LA PAROLA DEI PADRI
Efrem Siro

La fede, 2,3-6

 

 

 

Basta la fede

 

 

 

Il mare è grande. Se vuoi scandagliarlo, verrai travolto dall’impeto delle sue onde. Un’onda sola può strapparti via e sbatterti contro uno scoglio. Ti basti, o debole uomo, poter dedicarti ai tuoi commerci su una piccola nave. Ma la fede è meglio, per te, che una nave sul mare. Questa infatti è retta dai remi, tuttavia i flutti la possono far affondare; ma la tua fede non affonda mai, se la tua volontà non lo vuole. Come sarebbe desiderabile per il marinaio regolar il mare a proprio volere! Ma in un modo egli la pensa, e in altro modo agisce l’onda. Solo nostro Signore dominò il mare, tanto che quello tacque e si placò. Ma egli ha dato anche a te il potere di dominare, come lui, un mare, e di rabbonirlo. L’investigare è più amaro del mare, e il questionare è più tempestoso delle onde. Se si abbatte sul tuo spirito il vento della cavillosità, dominala, e appiana le sue onde! Come la burrasca mette sossopra il mare, così i cavilli conturbano il tuo spirito. Nostro Signore domina, il vento cessa e la nave scivola in pace sulle onde. Domina lo spirito capzioso, raffrenalo, e la tua fede sarà in pace. A ciò dovrebbero indurti anche le creature di cui conosci l’uso. Per esempio, tu non sei in grado di chiarire le sorgenti, pur tuttavia non smetti di bere da loro. E per il fatto poi di aver da loro bevuto, tu non pensi certo di averle comprese. Anche di comprendere il sole tu non sei in grado, pur tuttavia non ti sottrai alla sua luce. E per il fatto che questa scende a te (con i suoi raggi) tu non ti cimenti certo di salire verso la sua altezza. L’aria è per te un pegno, ma quanto essa sia estesa, tu non lo sai.
Dalle creature tu ricevi un aiuto e un’utilità limitati, e tuttavia lasci che il loro tesoro sconosciuto giaccia nel forziere. Non ti vergogni di ciò che è da meno, e non desideri ciò che è da più. Queste opere del Creatore, dunque, ti insegnano come comportarti col Creatore stesso: che devi, cioè, cercare il suo aiuto, ma devi anche tenerti lontano dal sofisticare sopra di lui. Accogli la vita dalla Maestà, ma non questionare su questa Maestà. Ama la bontà del Padre, ma non indagare la sua essenza. Ama e apprezza la mitezza del Figlio, ma non investigare sulla sua generazione. Ama il soffio dello Spirito Santo, ma non tentare di scandagliarlo. Il Padre, il Figlio, e lo Spirito Santo si sono manifestati col loro nome. Il loro nome pondera, dunque, ma non indagarne le personalità. Se tu vuoi perscrutarne l’essenza, sei perduto; se credi nei nomi, vivrai. Il nome del Padre sia per te una barriera: non oltrepassarla, cercando di scandagliare la sua natura. Il nome del Figlio sia per te una muraglia: non superarla, cercando di scandagliare la sua generazione. Il nome dello Spirito Santo sia per te una siepe: non scervellarti per comprenderlo. Questi nomi siano dunque per te la barriera e con questi nomi allontana ogni investigazione. Hai udito i nomi e la loro realtà: volgiti ai comandamenti. Hai udito la legge e i comandamenti: rivolgiti allora ai tuoi costumi. E quando i tuoi costumi sono perfetti, rivolgiti alle promesse. Non trascurare i comandamenti per applicarti a ciò che non è prescritto. Hai avuto esperienza della verità con realtà manifeste, non perderti per realtà che sono nascoste.
La verità è descritta in poche parole, non instaurare su di essa lunghe ricerche. Che il Padre è, ciascuno lo sa; ma come egli è, non lo sa nessuno. Che il Figlio è, noi tutti lo ammettiamo; ma la sua essenza e la sua bontà, non riusciamo a concepirla. Ognuno riconosce lo Spirito Santo, nessuno osa scandagliarlo. Ammetti dunque che il Padre esiste, ma non ammettere che sia comprensibile. Credi che il Figlio esiste, ma non credere che sia investigabile. Ritieni per vero che lo Spirito Santo esiste, ma non ritener per vero che possa esser conosciuto a fondo. Che essi sono uno, credilo e ritienilo vero; non dubitare però che essi siano tre. Credi che il Padre è il primo, ritieni per vero che il Figlio è il secondo; non dubitare che lo Spirito Santo è il terzo. Mai il primogenito domina sul Padre, perché questi è il dominatore. Mai lo Spirito Santo manda il Figlio, perché questi è colui che lo manda. Il Figlio, che siede alla destra, non si arroga mai il posto del Padre, come lo Spirito Santo non si arroga il ruolo del Figlio, da cui viene mandato. Il Figlio gioisce per la sublimità di generato, e lo Spirito Santo gioisce per la sublimità di amato dal Padre. Solo gioia e concordia, unione e ordine dominano lassù. Il Padre conosce la generazione del Figlio, e il Figlio conosce il cenno del Padre; il Padre accenna, il Figlio comprende, lo Spirito Santo esegue. Là non vi è divisione, perché vi è un solo dovere; là non vi è confusione nell’unione, ma l’ordine più sublime. La loro unione non è confusione, la loro distinzione non è separazione. Il modo poi, in cui essi sono distinti e uniti, lo conoscono essi solo. Tu, rifugiati nel silenzio!

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ultimo aggionamento 01 febbraio, 2003