La lettera

 

Nella cripta di Collevalenza

Carissimo,

    nel grembo della cripta di Collevalenza si è fatta luce.
    La preghiera del Salmo ha implorato: “Svegliatevi, arpa e cetra, voglio svegliare l’aurora”.
    Quanta tenerezza di sogno, quanta profezia di festa, in questo Salmo! Quanta voglia di giovinezza, di vivere e di essere felici!
    L’aurora si è già svegliata, ma io vorrei cogliere con te la meraviglia, lo stupore, la sopresa di questo giorno.
    Un giorno che arriva a noi da millenni di anni luce. Non s’è fatto giorno oggi. Viene da lontano, da lontanissimo, pensato, amato, voluto da Dio, dall’infinito.
    Questo giorno, ogni giorno. Capisci? Si resta sbalorditi, tremando. Questo giorno che Dio sapeva.
    Sapeva che ci saremmo incontrati insieme. È stupendo. Un giorno con cui Dio ci manda a dire
    – che non si è scordato di noi
    – che ci ama ancora
    – che ha un sogno di amore su di noi.
    Ecco, un giorno con cui Dio ci chiede di aprirci allo stupore, di convertirci al rischio, di riconoscere i poveri come il roveto ardente in cui Egli si manifesta.
    Ci chiede di riprendere il suo sogno su di noi, di annunziare la misericordia, di ridare le ali alla speranza, di costituire nel mondo la frontiera dell’amore. Sì, è la più grande responsabilità, rendere visibile in noi il volto di Cristo. È il significato di questo nuovo giorno.
    Stabilire un rapporto felice con la vita, una nuova allenza di festa con il Signore, un patto nuziale con la storia, il mondo, con noi stessi. Qui, a Collevalenza.

Nino Barraco

 

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ultimo aggionamento 21 ottobre, 2003