équipe di pastorale giovanile vocazionale
 

Incontro al Figlio dai polsi trapassati

Come servi...
gettati nelle sue braccia

"Figlio, se ti presenti per servire il Signore,
preparati alla tentazione. Abbi un cuore retto e sii costante, non ti smarrire nel tempo della seduzione.
Sta unito a lui senza separartene,
perché tu sia esaltato nei tuoi ultimi giorni.
Accetta quanto ti capita, sii paziente nelle vicende dolorose, perché con il fuoco si prova l'oro,
e gli uomini ben accetti nel crogiuolo del dolore.
Affidati a lui ed egli ti aiuterà; segui la via diritta e spera in lui. Quanti temete il Signore, aspettate la sua misericordia;
non deviate in lui per non cadere.
Gettiamoci nelle braccia del Signore e non nelle braccia degli uomini; poiché, qual è la sua grandezza, tale è anche la sua misericordia" (Sir 2,1- 7.18)

 

 

Il 3 ottobre scorso, nella Basilica Cattedrale Maria SS.ma Assunta di Orvieto, risuonavano queste parole nella prima lettura della Messa durante la quale Alessandro Fortunati è stato ordinato presbitero da Mons. Giovanni Scanavino.
Al termine della celebrazione, questa pagina del Siracide ci è stata “regalata” dal nostro Vescovo con la consegna di meditarla e viverla.

 

Se ti presenti per servire il Signore

L’autore del libro del Siracide, Gesù figlio di Sirach (Ben Sirach), “si rivolge  a chiunque voglia con sincerità comportarsi da giudeo in un mondo che è cambiato”[1], si rivolge anche a noi, adesso, e ci invita a presentarci davanti a Dio con l’animo del servo umile e inutile; con il cuore colmo di speranza.

 

Preparati alla tentazione... Sii paziente

La nostra fede viene testata, messa alla prova[2], per essere testimoni autentici, capaci di pazientare e amare, anche nel dolore e nella morte, come Gesù.

 

Aspettate la misericordia

La vera sapienza, per Ben Sirach, consiste nel temere Dio, nell’obbedire ai suoi comandamenti di amore; nell’attesa della sua misericordia che salva e perdona; è questo santo timore che “fa fiorire la pace e la salute[3]” del cuore.

 

Gettiamoci nelle braccia del Signore

Con la fiducia di un bambino che corre incontro alla mamma o al papà per gettare le sue piccole braccia al collo e stringersi al suo petto. Con la fede in un Dio Padre buono, che ama correre incontro per primo.

Alessandro di Avigliano Umbro, Sergio Dominici, di Massa Martana e frate francescano del TOR[4] prossimo all’ordinazione, hanno scelto di rispondere alla chiamata di Dio che li costituisce ministri in nome di Cristo per offrire il sacrificio e perdonare i peccati.
Essi ricevono, mediante l’unzione dello Spirito, un carattere speciale che li configura a Cristo sacerdote, in modo da poter agire in persona di Cristo capo, annunciare il Vangelo, la “Buona-notizia” che il Regno è qui, presente in mezzo a noi.
Perché il sacrificio dei servi di Dio possa superare la prova della fede, ed essere perfetto, è necessario che, per le mani dei presbiteri e della Chiesa, venga unito al sacrificio di Cristo, unico mediatore, nel Sacramento dell’Eucarestia[5].
Nell’atto di consegnare il pane ed il vino ad Alessandro, ormai ordinato e rivestito di casula e stola, ed unto con il sacro crisma, Mons. Giovanni gli diceva: “Ricevi le offerte del popolo santo per il sacrificio eucaristico. Renditi conto di ciò che farai, imita ciò che celebrerai, conforma la tua vita al mistero della croce di Cristo”.
Quanto sono consonanti queste parole e soprattutto la loro forza incisiva con quelle del Siracide!
Gettiamoci nelle braccia del Signore! Le braccia di Cristo, allargate nell’abbraccio dell’uomo di ogni tempo, vogliono incontrare le nostre braccia, quelle dei nostri preti, che devono diventare altri Cristo, quelle di ogni cristiano che desidera  servire il Signore in spirito e verità.
Il 15 ottobre, nel giorno in cui Madre Speranza ha lasciato la casa paterna per diventare santa come Teresa d’Avila, seguendo la chiamata alla vita religiosa, Tom e Ajith, due giovani indiani, iniziano il noviziato come Figli dell’Amore Misericordioso…
Il 1 novembre Angel Mary, Lathy e Reena faranno la loro professione religiosa come Ancelle dell’Amore Misericordioso…
Conosco anche altri giovani che in questi giorni desiderano presentarsi per servire il Signore, cercando di purificare sempre più la disponibilità a fare tutto quello che Lui a loro dirà.
La vita consacrata è tendere le braccia fragili e povere della nostra esistenza verso Cristo, per vivere e agire come Lui, per assumere i suoi sentimenti e la sua forma di vita[6]. E’ donare la vita con Lui, che “per riportare all’uomo il volto del Padre, ha dovuto non soltanto assumere il volto dell’uomo, ma caricarsi perfino del “volto” del peccato[7]”. E’ scoprire nel suo volto sofferente e innamorato quell’offerta che ha riconciliato l’umanità con Dio[8].
“Se infatti è vero che tutti i cristiani sono chiamati “alla santità e alla perfezione del proprio stato”, le persone consacrate, grazie ad una “nuova e speciale consacrazione” hanno la missione di far risplendere la forma di vita di Cristo, attraverso la testimonianza dei consigli evangelici, e sostegno della fedeltà di tutto il corpo di Cristo”[9].
Sacerdozio, vita consacrata sono chiamate differenti ma entrambe fondate sulla forma di vita di Cristo, sul mistero della sua croce.
Entrambe sono memoria viva del Signore Gesù, membra sacrificate del suo corpo, prolungamento delle sue braccia nell’oggi della nostra storia, dentro un mondo tribolato e crocifisso.
Quando la vostra fede soffre nel sostenere le prove che il Signore permette, bussate alle porte delle sacrestie e dei nostri conventi! Troverete sacerdoti e consacrati che vi attendono!… forse preoccupati per le cose da fare e per la casa di Dio da mandare avanti… con così pochi (e anziani) operai!
Magari saremo assorti nella preghiera, come servi stanchi gettati nelle braccia di un Padrone… che è Padre. Osate pure. Entrate anche voi. Non disturbate affatto!
Non vogliamo rimanere soli fra quelle braccia. Se entrate, possiamo correre insieme. Incontro al Padre dalle grandi braccia, al Figlio dai polsi trapassati, nello Spirito che sigilla, nei nostri cuori finiti, il suo infinito Amore.

Per l’équipe di pastorale giovanile,
Sr. Erika di Gesù Bellucci


[1] Bibbia TOB, Torino 1992, 2020.
[2] Cf. Gc 1,2.
[3] Cf. Sir 1,18. “Salute e pace” è anche l’augurio che M. Speranza estendeva a tutti i suoi figli e figlie.
[4] Terzo Ordine Regolare.
[5] Cf. PO 2.
[6] Cf. Ripartire da Cristo 21-22.
[7] Cf. NMI 25.
[8] Cf. Ripartire da Cristo 27.
[9] Ripartire da Cristo 13. Il corsivo è aggiunto.

 

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ultimo aggionamento 24 dicembre, 2004