UNA PAGINA DI VANGELO
Vocazione Matteo
 

    a cura di Ermes M. Ronchi

Dal Vangelo di Matteo 22, 34-40:

Allora i farisei, udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova: « Maestro, qual è il più grande comandamento della legge? ». Gli rispose: « Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipende tutta la legge e i Profeti».

Un Dio capace di moltiplicare il cuore

 

Qual è il più grande comandamento?

Amerai con tutto... con tutto... con tutto...
Per tre volte Gesù ripete l’appello alla totalità, all’impossibile. Perché l’uomo ama, ma solo Dio ama con tutto il cuore. Ripete due parole antiche e note, ma aggiunge: la seconda è simile alla prima. Amerai il prossimo è simile ad amerai Dio. Il prossimo è simile a Dio. Questo è lo scandalo, la grande rivoluzione portata dal vangelo.

Dio non ruba il cuore, lo moltiplica.
Ama Dio con tutto il cuore. Eppure, resta ancora del cuore per amare il marito, la moglie, il figlio, l’amico, il prossimo e, per i discepoli veri, perfino il nemico. Dio non ruba il cuore, lo moltiplica. E questo perché lo ha fatto più grande di tutte le cose create messe insieme.

Gesù risponde con due inviti.
Lo scriba domanda un comandamento, Gesù risponde con due inviti, ma dentro raccoglie tre oggetti d’amore e proietta il cuore in tre direzioni: ama il tuo Signore, ama il tuo prossimo, come ami te stesso.

Terzo comandamento sempre dimenticato.
Perché se non ami te stesso non sarai capace di amare nessuno, saprai solo prendere e possedere, fuggire o violare, senza gioia né gratitudine. Nostro orizzonte è questo cuore a più voci, in cui l’amore di Dio è come la melodia principale, il canto fermo, attorno al quale può dispiegarsi il contrappunto degli altri amori. E nasce la polifonia della vita (Bonhoffer). Ama Dio con tutto il cuore non significa ama lui solamente, ma amalo senza mezze misure, senza mediocrità. Allo stesso modo amerai con tutto il cuore il tuo amico, il tuo familiare, lo amerai senza calcolo e senza inganno.
Il rischio di un vangelo mal compreso è di farci smarrire la polifonia dell’esistenza, la vita in pienezza. Abbiamo bisogno, tutti, di molto amore per vivere bene (J. Maritain).

Il contrario dell’amore non è l’odio, ma l’indifferenza.
L’odio è spesso una variante impazzita dell’amore. L’indifferenza invece riduce a nulla l’altro, non lo vedi neppure, non esiste più. E nessuno ha il diritto di ridurre a nulla un uomo. L’indifferenza avvelena la terra, ruba vita agli altri, uccide e lascia morire; è la linfa segreta del male. Amerai: non sarai mai indifferente!

Non credere che basti amare Dio.
Lo facevano anche i farisei nel tempio di Gerusalemme. Non puoi amare Dio e disprezzare i fratelli. Il prossimo ha corpo, voce, cuore “simili” a Dio.

Non credere che basti amare il prossimo, dicendo: «Io mi impegno per i poveri, per la pace, la giustizia: questo è il mio modo di pregare. Dio è solo qui». Dio è lì, nei piccoli, ma è anche l’alfa e l’omega, eternità della vita, l’unico che cambia il cuore, l’Altro che viene perché il mondo sia altro da quello che è.

Non separiamo i due comandamenti, ad essi siamo crocifissi, come alle due braccia della nostra croce, come alla nostra risurrezione.

Articolo precedente

Articolo successivo

[Home page | Sommario Rivista]


realizzazione webmaster@collevalenza.it
ultimo aggiornamento 21 dicembre, 2005