STUDI
 

23 aprile 2002
Venerabile.jpg (15245 byte)
La CHIESA
dichiara venerabile
MADRE SPERANZA

Alcune tappe
del Processo di beatificazione
della MADRE SPERANZA

8 febbraio 1983

Giorno della morte di Madre Speranza.

24 aprile 1988

Apertura del Processo diocesano nella diocesi di Orvieto-Todi.

11 febbraio 1990

Chiusura del Processo diocesano nella diocesi di Orvieto-Todi.

Sono stati elaborati complessivamente 52 volumi per raccogliere le 98 testimonianze ascoltate in Tribunale, gli scritti della Madre e circa altri 1.500 documenti relativi alla sua vita.

12 giugno 1992

A Roma la Congregazione delle Cause dei Santi concede il Decreto di validità giuridica degli atti del Processo Diocesano.

12 giugno 1993

Viene consegnata alla Congregazione delle Cause dei Santi la Positio sulla vita e le virtù di Madre Speranza.

La Positio - un estratto di tutti i 52 volumi di cui sopra - è stata elaborata in tre volumi di cui il 1° è una biografia scientifica, il 2° contiene i documenti a conferma della biografia, il 3° raccoglie alcuni di tutti gli altri documenti. Tutta questa documentazione è restata depositata presso la Congregazione per le Cause dei Santi in Roma finché non fosse arrivato il nostro turno della lista di attesa e fino a quando non avessimo presentato a Roma anche un presunto miracolo da studiare.

25 maggio 2001

Apertura a Vigevano del Processo su un presunto miracolo per la guarigione di un bambino.

16 luglio 2001

Chiusura del Processo Diocesano a Vigevano sul presunto miracolo. Il giorno seguente tutti gli Atti sono consegnati alla Congregazione per le Cause dei Santi in Roma.

15 ottobre 2001

Il Promotore della Fede consegna a nove Consultori-Teologi la Positio perché ne potessero prendere atto ed esprimere un loro voto.

11 gennaio 2002

Il Promotore della Fede Mons. Sandro Corradini, insieme al Relatore Mons. José Luis Gutiérrez, ha raccolto i Voti dei Consultori che sono risultano tutti e 9 favorevoli.

Questi voti sono raccolti nel volume RELATIO ET VOTA, di cui riportiamo alcuni passi:

Lo studio dei teologi "è stato attento, critico, circostanziato, unanime nell’esprimere grande ammirazione e stima verso questa religiosa del nostro tempo che ha accettato di vivere una singolare "avventura umana e spirituale" (Rel. et vota, p. 25).

La peculiarità di questa Causa si ritrova "nella figura stessa della Serva di Dio e nel suo itinerario di vita religiosa" (Rel. et vota, p. 5). Vi è, infatti, un forte "nesso tra le svolte impreviste e radicali della sua lunga esistenza e l’esercizio delle sue virtù e della stessa fama di santità: le virtù della S. di D. non sono "funghi" solitari che spuntano nel decorso tribolato della missione di fondatrice, ma germi vigorosi della Grazia con cui essa affronta ogni curvatura della sua vita consacrata all’Amore Misericordioso del Salvatore" (Rel. et vota, p. 60).

Formulo l’augurio che la Serva di Dio risplenda presto nel firmamento nitido e stupendo della Chiesa come eroina di santità, come maestra di vita spirituale" (Rel. et vota, p. 97).

"Il riconoscimento della sua santità di vita sarà un bene per la vita della Chiesa, in quanto [...] viene messo in risalto l'Amore Misericordioso di Dio verso noi peccatori. Cioè, serve a fare - e la consideriamo una delle grandi priorità per la Chiesa - una vera missione del Sacramento della Penitenza, portando al popolo a riscoprire la grandezza della misericordia di Dio che si avvera in questo Sacramento" (Rel. et vota, p. 24)

"La Serva di Dio può servire da esempio per come realizzare la propria vocazione, sempre nell'unione con la Chiesa: è un esempio di come Dio guida l'anima per mezzo della Chiesa" (Rel. et vota, p. 143).

La Serva di Dio è stata oggetto di "ammirazione appassionata e passionale [...] che senz'altro si fonda su dati incontrovertibili di una diffusa venerazione, stima e stupore" (Rel. et vota, p. 97).

In molti, "parlano della sua santa vita, delle sue virtù esercitate in modo straordinario, non comune o eroico e dell'essere una donna di Dio" (Rel. et vota, p. 103).

16 gennaio 2002

I tre volumi della Positio, insieme ai Voti dei Consultori (Relatio et vota), sono consegnati ai Sigg. Cardinali e Vescovi che dovranno esprimersi in merito il giorno 5 febbraio. In pari data il Segretario della Congregazione per le Cause dei Santi nomina S.E. Mons. Sebastian Laboa, vescovo emerito a San Sebastián, quale "Ponente" per la Consulta dei Sigg. Cardinali e Vescovi.

25 gennaio 2002

La Congregazione per le Cause dei Santi concede il Decreto di validità giuridica del Processo di Vigevano

5 febbraio 2002

Nella mattinata in Vaticano ha avuto luogo la Consulta dei Cardinali e Vescovi. S.E. Mons. Sebastián Laboa, quale Ponente, presenta la Causa e il risultato dei nove Consultori alla Consulta dei Vescovi e Cardinali che si sono espressi con voto favorevole alla unanimità, iuxta ponentem.

23 aprile 2002

Nella sala Clementina in Vaticano il Papa Giovanni Paolo II presiede alla LETTURA del Decreto per il riconoscimento delle virtù eroiche della Madre che, da questo momento, la Chiesa ritiene venerabile.

 


 

FamEam_Logo.jpg (8611 byte) FAMIGLIA RELIGIOSA DELL'AMORE MISERICORDIOSO
CONGREGAZIONE DEI FILGI E DELLE ANCELLE DELL'AMORE M.

I Superiori Generali

Tutto per Amore!

Roma, 23 aprile 2002

Carissimi/e Fratelli e Sorelle nell'Amore Misericordioso,

        sono le ore 12,15 e siamo appena usciti dalla "Sala Clementina" del Vaticano dove, assieme ad altri esponenti del "Popolo di Dio", abbiamo assistito alla "LETTURA", presieduta dal Santo Padre, per la promulgazione di vari Decreti:

* decreti per il riconoscimento di miracoli;
* decreti per il riconoscimento di martiri;
* decreti per il riconoscimento di virtù eroiche.

Dei decreti per il riconoscimento delle virtù eroiche, la nostra Madre è stata l'"ultima" perché è la più "giovane e recente" in ordine di tempo. In latino, è stata additata come "luce e faro" da seguire. Un Monsignore ci ha detto affettuosamente che da ora in poi "la Madre volerà" verso la beatificazione, s'intende!

Quando alla fine del solenne atto siamo passati uno ad uno a baciare la mano del Santo Padre, il quale era visibilmente commosso, felice e con uno sguardo furbetto e penetrante, gli abbiamo chiesto la Sua benedizione per tutta la Famiglia dell'Amore Misericordioso, rinnovandogli anche il nostro filiale affetto. Lui ci ha benedetto con un bel segno di croce e di benedizione per ogni Ancella, Figlio e Laico dell'Amore Misericordioso. Siano rese grazie e lodi alla SS. Trinità! Invitiamo ogni Comunità EAM/FAM ad organizzare un solenne triduo di ringraziamento alla SS. Trinità ed un festoso TE DEUM, perché la nostra Madre è "venerabile"!

Ci facciamo un augurio reciproco di santità perché possiamo seguire le orme della nostra impareggiabile Madre Fondatrice. Con un fraterno abbraccio.

P. Maximiano Lucas, fam Madre Mediatrice Berdini, eam

 


 

IL DISCORSO RIVOLTO AL PAPA
DAL CARDINALE JOSÉ SARAIVA MARTINS
L'OSSERVATORE ROMANO - 23 aprile 2002

    Durante la Promulgazione di Decreti della Congregazione delle Cause dei Santi, svoltasi alla presenza di Giovanni Paolo II nella mattina di martedì 23 aprile, nella Sala Clementina, il Prefetto, Cardinale José Saraiva Martins, ha rivolto al Papa il seguente discorso:

    Beatissimo Padre,

    mentre siamo ancora avvolti dal mistero pasquale, la Congregazione delle Cause dei Santi ha la gioia di presentare a Vostra Santità diciannove decreti, relativi a ventidue Servi e Serve di Dio, maturati nella santità sull'albero della Croce.
    Essi, secondo il carisma di ciascuno, hanno seguito, con assoluta fedeltà, quello stesso ideale di vita che Vostra Santità ha riproposto nell'omelia pasquale agli "uomini e alle donne del terzo millennio", dicendo: "Aprite il cuore a Cristo crocifisso e risorto che viene offrendo la pace! Là dove entra Cristo risorto, entra con Lui la vera pace" (L'Osservatore Romano, 2-3 aprile 2002, p. 7).
   La storia della Chiesa, infatti, e le biografie dei Santi, ci confermano che la civiltà dell'amore e della pace non può avere altro fondamento che in Cristo "principe della pace".
    I decreti, che stanno per essere promulgati con l'autorità di Vostra Santità, riguardano anzitutto undici miracoli, di cui:

  • quattro sono attribuiti a Beati e
  • sette a Venerabili Servi di Dio;
  • due decreti sono sul martirio di due giovani laici ugandesi e di tre sacerdoti bulgari.
  • sei decreti si riferiscono alle virtù eroiche.

    Questi Beati e Servi di Dio rappresentano, nel loro insieme, le diverse componenti della Chiesa, comprendendo un Vescovo, due sacerdoti diocesani, sette sacerdoti di istituti di vita consacrata; dieci suore, due laici. Provengono da culture e da nazioni differenti: sette sono italiani, sei spagnoli, tre bulgari, due francesi, due ugandesi, una polacca ed una svizzera.

    a) Miracoli per la canonizzazione
   Si tratta di quattro guarigioni prodigiose, attribuite alla intercessione di altrettanti Beati, che sono stati elevati agli onori degli altari da Vostra Santità negli scorsi anni.

    1) Il Beato JOSÉ MARIA RUBIO Y PERALTA († 1929), gesuita spagnolo; è stato definito "l'apostolo di Madrid", dove svolse un vasto ed efficace apostolato come confessore, predicatore e benefattore dei quartieri più poveri della città. Convinto animatore del laicato cattolico, lo seppe coinvolgere nelle sue molteplici iniziative sociali e caritative. Il miracolo, che gli è attribuito, avvenne in Spagna nel 1989.

    2) Donna di eccellenti doti umane e spirituali fu la Beata ORSOLA LEDÓCHOWSKA († 1939), che fondò la Congregazione delle Suore Orsoline del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante per l'educazione della gioventù femminile e per l'assistenza degli anziani, dei malati, dei bambini. Alla sua intercessione si deve un miracolo accaduto in Polonia nel 1996.

    3) La Beata GENOVEFFA TORRES MORALES († 1956) nacque nella povertà e visse nel sacrificio. Restò orfana in tenera età e per un tumore le venne amputata una gamba quando era ancora giovinetta. Superò molte difficoltà finché riuscì a fondare la Congregazione delle Suore del Sacro Cuore e dei Santi Angeli, che si dedicano all'assistenza delle anziane. Il miracolo avvenne nel 1994, in Spagna, patria della Beata.

    4) La Spagna ha dato i natali anche alla Beata MARIA MARAVILLAS DI GESÙ PIDAL y CHICO DE GUZMÁN († 1974), carmelitana scalza, figlia dell'ambasciatore di Spagna presso la Santa Sede. Nel segno della fedeltà a Santa Teresa di Gesù fondò numerosi Carmeli, dei quali fu madre e maestra soprattutto con l'esempio delle sue virtù. Svolse una significativa attività caritativa e sociale. Poche settimane dopo la sua beatificazione, celebrata nel 1998, con la sua intercessione ottenne da Dio la miracolosa guarigione di un bambino argentino.

    b) Miracoli per la beatificazione
    Vengono promulgati anche sette decreti sui miracoli di Venerabili Servi di Dio, le cui virtù eroiche sono state riconosciute da Vostra Santità negli anni scorsi. I casi in questione, dopo essere stati riconosciuti come inspiegabili scientificamente, hanno superato felicemente anche l'esame teologico dei Consultori, dei Cardinali e dei Vescovi del Dicastero. I miracoli sono attribuiti alla intercessione dei seguenti Servi di Dio:

    1) Mons. ANDREA GIACINTO LONGHIN († 1936). Vescovo cappuccino di Treviso; particolarmente stimato da San Pio X, che personalmente lo promosse all'episcopato nel 1904, servì la sua diocesi con carità pastorale, spirito di sacrificio ed assoluta dedizione. Il miracolo é avvenuto a Treviso nel 1964.

    2) II sacerdote francese PIETRO BONHOMME († 1861). Spese la sua vita nella educazione cristiana della gioventù per la quale fondò diverse scuole e la Congregazione delle Suore di Nostra Signora del Calvario. Il miracolo, avvenuto in Brasile, riguarda un bambino di diciotto mesi, che in modo inspiegabile scampò da sicuro annegamento.

    3) Il padre cappuccino MARCO DA AVIANO († 1699), al secolo Carlo Domenico Cristofori. Fu un famoso predicatore a dimensione europea. Accompagnato ovunque dalla fama di santità, promosse la concordia e la libertà dei paesi europei, allora minacciati dall'invasione turca. Il miracolo avvenne a Padova nel 1941.

    4) 11 Padre GABRIELE MARIA ALLEGRA († 1976) dell'Ordine dei Frati Minori. Lasciò giovanissimo la Sicilia per recarsi missionario in Cina, dove restò fino alla morte. Ha il grande merito di aver tradotto la Bibbia in lingua cinese e di aver testimoniato in quella terra la carità per i malati, i poveri, i lebbrosi. A Pechino fondò lo Studio Biblico e a Singapore lo Studio Sociologico. Il miracolo avvenne in Italia nel 1985.

    5) Madre MARIA DELLA PASSIONE († 1904), al secolo Elena Maria de Chappotín de Neuville. Dalla natia Francia andò missionaria in India. Dopo molte traversie e tribolazioni fondò la Congregazione delle Suore Francescane Missionarie di Maria, che al momento della sua morte erano oltre duemila. Il miracolo avvenne in Canada nel 1939.

    6) Madre MARIA DOLORES RODRÍGUEZ SOPEÑA Y ORTEGA († 1918). Si occupò con coraggio e generosità della evangelizzazione e della promozione sociale dei poveri e degli operai dei quartieri periferici delle grandi città. Fondò in Spagna l'Istituto delle Dame Catechiste, oggi chiamato Istituto delle Suore Catechiste Dolores Sopeña. Invocata con fiducia, la Serva di Dio ottenne dal Signore, nel 1957, la miracolosa guarigione di un fabbro spagnolo.

    7) Madre MARIA DELLA CARITA' († 1943), al secolo Maria Giuseppa Carolina Brader. Entrò nel monastero svizzero di Maria Hilf di Altstätten, da dove partì missionaria per l'Ecuador assieme alla Beata Maria Bernarda Bütler. Fondò in Colombia la Congregazione delle Suore Francescane di Maria Immacolata per l'educazione cristiana della gioventù povera. Il Miracolo avvenne in Colombia nel 1989.

    Queste Cause, con l'odierna promulgazione del decreto sul miracolo, completano il loro iter in vista della beatificazione dei rispettivi Servi di Dio.

    c) Martirio
    Nel XX secolo, così come in ogni epoca, la Chiesa ha avuto i suoi martiri in diverse parti del mondo, comprese l'Uganda e la Bulgaria.

    1) Il primo decreto sul martirio, che ora verrà promulgato, ci porta in Bulgaria, dove PIETRO VITCHEV, PAOLO DJIDJOV e GIOSAFAT CHICHKOV, sacerdoti professi della Congregazione degli Agostiniani dell'Assunzione, vennero fucilati nel 1952 nel carcere di Sofia dal regime comunista bulgaro. Il vero motivo della loro uccisione fu che erano sacerdoti cattolici. Assieme a loro conseguì la palma del martirio il Vescovo passionista Vincenzo Eugenio Bossilkov, beatificato da Vostra Santità nel 1998.

    2) L'altro decreto sul martirio si riferisce a due ragazzi ugandesi, DAVIDE OKELO di sedici anni e GILDO IRWA di dodici anni. Come ferventi catechisti, collaboravano con i Padri Comboniani alla evangelizzazione del loro popolo. Minacciati, non vollero abbandonare il loro incarico. Assieme furono uccisi a colpi di lancia nel 1818.

    d) Virtù eroiche
    Hanno percorso la via delle virtù eroiche, ossia delle virtù praticate con esattezza, perseveranza, generosità e gioia per un notevole tratto della vita, i seguenti Servi di Dio:

    1) Il sacerdote GIUSEPPE MORGERA († 1898) del clero della diocesi di Ischia. Fu zelante pastore di anime, umile, caritatevole e dotto. Come parroco aiutò la popolazione di Casamicciola a risorgere dal devastante terremoto del 1883.

    2) Padre GIOACCHINO DA CANICATTI († 1905), al secolo Gaetano La Lomia. Seguì fedelmente l'ideale francescano nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini. Prima fu missionario in Brasile, poi apprezzato predicatore nel paese natale e in Sicilia.

    3) Madre MATILDE TÉLLEZ ROBLES († 1902). In Spagna fondò la Congregazione delle Figlie di Maria Madre della Chiesa per l'adorazione della SS. Eucaristia e per l'aiuto alle categorie sociali più deboli.

    4) Madre GIULIA SALZANO († 1929). Ebbe un carisma speciale per l'insegnamento del catechismo e a tal fine fondò nell'arcidiocesi di Napoli la Congregazione delle Suore Catechiste del S. Cuore.

    5) Madre MARIA ANNA SALTINI († 1957), comunemente chiamata "Mamma Nina". Rimasta vedova a quarant'anni, lasciò al sicuro i suoi figli per dedicarsi a tempo pieno alle bambine abbandonate e bisognose di Carpi. Fondò la Casa della Divina Provvidenza e, successivamente, l'Istituto delle Figlie di San Francesco di Carpi.

    6) Madre SPERANZA DI GESÙ († 1983), al secolo Maria Giuseppa Alhama y Valera. È stata una fervente apostola della divina Misericordia. Fondò le Congregazioni delle Ancelle dell'Amore Misericordioso e dei Figli dell'Amore Misericordioso. Presso il noto santuario di Collevalenza, da lei stessa voluto, ricevette nel 1981 la Visita di Vostra Santità.

    Beatissimo Padre,
    l'esempio di vita, lasciato alla Chiesa da questi eroici testimoni del vangelo, sarà un valido punto di riferimento per le loro diocesi di origine e per, le loro famiglie religiose di appartenenza.
    A questi Servi di Dio chiediamo, nella preghiera, di assistere Vostra Santità nel quotidiano esercizio del ministero petrino. In particolare, raccomandiamo ai tre nuovi martiri bulgari di accompagnare Vostra Santità nel prossimo viaggio apostolico nella loro patria, rendendo ricca di frutti spirituali la Sua Visita pastorale a quella nazione che, in molti dei suoi figli, ha dato prova di eroica fedeltà a Cristo e alla Chiesa.

Vaticano, Sala Clementina, promulgazione dei Decreti

 


 

CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI

Diocesi di Orvieto - Todi

Causa di
beatificazione e canonizzazione
della Serva di Dio
MADRE SPERANZA DI GESU'

(al secolo: Maria Josefa Alhama Valera)
FONDATRICE DELLE CONGREGAZIONI
DELLE ANCELLE E DEI FIGLI DELL'AMORE MISERICORDIOSO
(1893 -1983)

DECRETO SULLE VIRTU'

"Andate ed imparate cosa significhi: misericordia io voglio" (Mt. 9,13)

Il Signore Gesù con il suo insegnamento e soprattutto con il suo mistero pasquale ha rivelato al mondo che il Padre, ricco di misericordia (cf. Ef. 2,4), ci ha amati e ci ha fatti rivivere nella morte e risurrezione del Figlio. Lo stesso Cristo ha affidato alla sua Chiesa la missione di rendere testimonianza alla misericordia di Dio, professandola come verità salvifica di fede e cercando di introdurla e di incarnarla nella vita dei suoi fedeli (cf. Giovanni Paolo II, Lett. Enc. Dives in misericordia, inizio Cap. VII).

Tra i figli della Chiesa che , nel nostro tempo, hanno maggiormente professato e proclamato con la santità della vita e delle opere la divina misericordia va certamente annoverata la Serva di Dio Speranza di Gesù, la quale ebbe la sua vera scuola di vita nella Croce, e in Gesù Amore Misericordioso il suo personale maestro. Questa umile e ardente testimone della carità di Dio visse con lo sguardo inchiodato al Crocifisso e, bevendo alla fonte d’acqua viva di quel Cuore trafitto, ne assimilò i sentimenti: "qui – come ella confessò – ho imparato ad amare".

Primogenita di nove fratelli, Madre Speranza di Gesù nacque a Santomera, nella diocesi di Cartagena in Spagna, il 29 settembre 1893, da Giuseppe Antonio Alhama Palma e María del Carmen Valera Buitrago. Trascorse i primi anni nella sua poverissima famiglia. All’età di sei o sette anni fu accolta nella casa del parroco, dove ricevette un po’ di istruzione e imparò a seguire con generosità le vie di Dio. Infatti, manifestò un forte amore a Gesù Eucaristia e il desiderio di consacrarsi al Signore.

Il 15 ottobre 1914, festa di Santa Teresa di Gesù, con il proposito di diventare come lei una grande santa, entrò nell’Istituto delle Figlie del Calvario, che nel 1921, per motivi di sopravvivenza, si fuse con la Congregazione delle Religiose di Maria Immacolata, Missionarie Claretiane. Fedele alla grazia di Dio, coltivò la sua formazione umana e spirituale e, facendo una continua e sofferta opera di discernimento, avanzò in mezzo a molte tribolazioni fisiche e morali, che l’aiutarono a capire che Dio la chiamava a fondare due nuovi istituti di vita consacrata con la missione di far conoscere Dio "non come Padre sdegnato per le ingratitudini dei suoi figli, ma come un Padre buono che cerca con ogni mezzo di confortare, aiutare e far felici i propri figli; che li segue e li cerca con amore instancabile, come se non potesse essere felici senza di loro". Così all’Amore Misericordioso Madre Speranza di Gesù consacrò sia la sua vita sia la Congregazione delle Ancelle dell’Amore Misericordioso, fondata a Madrid la notte del natale 1930, sia la Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso, fondata a Roma nell’agosto del 1951. Questi due Istituti, ormai di diritto pontificio, costituiscono una rigogliosa Famiglia religiosa, formata da Fratelli e Sorelle, in sei distinte modalità di appartenenza. Questi, con lo stesso carisma, hanno il compito di testimoniare ed annunciare al mondo l’Amore Misericordioso, aiutandosi mutuamente nella reciproca santificazione.

La Serva di Dio, che fin dal 1936 si era trasferita a Roma, nel 1951 con i suoi figli e le sue figlie si stabilì definitivamente nel piccolo paese di Collevalenza, in diocesi di Todi, dove costruì per la gloria di Dio un magnifico Santuario dedicato all’Amore Misericordioso, consacrato nel 1965 alla presenza di numerosi Padri Conciliari.

Accanto al Santuario Madre Speranza di Gesù consumò la sua vita, testimoniando l’Amore Misericordioso di Gesù per ogni uomo. Piena di zelo per il Regno di Dio e la salvezza delle anime, riceveva, uno per uno, i molti pellegrini, ascoltandoli, consigliandoli e consolandoli. La sua missione quotidiana – come ella stessa ha scritto – fu di annunciare a tutti che "anche l’uomo più perverso, il più miserabile ed abbandonato, è amato da Gesù con tenerezza immensa. Gesù è per lui un padre e una tenera madre". Nonostante la venerazione goduta presso il popolo di Dio, Madre Speranza di Gesù si sentì sempre un umile strumento nelle mani del Signore, una semplice discepola del divino Maestro, desiderosa di ascoltare la sua parola e di vivere secondo il suo insegnamento e il suo esempio. Meditando e vivendo l’amore infinito di Dio, imparò a rinnegare se stessa, ad amare la croce, a dominare il suo carattere energico e – come disse ella stessa – a farsi usare "come un scopa che non si lamenta, non protesta e silenziosa lascia che la usino per una cosa o per l’altra".

Donna di solidissima fede, si fece condurre dalla volontà di Dio, alla quale aderì con la mente, con il cuore e con la vita. Osservò diligentemente le leggi di Dio e della Chiesa ed aspirò continuamente alla santità, facendo buon uso dei numerosi talenti ricevuti dall’alto ed evitando ogni forma di peccato e di imperfezione. Coltivò l’intima unione con Dio mediante la meditazione delle Sacre Scritture e delle verità eterne, la Liturgia, la fervente pietà eucaristica e mariana e l’assidua preghiera. Lo Spirito Santo la condusse agli alti gradi della contemplazione e l’arricchì di speciali carismi, che ella usò con semplicità per il bene delle anime. Il suo suore viveva nel cielo, ma i suoi piedi erano sulla terra. Partecipò alla vita della Chiesa ed ebbe un attaccamento filiale alla Santa Sede e al Sommo Pontefice. Nel 1981 il Signore le concesse la grazia di ricevere, a Collevalenza, la visita di Sua Santità Giovanni Paolo II.

Sapeva su chi aveva fondato la sua speranza: in Dio-Amore. Per questo non confidò nelle sue forze, ma nella bontà e nella provvidenza di Dio e, con serenità e pace interiore, superò contrarietà, dolori, sofferenze ed umiliazioni. Soprattutto in queste circostanze fu testimone convinta e credibile del suo nome profetico: Speranza di Gesù.

Dal suo rapporto intimo, sponsale e mistico con Dio, ne scaturì una carità appassionata, che la portò ad avere attenzioni e premure di madre verso i più poveri e a non fare distinzioni tra povero e ricco, parenti ed estranei, amici o nemici. Considerò i nemici i suoi più grandi benefattori tanto che mai cercò di difendere se stessa e, nonostante le umiliazioni e le calunnie, non accusò nessuno. Amò e servì con grande carità le sue figlie e i suoi figli spirituali, i sacerdoti, i malati, gli indigenti e quanti ricorrevano a lei. Guidata dalla luce dello Spirito e dalla prudenza soprannaturale, sapeva correggere, ammonire ed esortare secondo le necessità di ciascuno, manifestando sempre un cuore materno e giusto, tenero e forte, esigente e paziente. Non pensò mai, né per sé né per gli altri, ad una vita senza contrarietà e difficoltà. Poiché si fidava pienamente della bontà di Dio, accoglieva dalle sue mani ogni genere di croce e tutto usava come strumento di purificazione e di espiazione e come occasione per unirsi alle sofferenze del Redentore, Uomo dei Dolori.

Si donò al Signore in modo verginale; fu obbediente ai pastori della Chiesa, ai superiori ed ai suoi direttori spirituali. Nata povera, visse povera e si chinò sui poveri, nei quali scorgeva il volto sofferente di Cristo. Compì con semplicità le opere di misericordia corporali e spirituali e, con dolcezza e fermezza, difese la dignità dell’uomo, quale che fosse la sua condizione. Schiva dagli onori, lavorò con umiltà alla costruzione del regno di Dio e all’avvento della civiltà dell’Amore, della misericordia, del perdono e della pace.

La vita di Madre Speranza di Gesù fu segnata da diverse malattie da cui spesso guariva, anche a detta dei medici, in modo improvviso e sorprendente. La malattia che la condusse alla morte durò solo quattro giorni. La sera precedente del suo manifestarsi, la Serva di Dio disse al direttore spirituale: "Figlio, io me ne vado". Con serenità e gioia si preparò all’incontro definitivo con il Signore, che la chiamò a sé l’8 febbraio 1983. Santamente visse, santamente morì. La sua salma ora riposa nella cripta del Santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza, circondata dalla venerazione dei Figli e delle Figlie spirituali e dei numerosi pellegrini, provenienti da ogni parte del mondo.

La fama di santità e di miracoli, goduta in vita dalla Serva di Dio, continuò anche dopo la sua morte, per cui il Vescovo di Orvieto-Todi, Mons. Decio Lucio Grandoni, iniziò la Causa di beatificazione e canonizzazione con la celebrazione della Inchiesta diocesana (!988 – 1990), la cui validità giuridica è stata riconosciuta dalla Congregazione delle Cause dei Santi con Decreto del 12 giugno 1992. Preparata la Positio, si discusse secondo le norme se la Serva di Dio avesse esercitato in grado eroico le virtù. L’11 gennaio 2002 si è tenuto con esito positivo il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi. Infine i Padri Cardinali e Vescovi nella Sessione Ordinaria del 5 febbraio successivo, dopo aver ascoltato la relazione della Causa fatta dal Ponente Ecc.mo Giuseppe Sebastiano Laboa, Arcivescovo titolare di Zarai, hanno riconosciuto che Madre Speranza di Gesù ha esercitato in grado eroico le virtù teologali, cardinali ed annesse.

Dopo che il sottoscritto Cardinale Prefetto ha fatto di tutte queste informazioni una accurata relazione al Sommo Pontefice Giovanni Paolo II°, Sua Santità ha accolto e ratificato le istanze della Congregazione per le Cause dei Santi e ha dato ordine di compilare il Decreto sulle virtù eroiche della Serva di Dio.

Eseguito il mandato secondo le norme, avendo convocato alla Sua presenza nel giorno stabilito il Cardinale Prefetto, il Ponente della Causa e me, Arcivescovo Segretario della Congregazione, insieme alle altre persone che di norma vengono convocate, alla loro presenza, il Beatissimo Padre ha dichiarato:

"E' provato che la Serva di Dio Madre Speranza di Gesù
(al secolo: Maria Josefa Alhama Valera),
Fondatrice delle Congregazioni
delle Ancelle dell'Amore Misericordioso e dei Figli dell'Amore Misericordioso,
ha esercitato in grado eroico
le virtù teologali
della Fede, della Speranza, della Carità verso Dio e verso il prossimo
e le virtù cardinali
Prudenza, Giustizia, Temperanza e Fortezza
e le virtù con queste annesse".

Pertanto il Sommo Pontefice ha disposto che il presente decreto sia reso pubblico e trascritto negli Atti della Congregazione delle Cause dei Santi.

Dato a Roma, il 23 aprile dell'anno del Signore 2002

JOSEPHUS Card. SARAIVA MARTINS
Praefectus
L. E S.

Testo_Croce.gif (837 byte) EDUARDUS NOWAK
Archiep. tit. Lunensis
a Secretis

Ingresso del Papa nella Sala Clementina

 


 

Le prime felicitazioni pervenuteci subito dopo la promulgazione del Decreto

Ruini Mayer Goretti Grandoni Anton
Somalo Echevarrìa Ronchi DeAstorga D'Ambrosio

Grazie per questi e per gli altri innumervoli messaggi che ci sono giunti quando ormai la rivista era già in stampa

 


 

"Grazie, Santo Padre.
Grazie a nome di tutti noi;
anche a nome di Madre Speranza!"

 Già da qualche tempo tutti noi eravamo in trepidante attesa, desiderosi di sapere quale sarebbe stata la data, destinata, peraltro, a divenire storica, della proclamazione dell'eroicità delle virtù della nostra carissima Madre, da parte della Chiesa.

Martedì, 23 aprile, ore 11. Questa la comunicazione ufficiale giuntaci la sera del martedì precedente. Alcuni di noi hanno potuto essere presenti nella Sala Clementina, in Vaticano: i Superiori generali delle due Congregazioni, Padre Lucas e Madre Mediatrice, e quanti avevano lavorato per il Processo.

Arrivati per tempo, abbiamo atteso l’entrata del Santo Padre che, puntuale, ha fatto il suo ingresso nella Sala. Ci si è stretto il cuore di tenerezza quando, vedendolo da molto vicino, ci siamo personalmente resi conto di tutta la sofferenza che Lo accompagna a causa dell'età e della malattia; anche per questo ci è apparso tanto più grande, un gigante di santità da ammirare per la serenità ed il coraggio che testimonia con la sua vita.

Mezz’ora d’attesa colma di gratitudine, di speranza ma anche di mille ricordi. Come non ripensare a quelle convinzioni e certezze che hanno accompagnato i 19 anni trascorsi dalla morte della Madre? In particolare, scorrevano davanti a noi gli ultimi 14 anni che avevano visto l'avvio del Processo sull'eroicità della vita e delle virtù della Madre, prima nella nostra diocesi di Orvieto-Todi e poi a Roma, e che giungeva ora al suo atto conclusivo.

  1. In obbedienza al Concilio Vaticano II°, il Papa Giovanni Paolo II ha sempre insegnato che la vera storia dell'umanità è costituita dalla storia della santità... La santità non come ideale teorico, ma come via da percorrere nella fedele sequela di Cristo, è un'esigenza particolarmente urgente ai nostri tempi (15 febbraio 1992). In effetti, la santità è la realizzazione più piena di quella dignità dell'uomo che Gesù Cristo ci ha acquistato facendosi Uomo e morendo per tutti sulla Croce.
    I Beati e i Santi sono quei fedeli nella cui vita la Chiesa riscontra la perseveranza fino all'ultimo momento nella pratica delle virtù e li propone pubblicamente come modelli e come intercessori presso Dio.
    La beatificazione e la canonizzazione non sono atti in forza dei quali una persona morta in concetto di santità viene promossa ad uno status superiore, ma costituiscono, invece, un bene per la Chiesa pellegrina sulla terra, a cui, mediante la beatificazione, viene concesso di poter tributare culto pubblico ad un Servo di Dio, entro l'ambito limitato di una o più diocesi o di un'istituzione; con la canonizzazione, poi, il Papa pronuncia un giudizio infallibile sul fatto che il Santo gode della gloria in cielo e il suo culto è esteso a tutta la Chiesa.
  2. Un Processo di canonizzazione dà l'opportunità di una ricerca documentaria, mettendo insieme le deposizioni di molti testi presenziali, una ricerca documentaria eseguita a tappeto e, infine, un esame approfondito di tutti gli scritti della Fondatrice.
    Uno dei beni più importanti, fra i tanti provenienti dalla causa di canonizzazione di una Fondatrice e dal lavoro di ricerca che essa comporta, è appunto la messa a fuoco del carisma così come lo stesso si è andato manifestando nel corso del tempo, nelle parole e nella vita della medesima Fondatrice.

Siamo stati presi da un momento di grande commozione ripensando a queste realtà destinate a segnare la storia del mondo ed in particolare di questo terzo millennio, più che mai bisognoso della potenza dell’Amore Misericordioso, come ebbe a dire lo stesso Giovanni Paolo II in occasione del suo pellegrinaggio a Collevalenza. Così, ciò che la Madre aveva messo a servizio della Chiesa: il suo carisma, la sua vita, il suo pensiero, il suo modo di cogliere e di presentare Dio, ora, a soli 19 anni dalla sua morte e proprio per mezzo di quel Pontefice che aveva avuto la gioia di incontrare personalmente, la stessa Chiesa ce lo stava ridonando, arricchito dal suo sigillo di autenticità evangelica.

Mentre eravamo immersi in questi ed altri pensieri, ci ha riportato alla realtà uno scroscio di battimani che annunciava l'ingresso del Papa nella Sala Clementina. Abbiamo potuto vederlo tanto da vicino e contemplarlo commosso durante tutto il tempo della Lettura dei Decreti. Quando ci siamo avvicinati, ognuno di noi gli ha rivolto una parola, uno sguardo, ha preso la sua mano per baciarla in segno di riverente ossequio e filiale riconoscenza. Tra tutte, con questa espressione abbiamo voluto riassumere i nostri sentimenti: "Grazie, Santo Padre. Grazie a nome di tutti noi; anche a nome di Madre Speranza!". E Lui, paternamente, ha impartito su ciascuno la sua benedizione.

Padre Mario Gialletti fam

 


 

Mercoledi 24 Aprile 2002 AVVENIRE

UMBRIA
È venerabile la fondatrice della "Famiglia dell'Amore Misericordioso", conosciuta da Wojtyla

Madre Speranza,
dalla Spagna a Collevalenza

Marina Berardi

Fra i venerabili ce n'è uno che Giovanni Paolo II ha conosciuto di persona: è Madre Speranza, di natali spagnoli, italiana d'adozione, che accolse Papa Wojtyla al santuario umbro di Collevalenza il 22 novembre 1981. Una giornata indimenticabile.

Madre Speranza - al secolo María Josefa Alhama Valera -, primogenita di 9 fratelli, nacque il 30 settembre 1893 a Santomera, nel sud della Spagna, in una famiglia molto povera. Attorno ai sette anni fu affidata al parroco; in cambio di piccoli servizi le due sorelle del sacerdote s'incaricarono di darle un'istruzione. Lì rimase fino al 15 ottobre 1914, quando partì per farsi religiosa.

Entrò nel convento di clausura delle Figlie del Calvario. Nel 1921 l'istituto si aggregò alle Claretiane, dove Madre Speranza rimase fino al 6 dicembre 1930, quando ne uscì per fondare una nuova opera. Nella povertà più assoluta, la notte di Natale del 1930, diede inizio alle Ancelle dell'Amore Misericordioso che nel 1940 contavano già una decina di case. Nel maggio 1936 Madre Speranza venne a Roma dove prese in affitto una casa in una delle zone più povere. Gli anni successivi, pur sofferti, videro sorgere nuove fondazioni. Nel 1950, Anno Santo, le suore seppero accogliere a Roma oltre cinquecento pellegrini al giorno. Il 15 agosto 1951 a Roma Madre Speranza diede vita alla Congregazione dei Figli dell'Amore Misericordioso, con la missione di annunciare l'Amore Misericordioso e di aiutare il clero diocesano.

Il 18 agosto 1951 Madre Speranza si era già trasferita a Collevalenza, piccolo paese dell'Umbria, per aprire una comunità di Ancelle e la prima comunità dei Figli dell'Amore Misericordioso. Diede così inizio a una nuova ed originale forma di vita religiosa, la Famiglia dell'Amore Misericordioso: fratelli e sorelle, figli della stessa madre, che, in sei distinte modalità d'appartenenza vivono lo stesso carisma e hanno il compito di annunciare l'Amore Misericordioso, aiutandosi nella reciproca santificazione. Da questo momento Collevalenza diventò il centro di un annuncio che Figli ed Ancelle porteranno anche in Spagna, Italia, Germania, Brasile, Bolivia, Romania, India, Messico e Cuba. Madre Speranza dagli anni '50 cominciò la costruzione del Santuario dell'Amore Misericordioso (nel 1982 riconosciuto quale "basilica minore"). Lì "consumò" la sua vita. Madre Speranza morì l'8 febbraio 1983, a circa 90 anni. La sua salma è tumulata nella cripta del Santuario.

Il 24 aprile 1988 fu aperto nella diocesi di Orvieto-Todi il processo di beatificazione. La fase diocesana si concluse in quasi due anni. Il 23 aprile 2002 la Chiesa ha dichiarato venerabile Madre Speranza.

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ultimo aggionamento 07 luglio, 2002