DAL SANTUARIO DI COLLEVALENZA
 
P. Domenico Cancian fam

 

Voce del Santuario

Gennaio 2003

 

 

 

 

 

 

 

Santuario di Collevalenza

 

Venti anni dopo

tu, carissima e venerabile Madre, sei più viva che mai.
Ti pensiamo nella pienezza della Vita e dell’Amore che avvolge i Santi, assieme alla Santissima Trinità, a Maria Vergine, a S. Giuseppe, a tutti i nostri cari. Ora sei con Colui che sulla terra fu tutto il tuo amore, la tua passione, il movente unico del tuo agire, del tuo soffrire, del tuo donarti.
Immersa definitivamente in Lui, sei ancora più vicina a noi.
Sei in mezzo a noi con la forza del tuo spirito che, con gioia e fatica, stiamo cercando di far nostro.
Sei in mezzo a noi con i tuoi scritti, carichi di sapienza divina e di esperienza umana che va dritta all’essenziale.
Sei in mezzo a noi con la luminosa testimonianza della tua vita di fede viva, di ferma speranza, di carità ardente, di prudenza, giustizia, fortezza, temperanza. Sei in mezzo a noi con la tua materna e insistente intercessione presso il trono della Misericordia.
Pensavamo che, dopo la morte, tutto si sarebbe ridimensionato senza la tua presenza visibile, e invece, più passa il tempo, più sentiamo la forza e la bellezza della tua stupenda testimonianza. La respiriamo soprattutto dove tu sei passata. Tu sei e resterai sempre nel cuore dei tuoi amati figli, perché tu sei la nostra indimenticabile Madre.

Queste parole, che richiamano quelle scritte da Padre Arsenio in questa nostra rivista nel marzo 1983, all’indomani della morte della Madre Speranza, mi sembrano quanto mai opportune ed attuali 20 anni dopo.

Nei giorni 7-9 febbraio la Casa del Pellegrino si è riempita per accogliere le varie centinaia di persone che sono arrivate qui al Santuario per ringraziare anzitutto l’Amore Misericordioso che ha voluto servirsi di Madre Speranza per dirci quanto ci ama; per assicurarci che Lui perdona, dimentica, non tiene in conto le nostre miserie; per ricordarci la certezza che il Suo Amore è infinitamente più grande del nostro peccato e quindi la speranza non solo è lecita, ma doverosa.

Venerdì 7 febbraio

Come previsto dal programma, venerdì 7 alle ore 21,30 nella Cripta, quasi piena, ha avuto luogo la Veglia di preghiera.
Commentando l’elogio della donna perfetta (forte) che si trova alla conclusione del libro dei Proverbi, ho rilevato come diversi tratti di quella figura (la Sapienza in persona!), dipingevano bene la nostra amatissima Madre.
Anche lei si è procurata lana e lino, e li ha lavorati con le sue mani operose (pensiamo, ad esempio, quante centinaia di metri di cordone, o meglio, di cingoli per i sacerdoti ha intrecciato con le sue dita, ormai deformate!).
Anche lei si alzava quando ancora era notte per preparare il cibo alla famiglia e anzitutto per pregare davanti al Crocefisso.
Anche lei ha acquistato terreni, piantato vigne e oliveti, ha creato mense, laboratori e aziende; ha costruito case e santuari.
Anche lei ha aperto le sue mani al misero e al povero, portando aiuto e conforto a tutti, specie ai più bisognosi.
Anche lei ha aperto la bocca con saggezza per offrirci “una dottrina di bontà”, “più con i fatti che con le parole”.
Per tutto questo, e per altro ancora, “i suoi figli sorgono a proclamarla beata”.
Noi tuoi figli benediciamo con Gesù il Padre. “Ti benedico, Padre, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli” (Mt 11,25).
Mistero di grazia, ma anche mistero di collaborazione decisa e generosa, perché la Madre ha cercato con tutta se stessa d’imparare da Gesù la misericordia, la mitezza, l’umiltà, la dedizione, il servizio generoso.

Abbiamo quindi ascoltato la lettura di sei testimonianze di altrettante persone che ci hanno scritto di aver ricevuto delle grazie dall’Amore Misericordioso, anche per l’intercessione della Madre. Non parlo di “miracoli veri” come qualcuno erroneamente mi ha fatto dire in una sorta di intervista telefonica (non è affatto la mia competenza stabilire quali sono miracoli veri e quali no!). Mi riferisco a persone che hanno scritto per ringraziare il Signore d’averle soccorse in momenti molto difficili.
Di queste lettere, spesso con relativa documentazione, ne abbiamo in archivio qualche centinaio. Sia benedetto il Signore per la sua misericordia!
In quella Veglia, abbiamo riascoltato, poi, il bellissimo testamento della Madre, che porta la data del 1955. In esso la Madre ci chiarisce in cosa consiste la “preziosa eredità” che lei desidera lasciare a noi suoi figli: le virtù teologali e cardinali. La santità cristiana è qui.
Di cuore abbiamo cantato il Te Deum di ringraziamento e poi “Ritorni il tuo Spirito, Madre”. Abbiamo concluso con i canti tradizionali attorno alla tomba.

Sabato 8 febbraio

Alle ore 8.00 P. Lucas ha presieduto una concelebrazione per far memoria della Pasqua della nostra indimenticabile Madre che, esattamente 20 anni prima, alle 8.00 del mattino, ritornava al Padre dopo aver portato a compimento la sua stupenda e sofferta missione.
La cripta era gremita, la partecipazione commossa e commovente, le parole di P. Lucas quanto mai appropriate, come potete leggere voi stessi in questa rivista.

Alle 10 il Card. José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ci ha presentato in modo approfondito ed articolato la santità della Madre. Ringraziamo di cuore Sua Eminenza per aver pronunciato quelle parole: ci sembra un grande riconoscimento ecclesiale del carisma dell’Amore Misericordioso e di colei che ne è stata messaggera. Potete voi stessi gustarla, leggendola.
Alle 12 la cripta era ancora affollata. Padre Giulio Monti ha presieduto un’altra concelebrazione. Erano presenti in modo particolare i laici dell’Amore Misericordioso che hanno voluto cogliere questa occasione per riunirsi intorno alla tomba della Madre e poter esprimere le loro preghiere di lode, di ringraziamento, di intercessione e di impegno. Infatti dopo aver espresso tutti insieme la formula di adesione all’Associazione, in molti hanno elevato una preghiera alla nostra venerabile Madre affinché il Suo motto “Todo por amor” diventi realtà di vita quotidiana.

Alle 15 circa 700 pellegrini hanno partecipato con tanta fede alla Liturgia delle Acque. Dopo l’ascolto della Parola, siamo andati in processione al piazzale delle Piscine, recitando il S. Rosario, mentre le persone andavano in maniera ordinata a bere l’acqua. Ognuno ha chiesto aiuti personali, tutti insieme abbiamo chiesto all’Amore Misericordioso il grande dono della Pace nel mondo.
Alle 17 è seguita la concelebrazione presieduta dal Card. Saraiva Martins. L’omelia, che riportiamo, ha invitato a benedire Gesù che è venuto a prendere su di sé le nostre malattie e le nostre miserie.
Al Cardinale, che subito dopo ripartiva, abbiamo chiesto di ritornare presto, magari portandoci la bella notizia della beatificazione della Madre.
Alle 21.15 Padre Claudio Gilotti ci ha fatto ascoltare dalla viva voce della Madre la sua preghiera per il Santuario e poi ci ha aiutato a pregare il Rosario nello spirito richiesto dal Santo Padre. Abbiamo concluso con le litanie all’Amore Misericordioso. Anche questo momento è stato molto gradito.

Domenica 9 febbraio

Alle ore 9.00 Padre Mario Gialletti ha offerto ai numerosi pellegrini la riflessione su come “Vivere nello spirito della Madre”. Ho sentito dei commenti: è stata una riflessione bella e fine, ci ha offerto degli spunti per la nostra vita quotidiana, ci ha trasmesso gioia e pace, la Madre ha tanto da dirci. Potete leggere anche questa relazione.

Alle 11 il nostro vescovo diocesano S. Ecc. Mons. Decio Lucio Grandoni ha presieduto la concelebrazione nella quale ha riproposto la testimonianza della Madre. Siamo grati al Vescovo anche perché fu lui a presiedere 20 anni fa la solenne Liturgia funebre, alla quale parteciparono una ventina di Vescovi, 200 sacerdoti e diverse migliaia di pellegrini. Se qualcuno ancora la conserva, può leggere la cronaca di quei giorni scritta da P. Roberto nella rivista del mese di Marzo 1983. In quell’occasione pronunciò un’omelia in cui esaltava la sua verginale e feconda maternità, la sua coraggiosa obbedienza, la sua eroica povertà, il suo appassionato amore per i sacerdoti.

A conclusione della celebrazione del 20° Anniversario benediciamo il Signore per la grande partecipazione della gente, ma soprattutto per la preghiera e la riflessione, le tantissime confessioni e comunioni, la compostezza. Merito anche dei nostri liturgisti e di Padre Carlo che, come sempre, sa interpretare bene l’animazione cantata.
Molte persone sono state raggiunte anche attraverso Radio Maria. Don Tino mi ha generosamente offerto due spazi: giovedì 30 gennaio e giovedì 6 febbraio.
Ho avuto riscontri positivi, soprattutto da parte dei sacerdoti. Ringrazio di cuore Don Tino e il Signor Luigi Balestrini che si è fatto da intermediario.
Concludo questo racconto delle celebrazioni con le parole che scriveva padre Roberto (per il quale chiedo una preghiera) 20 anni fa: “Non vorremmo mai staccarci da Lei, e sicuramente Lei non si separerà mai da noi, come ha ripetuto tante volte: Non vi dimentico mai, vi penso uno ad uno”.

Ennio e Anna Maria

La ricorrenza del 20° della Madre è stata preceduta da due momenti di gravissima sofferenza: la morte improvvisa del carissimo Ennio Fierro e dell’amatissima Anna Maria Sancricca.
A distanza di una settimana precisa abbiamo celebrato due funerali: quello di Ennio domenica 26 gennaio ore 14.30 e quello di Anna Maria domenica 2 febbraio ore 14.30. Ambedue in cripta, in presenza di tantissima gente.
Il Signore li ha chiamati insieme. In questi giorni abbiamo rivisto con profonda commozione un breve filmato che ritrae Anna Maria mentre intervista Ennio, in occasione del centenario della nascita della Madre, nel 1993. Davvero simpatici: lei che tiene il microfono e Ennio che racconta, con la sua proverbiale scioltezza e con una precisione quasi ossessiva, la storia delle Piscine e della gravissima malattia della Madre il 18 Dicembre 1960.

Non li potremo mai scordare. Due caratteri e due storie molto diverse. Il Signore li aveva raggiunti nel bel mezzo della loro vita, quando pensavano a tutt’altro e li ha fatti incontrare con Madre Speranza. Dissero subito di sì e generosamente, senza risparmio di energie, hanno dato un grande contributo alla nostra Famiglia religiosa. Molti di voi li avete conosciuti e stimati. La partecipazione di tante persone al loro funerale è stato un meritato riconoscimento.
Qui non dico di più perché su di loro anche questa rivista, di cui Ennio è stato fin dall’inizio ed era tutt’ora direttore responsabile e Anna Maria un’ottima collaboratrice (anche l’ultimo numero riportava un suo studio sulla comunicazione), ha il dovere di ricordarli in modo specifico. Per intanto tutta la nostra gratitudine e la speranza certa che da lassù continueranno ad aiutarci.

Pellegrini

Ai primi di gennaio abbiamo avuto tante presenze: arrivavano per la celebrazione della solennità del primo dell’anno e dell’Epifania del Signore.
Alcuni gruppi provenivano da Piombino, Napoli, Como, S. Marino, Montefiascone, Roma, Svizzera…
Alla vigilia dell’Epifania abbiamo avuto come sempre gli amici di Cordenons che ci hanno fatto gustare la festa veneta-friulana del falò (nell’originale: pan e vin), i canti tradizionali ed infine la gustosa torta (o meglio “pinza”) e il vin brulè. Simpatica la festa fatta tutti insieme con tanta gioia. Grazie di cuore agli organizzatori.

È stata gradita sorpresa la presenza di quasi 300 giovani provenienti da varie parti d’Italia, guidati da alcuni sacerdoti di Isernia. Hanno animato alcune liturgie, hanno meditato e pregato. Sono rimasti con noi dal 4 al 6 gennaio. Hanno promesso di ritornare perché si sono sentiti accolti.

Sacerdoti

Lunedì 20 gennaio i coniugi Attilio Danese e Giulia Paola di Nicola hanno guidato la giornata di formazione per i presbiteri della regione Umbria sul tema: “Comunicazione di qualità nel matrimonio e nella famiglia”. Presiedeva l’incontro S. Ecc. Mons. Giuseppe Chiaretti, arcivescovo di Perugia - Città della Pieve.
Al centinaio di sacerdoti presenti, i relatori hanno offerto ottimi spunti di pastorale familiare, evidenziando gli aspetti positivi dei conflitti, le regole per gestirli bene, le caratteristiche complementari dell’uomo e della donna.
Questi incontri sono preziosi per aiutarci a sostenere la famiglia, chiesa domestica, oggi in grave difficoltà.

Ecumenismo

Dal 18 al 25 gennaio abbiamo pregato anche noi per la grande causa dell’unità dei cristiani. Abbiamo meditato il tema proposto a tutti. “Un tesoro come in vasi di terra” (2 Cor 4,7).
Il comandamento dell’amore (“Amatevi come io vi ho amato”), richiamato ai piedi del Crocefisso dell’Amore Misericordioso, è un imperativo che ci impegna sia a pregare (l’unità è un dono), sia a superare le divisioni che dipendono da noi, sia soprattutto a favorire un clima di vera comunione e di dialogo che cerca solo la verità, non gli interessi di parte, tanto meno privilegi. Ci aiuti lo Spirito a superare pregiudizi e sterili contrapposizioni.

Vita di Famiglia.

I Figli dell’Amore Misericordioso d’Italia si sono incontrati a Collevalenza nei giorni 2 e 3 gennaio. Abbiamo ascoltato una bella relazione di uno dei più giovani, Padre Sante Pessot, e poi abbiamo approfondito la nostra vocazione e missione, così come la stiamo vivendo. Sono incontri che ci aiutano ad affrontare e superare meglio le nostre difficoltà, facendoci gustare la gioia dell’amicizia fraterna.

Nei giorni 25 e 26 si è riunita l’équipe vocazionale.
Abbiamo cercato di analizzare la nostra situazione a partire dal documento sulla Pastorale Vocazionale della Famiglia. Il tema della vocazione e delle vocazioni ci urge non poco perché, come dice Gesù, la messe è molta, mentre gli operai sono pochi.
Ci siamo ridetti gli impegni personali e comunitari della preghiera, della testimonianza, del ricordarci che ogni nostra attività dovrebbe essere vocazionale. “Signore Gesù facci crescere in qualità e in numero, per poter attuare il Tuo Disegno sulla nostra Famiglia religiosa”.

Nei giorni 5-6 febbraio la Famiglia dell’Amore Misericordioso ha avuto la grazia di poter gustare quattro apprezzatissime meditazioni del noto biblista P. Francesco Rossi de Gasperis S.I. Il relatore, in modo originale, ha tracciato il cammino della rivelazione biblica della misericordia mettendola a confronto con il castigo, l’ira, la giustizia e la gloria. Il consenso è stato generale, per cui ci si augura di poter offrire a tutti i confratelli e consorelle almeno una sintesi. Quei due giorni ci sono serviti anche per prepararci insieme, come Famiglia, alla celebrazione del 20° anniversario della morte della nostra Madre.

Domenica 9 febbraio alle ore 16 concelebrava con me al Santuario P. Gabriele Rossi, un carissimo confratello che il giorno seguente è partito per iniziare un nuovo servizio: raggiungere in Bolivia P. Ottavio e P. Eulogio per rimanere a testimoniare lì l’Amore Misericordioso in mezzo ai poveri ed ai sacerdoti.
Con tutto il cuore auguriamo a lui e alla “nuova comunità” di portare nello spirito della Madre una bella testimonianza. Chiediamo al Signore di benedirli anche con nuove vocazioni boliviane!

In quella celebrazione avevamo concordato assieme ai parenti e agli amici di Anna Maria Sancricca di ricordarla ancora perché ricorreva l’ottavario della sua morte.
Si è aggiunto inaspettatamente S. Ecc. Mons. Mark Sopi, Vescovo di Prizen (Kossovo). Era la prima volta che veniva al Santuario.
Alla fine della Messa ha detto due parole sulla situazione di miseria del Kossovo, esprimendo tanta fiducia nella ripresa, perché i cattolici hanno molta fede e c’è un buon dialogo con i musulmani. Ha concluso benedicendo l’assemblea e P. Gabriele in particolare.
Dopo la Messa, lo stesso Vescovo, assieme ad una quindicina di giovani dei dintorni di Collevalenza che da diversi mesi stanno frequentando settimanalmente un corso di catechesi, hanno gradito una visita guidata al Santuario, alle opere annesse ed ai luoghi della Madre.

Episodi del mese

“Dovremmo diventare come le civette”. Incuriosito di questa espressione, chiesi cosa volesse dire. L’amico mi rispose che una persona cara, colpita da un brutto male, gli aveva detto questa espressione che poi spiegò in questo modo: come le civette vedono di notte, così anche noi dovremmo con una fede più robusta imparare a vedere anche nella notte della sofferenza e soprattutto quando si avvicina sorella morte.
Davvero non è facile vedere di notte. Ci vuole un potenziamento della vista che può venire da Dio e dalla nostra totale collaborazione.

Da poco sono stato a casa di Italo, un signore sulla sessantina che nel giro di 2-3 anni ha avuto l’amputazione di tutte e due le gambe. L’avevo riferito qualche mese fa. Ora, dopo essere stato invitato a cena da lui, posso testimoniare che quest’uomo sorridente, pieno di vita, ancora ostinatamente autonomo in tutto (ultimamente si è fatto fare un montacarichi per muoversi da solo tra il piano terra ed il primo piano), sempre alla Messa, con gli amici, a trovare i malati, sì, posso dire che quest’uomo gli occhi da civetta ce l’ha.
Ma credo ci voglia tanta grazia del Signore, perché alle volte le situazioni sono molto, molto difficili, proprio al limite.
Leggete questa lettera, che col permesso della firmataria mi permetto di pubblicare perché ci preghiate:

 

“Legnano
20 gennaio 2003

    Gentile Padre Domenico, mi ero ripromessa di scriverti solo quando avessi avuto qualche buona notizia da comunicarti, invece vengo meno al mio proposito perché ho bisogno di sfogarmi con qualcuno che possa capire.
Giovedì 9 c.m. sono andata dall’oncologo con gli ultimi esami: un disastro.
Il tumore al rene è aumentato di volume ed appaiono nuove ombre al pancreas e alla milza; da alcuni sintomi, lo specialista teme che io sia stata colpita da una rara malattia al sistema nervoso per cui dovrò sottopormi ad esami sofisticatissimi e alla TAC.
Quando ho sentito questa novità mi è partito dal cuore un grido o forse una preghiera: “Basta Signore, lasciami morire in pace!”
Poi ho guardato mio marito, bianco in volto come un cencio, disperato nello sguardo e nell’espressione ed ho accettato di sottopormi a queste nuove torture. Avrei tanto voluto poter fare come, a suo tempo, ha fatto Pippo, il siamese di Annalisa. La sua padroncina, a cui era affezionatissimo, era stata ricoverata ancora una volta (sarebbe stata l’ultima) all’ospedale ed anch’io ero degente perché operata di tumore. Il micio, quasi avesse compreso la gravità della situazione, cominciò a non voler più uscire e a rifiutare i bocconcini più prelibati. A nulla valsero le cure del veterinario: trascorreva le sue giornate sdraiato sul tappeto ai piedi del letto di Annalisa e, anche se lo portavano in giardino, ritornava subito ad occupare il suo posto finché un giorno lo trovarono morto.
Io non posso permettermi di lasciarmi andare perché qui, per quanto sia un peso morto, hanno ancora bisogno di sostegno e di incoraggiamento. Venerdì mio marito si sottoporrà alla R.M. alla testa perché ha perso quasi totalmente la vista dell’occhio sinistro e quindi sarà necessario un nuovo intervento con tutto ciò che questo comporta: visite dal neurochirurgo, ulteriori esami, il tutto a Padova dove già è stato operato una volta.
Io mi reggo a malapena in piedi e non guido la macchina: chi l’accompagnerà, lo assisterà, seguirà la convalescenza (nella speranza che tutto vada bene)? Non ho parenti qui e a Paolo, mio figlio, domani inseriranno un’altra lamina nella mandibola ed io…
Che faccio Padre Domenico? Sinceramente non vedo soluzioni umanamente possibili, solo un aiuto da chi ci è Padre potrebbe aprire qualche spiraglio in una situazione disperata, ma io non so neppure più chiedere perché mi sembra che le mie suppliche cadono nel vuoto.
Venerdì, quando mio marito ed io saremo sotto l’occhio inclemente della TAC e della RM, ti prego, Padre Domenico, rivolgi, tramite Madre Speranza al Dio dell’Amore Misericordioso una preghiera per noi, perché troviamo la forza di affrontare la situazione.
Ti sarò grata per aver ascoltato il mio sfogo e confido nelle tue preghiere.
Con stima ed affetto profondo.

Anna

Per Anna e la sua famiglia vi invito a pregare

“Vi è più gioia nel dare che nel ricevere” (At 20,35).

È questo il titolo del messaggio del S. Padre per la quaresima 2003.

Mi sembra quanto mai adatto. Richiama l’essenziale: la gioia del donarsi a chi è nel bisogno. Guardando sempre Gesù che ha spinto il dono di sé fino alla morte in croce, fino a lavare i nostri piedi, fino a farsi pane. Con gioia e con libertà. “Dal Calvario si diffonde in modo eloquente il messaggio dell’amore trinitario per gli essere umani di ogni epoca e luogo” (Giovanni Paolo II°).
È questo il cuore del Vangelo, riassunto nell’unico comandamento: “Amatevi come io vi ho amati” (Gv 13,34).
La conversione (quaresimale) dovrebbe portare a questo.

Il Papa ci chiede di essere attenti per non farci condizionare (magari senza accorgerci) dalle suggestioni dell’egoismo, dalla cultura dell’effimero e del piacere, dal perseguire interessi particolari, dall’attaccamento al denaro, “che è la radice di tutti i mali” (1 Tim 6,10).
Perché deve persistere ancora oggi una situazione in cui una grande quantità di risorse è nelle mani di pochi, mentre il resto dell’umanità deve essere nella miseria e perfino morire di fame?

Il primo digiuno è certamente la giustizia. E’ peccato grave questa disuguaglianza che genera odio, violenza, rivendicazione, terrorismo, guerra.
La causa di tutto questo è la triplice concupiscenza (la concupiscenza della carne, degli occhi e la superbia della vita: cf 1 Gv. 2,16), che continuamente tenta di allontanarci dal Padre e dalla sua volontà. Gesù, che ha vinto il maligno e le sue tentazioni, può e vuole donarci la sua forza per avvicinarci con Lui, nella grazia dello Spirito, al Padre, sorgente della nostra gioia definitiva.
Ecco qui tutto il lavoro di preghiera, mortificazione e carità per acquisire quelle virtù che sono l’espressione autentica della santità.

Meditando con Maria i misteri dolorosi possiamo “penetrare con lei nell’abisso dell’amore di Dio per l’uomo e sentirne tutta la forza rigeneratrice” (Rosarium Virginis Mariae, n.22).
Maria, prendendoci per mano come una mamma, ci aiuta a percorrere la via crucis, superando quello scandalo che ha messo in fuga gli stessi apostoli.
Maria è la più esperta di questo mistero pasquale, è l’unica che è riuscita a tener dietro a Gesù con fede invincibile e con indomito amore.
“Nei giorni felici di Gesù, quando il sole del successo splendeva nel cielo della sua vita e lo acclamavano le moltitudini, la Madre si era tenuta in disparte, come sullo sfondo della scena. Ma giunta per lui l’ora della passione e dell’ignominia, ella si fa avanti e si mette pubblicamente al fianco del Figlio. In piedi rimane accanto al letto di morte del Figlio amatissimo. È lì il suo posto di mamma” (M. Speranza, La Passione, p.100, n. 409).
A proposito, voglio fare pubblicità. Tanti di voi chiedono testi di M. Speranza. Finalmente avete a disposizione uno dei suoi scritti più belli: La Passione, ediz. l’A.M., Collevalenza 2003.
Ve lo raccomando come meditazione, soprattutto in questo tempo di quaresima. La Madre ci rivela i sentimenti di Gesù, seguendo il racconto evangelico. Avendo sperimentato nella sua carne e nel suo cuore buona parte delle sofferenze di Gesù, ha potuto scrivere delle pagine davvero toccanti.
Personalmente l’ho letto molte volte e lo trovo sempre interessante.

Un ultimo appello. Offriamo preghiere e sacrifici per ottenere dall’Amore Misericordioso il dono prezioso della Pace. Che non avvengano stragi di innocenti e distruzioni che non solo sono inutili, ma fomentano ulteriori mali.

Defunti

Oltre ad Ennio e Anna Maria, è deceduto un fratello di Sr. Anunciación (La Nora - Spagna) e Nicola, un nipotino di appena 4 anni della nostra Sr. Silvana che tanti di voi conoscono. È stato coinvolto in un bruttissimo incidente stradale. Pensate allo strazio della famiglia! Per queste situazioni di sofferenza vogliamo pregare, invocando consolazione.

Foto di gruppo
Gruppo Corale - VERONA da Prato P. Francesco Rossi de Gasperis S.J.
da Verona Santo Natale alla Casa del Pellegrino Gruppo di VIGEVANO

 

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ultimo aggionamento 12 marzo, 2003