STUDI
 

P. Domenico Carchidi, fam     

 

 

Il Tempo senza Tempo

 

 

Questo scritto è nato dopo una conversazione con il caro ed illustre artista Lorenzo Carnebianca, rappresentante per la Scultura nel Comitato delle Arti figurative della S.I.A.E. Esso non ha alcuna pretesa se non quella di un fioco stimolo a pensare e a cercare in profondo.
Dice Platone: “Una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta” (dall’Apologia di Socrate); Aristotele definisce Dio: “Pensiero pensante”; e Blaise Pascal afferma che: “Il pensiero costituisce la grandezza dell’uomo” (da I Pensieri, n. 346) e “L’uomo evidentemente è fatto per pensare: sta qui tutta la sua dignità e il suo mestiere, e tutto il suo dovere consiste nel pensare come si deve” (ivi n. 146).
I grandi geni hanno esplorato l’ordine fenomenico e sono andati oltre, fino a raggiungere l’essenza dell’essere e la sua origine.
Nel secolo scorso vanno ricordati due studiosi della fenomenologia: Husserl ed Edith Stein, sua discepola, ebrea ed atea, appassionata ricercatrice della Verità, che incontrò in Gesù Cristo. Ora è S. Teresa Benedetta della Croce, conosciuta in tutto il mondo come acuta filosofa e santa.
S. Clemente Alessandrino ha asserito che Dio ha gettato nel profondo dell’essere umano e, soprattutto, nella cultura classica della Grecia, alcuni secoli prima dell’era volgare, semi di verità, per preparare il fatto dell’Incarnazione: il Logos (non quello di Eraclito) si è fatto Uomo, ossia Dio è reso visibile in Gesù di Nazareth.
Ha voluto e si è preparata una madre: la Beata sempre Vergine Maria. Detti semi di verità, noi, in realtà scopriamo nei pagani: in Anassimeno, il quale uscì con una frase stupenda: “Principio ed elemento delle cose è l’Infinito”; in Parmenide, il filosofo dell’essere che parlò di un essere increato e incorruttibile; in Anassagora, che scoprì una Mente organizzatrice dell’universo; e a Roma, in Seneca, il quale riconobbe Dio vicino all’uomo (in senso panteistico); in Orazio, fiducioso nella speranza: non omnis morior.

 

Cos’è il tempo?

S. Agostino sostiene che il tempo nasce con la creazione. Prima esisteva solo l’Essere eterno, Dio. Solo Lui. Il tempo è venuto poi. La concezione del tempo esiste nella mente umana. Agostino prosegue asserendo che: “Se nessuno me lo chiede, lo so; se voglio però, spiegarlo a chi me lo chiede, allora non lo so più. Comunque, posso dire con esattezza di sapere che, se non passasse nulla, non esisterebbe un tempo passato; se non dovesse venire non esisterebbe un tempo futuro; se non esistesse nulla, non esisterebbe un tempo presente”. Poi aggiunge che l’eterno rimane sempre presente, che il presente è la visione della realtà, il passato è la memoria, il futuro è la speranza, l’attesa (cfr. Le Confessioni, libro XI).

 

Il senso della storia

Agostino nel “De Civitate Dei”, traccia il senso della storia umana producendo la Filosofia della storia e la Teologia della storia, per la prima volta; Dio ha creato l’uomo dentro un disegno d’amore. Questo ineluttabilmente si compie alla fine del tempo. Consiste nell’accogliere la Chiesa, Corpo mistico di Cristo, nel Regno dei beati. Così dal tempo si passa nell’eternità, perpetua presenza. L’uomo, che ha riconosciuto Gesù come l’inviato del Padre, viene a ricevere il pieno appagamento ai due profondi suoi desideri: la stabilità dell’essere e la piena felicità oltre ogni aspirazione.

 

Che fare oggi del tempo?

 Il poeta latino Virgilio dice: “Fugit irreparabile tempus”; l’apostolo Paolo esorta a viverlo intensamente, guardando al Regno di Dio, dove c’è diversità, “E ‘n la sua voluntade è nostra pace” (Dante Paradiso, 3°, 85). Ricordiamoci pure dell’epitaffio Tempus temperat tempera.
Giorgio Guglielmo Federico Hegel (1770-1831), ha un modo diverso di concepire la storia e il senso della vita umana. Per lui “ciò che è razionale è reale, ciò che è reale è razionale”.
La storia è come un corso di un fiume. Le idee scorrono verso uno scopo, l’Assoluto.
Partendo dallo spirito arriva allo stato assoluto espresso dall’arte, la religione e la filosofia. E qui si è come in un prato nel quale “tutte le vacche sono nere”. Per arrivarci a questa oggettiva consapevolezza egualitaria viene esercitata, più che dai singoli, dalle istituzioni, la dialettica triadica: tesi, antitesi, sintesi.
Feuerbach ha applicato alla società la dialettica hegeliana partendo non dallo spirito ma dalla materia. Ma con la lotta di classe il comunismo bolscevico non è riuscito a raggiungere lo scopo prefisso: ottenere un paradiso in terra in una società senza classi.
Kierkegoord (1813-1855) contrappone l’individuo al panteismo hegeliano. Ciò che conta è l’uomo singolo. E nasce così l’esistenzialismo.
Nel nostro tempo la cultura dominante coincide con il nichilismo di Nietzsche.
Oggi i più alti valori: Dio, bene, male, sacralità della persona e della famiglia, sono svalutati. Sono messi alla pari di altri: democrazia, libertà, islamismo, laicismo...
Ogni uomo (o associazione) propone, impone, anche con la forza, la violenza, il valore in cui crede. Così si è caduti nel nichilismo, nel vuoto, nel nulla.

 

Conclusione

La grossa produzione artistica di Lorenzo Carnebianca registra e spinge, porgendo la sua chiave, alla ricerca di un pensiero forte, in opposizione a quello debole, nel rispetto e nella tolleranza, alla ricerca dei valori universali ed eterni, alla ricerca di una pace stabile in tutto il pianeta. In molti libri e riviste, i suoi ammiratori hanno illustrato le sculture e le pitture dell’insigne maestro. Cito per tutti Il Tempo senza Tempo, di recente pubblicazione, a cura di Domenico Guzzi, e la rivista “ABC” 18/2003, nella quale è riportata un’intervista di Lorenzo a Nicoletta Liguori, in cui si attesta che ci deve essere sintonia tra messaggio e vissuto: l’esempio trascina, il segno ricorda.

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ultimo aggiornamento 20 aprile, 2005