DAL SANTUARIO DI COLLEVALENZA
 
P. Domenico Cancian fam

 

Voce del Santuario

Dicembre 2002

 

 

 

 

 

 

 

Santuario di Collevalenza

 

Due Asinelli

“Alla grotta di Betlemme arrivarono anche due asinelli. Erano stanchi e macilenti. Le loro groppe erano spelacchiate e piagate dai pesanti sacchi che il mugnaio loro padrone caricava quotidianamente e dai colpi di bastone che non rispiarmava.
Avevano sentito i pastori parlare del Re dei Re venuto dal cielo ed erano accorsi anche loro.
Rimasero un attimo a contemplare il Bambino. Lo adorarono e pregarono come tutti. All’uscita li attendeva lo spietato mugnaio.
I due asinelli ripartirono a testa bassa, con il pesante basto sulla groppa.
“Non serve a niente” disse uno. “Ho pregato il Messia che mi togliesse il peso e non l’ha fatto”.
“Io invece” ribattè l’altro, che trotterellava con un certo vigore “gli ho chiesto di darmi la forza di portarlo”.

I due asinelli di questa “piccola storia”, tratta da un libretto di B. Ferrero, esprimono due possibili atteggiamenti dell’uomo dinanzi a Gesù.
Il primo asinello esprime la situazione di chi immagina la fede come “un toccasana”, altrimenti non serve. Il secondo asinello – e speriamo sia il nostro caso – rappresenta la fede come un sincero incontro con Gesù, venuto a darci la forza di portare la nostra “croce” come l’ha portata Lui. Gesù desidera abitare nel nostro cuore per farsi nostro compagno di viaggio. Pregava Madre Speranza, rivolgendosi a Gesù: “Sii il mio compagno e la mia speranza… Entra, Signore, nella povera stanza e riposa con me: accompagnami nel pericoloso cammino che percorro affinché non mi perda”.
In compagnia del “buon Gesù”, anche noi possiamo fare della nostra vita una storia santa. Possiamo consentire a Gesù di abitare in noi, di prendere carne nella nostra vita, a volte un po’ “bastonata”, o comunque con dei “pesi” da portare. Chiediamo di poter fare un’esperienza simile a quella del Figlio di Dio Padre fatto uomo come noi. Il nostro cuore può diventare “tabernacolo e dimora” della Trinità. Le nostre famiglie e comunità si possono avvicinare all’esperienza della Famiglia di Nazaret.

Shalom. Pacem in terris.

La Pace è il dono e il segno più importante della Presenza di Gesù. È quanto mai urgente essere uomini e donne di pace, come Maria e Giuseppe, come i santi, i quali, seguendo l’esempio di Gesù, hanno risposto al male col perdono, l’amore, la preghiera. Che non è sopportazione e neanche rassegnazione; tanto meno incapacità di reazione.
Il 1° gennaio di ogni anno è giustamente dedicato alla Pace, che Maria, la Madre di Gesù e di tutti gli uomini, ci testimonia in modo esemplare.
In questo momento storico tutti ne sentiamo l’urgenza. Avvertiamo che senza di essa, non ci può essere sicurezza e serenità nel nostro cuore, nella famiglia, nelle relazioni tra le comunità religiose, sociali e politiche.
Le guerre in atto e quelle che si stanno progettando, le contrapposizioni delle religioni, le divisioni tra di noi, tutto questo ci dice con chiarezza che la Pace e l’Unità sono doni da chiedere in ginocchio, ma ci dice anche tutta la nostra responsabilità nell’imparare l’arte del dialogo, dell’ascolto umile dell’altro, della comprensione, della fiducia, della condivisione, del perdono.
Il Papa, l’anno scorso, ci ricordava che non c’è pace senza la giustizia e non c’è giustizia senza perdono. Quest’anno, ci richiamava i quattro pilastri della pace sui quali invitava a riflettere la storica enciclica “Pacem in terris” di Giovanni XXIII del 1963: la verità, la giustizia, l’amore, la libertà.
Seguendo l’esempio della Madre, vogliamo chiedere con forza all’Amore Misericordioso che ci liberi da ogni male, specialmente dall’orrore della guerra e della divisione.

Supplicare Cristo con Maria

È il titolo di un paragrafo della Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II sul Rosario. Con la corona in mano, e quindi insieme a Maria, nostra sorella, benedetta fra tutte le donne, facciamo memoria dei misteri di Gesù, per poter conformare ad essi la nostra vita, per farli nostri.
“Fate quello che vi dirà” (Gv 2,5): è l’ultima parola di Maria, riportata dal vangelo di Giovanni (2,5). “Dite di sì, come l’ho detto io”. Allora diventiamo figli e servi del suo Amore, uomini e donne di Pace.
La Mediazione di Maria rende ancora più efficace la Mediazione di Gesù, come appare nell’episodio di Cana.
Il Rosario è insieme meditazione e supplica.
Dante canta così:
“Donna, sÈ tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia e a te non ricorre,
sua desianza vuol volar sanz’ali.
La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda, ma molte fiate
liberamente al dimandar precorre”.

Maria continua a intercedere per noi e con noi.
Assieme all’Avvocato presso il Padre, Gesù, e all’Avvocato consolatore che è lo Spirito Santo, abbiamo l’Avvocata nostra sorella Maria.
“Orsù, dunque, Avvocata nostra, rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi e mostraci, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno… prega per noi, adesso e nell’ora della nostra morte”.

Pellegrini

Nel mese di dicembre, anche a causa del freddo, l’afflusso dei pellegrini al santuario è stato più rallentato.
Ci siamo preparati alla celebrazione dell’Immacolata con la novena, durante la quale abbiamo meditato la lettera apostolica “Rosarium Virginis Mariae”.

Alla celebrazione del Natale di Gesù ci siamo preparati meditando le profezie messianiche e le Antifone dei Vespri.

Domenica 1 dicembre abbiamo accolto diverse centinaia di persone provenienti da Capranica, Cortona, Salerno, Napoli. Nei giorni seguenti, intorno alla solennità dell’Immacolata, sono arrivati pellegrini da Roma, Bari, Viterbo, Terni, Ferrara, Foligno, Verona.
Domenica 22 un gruppo di Filippini ha trascorso al Santuario una giornata di spiritualità e alle 16 ha animato la Messa.

Per la Messa di Mezzanotte del Natale la Basilica e la Cripta erano superpiene (almeno 3 mila persone). Notevole, ancora di più, la qualità della partecipazione. Tantissime confessioni, davvero ben fatte, specialmente da parte dei giovani.
Anche il 25 abbiamo accolto diverse migliaia di persone che venivano a partecipare alle varie Messe e a “far Natale”.
La luce della stella cometa nella parte alta del campanile e una bella Natività ben visibile, illuminata di notte, richiamavano l’attenzione di chi passava. In fondo alla Cripta i pellegrini sostavano per un momento di contemplazione davanti alla rappresentazione della S. Famiglia di Nazaret che aveva sullo sfondo i misteri del Rosario.
Le Liturgie sono state celebrate con il massimo impegno. P. Lucas ha presieduto la Messa cantata di Mezzanotte, Mons Bianchi quella delle 11 e P. Vittorio quelle delle 17.30. Il coro, guidato con molta competenza da P. Carlo, apprezzato organista e Maestro, ha contribuito non poco alla bellezza della celebrazione. Alla sera del 24, lo stesso P. Carlo aveva offerto un Concerto di musiche natalizie per favorire il clima della preghiera che seguiva: l’Ufficio delle Letture.

Numerosi i pellegrini ospiti alla Casa de Pellegrino, molti dei quali arrivati per la prima volta. Nel vederli tutti contenti in Basilica, alle confessioni e poi in sala da pranzo si aveva la percezione che si trovavano bene come in casa loro, esattamente come desiderava la Madre Speranza. La signora Adele Bonaccorsi di Catania, da tanti anni sempre presente in questa e in altre circostanze, ha voluto una foto di gruppo, che potete vedere in queste pagine. Nei giorni seguenti hanno visitato il Santuario gruppi provenienti da Napoli, Milano (circa 200 persone) e altre città.

Capodanno delle famiglie e dei giovani

Come ormai di consueto, numerose famiglie e pellegrini si sono incontrati al Santuario nell’imminenza del Capodanno per partecipare a momenti di riflessione, di condivisione, di preghiera e di gioiosa fraternità.
Quest’anno vi è stata una rappresentanza internazionale, attratta dal forte entusiasmo di quelli che negli anni passati avevano già fatto con tanta soddisfazione questa esperienza. L’incontro di persone provenienti da vari paesi del mondo, di diverse culture, ci fa sempre pensare al miracolo della Pentecoste: lo Spirito del Signore, che è Amore Misericordioso, arriva a tutti e mette insieme le diversità, crea comunione e gioia.
Il Capodanno 2002 – 2003, è proprio il caso di dirlo, è stato all’insegna della famiglia. Una coppia ha proposto agli adulti il tema “Ricominciare dall’amore coniugale” ed un’altra ha intrattenuto le famiglie, figli compresi, in un coinvolgente momento musicale.
I veri protagonisti, come sempre, sono stati i bambini che, oltre a divertirsi, hanno organizzato per i grandi la festa della speranza ispirata, quest’anno, alle stelle, con l’augurio a lasciarsi guidare dall’unica Stella che è Gesù.

Al Roccolo un gruppo di una ventina di giovani si preparavano anche loro al Capodanno alternativo. Una riflessione sul tema “Amo il Signore che passa”, seguita dalla condivisione fraterna, ha fatto vivere nella gioia e nel ringraziamento la festa di fine e di inizio anno 2003.
Momento culminante è stato, per le famiglie e per i giovani, la Messa di Mezzanotte, presieduta da P. Claudio. Anche questa volta la Basilica era piena. I bambini hanno portato a tutti i presenti la pace. Quella Messa infatti era dedicata alla Madre di Dio ed era l’inizio della Giornata Mondiale della Pace.
Poi è seguita la festa, con giochi e musica.

Famiglia dell’Amore Misericordioso

L’8 dicembre nella Casa Generalizia delle Ancelle dell’Amore Misericordioso, in Via Casilina (Roma), Hilda, una giovane del Perù, ha emesso la sua professione religiosa e ha preso l’abito di Ancella. È stato un momento di grande festa, anche perché è la prima del Perù. Speriamo ne vengano altre!
Il 18 dicembre abbiamo festeggiato l’onomastico di Madre Speranza. In quel giorno infatti la Chiesa fa memoria di S. Maria della Speranza, Maria che aspetta con ansia di dare alla luce Gesù. È stata un’altra occasione per richiamarci a questa importante virtù teologale, che ci sostiene soprattutto nelle difficoltà. Maria e anche Madre Speranza ci indicano in Gesù Amore Misericordioso l’áncora della nostra barca, o meglio ancora, come dice un canto della nostra tradizione, il timoniere esperto e attento.

Nei giorni 27-30 dicembre qui al Roccolo del Santuario (per chi non lo sapesse è la casa dei giovani) e a Barticesti (Romania) due gruppi di giovani italiani e rumeni hanno partecipato agli Esercizi Spirituali. Erano complessivamente 70/80. Esperienze davvero positive.
Fra poco inizieremo l’esperienza mensile di discernimento vocazionale per coloro che intendono prendere in seria considerazione la vocazione religiosa. Vi chiediamo con molta forza di collaborare con la vostra preghiera, per due motivi: perché ce l’ha chiesto Gesù e perché la nostra Famiglia ha bisogno di nuove e sante vocazioni.

Volontari alle Piscine

Domenica 15 dicembre abbiamo avuto l’incontro con una cinquantina di persone che prestano il servizio come volontari nelle Piscine del Santuario. Senza questi collaboratori non potremmo soddisfare la domanda sempre crescente delle persone che desiderano compiere questo gesto semplice e significativo, voluto dal Signore per chi desidera guarigione fisica e spirituale.
Abbiamo espresso a questi volontari la nostra gratitudine invitandoli al pranzo, ad un momento di dialogo e alla S. Messa. Il Signore li ricompensi!

Verso l’8 febbraio 2003

Fra poco avremo un’importante ricorrenza: il 20° anniversario della morte di Madre Speranza. Potrete leggere in questa rivista il programma. Spero che molti di voi possano partecipare. Chi non può, si unisca a noi nella preghiera di ringraziamento per il dono di questa donna che, più passa il tempo, e più ci appare grande. O meglio, più appare chiaro che Dio ha voluto fare cose grandi attraverso di lei: ha voluto richiamarci alla fiducia nel suo Amore Misericordioso!
Abbiamo il vivo desiderio della sua beatificazione, non tanto per lei, quanto perché anche attraverso questo riconoscimento della Chiesa, il mondo conosca sempre di più l’Amore Misericordioso, a Lui si affidi e da Lui impari la misericordia. Ancora di più desideriamo un’altra grazia: che noi, suoi figli, possiamo continuare a calcare le sue orme, fedelmente.

Episodio del mese

Voglio riportare qui una confidenza, semplice, genuina e commovente, di un pellegrino, di professione muratore, che 10 anni fa arrivava qui per la prima volta. Dopo aver incontrato P. Arsenio, ha cambiato vita e ogni anno ritornava per coltivare, con precisi propositi, la sua vita spirituale.
Gli ho chiesto di scrivere lui stesso qualcosa per comunicarlo anche a voi. Ecco la sua testimonianza.
“Perché sono venuto al Santuario dell’Amore Misericordioso? Dio chiama sempre, spetta a noi aprirgli il cuore. Ho perso la mamma e fin da piccolo ero stato educato a dire le preghiere del mattino, andare alla Messa la domenica, confessarmi almeno a Pasqua. Ma poi Dio ha voluto farmi incontrare tre sacerdoti che hanno cambiato la mia vita. Infatti quotidianamente, da 10 anni, trascorro la giornata così.
Prima di alzarmi, verso le due di notte, recito il Rosario. Vado in cappellina e mi metto per 15 minuti davanti al tabernacolo a pregare. Al pomeriggio sono con gli anziani, anche in carrozzina, alla S. Messa e S. Rosario. Alla sera S. Rosario in famiglia.
Si può cambiare, se si prende in mano il rosario, se ci si confessa frequentemente e bene, se si ha la fortuna di trovare bravi sacerdoti. Tra i tre sacerdoti ricordo un missionario che, portando Gesù agli ammalati, recitava questa preghiera tra una cameretta e l’altra. “Adoriamo, o Cristo, il tuo corpo glorioso, nato da Maria Vergine. Per noi hai voluto soffrire, per noi ti sei offerto vittima sulla croce. Dal tuo fianco squarciato ha effuso acqua e sangue per il nostro riscatto. Sii per noi sostegno nell’ultimo passaggio e accoglici benigno nella casa del Padre”.
Un’altra preghiera molto cara, che recito 2 volte al giorno, è la preghiera per tutti i sacerdoti.
“O Madre della Chiesa, ti rivolgo una speciale supplica per tutti i sacerdoti che operano su questa terra affinché siano ministri di Cristo per il bene dei loro fratelli. Assistili con la tua protezione, assisti anche i religiosi, le religiose, i catechisti, affinché con la loro dedizione e la loro testimonianza aiutino i fratelli a seguire fedelmente Cristo, Via, Verità e Vita. E che il loro esempio sia seme di numerose e sante vocazioni. Che il Verbo di Dio, fatto carne nel tuo seno verginale per opera dello Spirito Santo, cresca nei cuori ed estenda il suo irradiamento per la salvezza del mondo intero”.
È molto bello poi consacrarci alla Madonna perché senz’altro sarà lei a presentarci a Gesù quando ci chiamerà.
Grazie, Padre, da Giancarlo e buon anno in Gesù e Maria”.

Defunti

Sono deceduti: la zia di Sr. Manuela Castaño (Collevalenza), la sorella di Sr. Luciana (Collevalenza), un cugino di Sr. Annalisa (Collevalenza) e il giovane papà della postulante Cristina (Romania). Ho potuto partecipare al funerale di quest’ultimo e ho visto tanto dolore ma anche tanta fede.
Il 13 dicembre a Foiano della Chiana (Arezzo) è morta Susanna, una donna di 48 anni che da tre anni frequentava il Santuario, quasi settimanalmente. Venendo qui ha potuto fortificare la sua fede in modo tale da superare la disperazione, dovuta ad un tumore che le aveva invaso varie parti del corpo. Ha voluto che nella sua tomba fossero scritte solo le seguenti parole: “Susanna. Non piangetemi perché io ho trovato la Pace!”.
Due giorni dopo un gruppo di pellegrini di Foiano, guidati dal parroco, sono venuti qui e l’abbiamo ricordata. Molte colleghe insegnanti e in modo particolare la preside Anna Maria Sancricca, hanno voluto delle Sante Messe per lei. Volentieri le ho celebrato, anche perché era ormai di casa e perché aveva portato tanta gente al Santuario.

Foto di gruppo
Gruppo Corale - VERONA Esercizi spirituali giovani del 27-30 dicembre da Como San Vito Chietino (CH)
Santo Natale alla Casa del Pellegrino Gruppo di VIGEVANO

 

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ultimo aggionamento 01 febbraio, 2003