DAL SANTUARIO DI COLLEVALENZA
 
P. Domenico Cancian fam

 

Voce del Santuario

Maggio 2003

 

 

 

 

 

 

 

Santuario di Collevalenza

 

"Mite e umile di cuore" (Mt 11,29)

Il mese di giugno è tradizionalmente dedicato al Cuore sacratissimo di Gesù, la cui solennità si celebra venerdì 27 giugno. Il cuore di Gesù indica il mistero stesso di Cristo che si concentra nella sua infinita Carità, divina e umana, verso il Padre e verso gli uomini suoi fratelli.
Il pensiero va subito a S. Margherita Maria Alacoque. Il 27 dicembre 1673, festa di S. Giovanni Evangelista, la santa scrive: “Mentre ero davanti al Santo Sacramento… Egli mi fece riposare a lungo sul suo Divin Petto e mi scoprì le meraviglie del suo Amore e i segreti inesplicabili del suo Sacro Cuore. Poi prese il mio cuore e lo mise nel Suo: era come un piccolo atomo che si consumava in una fornace ardente. Infine il Cuore di Gesù mi apparve circondato da una corona di spine (i nostri peccati) e sormontato da una croce”. Gesù Le promise la grazia della penitenza finale a tutti quelli che avrebbero fatto la Comunione per nove primi venerdì del mese consecutivi.

Madre Speranza, nell’immagine di Gesù Crocifisso Amore Misericordioso fa mettere in evidenza il cuore con la scritta “Charitas”. Il messaggio è chiaro: tutta la vita di Gesù, in modo particolare la sua passione e morte sono motivate unicamente dall’Amore per il Padre e per gli uomini. Di qui il motto della nostra Madre Speranza: “Tutto per Amore”. E’ il comandamento di Gesù lasciato ai suoi discepoli.
Madre Speranza ebbe numerose esperienze mistiche dell’Amore appassionato di Gesù. Un giorno ebbe l’ardire di chiederGli di poter vivere per un po’ col Suo Cuore, e Gesù col cuore di Speranza. Le fu concesso, ma ben presto la Madre Lo supplicò: “Riprendi, Gesù, il Tuo cuore perché io non posso, non ce la faccio a portarlo”.
Il 2 febbraio 1961 Madre Speranza invitava le sue figlie, nel rinnovare i loro voti, a “fare un patto col buon Gesù”, dicendogli: “Io N.N., oggi di nuovo, senza alcuna riserva, ti dono il mio cuore per possedere il tuo e così poter spendere tutte le mie forze nell’amarti, dimenticando me stessa e lavorando solo per te e come a te piace”.
In una preghiera della Novena all’Amore Misericordioso (giorno 4°), la Madre chiede: “Signore, abbi misericordia di me e rendi il mio cuore simile al tuo”.

Gesù descrive il Suo Cuore con due aggettivi: mite e umile (cf Mt 11,29). Dal contesto si capisce che Gesù dice di avere un cuore misericordioso, pronto a fare sue le sofferenze dell’uomo ed a guarirle; un cuore attento alle persone emarginate, oppresse e sfruttate da coloro che comandano.
Proprio perché “mite e umile di cuore” non alza la voce, non spezza la canna già rotta, non spegne il lucignolo fumigante” (cf Mt 12,18-21). Sono immagini che descrivono uno stile di comprensione, di pazienza, di misericordia. I suoi miracoli sono soprattutto una dimostrazione discreta di amore misericordioso nei confronti dell’uomo che soffre. Esattamente il contrario dei farisei e dei dottori della legge che giudicano e condannano i poveri, i peccatori, coloro che non conoscono la legge. I farisei sono più attenti ad osservare una legge che a salvare una persona, pensano più alla loro buona reputazione che ad aiutare in modo autentico il prossimo.
Siamo chiamati ad imparare e a mettere in pratica questa grande lezione: “Imparate da me che sono mite e umile di cuore”.
Una lezione che culmina sulla croce quando dal cuore di Gesù, trafitto dalla lancia, scaturì sangue ed acqua (cf Gv 19,34), simbolo della chiesa e dei sacramenti.
La pietà popolare ha molto venerato anche l’immagine di Cristo Risorto che mostra ai discepoli, in particolare a Tommaso, le mani trafitte dai chiodi e il costato aperto dalla lancia (cf Gv 20,20.27).
Il cuore di Gesù la sorgente del suo infinito amore, la fonte della sua misericordia, la fonte dalla quale sgorga l’acqua viva dello Spirito. Da quel Cuore impariamo l’umiltà, la mansuetudine, la pazienza, virtù oggi quanto mai necessarie.

Il giorno dopo la solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, il 28 giugno, la Chiesa celebra la memoria del Cuore immacolato di Maria. La misericordia del Cuore del Figlio si riverbera nel Cuore della Madre. In un certo senso anche viceversa: Maria offre a Gesù l’esperienza dell’amore materno. Maria, col suo cuore materno, partecipa intensamente a tutti i misteri di Gesù. La devozione al Cuore immacolato di Maria si è molto diffusa in seguito alle apparizioni della Vergine a Fatima, nel 1917. Pio XII nel 1942 consacrava la Chiesa e il genere umano al Cuore Immacolato di Maria. E’ nata la tradizione della Comunione nei primi cinque sabati consecutivi.

Le solennità

Nel mese di giugno celebriamo con particolare solennità l’Ascensione, la Pentecoste, la SS.ma Trinità, il Corpus Domini, i Santi Apostoli Pietro e Paolo.
Gesù, asceso al cielo, ci manda lo Spirito Santo, l’Amore del Padre e del Figlio. In questo modo la SS.ma Trinità viene ad abitare nel cuore dell’uomo che crede. Lo Spirito ci mette in comunione con Gesù e col Padre. Senza lo Spirito non possiamo né comprendere né vivere il Vangelo, tanto meno il mistero pasquale. Senza lo Spirito non possiamo pregare il Padre e chiamarlo “Abbà”. E’ con la Pentecoste che gli Apostoli vengono trasformati.

La Madre Speranza pregava ogni giorno il Trisagio alla SS.ma Trinità, sia per lodarla, sia per invocarne la protezione. Infatti se la Trinità abita in noi, di che dobbiamo aver paura?
Tutta la nostra vita cristiana è trinitaria: proveniamo dal Padre per Gesù nello Spirito; nello Spirito per mezzo di Gesù torniamo al Padre. “Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a Te, Dio Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli”. E’ la preghiera di lode (dossologia) con cui si conclude la Preghiera eucaristica.

L’Eucaristia è il sacramento che ci offre realmente tale comunione nel semplice segno del pane quotidiano. Con la forza dell’Eucaristia e della Trinità tutto possiamo, compresa la santità più alta come quella degli Apostoli.
Nella Processione del Corpus Domini, alla quale parteciperemo con fede, il popolo di Dio cammina col suo Signore, proclamando che Lui è davvero il Dio-con-noi.
“Nella Santissima Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra Pasqua” (P.O., n. 5). “L’Eucarisita, presenza salvifica di Gesù nella comunità dei fedeli e suo nutrimento spirituale, è quanto di più prezioso la Chiesa possa avere nel suo cammino nella storia” (Giovanni Paolo II, Ecclesia de Euc., n. 9).
A questo tesoro della Chiesa, Madre Speranza ha attinto a piene mani. “Con la S.Comunione spalanchiamo le porte dell’anima alla comunicazione con il nostro Dio, nostro Padre e nostro tutto. Con essa riceviamo i sentimenti e le virtù di Cristo, impariamo ad amare e perdonare. Dite a tutti che per l’uomo non c’è cosa più grande che ricevere il Signore. E se noi lo invitiamo, Gesù resta nel nostro cuore” (Madre Speranza).
Dovremmo dare più attenzione all’adorazione eucaristica, che tutti i santi hanno molto amato. Madre Speranza ha detto più volte che lì, davanti al Santissimo Sacramento lei “risolveva” i suoi problemi.
Quante volte in un quarto d’ora di preghiera fervorosa davanti al tabernacolo silenzioso, si ottiene tale risultato! Vi posso dire che talvolta sentendomi il cuore così oppresso e scoraggiato che credevo di non poter più resistere, mi sono inginocchiata ai piedi del tabernacolo e ho pregato con tutta l’anima e ho trovato la pace, la rassegnazione e la prontezza d’animo per soffrire ancora e portare quella croce che pochi momenti prima credevo di non poter sopportare.
Altre volte avevo l’anima turbata perché dovevo eseguire ordini che mi sembravano ingiusti e davanti al tabernacolo ho supplicato e lottato, fino a quando sono arrivata a dire: “devo farlo e lo faccio”, e la mia anima ha trovato la serenità, mi sono sentita capace di fare tutto”.
(Madre Speranza, La Passione, nn 147s)

Noi invece spesso ci agitiamo e ci sfoghiamo con parole offensive: maldicenze, insoddisfazioni, amarezze, astio.. Tutto questo non è che aggiungere altro male.
Trattenendoci in intima familiarità davanti a Gesù Eucaristia possiamo aprire il nostro cuore e ricevere la sua Pace; possiamo offrirci con Gesù al Padre nello Spirito, facendo crescere la fede, la speranza, la carità.

Il mese di maggio

Sono decisamente aumentate le presenze al Santuario. Nei primi giorni sono arrivati una trentina di pullman provenienti dalle varie regioni d’Italia. Nei “fine-settimana” e nei giorni festivi altre decine di pullman hanno raggiunto Collevalenza. In tutto il mese sicuramente molte migliaia di persone.
Come altre volte dicevo, il Santuario può dare il meglio di sé quando il pellegrinaggio, magari guidato dal parroco, si trattiene un giorno o due. Allora si può fare un momento di evangelizzazione, si possono con calma celebrare i sacramenti, si può partecipare alla Liturgia dell’Acqua, alla Via Crucis, alla visita guidata a tutta l’Opera.
Tra questi gruppi devo segnalare quelli provenienti da Como, Inverigo, Verona, Isola della Scala, Senigallia, Campobasso, Prato, Venezia…
Quelli che arrivano con poco tempo, appena si rendono conto della bellezza del Santuario, assicurano: “Ritorneremo per rimanere qui qualche giorno in questo luogo di pace”. E spesso aggiungono: “Ma perché non lo fate conoscere di più, il Santuario?” E’ vero, ma questo dipende anche dalla testimonianza di quelli che ci sono stati.

Una nota. Dato che il flusso aumenta, se qualche lettore avesse possibilità di offrirci un po’ di volontariato per aiutarci all’accoglienza ordinata nel Santuario, farebbe cosa molto utile. Chiamateci.

Comunioni e Cresime

Una menzione particolare va fatta per le diverse decine di gruppi di bambini che venivano a prepararsi, col parroco e i catechisti, a ricevere la prima comunione. Altrettanti sono arrivati per prepararsi al sacramento della Cresima.
Credo sia stato un bel servizio alle parrocchie, specialmente ai parroci, che sono ripartiti molto contenti.
Collevalenza si presta anche per questi momenti di ritiro spirituale per i ragazzi ed i giovani. Con la loro presenza il Santuario si anima in modo particolare. Voglio dire che, giustamente, si fanno sentire.

Pastorale familiare

Hanno avuto una buona partecipazione anche gli incontri di Pastorale Familiare: il 4 e 18 maggio.
In quest’ultima occasione è stato presentato anche un bellissimo oratorio:” Un’aureola per due. Note di vita e di musica sui Beati Maria e Luigi Beltrame Quattrocchi”.
Questi coniugi, beatificati insieme come coppia, il 21 ottobre 2001, costituiscono un grande riferimento per le nostre famiglie cristiane. Insieme a tante che purtroppo si dividono o vivono male, ce ne sono altre che, senza far notizia, vivono in modo davvero santo. La santità è proprio alla portata di tutti, anche della famiglia.
Leggevo in questi giorni una predica dell’allora Mons. Albino Luciani, Vescovo di Vittorio Veneto (poi Papa Giovanni Paolo I°). Diceva, citando S.Teresa d’Avila, che si può diventare santi semplicemente recitando bene le preghiere e facendo con amore il proprio dovere. Chi non può fare questo? Confermo che molte volte, soprattutto nel confessionale, ho la sensazione di trovarmi davanti a persone che stanno proprio camminando nella santità. Lo si percepisce dal senso di pace, di amore, di pazienza, di fede ben visibile nel loro volto.

Pellegrini malati

Diversi vengono al Santuario perché affetti da vari tipi di sofferenze: malattie gravissime (non di rado in persone giovani, anche nei bambini), crisi familiari, momenti di disperazione, vita lontana dal Signore….
Sembra di capire che stava aspettando qui da tanto tempo proprio quella persona. E noi sacerdoti ci sentiamo i piccoli strumenti di questi grandi appuntamenti tra la Misericordia divina e la miseria umana.
Le persone apprezzano la bellezza e l’efficacia della Novena all’Amore Misericordioso e dell’acqua del Santuario presa con fede.
A volte ci troviamo dinanzi a situazioni di eroismo: malattie incurabili, familiari intrattabili, povertà, tutto portato con la fede nel Signore, con tanta serenità. E magari dicono: “Sono contento perché il Signore mi aiuta. Non vengo a chiedere la guarigione, vengo a ringraziare e a chiedere di continuare come vuole Lui!”.

Per queste situazioni di grave sofferenza chiedo a tutti voi la carità della preghiera. Se qualcuno vuole fare di più, può telefonarmi.

Vita di famiglia

L’8 maggio, festa di Maria Mediatrice, noi Figli dell’Amore Misericordioso abbiamo rinnovato i nostri voti religiosi.
Maria, ancora una volta, ci ha raccomandato: “Fate quello che Gesù vi dirà” (Gv. 2,5). Come ha fatto Lei che fin dall’annunciazione si è dichiarata la serva Signore, disponibile a tutto.
Lei ci indica la strada dritta, dietro a Gesù.
Le chiediamo di aiutarci maternamente a migliorare la nostra risposta e a crescere come Famiglia religiosa per servire meglio i nostri fratelli.
Per questo, l’11 maggio, giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, assieme a tutta la Chiesa abbiamo invocato il dono di nuove Ancelle e Figli dell’Amore Misericordioso, più bravi di noi. Ce n’è proprio urgente bisogno. La domanda è grande, le nostre risposte rischiano di non essere sufficienti. Come diceva Gesù: “La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe” (Mt 9,37).
Occorre proprio pregare, occorre vivere bene la propria vocazione, bisogna incoraggiare e sostenere quelli che il Signore chiama al sacerdozio e alla vita consacrata, due vocazioni stupende! E’ la grazia di vivere alla maniera di Gesù, servendo per amore i fratelli.

Da venerdì 30 maggio a domenica 1 giugno ha avuto luogo l’assemblea ordinaria ALAM (=Associazione Laici Amore Misericordioso). Ai numerosi partecipanti è stato proposto il tema: “L’abbraccio misericordioso del Padre” (la parobola del “figlio prodigo”). P.Aurelio Del Prado ne ha presentato la lettura esegetica e Roberto Lanza il significato per noi (meditazione). Suor Rifugio ha presentato Madre Speranza nei primi panni del Padre Misericordioso; il presidente Gaetano Storace, ha sottolineato che il laico dell’Amore Misericordioso è chiamato ad imparare sempre di più la misericordia.
I partecipanti hanno manifestato la loro soddisfazione, hanno meditato e pregato. Le celebrazioni al Santuario sono state ben preparate.
Auguriamo all’Associazione di testimoniare sempre meglio il carisma dell’Amore Misericordioso nell’ambiente della famiglia, del lavoro, della scuola, del tempo libero, della politica.

Episodi del mese

Il 25 maggio i coniugi Luigi e Piera Alici di Grottazzolina (AP) hanno voluto celebrare qui il loro 25° di matrimonio. Erano accompagnati dai figli (Luca e Guido), dai parenti e amici.
A loro dobbiamo gratitudine per l’attenzione e la disponibilità dimostrate nei confronti del Santuario fin dagli anni ‘60, quando la signora Elvira, mamma di Luigi e Meo, organizzava numerosi pellegrinaggi a Collevalenza.
Con loro abbiamo ringraziato il Signore e abbiamo invocato il dono più importante: la santità della famiglia.
E’ stato molto commovente l’episodio che Luigi, attualmente docente di Filosofia morale all’università di Macerata e direttore della rivista “Dialoghi”, ha raccontato. Ve lo ripropongo.
Luigi aveva una quindicina d’anni quando, come altre volte era solito fare, salì sul pullman organizzato dalla mamma, per venire a Collevalenza.
Arrivano per la prima Messa, quella a cui partecipava la Madre Speranza. Luigi va a servire la Messa. Durante l’omelia la Madre in estasi comincia a parlare ad alta voce col Signore. Luigi scende giù dal presbiterio, si avvicina alla Madre e ascolta queste parole: “Signore, ti chiedo la grazia di donare un figlio a quei coniugi che non lo possono avere. Tu sai che una famiglia senza figli è come un giardino senza fiori”. La Madre continuava ad insistere e sembrava di capire che il Signore non fosse disposto a concedere la grazia. A un certo punto la Madre se ne esce così: “Signore, per ottenere questa grazia io sono disposta a fare 40 anni di Purgatorio!” L’estasi finì così. Il Signore anche quella volta esaudì la preghiera insistente della Madre.
Una mattina di maggio arrivano in Santuario, assieme a tanta gente, una mamma con la bambina di 5 anni!
Sembravano tutte e due nervose. La signora voleva confessarsi, ma la bambina strillava. Mi sono offerto a tenerle la bambina, dubitando in cuor mio di riuscire a calmarla. Stranamente si quietò. Quando la vidi un po’ tranquilla, le dissi perché era così triste. Pian piano mi disse: “Lo sai che in casa papà e mamma strillano quasi sempre. Il papà dice che l’ammazza. Io ho paura, non so come andrà a finire. A me mi porteranno un po’ di qua e un po’ di là…”
L’ho invitata a pregare insieme e poi a dire a mamma e papà di volersi bene.
Il suo racconto mi ha scosso. Mi chiedevo quanti bambini erano nella stessa situazione della piccola e dolce bambina che avevo davanti.

Incontri presbiterali

Giovedì 22 maggio una ventina di Sacerdoti della 25° Prefettura Sud di Roma, guidati dal confratello P. Antonio Garofalo, parroco di Spinaceto, e dal confratello collaboratore P. Sante, sono venuti in pellegrinaggio al Santuario. Hanno celebrato l’Eucaristia. Hanno visitato tutta l’Opera e poi sono stati a pranzo con la nostra comunità. E’ stato un momento di vera fraternità presbiterale, come voleva Madre Speranza.
Il 29 maggio il nostro Vescovo di Orvieto-Todi ha convocato a Collevalenza i sacerdoti della Diocesi per il ritiro mensile. I partecipanti erano circa 60. Abbiamo celebrato l’Ora Media, abbiamo adorato il SS.mo Sacramento. E’ seguita una meditazione su “Maria Mediatrice di grazia e di misericordia”, nella quale ho proposto il significato teologico e liturgico di questa festa, nonché il pensiero e la spiritualità della Madre Speranza. Abbiamo concluso con la preghiera del rosario meditato e poi il pranzo.

Defunti

In questo mese sono decedute molte persone care: il papà del confratello P. Armando Martin (di origine spagnola, ma da tanti anni nella nostra missione in Brasile), il papà di Don Ciro Galisi, parroco di Nocera Inferiore (SA), Fabio che aveva solo 23 anni, nipote di Sr. Cecilia Federici (Collevalenza), un fratello di Sr. Avelina (Collevalenza) e un fratello delle consorelle Agnese e Imelda Marcelli.
Preghiamo perché il Signore abbia nel suo regno questi cari defunti e invochiamo il conforto per le famiglie che sono nel dolore.
Ogni morte è dolorosa; perdere un giovanissimo figlio in un secondo è proprio straziante. Voglia l’Amore Misericordioso consolare queste care famiglie, come Lui può e sa.

Foto di gruppo
da Isola della Scala (VR) da Porto San Giorgio (AP) da Rimini

 

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ultimo aggionamento 05 luglio, 2003