La lettera

 

Quando è notizia

Carissimo,

    una notizia, sì. In uno dei paesi di Sicilia, tra Palermo e Agrigento, a Lercara Freddi, l’Amministrazione Comunale ha deciso di dedicare il Palazzetto dello Sport ad un “personaggio”.
    A chi? A Coppi, a Mennea, a Schumacher? No, ad un infermo, ad un paralitico!
    Un disabile, Salvatore Daffronto, venticinque anni su una carrozzella, spondilosi rizomelica, un tronco rigido, sette operazioni, l’ultima per occlusione intestinale, quando, nella vertigine della Luce, accennando alla sua ferita purulenta, poteva affermare: “I granai sono stati aperti. Spero di metterci dentro quante più anime è possibile”.
    L’uomo - è morto nel ‘68 - che, dopo la ribellione, seppe insegnare a tutti come l’amore possa essere più forte del dolore, che trasformò la sua carrozzella nel gioco di bambini, che ebbe la voglia di vivere, di dare un sorriso, una speranza.
    Sì, un Palazzetto dello Sport intitolato a Salvatore D’affronto, infermo, paralitico. Una notizia. Un evento che configura il più alto grado della civiltà di un paese, capace di assumere la storia dei deboli come la rivincita più forte nella gara decisiva della vita.
    In un tempo in cui l’immagine imposta dalla cultura dominante è quella dell’efficienza, in cui tutti sono belli, forti, intelligenti, felici, in cui non c’è posto per “gli altri”, ecco la storia sommersa, i poveri, i deboli, tutti coloro che vivono nel dolore, quelli che non appaiono mai sulle pagine dei giornali, quelli di cui la storia non parla e che fanno la storia.
    A riassumere le motivazioni, il testo della dedica collocata all’interno del Palazzotto: “Nella gara con il dolore della vita / il suo nome fu per tutti ala di coraggio”. Sì, un nome, consanguineo dei nostri sogni nella sfida della vita, ovverosia quando l’informazione è davvero notizia.

Nino Barraco

 

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ultimo aggiornamento 08 novembre, 2005