DAL SANTUARIO DI COLLEVALENZA
 
P. Domenico Cancian fam

 

Voce del Santuario

Aprile 2004

 

 

 

 

 

 

 

Santuario di Collevalenza

 

"Alitò su di loro e disse: ricevete lo Spirito Santo" (Gv 20,22)

Con la sua vita, passione, morte e risurrezione, Gesù ci ha meritato il dono dello Spirito Santo, l’Amore del Padre e del Figlio.
Sono convinto che non apprezziamo a sufficienza questo Dono. E’ certo che senza lo Spirito noi non possiamo conoscere né Gesù, né il Padre. Il mistero di Dio è infinito e noi vi possiamo accedere solo se illuminati e trasformati dallo Spirito.
In verità agli apostoli non è bastato ascoltare e seguire Gesù. Durante la sua Passione sono fuggiti e dopo, a fatica, hanno creduto alla sua Resurrezione. Solo con la Pentecoste avviene in loro un profondo cambiamento, tanto che la gente si meraviglia non poco del loro coraggio nel parlare, nel testimoniare una fede irrefrenabile (cf. At 2,12-13; 4,13), nel compiere nel nome di Gesù i suoi stessi miracoli (cf. At 2,12-41; 4.5-22).
È bella l’immagine di Gesù Risorto che “soffia nei suoi apostoli” il suo Spirito, il suo Alito di vita, il suo Respiro (cf. Gv 20,22), dicendo: “Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi” (Gv 20,23).
Lo Spirito dona agli apostoli il potere stesso di Gesù: rimettere i peccati, ossia far passare dalla morte alla vita, dall’egoismo all’amore.
Far risorgere dai morti, cambiare il cuore dell’uomo, trasformare il pane nel Corpo di Cristo, tutto questo è opera dello Spirito di Dio, che ha messo in atto la creazione del mondo, l’incarnazione e la resurrezione di Gesù, la storia della Chiesa.
La nostra conversione e la nostra santità è dunque principalmente ed essenzialmente opera dello Spirito Santo che infonde in noi i sentimenti e il respiro di Gesù. E con Gesù possiamo tornare al Padre.
Ne siamo consapevoli? Lo invochiamo e lo ascoltiamo? Avvertiamo la “parresia” (il coraggio, la forza) che proviene dallo Spirito?

Diceva ancora Gesù ai suoi: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera… prenderà del mio e ve l’annunzierà” (Gv 16,12-15).
Diceva ancora: “Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra” (At 1,8).
In questa vigilia di Pentecoste ci auguriamo di avvertire in noi tutta la forza dello Spirito, di lasciarci investire e guidare dal suo Amore. Una nuova Pentecoste trasformi i nostri cuori, le famiglie, la Chiesa e il mondo, e ci renda capaci di vivere nell’amore di Gesù.

Assidui e concordi nella preghiera insieme con Maria (cf. At 1,14)

Nel bellissimo mosaico della Pentecoste collocato nella nostra Cripta, Maria occupa il posto centrale. Lei, piena di grazia fin dal concepimento e investita in modo unico dallo Spirito che l’ha resa Madre di Dio (cf. Lc 1,35), è il tempio dello Spirito. Lasciandosi guidare dallo Spirito ha obbedito al Padre, seguendo da vicino Gesù.
Dopo aver accolto dal suo Figlio morente l’invito a diventare Madre della Chiesa, Maria in modo discreto, ma anche coraggioso, raccoglie gli apostoli dispersi, li rende assidui e concordi nella preghiera, li dispone a ricevere lo Spirito.
Maria continua ancora oggi a raccogliere i figli di Dio dispersi, misteriosamente insegna la preghiera fatta in modo continuo, senza stancarci, come raccomanda Gesù (cf Lc 18,1) e in modo comunitario, sintonizzando le voci e i cuori.
Maria continua a stare con le mani alzate per ottenerci quello stesso Spirito di cui la Chiesa ha assolutamente bisogno. Maria continua ad insegnarci come accogliere e seguire lo Spirito. Anche in questo senso è Mediatrice di grazia e di misericordia.
Le nostre famiglie e le nostre comunità si riuniscano, specialmente durante il mese di maggio, per meditare con Maria i misteri di Gesù, invocando ancora lo Spirito.
La Parola di Dio e il Rosario ci aiuteranno non poco.

Mese di aprile

Sono decisamente aumentate le presenze sia al Santuario che alla Casa del Pellegrino.
Nei fine settimana 3-4, 17-18, 22-30 si era proprio al completo e noi eravamo tutti impegnati nell’accoglienza, nelle celebrazioni liturgiche, nelle catechesi.
Naturalmente fa piacere poter aiutare, confortare, incoraggiare, benedire fratelli e sorelle che arrivano qui con tante sofferenze e problemi di ogni genere, a volte facendo capire di essere proprio al limite.
Soprattutto in queste situazioni si percepisce come il Santuario stia svolgendo la sua precisa missione manifesti e la sua ragione di essere: luogo della Misericordia, della consolazione e del conforto spirituale, della speranza di una vita illuminata dall’Amore Misericordioso, sempre vicino, specie nella sofferenza.
Molte sono le persone che sono arrivate per la prima volta dalle varie città d’Italia e dall’estero. Per Pasqua tante famiglie hanno scelto di condividere con noi la grande festa cristiana.

La Pasqua

La celebrazione della Pasqua è stata caratterizzata anzitutto dalla notevole partecipazione al Sacramento della Riconciliazione. Ci siamo resi disponibili ad accogliere i numerosi pellegrini che venivano al Santuario per ricevere il perdono e la misericordia di Gesù, Crocefisso e Risorto per noi. Con grande gioia abbiamo cercato di favorire l’incontro del buon Gesù con i fratelli e le sorelle che desideravano ascoltare ancora una volta le parole che solo l’Amore Misericordioso può dire: “Figlio, ti sono rimessi i tuoi peccati, va in pace! Non peccare più!” In quel momento si avverte la gioia profonda dell’uomo perdonato e la festa del Padre misericordioso che abbraccia i suoi figli, redenti dal sangue di Gesù, buon Pastore.
Purtroppo non possiamo raccontarvi queste cose stupende e commoventi: devono giustamente restare segrete. Le richiamo per affermare che ci sono e non sono poche. Le richiamo perché insieme possiamo benedire l’Amore Misericordioso che continua ad operare prodigi nel cuore dell’uomo, portando a compimento le promesse fatte alla Madre Speranza. Ringraziamo il Signore soprattutto per quelle persone che si sono riavvicinate a Lui dopo tanti anni e preghiamo perché approfondiscano la fede e la vita cristiana, riscoperte con tanta gioia.
Le celebrazioni liturgiche della settimana santa si sono svolte con dignità, sobrietà e fervore. P. Carlo e il coro hanno provveduto all’animazione dei canti, scelti con cura ed eseguiti alla perfezione. Nel celebrare ci sembra di cogliere molta attenzione e partecipazione.
In alcune circostanze si è riempita non solo la Basilica, ma anche la Cripta.
La rievocazione storica dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme è stata realizzata con molto gusto dalla Parrocchia di Collevalenza.
Nel triduo pasquale abbiamo celebrato insieme ai pellegrini le lodi, l’ufficio delle letture, la Cena del Signore (giovedì santo), la liturgia della croce (venerdì santo) e la veglia pasquale. Anche all’adorazione del Santissimo Sacramento e alla Via crucis hanno partecipato molte persone.
Nella 2ª domenica di Pasqua, abbiamo celebrato con tutta la Chiesa la “Festa della divina misericordia”, istituita recentemente da Giovanni Paolo II. La nostra spiritualità è molto vicina a quella di Gesù misericordioso, di S. Faustina Kowalska. Siamo ben lieti che anche attraverso questa provvidenziale celebrazione venga sempre più conosciuto il volto misericordioso di Gesù e del Padre, come fondamento sicuro della vita, specialmente nei momenti più critici. “Mi serva di porto sicurissimo l’abisso del tuo Amore e della tua Misericordia” (Madre Speranza).

Ragazzi per la Pace

Sabato 17 aprile abbiamo accolto circa 250 ragazzi della regione Lucania che erano stati ad Assisi per la “maratonina della pace”. Diversi di loro erano portatori di handicap. Aiutati dell’Unitalsi di Todi, da Don Marcello Cruciani e dal nostro P. Claudio, hanno partecipato all’Eucaristia e hanno visitato il Santuario. E’ stata una presenza simpatica e allegra.

Movimento Sacerdotale Mariano

Come ogni anno, giovedì 22 maggio, Don Stefano Gobbi ha guidato l’incontro del Movimento Mariano, al quale hanno partecipato alcune centinaia di persone. Hanno pregato il Rosario, hanno meditato, si sono confessate, hanno partecipato all’Eucaristia e all’Adorazione.

CVS

Dal 29 aprile al 2 maggio ha avuto luogo l’annuale convegno dei “Silenziosi operai della croce” del “Centro Volontari della Sofferenza”. Erano quasi 300. Hanno approfondito la loro identità, la comunione e la missione.
Ci hanno edificato per la loro fede, per le loro celebrazioni liturgiche ben curate, per l’amore con cui portano e valorizzano la sofferenza. La chiesa e il mondo debbono molto alle persone che sanno accettare e offrire con gioia disagi, dolori, malattie che durano una vita.
Ormai con Don Giuseppe, Don Armando e con tutto il CVS è nata una vera amicizia che ci aiuta a vivere meglio le nostre specifiche vocazioni.

Corali

Ogni tanto si presentano delle belle opportunità per arricchire la Liturgia e per gustarci dei concerti di un notevole livello.
Sabato 17 è arrivato il Coro “Adriano Ceccarini” di Viterbo, diretto dal Maestro e Compositore A. Rivoglia. All’organo suonava Don Roberto che sarà ordinato Sacerdote fra pochi giorni.
Il coro ha animato la Messa delle 17 e poi ha offerto un bellissimo concerto di canti polifonici della grande tradizione musicale sul tema della Pasqua. Sono stati applauditi. Hanno poi voluto conoscere la storia del Santuario e ci hanno promesso che ritorneranno.
Domenica 18 la corale di S. Martino di Salizzolle di Verona ha animato la Messa delle 12. Anche loro hanno voluto offrire con amore questo servizio. Li ringraziamo ancora.

Giovani

Singolarmente o in piccoli gruppi arrivano anche i giovani. Nel periodo della giovinezza la ricerca di Gesù sembra più autentica, e comunque i giovani meritano più attenzione perché sono tra quelli su cui ricadono, a volte in modo pesante, i problemi e le contraddizioni della nostra società.
Specialmente con quelli che vengono da situazioni difficili cerchiamo di essere più disponibili. Le conversioni di questi giovani fanno ben sperare nel domani.
P. Franco Sbarbati ha guidato in Romania, dal 14 al 30 aprile, un corso di Esercizi Spirituali per una cinquantina di ragazzi e giovani. Le nostre suore, come sapete, sono in Romania da una decina d’anni.

Giornata Vocazionale

Il 2 maggio, insieme a tutta la Chiesa, abbiamo celebrato la 41ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni. Il messaggio del S. Padre e del nostro Vescovo Giovanni ci hanno offerto notevoli spunti di riflessione che, a nostra volta, abbiamo riproposto ai pellegrini.
Scriveva il nostro Vescovo: “Siamo rimasti poveri. Non è ancora una tragedia, ma un pericolo sì. Rischiamo di rimanere senza pane, senza perdono, senza futuro. E pensare che basterebbe poco. Basterebbe riprendere in mano il Vangelo e rileggerlo con la passione di Francesco, di Chiara, di Agostino…”
Sì, dobbiamo riconoscere che oggi i sacerdoti, i religiosi e le religiose stanno diminuendo, mentre la domanda dell’evangelizzazione cresce. Gesù ci ha detto di pregare il Padrone della messe perché continui a chiamare gli operai. Vogliamo prenderci a cuore questo comando di Gesù.
Al Santuario abbiamo proposto un triduo e la veglia. E’ chiaro che ogni giorno dovremmo continuare a pregare perché i sacerdoti, i religiosi e le religiose siano testimoni autentici di Gesù con una vita povera, casta, obbediente come quella dei grandi fondatori che hanno segnato la storia della Chiesa e del mondo. Pensiamo, ai nostri tempi, una Madre Teresa, Madre Speranza, Giovanni Paolo II e tanti altri che, in modo non eclatante, vivono bene la loro vocazione. Preghiamo perché il Signore continui a chiamare e i chiamati rispondano positivamente, avvertano la bellezza di questa proposta di vita.
E chi avesse dei figli o degli amici che stanno in ricerca vocazionale, sappia aiutare e incoraggiare, perché dedicare la vita per la causa di Gesù, qualora Lui chiami, è la grazia più bella che possiamo avere.
Credo che la gioia di chi ha potuto donare tutto a Gesù, sia la più grande su questa terra.
Personalmente ne sono convinto. L’unico rimpianto nostro è quello di non essere come Gesù ci vuole. Non compatiteci, piuttosto aiutateci a diventare santi nella carità. Scrive il Papa: “Dalla santità dei chiamati dipende la forza della loro testimonianza, capace di coinvolgere altre persone, (…) spingendole ad affidare la propria vita a Cristo”.
Se conoscete qualche giovane che desidera fare ricerca vocazionale potete anche offrire il nostro indirizzo perché da diversi anni stiamo donando questo servizio.

Episodi del mese

Arriva una donna sui 40 anni. Cammina a stento. Da diversi anni è affetta da una malattia che via via l’ha semiparalizzata. La vedo serena. Mi dice: “Con questa sofferenza ho imparato tante cose. Sono qui per ringraziare e chiedere forza. Sono qui per ringraziare l’Amore Misericordioso perché mio marito è guarito prodigiosamente da una emorragia cerebrale che l’aveva portato per qualche giorno al coma. Ora è qui con me e sta bene”.
Avevo scritto qualche mese fa di un uomo a cui sono state amputate, una dopo l’altra, le gambe. Con la sua macchina e poi con la carrozzella viene sempre alla Messa. Ora da diverse settimane non può più coricarsi perché in quella posizione il dolore è fortissimo. Quindi sta notte e giorno sulla sua carrozzella. Mi guarda e mi dice con gli occhi lucidi: “E’ dura, molto dura. Ma io, ancora non mi sono lamentato col Signore!”
Più di una persona ha confidato di essere stata salvata dal suicidio messo in atto e di aver ritrovato la gioia di vivere. Quando si arriva a questo punto le sofferenze sono davvero al colmo. C’è proprio da pregare tanto per essere sostenuti e protetti nei momenti critici della vita. Credo che una delle tentazioni più diaboliche sia la tristezza, lo scoraggiamento, la sfiducia, la disperazione. L’altra tentazione diabolica è quella della superbia, della violenza, dell’indurimento del cuore. Dice Gesù: “ Vegliate e pregate per non cadere in tentazione” (Mt 26,41).
Un signore, abbastanza povero e di una certa età, mi racconta che si era sentito ispirato a far fare una statua della Madonna e un’altra del S. Cuore. Le fece fare a spese sue e le regalò ad una chiesa. Era rimasto quasi senza soldi. Dopo pochi giorni, inaspettatamente, gli arriva un assegno con l’importo esatto di quello che aveva speso. Conclude: “Io sono un tipo semplice e contento. I soldi servono a poco. Contano la fede, la salute e la pace. Io credo che Gesù e la Madonna erano persone semplici e contente”.
Un capogruppo scrive la seguente lettera: “Come sempre il pellegrinaggio a Collevalenza è un faro che ci illumina e un sole che riscalda l’animo, donandoci tanto amore per gli altri. I pellegrini si sentono veramente cambiati, più forti, ed affrontano le cose della vita con altro spirito.
Vi ringraziamo della vostra amabile accoglienza.
Madre Speranza ci sia sempre vicino e ci accompagni lungo il cammino della nostra vita per portarci da Gesù! Vi vogliamo bene”.

Defunti

Abbiamo invocato la gioia definitiva del Paradiso per Franco, un fratello della consorella Sr. Vita (Mantova); per una cugina delle consorelle Sr. Maria e Sr. Lourdes e per un cugino di Sr. Silvana.

Foto di gruppo
Cavalieri di Malta, Perugia da Forlì da Macerata

 

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ultimo aggionamento 16 maggio, 2004