DAL SANTUARIO DI COLLEVALENZA
 
P. Domenico Cancian fam

 

Voce del Santuario

Ottobre 2002

 

 

 

 

 

 

 

Santuario di Collevalenza

 

"State attenti, vegliate..." (Mc 13,33)

E' questa l’ultima parola di Gesù, prima del racconto della passione, riferita dall’evangelista Marco. È con questo imperativo che inizia l’Avvento.
Il verbo “vigilare” è ripetuto più volte. Lo trovo quanto mai opportuno, perché il peccato della distrazione, della superficialità, del “tirare avanti” evitando di porsi le domande essenziali, è forse il peccato più rilevante. Qualcuno parla della “società della distrazione”.
Gesù richiama con forza ad essere attenti anzitutto a riconoscere la sua Presenza che ci avvolge benignamente da ogni parte: è venuto 2000 anni fa, è qui con noi in ogni piega del quotidiano, verrà presto sia nel momento della morte, sia quando il mondo intero sarà trasformato nei cieli nuovi e nella terra nuova.
Non è forse opera dell’Amore misericordioso il passato, il presente e il futuro della storia umana? Non è Amore Misericordioso questa Parola di Gesù che ci sveglia dalle nostre mediocrità e, proprio in vista del ritorno suo, ci sollecita a svolgere bene il nostro compito su questa terra?
Forse mai come oggi l’uomo avverte da una parte tanta sicurezza dovuta all’enorme progresso tecnologico e dall’altra un’estrema debolezza e fragilità. Pensiamo ancora una volta allo schok della distruzione delle torri gemelle, alle forme sofisticate e imprevedibili del terrorismo, alla contrapposizione tra religioni, tra ricchi e poveri, ma pensiamo anche ai nostri egoismi e alle nostre divisioni che si consumano all’interno delle mura domestiche.

“Ma, Signore, tu sei nostro Padre… Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie e lasci indurire il nostro cuore?…
Se tu squarciassi i cieli e scendessi!…
Siamo diventati tutti come cosa impura, e come panno immondo sono tutti i nostri atti di giustizia: tutti siamo avvizziti come foglie, le nostre iniquità ci hanno portato via come il vento…
Ma, Signore, tu sei nostro Padre; noi siamo argilla e tu colui che dà forma, tutti noi siamo opera delle tue mani” (cf Is 63-64).
Una preghiera davvero stupenda.
Con l’aiuto della Parola di Dio sapremo leggere bene le svariate situazioni e troveremo motivi per rinnovare la fiducia, la voglia di collaborare con tutte le nostre forze all’avvento del Regno di Dio, “regno di verità e di vita, regno di santità e di grazia, regno di giustizia, di amore e di pace” (Prefazio di Cristo Re).
La solennità di Cristo Re è per noi la festa dell’Amore Misericordioso. Essa chiude l’anno liturgico, ricapitolando tutta la storia umana come storia di misericordia. Con gioia cantiamo il nostro grazie, quasi facendo le prove del canto finale di tutti i salvati.

Tenendo fisso lo sguardo al Crocifisso

Anche le tristi vicende vengono assunte nella storia della salvezza, che culmina sul Golgota. Anche i 40 milioni di cristiani (!) uccisi per la loro fede nel secolo scorso e le tante vittime dell’ingiustizia e della violenza, sono sangue prezioso che feconda la nuova umanità. Ma anche le tantissime persone che umilmente danno la loro bella testimonianza, senza l’onore della cronaca (che per un ostinato cattivo gusto riferisce quasi sempre i mille volti del male). Quante cose belle ascoltiamo dalla gente semplice che viene a ringraziare il Signore e a chiedere aiuto per continuare a portare la croce.
Sì, quella croce che si vorrebbe togliere dai nostri ambienti (case, scuole, ospedali, fabbriche). Ma anche per chi non crede, o che professa un’altra religione, il crocifisso rimane il segno della speranza certa che l’amore prevale sull’odio; la misericordia e il perdono superano il giudizio e la condanna senza pietà; l’ingiustizia e la violenza possono essere non solo sconfitte, ma provocare il sorgere di una nuova fraternità. Se togliamo quella croce non ci rimane che una giustizia umana davvero fragile, necessaria ma insufficiente.
E comunque dinanzi alla morte e al giudizio di Dio, cosa potremmo dire noi, se non avessimo dalla nostra parte Gesù Crocifisso?
Con Gesù Crocifisso, noi vigiliamo, lavoriamo, soffriamo, per metterci sulla strada che ci porta nel Regno dell’Amore definitivo che è il Paradiso. L’alternativa è il regno del male che si ritorce contro di noi e ci getta nella disperazione senza via d’uscita, l’inferno appunto.

In attesa dell’incontro definitivo

Il richiamo a queste verità ultime non ci deve impaurire, ma stringere sempre più a Gesù, Amore Crocifisso e Risorto. Ed anche il Purgatorio, ossia il tempo della purificazione da completare dopo la morte per accedere alla visione di Dio, ci dovrebbe suggerire la convenienza di purificarci su questa terra. Lo raccomanda S. Paolo: “In possesso dunque di queste promesse, purifichiamoci da ogni macchia della carne e dello spirito, portando a compimento la nostra santificazione, nel timore di Dio” (2Cor. 7,1).
La Madre Speranza ci ha anche dato esempio di tanta preghiera e sacrificio offerto per aiutare le anime del Purgatorio ad entrare nella gioia del Paradiso. Preghiamo molto per loro, anche perché possano a loro volta aiutare noi. È il mistero della comunione dei santi.
La grazia più bella è quella di poter esser abbracciati subito, appena morti, da Gesù Amore Misericordioso. Come avvenne per un santo sacerdote, Don Ernesto Ricci, che apparve alla Madre Speranza e le raccontò l’ultimo istante della sua vita e il primo momento del Paradiso. Si sentì soffocare, si alzò, andò alla finestra, la spalancò e si vide Gesù che, sorridente, veniva ad abbracciarlo e a portarlo per sempre con sé.
Fosse così per tutti!
Dovremmo vivere ogni momento in questa attesa e ripetere con i santi: “Tanto è il bene che mi aspetto che ogni pena m’è diletto”.
La Madre Speranza ha scritto di se stessa così:
“È estremamente certo e sicuro che io sono molto povera, ma quanto sono felice!

Il servizio fatto a Gesù deve essere allegro e gioioso proprio perché è un servizio fatto a Colui che è la gioia eterna e la felicità infinita”.

Con Maria Mediatrice

Il richiamo del Papa alla preghiera del Santo Rosario (è importante leggere la sua lettera apostolica, Rosarium Virginis Mariae), va raccolto.
Mi ripropongo di commentare ogni mese di quest’anno qualche punto di questa lettera del Papa.
Dall’ottobre 2002 all’ottobre 2003 il Papa ha indetto l’anno del Rosario.

Con il Rosario ci si lascia prendere per mano da Maria per contemplare, con lei, la bellezza dei misteri della gioia, del dolore e della gloria di Cristo. “Recitare il Rosario non è altro che contemplare con Maria il volto di Cristo” (n 3 e 5). In questo modo la luce di Cristo si riflette nella nostra vita cristiana.
Il Rosario, ribadisce il Papa, non sminuisce la centralità della Liturgia (Messa, Liturgia delle Ore, Sacramenti), ma aiuta a “viverla con pienezza di partecipazione interiore, raccogliendone frutti nella vita quotidiana” (n. 4). Ci aiuta a portare i misteri di Gesù nella vita di ogni giorno. E così anche il Rosario mette al centro Gesù, come ha fatto Maria. Per cui non si va contro l’ecumenismo.
La tradizione cristiana ci ricorda che è stata una preghiera particolarmente efficace, specie nelle difficoltà. È una preghiera adatta per chiedere il dono della pace e per favorire l’unione della famiglia.
Prendiamo l’impegno a pregare il rosario in famiglia (non solamente quando muore qualcuno). Come suggerivo nel mese scorso, possiamo leggere nel Vangelo i misteri della vita di Gesù e quindi meditarli ripetendo l’Ave Maria, una preghiera che, per semplicità e bellezza, si avvicina al Padre nostro.
Le nostre famiglie e i nostri cuori sarebbero molto di più in pace.

Pellegrini

Nel mese di ottobre, specialmente nella prima metà, abbiamo registrato un “pienone”. I pellegrini che vanno ad Assisi o a Cascia, in genere passano anche per Collevalenza. Il Santuario dell’Amore Misericordioso sta occupando un suo posto abbastanza rilevante in Umbria e in Italia. Stiamo cercando di sviluppare un certo collegamento con gli altri santuari e, naturalmente, di inserirci negli orientamenti dei nostri Vescovi.

Nei giorni 12-13 abbiamo accolto qualche migliaio di persone. Circa 800 hanno partecipato alla Liturgia dell’Acqua.
Altrettanti nel fine settimana 19-20.
La Casa del Pellegrino è stata quasi sempre piena. Vedere tanti gruppi da varie parti d’Italia che s’incontrano per un fine settimana, che pregano e mangiano insieme, è proprio bello. Par di capire che si sentono a loro agio, come in casa loro. Era ciò che voleva la Madre.
Ci fa piacere vedere soprattutto l’attenzione, il raccoglimento, la fede dei pellegrini che arrivano al Santuario molto motivati.

Provengono da tutte le città d’Italia, soprattutto Roma, Firenze, Prato, Verona, Milano, Napoli, Caserta, ma anche dalla Spagna, Germania, Inghilterra, Messico, ecc.
Segnalo gruppi composti da 100/150 persone provenienti da: Corridonia (MC), Altidona (AP), Chiaciano, Isola della Scala (VR), Prato, Montevarchi (AR), Napoli, Rimini, Frosinone, Somma Vesuviana, Caserta, Napoli.

Convegni

Dal 7 all’11 ottobre l’Associazione Italiana di Pastorale Sanitaria ha promosso a Collevalenza un Convegno Nazionale dal tema: “Il femminile nella pastorale della salute”.
Gli oltre 300 partecipanti hanno pregato, riflettuto, fraternizzato. Di notevole valore i relatori come Carla Ricci, Sergio Pintor, Flavia Caretta, Marcella Farina ed altri.
Siamo felici che questa riflessione sulla donna si sia svolta qui, dove una donna ha realizzato in prima persona l’opera di Collevalenza.
E siamo d’accordo nel sottolineare l’importanza del femminile nella pastorale della salute: è garanzia di un tratto attento, gentile, capace di compassione materna nei confronti del malato.

Anche l’UNITALSI di Sassoferrato e di Fabriano ha avuto un incontro di preghiera e di riflessione. Erano presenti diverse persone malate.

Come non ricordare i 200 di Como guidati dai Signori Caspani che, come al solito, restano qui 3 giorni. Sono rimasto colpito da uno dei tre sacerdoti che animavano il gruppo, quando disse: “Cari fratelli, vi confesso che questi giorni per me, sacerdote, sono serviti più che un corso di esercizi spirituali”. Sono circa 30 anni che vengono al Santuario e sono davvero ben organizzati. Dopo aver partecipato alla Liturgia dell’Acqua sono ripartiti felici.

31 ottobre (1965 – 2002)

Il 31ottobre abbiamo ricordato il 37° anniversario della Dedicazione della Basilica dell’Amore Misericordioso. Allora stava per chiudersi il Concilio Vaticano II° e la Basilica sembrava davvero sproporzionata al piccolo e ignoto paesino di Collevalenza. Dopo neanche 40 anni dovremmo dire che in diverse circostanze non basta e, chissà, si provvederà nel prossimo futuro anche alle celebrazioni in piazza, come avvenne quando il 22 novembre 1981 arrivò il Papa.
Abbiamo ricordato con tanta gratitudine il sacrificio della Madre, la preghiera di numerosissimi pellegrini, le grazie di guarigione fisica e spirituale ricevute in questo luogo voluto dal Signore per richiamare l’uomo d’oggi alla fiducia e confidenza nella misericordia del buon Gesù.
In quel 22 novembre 1981 il Papa ebbe a dire:
L’uomo ha intimamente bisogno di aprirsi alla misericordia divina, per sentirsi radicalmente compreso nella debolezza della sua natura ferita; egli necessita di essere fermamente convinto di quelle parole a voi care e che formano spesso l’oggetto della vostra riflessione, cioè che Dio è un Padre pieno di bontà che cerca con tutti i mezzi di confortare, aiutare e rendere felici i propri figli; li cerca e li insegue con amore instancabile, come se Lui non potesse essere felice senza di loro. L’uomo, il più perverso, il più miserabile ed infine il più perduto, è amato con tenerezza immensa da Gesù che è per lui un padre e una tenera madre”.
Noi, Figli e Ancelle dell’Amore Misericordioso, che abbiamo la grazia di vivere qui, siamo testimoni dei molteplici e meravigliosi incontri tra l’Amore Misericordioso e l’uomo di oggi. Preghiamo perché questo Santuario porti a compimento la sua missione e sia per tutti luogo di pace, di perdono, di speranza.

Madre Speranza, testimone dell’Amore Misericordioso

Avete letto la pagina 6 dell’Osservatore Romano di Giovedì 24 ottobre 2002? Riportava per intero l’omelia di S. Ecc. Mons. Edward Novak, tenuta al Santuario il 28 settembre passato e che avrete già letto nella rivista del mese scorso.
Due bellissime foto del Santuario e un resoconto della festa, hanno completato quella inaspettata pagina.
Siamo grati all’Arc. Mons. Novak e alla redazione dell’Osservatore Romano per questo regalo.
Abbiamo ancora delle copie. Chi le desiderasse, le può chiedere.

Vita di Famiglia

Sabato 26 Don Gaetano Sorbello, sacerdote diocesano, Figlio dell’Amore Misericordioso, ha celebrato con gioia e gratitudine al Signore il 25° di sacerdozio. Ci ha detto che Collevalenza è stata per lui una famiglia in cui sé è sentito sostenuto.
Domenica 27 il Vescovo Mons. Grandoni ha presieduto la celebrazione Eucaristica a Collazzone, dove Don Gaetano è parroco da diversi anni.

Il 1° novembre, Solennità di Tutti i Santi, due novizie rumene, Cecilia e Alina, hanno emesso la loro prima professione e sono diventate Ancelle dell’Amore Misericordioso. Erano serene e decise. Il Signore ancora una volta ci benedice con nuove vocazioni. Ci auguriamo arrivino alla santità, come vogliono Madre Speranza e la Chiesa.
Il 4 novembre sono partite per il Noviziato di Roma: Adriana, Reena, Lathi e Angel Mary. Anche loro molto contente. Avevano compiuto due anni di postulato qui.
Buon noviziato!

Dal 31 ottobre al 3 novembre una decina di giovani, provenienti da Salerno e dalla nostra parrocchia di Spinacelo, hanno fatto un’esperienza di discernimento vocazionale. Devo testimoniare il loro impegno e la loro disponibilità.
Preghiamo l’Amore Misericordioso perché quelli che Lui chiama alla nostra Famiglia come religiosi/e e quelli che chiama al matrimonio possano vivere nella santità.
Qualcuno ha giustamente scritto che l’unica vera tristezza è quella di non essere santi.
A proposito, vorrei raccomandare la lettura di un bellissimo libro: Leonardo Mondatori, Vittorio Messori, Conversione, ed. Mondatori. È una stupenda testimonianza della conversione alla vita cristiana del presidente della Mondatori, Leonardo. Proveniente dal mondo laico, dopo un’esperienza di vita mondana, dopo due divorzi, Leonardo incontra Gesù e la Chiesa. Ora non ha nessuna vergogna di scrivere pubblicamente che la gioia più grande la trova quando si confessa, quando prega, quando vive nella castità e nella carità.
Mi domandavo cosa accadrebbe se tutti i cristiani avessero questa fede e il coraggio di testimoniarla! E se tutte le “famiglie cristiane” fossero unite nell’amore di Gesù, nel dialogo, nella capacità di perdono? Leonardo non ha dubbi nell’affermare: Gesù e la Chiesa hanno ragione, io ho sbagliato; ora ho cambiato e sono contento; quello che dice il catechismo e il Papa è vero.

Episodi del mese

Invece di raccontare, preferisco riportare due lettere che ho ricevuto.
La prima è firmata da due giovani genitori, Paolo e Alessandra di Roma. Hanno avuto 4 anni fa un figlio, Emanuele, al quale da poco venne diagnosticato un tumore al cervello. Sottoposto ad operazione chirurgica, nulla fu possibile: era inoperabile.
Vennero tutti e tre a Collevalenza per la prima volta un mese fa, Emanuele fece il bagno alle vasche e poi andò a fare una seconda, difficilissima, operazione, durata quasi un giorno intero. Sorpresa: il chirurgo poté asportare gran parte della massa cancerogena e il bambino nemmeno s’accorse dell’operazione. Non si lamentò di nulla.
Ecco la lettera.
“Caro Padre Domenico, ogni momento sia di gioia, sia di dolore, si sta rivelando, grazie all’Amore Misericordioso, un momento di luce e di maggiore comprensione del mistero di Gesù. Sentiamo che il Signore ci sta dando molti doni, anche se a volte questi sono offuscati dalle ansie e dalle angosce di genitori.
Proprio in questi giorni, la grazia del Signore ci apre gli occhi e ci fa vedere nostro figlio Emanuele come fonte di forza e di speranza. Madre Speranza è entrata nella nostra vita in modo improvviso e casuale; ci ha portati presso il Santuario, ci ha condotti per mano in un luogo di preghiera così “misterioso” da sentirci in una dimensione umana, essendo ormai la nostra, una società “disumana”.
L’aver incontrato tante persone così disponibili e pronte a pregare per noi ci ha incoraggiati e ci ha fatto capire quanto sia importante una vicinanza fraterna nei momenti difficili. (…)
Da lì, uno sguardo dopo l’altro, le nostre vite si sono incrociate e ora abbiamo capito, che siamo uniti da un legame più profondo: l’amore per Collevalenza, l’ideale di una vita contemplativa fatta di preghiera, di solidarietà e offerta a Gesù e il desiderio di essere sostegno concreto per il prossimo. (…)
Paolo, vicino a me, mi suggerisce quanto sia forte la presenza del sacro al Santuario, luogo dove la Madre nella sua normale quotidianità colloquiava con il Cristo, con quello stesso Cristo che Ella ha voluto rappresentare come fosse ancora vivo nell’atto più alto della Misericordia: il perdono dei nostri peccati. Non possiamo dimenticare l’amorevole sollecitudine di tutte le sorelle che hanno preso a cuore la situazione di Emanuele e che si sono prodigate per noi in tanti modi.
Ora, di fronte alla eccellente ripresa di Emanuele, non possiamo non avere la sensazione che tutto il nostro percorso non sia stato altro che un cammino provvidenziale, che non termina con il nostro arrivo a Collevalenza ma parte da esso e prosegue nella preghiera. Un caro saluto, Paolo e Alessandra”.

La seconda lettera è firmata dalla signora Anna.
“Sto vivendo momenti veramente angoscianti non solo per le mie condizioni di salute ma soprattutto per la mia famiglia, per mio marito che non ha più voglia di vivere, di lottare; per mio figlio che la prossima settimana sarà sottoposto ad un altro intervento; per le situazioni giudiziarie in cui ci hanno coinvolto persone senza scrupoli: situazioni che non si risolvono mai a causa di continui rinvii del processo dalla controparte e noi che prima non avevamo mai visto aula di tribunale qui con il fiato sospeso in attesa di liberarci da quest’incubo.
Almeno “sentissi” Annalisa (figlia morta a 20 anni col tumore alla testa!), avvertissi in qualche modo la sua presenza: mi manca così tanto!
Qualche tempo fa ho fatto un sogno strano, significativo. Era notte fonda ed io, con il cuore stretto dall’angoscia, percorrevo in bicicletta un viale fiancheggiato da alberi centenari che formavano una galleria illuminata non so da che cosa. Sapevo che Annalisa aveva percorso tante e tante volte quel tratto di strada ed io cercavo là i segni del suo passaggio, qualcosa che mi attestasse che lei c’era stata. Purtroppo la mia ricerca fu vana ed io disperata, cominciai a piangere, quando vidi che, accanto a me, su un’altra bicicletta c’era qualcuno che pedalava al mio fianco.
Mi svegliai con il volto bagnato di lacrime, ma nello stesso tempo confortata da quella presenza. Cordialmente Anna”:

Vogliamo pregare perché Emanuele guarisca completamente e perché la famiglia di Anna trovi salute e pace.

Un altro episodio mi sento in dovere di raccontare. Una coppia di sposi che attualmente guidano pellegrinaggi a Collevalenza ebbero qualche anno fa una bruttissima diagnosi: il figlio di circa 10 anni avrebbe perso la vista. Non si rassegnarono. Pregarono molto il Signore per intercessione della Madre e, quando le cose sembravano peggiorare, inspiegabilmente il primario disse: “Io sono bravissimo, ma in quel che sta succedendo io non c’entro. Il bambino è guarito. Potete portarlo a casa”. Attualmente il figlio non ha problemi.

Vogliamo pregare per un bambino di 5 anni: Gregorio. È venuto qui da un paio di mesi la prima volta ed ora sta ritornando perché non riesce a camminare. Ha fatto il bagno. I genitori chiedono giustamente la grazia della guarigione. Voglia il Signore esaudirli.

Defunti

In questo mese sono morti uno zio di M. Maria Gabriella Ildebrando (Roma), un giovane nipote di P. Bruno Corsetti (Campobasso), il fratello di M. Maria Jesùs (Spagna), un cugino di P. Vittorio, S. Ecc. Mons. Laboa, Nunzio Apostolico e relatore per la dichiarazione delle virtù eroiche della nostra Madre.
Li raccomandiamo all’Amore Misericordioso insieme ai nostri cari defunti, specialmente sacerdoti e religiosi.
Un pensiero tutto particolare per le vittime del terremoto: alle loro famiglie va tutta la nostra fraterna comprensione e solidarietà. Siamo contenti per la sensibilità della gente la quale ha dato generose offerte per venire incontro alle urgenze di queste famiglie che hanno perso tutto.

Foto di gruppo
da Pian di Pieca (MC) un gruppo dell'Associazione Italiana di Pastorale Sanitaria Madre Mediatrice e le due nuove Ancelle dell'Amore Misericordioso, Cecilia e Alina.
da Salerno gruppo da S. Cipriano (SA) accompagnati da D. Saverio

 

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ultimo aggionamento 24 dicembre, 2002