DAL SANTUARIO DI COLLEVALENZA
 
P. Domenico Cancian fam

 

Voce del Santuario

Maggio 2001

 

 

 

 

 

 

 

Santuario di Collevalenza

 

"Venite a me... e imparate da me"(Mt.11,28)

“Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero” (Mt 11,28-30).
Queste parole di Gesù, riportate solamente da Matteo, costituiscono un cordiale invito rivolto a tutti, ma in modo speciale ai poveri, ad avvicinarsi a Lui, ad imparare dal suo cuore mite e umile, per trovare pace e ristoro. Egli è venuto a donarci e ad insegnarci l’amore misericordioso.
La sua missione consiste nel portarci il Vangelo della misericordia guarendo i malati, cacciando i demoni, perdonando i peccati.
Proprio perché “mite e umile di cuore” non ha alzato la voce nelle piazze, non ha spezzato la canna infranta, non ha spento il lucignolo fumigante (cf Mt 12,16-21). Sono immagini che descrivono molto plasticamente uno stile di comprensione, pazienza e misericordia. I suoi miracoli non sono gesti spettacolari di potenza, ma opere di misericordia, scaturite dal suo cuore buono.

Il Sacro Cuore   di Gesù

Il mese di giugno, nella tradizione cristiana, è dedicato in modo particolare alla contemplazione-adorazione-riparazione del Sacro Cuore di Gesù. Per lo stretto rapporto con l’Amore Misericordioso rivelato a Madre Speranza, vale la pena fare qualche breve cenno.
S. Margherita Maria Alacoque, una religiosa francese vissuta nel monastero di Paray-Le-Monial per circa 20 anni (dal 1671 al 1690), nelle molteplici visioni soprannaturali, fa esperienza diretta dell’Amore racchiuso nel cuore di Gesù.
Nella rivelazione del 27 dicembre 1673, festa di S. Giovanni evangelista, il discepolo prediletto che appoggiò il capo sul “seno” di Gesù (cf Gv 13,25), la santa così si esprime: “Mentre ero davanti al Santo Sacramento… Egli mi fece riposare a lungo sul suo Divin Petto e mi scoprì le meraviglie del suo Amore e i segreti del suo Sacro Cuore… Mi disse: «Il mio Divin Cuore è tanto appassionato d’amore per gli uomini e per te in particolare, che non potendo più contenere in se stesso le fiamme del suo ardente Amore, sente il bisogno di diffonderle per mezzo tuo»”.
Quindi Gesù prese il cuore di Margherita e lo mise nel Suo Cuore che era come “una fornace ardente”. Il cuore di Margherita era diventato una fiamma incandescente. La santa vide ancora il Divin Cuore sfolgorante come un sole che emanava raggi infuocati; era circondato da una corona di spine che rappresentavano i nostri peccati. Sul Cuore era piantata la Croce. Le disse ancora:
“Ecco quel Cuore che tanto ha amato gli uomini e che nulla ha risparmiato fino a consumarsi per testimoniare loro il Suo Amore. In cambio, dalla maggior parte di essi, ricevo ingratitudini, irriverenze e freddezze. Ciò che più mi amareggia è che ci siano anche dei cuori a me consacrati che mi trattano così”.
Gesù quindi promette che chi farà la Comunione per nove primi venerdì del mese consecutivi riceverà la grazia della salvezza.

Questa rivelazione ebbe un grande seguito: nel 1856 Pio IX istituì la solennità del S. Cuore; Leone XIII consacrò al Cuore Sacratissimo di Gesù tutto il genere umano; fu promossa l’Ora Santa davanti al Santissimo Sacramento.
Pio XII nel 1956 scrisse l’Enciclica Aurietis aquas in cui afferma che “il mistero della redenzione è un mistero di amore misericordioso dell’Augusta Trinità e del Redentore divino verso l’umanità” e che “l’immagine più espressiva era il Cuore trafitto del Cristo crocifisso”. E’ un’immagine che favorisce “non soltanto la contemplazione del suo amore sensibile, ma ancora più l’adorazione dell’Amore divino del Verbo Incarnato”. Conclude Pio XII: “Per questa ragione il culto al Cuore di Gesù si deve tenere in tanta stima da considerarsi come la professione pratica più completa della religione cristiana” perché “è il culto all’amore col quale Dio ci ha amati per mezzo di Gesù” ed è anche il contenuto del suo comandamento.
Come dire che il cuore appare come il simbolo più espressivo dell’Amore ardente e inarrestabile di Dio rivelato da Gesù. Il cuore squarciato di Gesù è la sorgente perenne ed inesauribile dell’Amore Misericordioso di Dio.
Non per niente nel Crocifisso dell’Amore Misericordioso è evidenziato il cuore con la scritta in latino: Charitas. E’ il motivo ispiratore di tutta la vita di Gesù.

Mi è molto piaciuto, in proposito, ciò che ha scritto il cardinale Saraiva Martins, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, nel “Decreto sulle virtù” della Madre Speranza. Questa Serva di Dio “ebbe la sua vera scuola di vita nella Croce, e in Gesù Amore Misericordioso il suo personale maestro. Questa umile e ardente testimone della carità di Dio visse con lo sguardo inchiodato al Crocifisso e, bevendo alla fonte d’acqua viva di quel Cuore trafitto, ne assimilò i sentimenti: “qui – come ella confessò – ha imparato ad amare” (cf L’Amore Misericordioso, maggio 2002, p. 18).

Auguro a me e a voi, seguendo l’esperienza di S. Margherita e della Venerabile M. Speranza, di accogliere nel nostro povero cuore qualche goccia dell’Amore che ha infiammato il Cuore di Gesù e “di ardere nel fuoco della sua carità”.

Pellegrini nel mese  di maggio

Abbiamo registrato un notevole incremento. Non sappiamo dare la statistica esatta, ma certamente c’è un significativo aumento di presenze, soprattutto nei fine-settimana. Diverse migliaia di persone hanno visitato il Santuario, in modo particolare il 1° maggio, nella solennità dell’Ascensione e della Pentecoste. Abbiamo celebrato la Veglia nella Basilica, gremita di pellegrini.

Abbiamo avuto anche la gioia della presenza di famose corali, che hanno animato alcune celebrazioni.
Ricordo i cantori della cattedrale di Arezzo, guidati da Don Alvaro; la corale “Cesare Celsi” di Piane di Falerone; la corale della Madonna del Lambro; la corale dei bambini di Acquasparta, diretti della Maestra Francesca.

Inutile fare l’elenco delle città di provenienza dei diversi pellegrini. Ormai da tutta l’Italia, dal Nord al Sud, arrivano persone che non avevano mai visitato Collevalenza, insieme a chi volentieri ci ritorna.
Diverse sono le comitive “di passaggio” che fanno sosta qui, nel loro itinerario verso Assisi, Cascia, Orvieto. Non pochi gruppi avevano in programma di fermarsi qualche minuto e poi s’intrattengono qualche ora, meravigliati e stupiti per la bellezza del Santuario. Naturalmente l’esperienza spirituale più profonda è per quelli che, magari guidati dal parroco, vengono per una giornata di riflessione, di celebrazione della riconciliazione, dell’Eucaristia, della Liturgia delle acque, della Via Crucis.

Segnaliamo in questo mese le diverse decine di gruppi di bambini e ragazzi che sono venuti con il parroco e i catechisti per una giornata di ritiro spirituale in preparazione alla prima comunione e alla cresima. Ne abbiamo confessato proprio tanti.
Il Santuario era animato dalle voci festose di questi ragazzi che, al momento opportuno, sapevano stare attenti, anche in silenzio. Ci hanno dato esempio di stupore, di semplicità, di come accogliere il mistero dell’Amore di Gesù. “Se non diventerete come i bambini, non entrerete nel Regno”.

Abbiamo incontrato molti Sacerdoti. Tanti vengono alla spicciolata per un momento di riflessione e di preghiera, per la confessione ed anche per fraternizzare con noi. Ricordo in particolare una ventina di sacerdoti di una vicaria di Vicenza. Sono stati qui due giorni. Dopo aver visitato il Santuario e celebrato insieme, accompagnati da due sacerdoti dell’Umbria hanno visitato Carsulae, Montefalco, Spoleto. Li abbiamo visti ripartire felici, pronti a riprendere il loro ministero.

Non raramente ci troviamo anche coppie di fidanzati che vengono per preparare il loro matrimonio, chiedendo un colloquio e la riconciliazione.

Voglio segnalare la presenza di gruppi di pellegrini provenienti da Panama, dagli USA, dalla Corea, dalla Croazia, dall’Inghilterra, dalla Svizzera, dalla Germania. Abbiamo avuto la graditissima visita del card. Ortega, de l’Avana ed anche di altri Vescovi e sacerdoti dell’America Latina.

P. Lucas ha presieduto la concelebrazione di due matrimoni. Gli sposi Maria Rosa e Pier Paolo, Antonella e Massimo, sono nostri cari amici e appartengono all’ALAM. L’Amore Misericordioso renda bella e duratura la loro unione.

Convegno LAM

Dal 3 al 5 maggio si è svolto il convegno dei Laici dell’Amore Misericordioso. L’intervento di Mons. Paolo Rabitti, Vescovo di S. Marino-Montefeltre, sul tema: “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia e il laicato” è stato apprezzatissimo.
Quindi nell’Assemblea nazionale sono avvenute le elezioni dei membri dell’équipe di coordinamento nazionale. Al carissimo Gaetano Storace, rieletto con tanta stima e affetto (davvero meritati), e alla nuova équipe il nostro più cordiale “buon servizio!”.

8 Maggio

Abbiamo celebrato la festa di Maria Mediatrice, colei che la nostra Madre ci ha insegnato ad invocare con tanta fiducia.
In quella circostanza la nostra carissima consorella rumena Maria Farauanu ha emesso la sua prima professione come Ancella dell’Amore Misericordioso. Un altro dono del Signore che ci incoraggia a proseguire con fervore sulle orme della nostra Venerabile Madre.
Con questo intendimento noi Figli dell’Amore Misericordioso abbiamo rinnovato i nostri voti religiosi di obbedienza, castità e povertà. P. Mario Gialletti, che ha presieduto la celebrazione, ci suggeriva di seguire l’esempio di Maria, la quale alle nozze di Cana si è mostrata molto attenta ed ha ottenuto l’intervento di Gesù a favore degli altri.

Un cinquantesimo

Domenica 26 maggio, Solennità della Ssma Trinità, Sr. Marira Pace Larriòn, attorniata dalla sorella Sr. Assunta e dai suoi familiari, ha ringraziato l’Amore Misericordioso per i 50 anni di vita consacrata nella nostra Famiglia religiosa. Anche noi abbiamo benedetto il Signore, e ci siamo congratulati con lei per la lunga e fedele testimonianza di vita evangelica. P. Lucas, che ha presieduto la celebrazione, e la stessa interessata, hanno sottolineato questa gioia e questa gratitudine.

Episodi del mese

“Padre, mi può ascoltare? Sono disperata”. Mi racconta della sua lontananza dalla Chiesa, a motivo di una pesantissima situazione familiare (marito che non la comprende, dopo 30 anni di matrimonio, un figlio scappato di casa e poi rientrato, una figlia che non le parla), ma soprattutto per un tentato suicidio da cui ne è uscita per miracolo.
“Non ho più fiducia. Sono ancora tentata di lasciare tutto. Qualcuno mi aveva detto di fare di necessità virtù, ma a me non basta”. Le propongo di accogliere una parola di Gesù: “Per chi crede, tutto è possibile!” e le chiedo se il Signore finora non l’aveva mai aiutata.
Risponde: “Sì. Le racconto un particolare. Quando, dopo aver ingoiato tutte le pastiglie che avevo, mi sono ritrovata all’ospedale, ricordo perfettamente una persona gentile che si è seduta vicino al mio letto e mi diceva amabilmente: “Perché l’ha fatto? Hai una famiglia bella. Forza, reagisci!” Alla mia richiesta chi fosse stato, rispose: “Non l’ho mai saputo, non l’ho più incontrato. Eppure lo saprei riconoscere. Non era certo il Signore, perché non aveva i capelli lunghi, forse era un dottore. Il fatto è che mi sono sentita fortemente incoraggiata”.
Dopo essersi confessata, l’ho vista ripartire con un sorriso, decisa a riprendere in mano la sua vita.

A distanza di pochi giorni vengo a sapere che due mariti, che avevano abbandonato le loro mogli da qualche mese, erano ritornati nella loro famiglia, pentiti, invocando il perdono.
Non sono cose umanamente inspiegabili?
Come può un uomo abbassarsi, riconoscere d’aver sbagliato così tanto, chiedere perdono, affrontando le critiche delle gente? Come può una donna perdonare delle offese così pesanti?
È evidente la presenza del buon Dio che tutto può trasformare. È motivo di gioia e di speranza, soprattutto per quanti vivono situazioni analoghe.
Voglio raccomandare alla vostra preghiera diversi ammalati gravi. Due situazioni mi hanno maggiormente commosso. In una famiglia di tre persone, tutti e tre sono malati, due di tumore. La moglie mi diceva: “Come posso continuare a credere? Come faccio ad assistere mio figlio e mio marito, se anch’io sono malata?…”
Due coniugi sui cinquant’anni mi dicono: “Padre, siamo tutti e due col tumore. Preghi per noi”.
Siamo vicini a queste persone con la nostra amicizia e con la preghiera, perché ci vuole davvero un supplemento di grazia. Confesso che ho sentito un’immensa gioia, quando, telefonando e assicurando la preghiera, mi hanno detto: “ Che grande piacere mi fa, lo gradisco molto. Grazie”. A volte una piccola attenzione, in certe occasioni, sembra quasi un balsamo sulle ferite.

Defunti

Abbiamo raccomandato al Signore la nipote della nostra consorella spagnola, Sr. Lourdes Del Prado. Aveva appena 28 anni e stava per sposarsi. Un grande dolore per la famiglia, anche perché il papà era morto in un incidente stradale qualche anno prima.
Abbiamo pregato anche per il cugino delle nostre consorelle Manuela e M. Luisa Alvarez.

Foto di gruppo
da Roma - Scuola elementare paritaria "Teresa spinelli" da Soriano sul Cimino (VT) Bambini della Prima Comunione Sr. Maria Pace Larriòn con i suoi familiari

 

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ultimo aggionamento 07 luglio, 2002