocifisso, il Cristo Re. E’ Pilato, il rappresentante dell’imperatore di Roma, a presentare Gesù ai giudei con le parole: “Ecco il vostro Re!” (Gv 19,14).
Gesù, spoglio di ogni potere umano, offre la sua vita solo per amore, muore con la dignità del Re del mondo, sedendo sul trono della croce. Sopra di lui, campeggia la scritta che tutti possono leggere: “Gesù il Nazareno, il re dei Giudei” (Gv 19,19).
Tutti siamo fortemente attratti da Lui a far parte del suo Regno d’Amore. “Per poter partecipare della vita, virtù e potenza salvante della croce di Cristo bisogna prendere parte al dolore e al peso che essa comporta, in vari modi: portare nel cuore la croce di Gesù con sentimenti di amore e di compassione; prendere la nostra croce con gioia, per amore di Dio; inchiodare alla croce la nostra volontà con l’obbedienza, la castità e la povertà, crocifiggendo le passioni e i cattivi desideri” (Madre Speranza)-
In questo senso, cari lettori, il Santuario vi augura la Santa Pasqua del Signore, anno 2002.

Madre Speranza… quasi venerabile

Ormai sembra tutto pronto per il riconoscimento da parte della Chiesa della virtù eroiche di Madre Speranza. Manca la firma del S. Padre che dovrebbe sottoscrivere, a Dio piacendo, nella settimana santa, il decreto ufficiale.
Sia il parere dei teologi, sia quello dei cardinali, sono risultati molto favorevoli. Hanno riconosciuto la Madre come donna di fede, di speranza e di carità; come persona che ha testimoniato in modo forte e coerente le virtù cardinali.
Ed anche la guarigione repentina di un bambino che non aveva ancora un anno, gravemente malato, sembra avere le caratteristiche del miracolo, operato dal Signore per intercessione della Madre.
Tutto questo è stato reso noto nei giorni 8-10 febbraio durante le celebrazioni del 19° anniversario della Madre. I molti pellegrini accorsi dalla Svizzera, Ravenna, Santeramo, Bologna, Perugia, Roma e altre città hanno partecipato molto intensamente.
Venerdì 8 febbraio alle ore 8 la Cripta era piena. Mons Bianchi, presiedendo la celebrazione eucaristica, ha richiamato tutti alla santità sull’esempio di Madre Speranza, la quale durante tutti gli anni della sua lunga vita non ebbe altro desiderio che “far piacere al buon Gesù, facendo sempre, per amore, la sua santa volontà”. Ha invitato a rileggere e rimeditare l’intera S. Scrittura, perché è lì che incontriamo massimamente il volere del Signore.
Dopo la Messa, nella sala Giovanni Paolo II°, Padre Mario Gialletti e Marina Berardi hanno informato sul processo di canonizzazione della Madre e poi hanno presentato le sue virtù eroiche. E’ seguito un bellissimo fuori programma: la testimonianza dello zio e della mamma del bambino, guarito (così appare allo stato attuale delle cose) per intercessione della Madre Speranza. Tutto è stato ascoltato con molta attenzione da parte dell’uditorio che riempiva la sala.
La stessa comunicazione è stata ripetuta domenica 10 febbraio al mattino dinanzi ad altri pellegrini che provenivano in gran parte da Spinaceto (Roma), ma anche da altre città.
Il sabato alle ore 21 è stato presentato un bellissimo recital della “Compagnia teatrale terzo millennio”, composta dalle famiglie dei bambini della casa Generalizia di Via Casilina e dalle comunità d’amore. E’ stato un successo. Confesso di essermi commosso nel vedere la passione con cui è stata proposta la vita della Madre nei passaggi più importanti. Tutti sono rimasti molto soddisfatti, tanto che vorremmo fosse ripresentato per quanti non l’hanno potuto vedere.

Capigruppo

Dall’8 sera al 10 abbiamo avuto la gioia di incontrare una cinquantina di capigruppo. In un clima di amicizia abbiamo prima riflettuto sulla nostra chiamata alla santità. L’animatore del pellegrinaggio svolge bene il suo compito se lui stesso si fa pellegrino nella preghiera, nella partecipazione ai sacramenti, nell’accogliere sempre meglio la grazia di un nuovo incontro con l’Amore Misericordioso. Ogni pellegrinaggio potrebbe comportare una nuova tappa di crescita spirituale.
E poi dovrebbe rendersi docile strumento nelle mani del Signore per aiutare le persone a scoprire la sua misericordia, facendo una profonda esperienza spirituale. Lo stile evangelico richiede umiltà, carità, accoglienza, evitare il fanatismo da un lato e il laicismo o turismo dall’altro. Un buon clima aiuta non poco a incontrare meglio il Signore. Si è anche detto di invitare in maniera particolare i sacerdoti come guide spirituali (e comunque avvisarli), i lontani dalla Chiesa, i giovani, le famiglie, le vedove, le persone ammalate e sole…
Noi ci siamo impegnati a essere ancora più accoglienti, magari iniziando con una piccola processione e chiudendo con un congedo e una benedizione. Ringraziamo di cuore questi nostri preziosi collaboratori e invochiamo sulle loro famiglie la ricompensa dell’Amore Misericordioso.

Volontari

Negli stessi giorni abbiamo avuto l’incontro con le persone che appartengono all’Associazione di Volontariato per il Santuario dell’Amore Misericordioso. Erano una cinquantina circa. Guidati da Padre Vittorio e dalla Sig.na Marina hanno discusso su come migliorare il prezioso servizio alle Piscine. Dovremo mettere a punto orari più comodi per la gente, creare nuovi adeguamenti strutturali, favorire un clima di fede, di preghiera, di rispetto delle singole persone, facendo molta attenzione alle sofferenze umane.
Per ciò che riguarda il servizio di guida al Santuario faremo un incontro più avanti, in modo da offrire delle indicazioni valide per tutti.
Anche a questi volontari diciamo un cordiale grazie perché ci aiutano non poco nel Santuario, nelle piscine e negli umili ma necessari servizi alla casa del pellegrino.

Vita di Famiglia

Approfittando del fatto che in questo periodo non c’è molto flusso di pellegrini, la nostra Famiglia religiosa ha potuto realizzare importanti attività. P. Lucas e P. Aurelio Perez hanno fatto visita alle nostre comunità dell’America Latina: ce ne sono ben 4 in Brasile, una in Bolivia e un’altra in Messico. E’ un necessario coordinamento voluto dalle nostre costituzioni per vivere nello spirito dello stesso carisma.
Le nostre consorelle hanno avuto ben tre corsi di Esercizi Spirituali: ne sono uscite rinnovate e contente. Grazie naturalmente ai bravi predicatori: P. Aurelio Perez, P. Giulio Monti, Don Gabriele Tamilia della diocesi di Campobasso.
E poi hanno fatto un pellegrinaggio in Sicilia, visitando vari Santuari (tra cui Pompei, Madonna delle lacrime) e le comunità dei confratelli e consorelle che le hanno accolte con molto calore fraterno.
Siamo così pronti per iniziare la normale attività a favore dei pellegrini, che riprendono a visitare il Santuario. Già sabato 2 marzo ne abbiamo circa 500.

Professioni Religiose

La Famiglia dell’Amore Misericordioso sta crescendo. Due sorelle indiane, Jalaja Pithalies e Seena Mary, hanno emesso la loro prima professione religiosa come Ancelle dell’Amore Misericordioso, il giorno 8 febbraio alle ore 17. Una celebrazione bella (anche se un po’ lunga), preparata con cura in tutti i particolari: tovaglia dell’altare, canti, preghiere, danze… Giustamente con un taglio anche indiano. La gente ha seguito con molta attenzione.
Mi sono sentito di dire che queste persone, di statura piccola, apparentemente fragili, quasi trasparenti, avevano accolto con gioia l’invito di Gesù a portare il suo Amore Misericordioso nel mondo, forse anche nella nostra vecchia Europa. E mi ritornava alla mente la preghiera di Gesù: “Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te” (Mt 11,25ss).
In Brasile il 2 febbraio, hanno emesso la loro professione: Silvia Vieira, Dener Emerson, Valdirene Martins, Carlos Alberto. Ed anche in Bolivia ci sono già le prime Ancella ed altre novizie e postulanti.
Preghiamo perché in tutti sia sempre più vivo lo spirito della Madre.

Giovani

Alla spicciolata o in gruppo, diversi giovani frequentano il Santuario. E’ bello vederli riflettere, pregare, fare una confessione ben disposti.
Voglio segnalare la presenza di due classi del liceo scientifico di Todi, arrivate quasi improvvisamente al Santuario. Avevano chiesto al preside di partecipare ad una Messa in suffragio di una loro compagna deceduta in modo tragico. Assieme al preside e ai loro insegnanti li ho visti piangere, riflettere intensamente davanti al Crocifisso e poi attorno alla tomba della Madre.

Nei giorni 23 e 24 abbiamo avuto alcuni rappresentanti dei giovani che frequentano i nostri raduni e le altre attività giovanili. Con loro ci siamo scambiati pareri e suggerimenti per continuare a proporre l’Amore Misericordioso alle nuove generazioni. Li ringraziamo!
Ogni sabato del mese facciamo la veglia con e per i giovani. Ogni giovedì sera e ogni domenica sera abbiamo l’adorazione davanti al Santissimo per chiedere al Signore nuove e sante vocazioni, anche per la nostra Famiglia religiosa.
Aiutateci anche voi a crescere nello spirito della Madre.

Episodi del mese

Vedo arrivare al Santuario Luciano, un giovane papà di cinque figli che da molti anni coltiva nel suo cuore la spiritualità dell’Amore Misericordioso.
“Vengo a ringraziare la Madre perché mi ha ottenuto una grazia”.
E mi racconta che una sera di metà febbraio, stanchissimo del lavoro, stava andando a letto.
Luciano, vincendo la stanchezza, si mise a pregare, dicendo in cuor suo: “Signore, valga questa preghiera per i momenti di maggior bisogno!” E pregò, come tutte le sere la supplica per la beatificazione della Madre Speranza, invocando la sua intercessione.
Stava per mettersi a letto, ma, come ispirato, facendo ancora uno sforzo, volle andare a vedere i suoi figli nella camera a fianco. Subito s’accorse che Giorgio, il più piccolo, un bambino di appena 3 anni, stava quasi morendo soffocato. Lo prese in braccio, lo portò subito al pronto soccorso e nel giro di qualche giorno recuperò la salute.
“Per me è un miracolo. Pensa, se non avessi pregato e non mi fossi alzato per andare a vedere i figli…” E subito si portò davanti al Crocifisso e poi alla tomba della Madre.

Un altro giovane, uscito da solo da anni di droga, viene spesso al Santuario a pregare. Ha imparato a recitare il rosario tutti i giorni, a frequentare la Parrocchia, a leggere la Parola di Dio. Quella sera di febbraio mi racconta che s’era arrabbiato con un amico che gli aveva venduto un computer non funzionante, e per giunta facendogli un prezzo troppo alto.
Stava per andare a vendicarsi, quando gli venne l’ispirazione di entrare in chiesa. Si mise a pregare davanti al Tabernacolo per avere la forza di persuadere. Era solo. Dopo un po’ gli squilla il telefonino. Era l’amico che gli chiedeva scusa per lo sgarbo che gli aveva fatto e si dichiarava pronto a cambiare il computer e il prezzo.
Mi venne in mente quello che la Madre ci diceva: “Quando ho dei problemi vado davanti al Gesù e in poco tempo acquisto la pace”.

Defunti

Insieme a tutta la Chiesa dell’Umbria abbiamo pregato per S. Ecc. Mons. Carlo Urru, Vescovo emerito di Città di Castello, deceduto ai primi di febbraio.
Così pure abbiamo raccomandato all’Amore Misericordioso S. E. Mons. Luigi Scuppa, Vescovo di Fabriano-Matelica.
Sono Vescovi che conoscevano molto bene Collevalenza. Mons. Scuppa, due anni fa, aveva predicato un corso di Esercizi Spirituali per sacerdoti e tutti gli anni, immancabilmente, veniva con un pulman di sacerdoti della sua diocesi a partecipare alla Giornata di Spiritualità Presbiterale. A loro la nostra gratitudine.

La nostra carissima consorella Sr. Luce Garcia, dopo aver compiuto i suoi 90 anni il mese prima (era l’età della Madre), è deceduta il 4 febbraio.
Chi ha frequentato Via Casilina, anche solo una volta, è difficile che non l’abbia incontrata: col volto sorridente, luminosa, pronta ad accogliere, a raccontare qualcosa di bello, magari i suoi ricordi della Madre, e poi intenta al suo lavoro, a pregare, ad ascoltare la radio vaticana, a preparare i ricordi di Roma per i pellegrini… Ha vissuto quasi tutta la sua vita in Via Casilina, dove era arrivata nel 1941. Era stata Maestra delle novizie. Sapeva cantare. Scriveva bene. Parlava il tedesco. Mi piace riportare qui alcune espressioni scritte qualche settimana prima di morire.

“Il mio cuore è per Te. Ma se io resto senza, non posso vivere. Dammi il tuo, Signore!
Senza amore non ho vita. Dammi il tuo cuore, Signore!
Se il dolore bussa un giorno alla porta, non la chiudere.
Aprila, piano piano. Non gridare, né lamentarti, perché se no, non puoi ascoltare le sue parole.
Oh, Luce della Luce! Oh, Vita della Vita! Nelle tue mani, Signore, metto la mia morte.
Si compia la tua volontà!”

Il 15 febbraio è morta la mamma di Madre Laura Pizzuto, la signora Marianna. Una donna di fede, madre di cinque figli, rimasta vedova, pronta ad adattarsi alle difficili circostanze della vita, coraggiosa nella sofferenza. Aveva vissuto i suoi ultimi anni a Fratta Todina, dando buon esempio anche alla comunità.
È deceduto anche uno zio di Sr. Luciana.
Con sentimenti di affetto e di gratitudine affidiamo queste care persone all’Amore Misericordioso, chiedendo la loro intercessione.

Foto di gruppo
da S. Vittoria in Matenano Prima Professione religiosa di Jalaja Pithalies e Seena Mary Prima Professione religiosa di Jalaja Pithalies e Seena Mary da Napoli

 

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ultimo aggionamento 02 aprile, 2002