STUDI
 

    M. Mediatrice di Gesù Berdini eam   

 

«La testimonianza delle Ancelle dell’Amore Misericordioso oggi:
un Progetto divino iniziato 75 anni fa»

 

SOMMARIO

1. Introduzione: alcuni criteri di lettura dei 75 anni di vita della Congregazione delle Suore Ancelle dell’Amore Misericordioso.
2. Alle origini, un Atto di Amore.
3. Un Progetto, un sogno, una Promessa.
4. Per la mediazione della nostra Madre Maria SS. Mediatrice, oggi Madre Speranza è viva con le Opere dell’Amore Misericordioso in varie parti del mondo.
5. Un «regalo di compleanno» per questo 75° di Fondazione: la Congregazione, «come chicco di grano», preannuncia una stagione di fecondità.
6. Un Augurio della Madre: le Ancelle dell’Amore Misericordioso, figlie della Benedizione.
7. Suggerimenti finali:
* Ritorniamo «al primo Amore» (cfr. Ap 2,4).
* Comunichiamo Gesù Amore Misericordioso: Speranza di vita per l’umanità di oggi.
* Scendiamo dal piedistallo del nostro «imborghesimento» e indossiamo il «grembiule».

 

1. Introduzione: criteri di «lettura dei 75 anni di vita della Congregazione delle Suore Ancelle dell’Amore Misericordioso

Un saluto cordiale e affettuoso a tutte le Ancelle dell’Amore Misericordioso e a tutti i presenti!
«Fare memoria», «raccontare» i 75 anni di vita della Congregazione delle Suore Ancelle dell’Amore Misericordioso dalla nascita ad oggi, è per me una «impresa» abbastanza difficile, ma cercherò di farlo con lo sguardo meravigliato di un bambino che contempla con amore sua Madre.
La Congregazione, infatti, è Madre di tutte le Ancelle dell’Amore Misericordioso, come la Santa Chiesa di Dio è Madre di tutti i cristiani.
Sento che il mio «guardare» con fede e amore la Congregazione va coniugato con altri due verbi che diventano sinonimi «sperare/sognare». Infatti sogno e spero con fiducia che il Disegno di Dio, al di là delle apparenze umane, vada pian piano e silenziosamente verso il suo compimento, giacché «le vie del Signore non sono le nostre vie, e i pensieri del Signore non sono i nostri pensieri» (cfr. Is 55,8).
In questa «rilettura» dei 75 anni di vita della Congregazione delle Ancelle sono altresì consapevole della mia «miopia»; infatti, sento che una sorta di «condizionamenti» personali mi impediscono di «leggere» con oggettività distaccata una realtà in cui sono immersa e vivo pienamente coinvolta. Per questo chiedo la carità della vostra comprensione, mentre invoco la luce dello Spirito Santo affinché guidi tutti noi alla conoscenza amorosa e sapienziale di questo Disegno divino che è la Congregazione delle Ancelle dell’Amore Misericordioso, inserito nel più ampio Progetto dell’intera Famiglia dell’Amore Misericordioso. Ognuna/o di noi possa anche assumersi fino in fondo le proprie responsabilità!

2. Alle origini, un Atto di Amore

La nostra venerabile Madre Speranza di Gesù è lo «strumento» eletto da Dio Amore Misericordioso per dare vita alla Congregazione delle Ancelle. Ma prima di arrivare a questa fondazione, il Buon Gesù chiede alla Madre un atto di amore totale, di donazione incondizionata: offrirsi in olocausto come vittima di espiazione al suo Amore Misericordioso. La Madre accetta, si offre per i Sacerdoti del mondo intero e per tutta l’umanità sofferente (cfr. Diario, El Pan 18,3).
Questa «offerta» le era stata preannunciata da santa Teresa del Bambino Gesù quando, essendo la Madre ancora bambina, la piccola Teresa le era apparsa per dirle, da parte del Buon Dio: «Tu dovrai continuare da dove sono arrivata io». E la Santa di Lisieux, quasi al termine della sua vita terrena, era arrivata a questa decisione personale, come si legge nella sua autobiografia «La storia di un’anima»: «Per vivere in un solo atto di perfetto Amore, io MI OFFRO COME VITTIMA DI OLOCAUSTO AL TUO AMORE MISERICORDIOSO, supplicandoti di consumarmi senza posa, lasciando traboccare nell’anima mia i flutti di tenerezza infinita che sono racchiusi in Te e che così io diventi Martire del tuo Amore, o mio Dio!...».
La Madre sperimenta la fedeltà, la pazienza, la tenerezza di questo Buon Padre, che le è sempre vicino e sta al suo fianco per aiutarla a compiere la volontà divina (cfr Profilo n. 5, «L’aspetto morale del messaggio della Madre Speranza»).
Nel marzo del 1929, il Buon Gesù le dice che «è arrivato il momento di scrivere le Costituzioni, mediante le quali più tardi si dovranno reggere la Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso e, molto prossimamente, la Congregazione delle Ancelle del suo Amore Misericordioso».
Il 2 aprile del 1929, così leggiamo nel Diario della Madre: «Questa notte mi sono distratta, o meglio, prima di andare a letto, quasi «ubriacata» dalle parole che Gesù mi aveva detto, ho preparato un quaderno e la matita dicendo: «Gesù, sono pronta». E quando già andavo a dormire, il Buon Gesù è venuto e mi ha dettato ciò che devo mettere nelle Costituzioni» (El Pan 18, 31.35.36).
Gesù, che non si lascia vincere in generosità, alle continue risposte di amore della Madre, la «sorprende» con la straordinaria sovrabbondanza della sua misericordia. Alcuni giorni prima della fondazione delle Ancelle, alla data dell’8 dicembre 1930, così scrive la Madre nel suo Diario: «Nella cappella di Gómez Herrero, Gesù mi ha fatto conoscere come desiderava che si facesse la immagine del suo Amore Misericordioso, i simboli che doveva avere, e immediatamente andai a commissionarla allo scultore Cullot y Valera, mio parente ». Mi commuovo pensando alla straordinaria bontà di Gesù che, già prima di nascere noi, ha voluto prepararci plasticamente il Modello che siamo chiamate a imitare, seguire e annunciare a tutti gli uomini: «un Padre pieno di bontà che cerca in tutti i modi di confortare, aiutare e far felici i suoi figli, che li segue e li cerca con amore instancabile, quasi che non potesse essere felice senza di loro » (Diario, El Pan 18,2). Sarà questo GESU’ che la Madre porterà nella sua carne: la Passione di Gesù diventerà anche la sua, in una carità senza limiti.

3. Un Progetto, un sogno, una Promessa.

La Madre ci ha parlato molto spesso di come sia avvenuta la nostra nascita, questo Progetto di Amore del Buon Gesù per la salvezza dell’umanità.
Siamo nate molto poveramente, come Gesù, il 24.12.1930, in un appartamentino a Madrid, nella via Velázquez, 97. La Madre ci ha raccontato che, avendo un solo materasso per sette suore, dormivano per terra attorno al materasso, che faceva loro da cuscino.
Come Gesù ricercato e perseguitato da Erode, anche noi siamo nate in piena persecuzione. Le Autorità proibirono ai benefattori di dare alla Madre qualsiasi tipo di aiuto. Inoltre, la Madre annota nel suo Diario:
«il Buon Gesù si nascose, la sua Provvidenza verso di noi non sembrava tanto prodiga, ci visitò la malattia ... per procurarci alcuni alimenti io andavo nei negozi a cercare lavoro da fare e quando riportavo il lavoro fatto, molto spesso invece di denaro, riportavo indietro il lavoro ritenuto non fatto bene; però i poveri mi conoscevano e mi venivano incontro, così, prima di arrivare a casa, distribuivo loro quel poco che avevo riscosso. Così si viveva in questa piccola casa, piene di sofferenze e privazioni; spesse volte non prendevamo altro alimento che un po’ di verdura cotta e con l’acqua ci si faceva un brodo per colazione e pranzo, e per cena mangiavamo ciò che rimaneva» (cfr El Pan 18, 231-235).
Ma dal 14 aprile 1931, giorno in cui si instaurò la Repubblica in Spagna, si aprì il primo collegio, in via Leganitos, per bambini poveri, orfani e figli di famiglie numerose. Da quel giorno, dice la Madre, la Divina Provvidenza vegliò in maniera del tutto speciale sulla nascente Congregazione, tanto che non mancò mai più nulla di ciò che è necessario.
Questo Progetto divino era la risposta che appagava pienamente un «sogno» lontano che la Madre aveva custodito e accarezzato nel suo cuore fin dalla giovinezza ...
«Sono partita dalla casa paterna con la grande aspirazione, sogno («ilusión») di arrivare ad essere santa, di assomigliare un poco a Santa Teresa che era coraggiosa, che di nulla si spaventava, che affrontava tutto ... e lasciavo mia madre sul letto del dolore senza la speranza di rivederla ancora ... però con la grande «ilusión» di diventare santa» (cfr. El Pan 21,720). Questo «sogno», questo desiderio ardente di santità la Madre lo ha trasmesso poi costantemente a tutti noi suoi figli e figlie, con la sua dedizione e il suo affetto materno.
E’ del 1940 questa sua accorata preghiera: «Fa’, Gesù mio, che la mia anima gioisca sempre nelle prove che Tu permetti e fa’ che la tua bellezza, bontà e amore accendano nel mio cuore il fuoco consumante del tuo amore; aiutami affinché mai mi tiri indietro di fronte agli sforzi necessari per arrivare al grado di santità che Tu mi chiedi; e fa’ che, aiutata da Te, possa sempre collaborare con Te nell’opera della santificazione delle mie figlie e figli, secondo il tuo desiderio» (El Pan 18,596).
Era il 15 novembre 1964, era già sera. La Madre si trovava nella sua cameretta in estasi. Finita la «distrazione», come al solito, si vede attorniata da un buon numero di figli e figlie. Una Suora le chiede: «Madre ha sete?» «No, no, risponde la Madre, ho sete di una cosa, che le mie figlie siano sante, che diano molta gloria al Signore e che i figli e le figlie uniti sempre nel suo amore e misericordia, non in un altro amore, ma sempre uniti nel suo amore e carità, si estendano nel mondo intero e gli diano tanta gloria; non ho altra «ilusión» » (El Pan 21, 230).
Questo sogno di santità così universale era alimentato e fondato su di una Promessa del Signore, più volte ripetuta alla Madre ... Lei confidenzialmente dialogava con Gesù e gli diceva: «Tu sai, Signore, che affinché questa Congregazione si estenda per il mondo intero, come è tua volontà, c’è bisogno di Ancelle del tuo Amore Misericordioso che diano esempio di umiltà, di carità e mansuetudine. Aiutale, Signore, perché io ora non vedo che si possano estendere per il mondo intero con le virtù che Tu desideri vedere in loro. Tanto i Figli come le Ancelle del tuo Amore Misericordioso siano luce per tutte le anime che con essi trattano. Tutti i giorni supplico il Signore affinché i miei figli e figlie si diano pienamente alla loro santificazione, li animi costantemente lo spirito di amore, di carità, di sacrificio e una forte abnegazione di se stessi per potersi donare agli altri» (El Pan 21, 121-122).
La Madre era proprio convinta che la realizzazione delle Promesse del Signore era legata appunto alla nostra corrispondenza in un cammino impegnato di santità. Un giorno ci disse, era il 9 novembre 1964: «Attenzione, figlie, il Signore vuole che prima della fine del mondo, i Figli e le Ancelle dell’Amore Misericordioso si estendano nel mondo intero. Forse qualcuna si troverà con la difficoltà della lingua che è differente. Ma con l’amore e le loro opere è come si estenderanno i Figli e le Ancelle dell’Amore Misericordioso in tutto il mondo. Non terminerà il mondo finché non si realizzino le sue promesse: «Debbono arrivare a conoscere che Io sono un Padre che non conta, perdona e dimentica, cioè, il Padre che è sempre al fianco del figlio che mi ama e vuole salvarsi» » (El Pan 21,223).

4. Per la mediazione della Madre nostra Maria SS. Mediatrice, oggi Madre Speranza è viva con le Opere dell’Amore Misericordioso in varie parti del mondo.

a) Premessa

La Madre ci ha dato sempre una testimonianza unica di amore filiale e abbandono totale alla nostra Madre Maria SS. Mediatrice e «la Madre», come la chiamava Madre Speranza con venerazione, rispetto e amore, la ricambiava con le sue premure e delicatezze materne. La SS. Vergine le aveva mostrato l’abito delle Ancelle, tanto che la Madre ci diceva: «vi ho vestite come la Vergine addolorata». Ma ancor di più, ci ha chiamate come MARIA, che si è definita «l’ancella del Signore». Madre Speranza così scrive: «Dopo il Buon Gesù, nostro modello da seguire nella vita religiosa deve essere la nostra amatissima Madre Maria Mediatrice: Maria è una creatura come noi, però con una profonda umiltà; Ella non desidera altro che essere sempre l’Ancella del Signore, come dimostrò nello stesso momento in cui fu proclamata Madre di Dio in quel «Magnificat anima mea Dominum». Ella è stata la creatura che più ardentemente ha amato il Buon Gesù, quella che con più generosità ha accettato le prove di una lunga vita di sacrificio, povertà e privazioni e la dolorosa immolazione del suo Divin Figlio sul Calvario. Maria Mediatrice è il modello più facile da imitare; Ella si santificò nella vita comune, sempre nascosta, tanto nella gloria come nella tristezza, nella esaltazione come nella più dolorosa umiliazione; ed essendo così, noi dobbiamo sforzarci di imitare la Madre del Buon Gesù e Madre nostra, preferendo invocarla sempre con il titolo di Maria Mediatrice; invochiamo in tutte le nostre angustie e pericoli tanto eccelsa Madre, sicuri che Ella è il canale per cui ci vengono le grazie del Buon Gesù » (El Pan 15, 1° giorno febbr.).

b) 75 anni dopo

Oggi la Congregazione ha la grazia di essere presente in varie parti del mondo. Penso che si deve alla mediazione materna di Maria SS. Mediatrice, perché è stata ed è semplicemente la volontà di Dio che Sua Madre sia «mediatrice di ogni grazia». In questi 75 anni di vita, innumerevoli sono state le difficoltà incontrate per ogni fondazione, come pure inadeguate e povere le nostre risorse umane. Ma proprio per questo è evidente che ha fatto tutto il Signore per la mediazione materna di sua Madre Maria. E così oggi, con gioia e semplicità, le Ancelle dell’Amore Misericordioso testimoniano la tenerezza e la bontà di Dio verso tutti in Spagna, Italia, Germania, Romania, Brasile, Bolivia, Messico, Cuba, Perù, India e Canada, dove una Ancella per le attività temporali è presente riservatamente prestando il suo servizio come medico in un grande ospedale di Toronto.
E’ di questi giorni l’apertura di una casa di accoglienza in Sicilia, Casa «Madre Speranza», nel centro storico di Caltanissetta famoso per le sue povertà, destinata ad accogliere i numerosi profughi che sbarcano continuamente dai gommoni sulle coste della Sicilia. Qui il Vescovo, Mons. Mario Russotto, ha sollecitato la presenza di due Ancelle dell’Amore Misericordioso che, in collaborazione con i Figli dell’A.M. diocesani, in umiltà e dedizione svolgano questo servizio di carità misericordiosa. Quest’opera, che è l’ultima in ordine di tempo, non lo è in quanto all’importanza per le figlie di Madre Speranza, la cui «passione», oltre ad essere per i Sacerdoti, è stata prevalentemente per i più poveri e abbandonati.
Ma l’Opera per eccellenza della nostra Famiglia religiosa è il Santuario dell’Amore Misericordioso, edificato per espressa volontà di Dio, volontà comunicata direttamente alla nostra venerabile Madre Fondatrice e confermata dalla Chiesa con un apposito decreto e anche con il pellegrinaggio del Santo Padre Giovanni Paolo II. Qui oggi le Ancelle, assieme ai Figli e ai Laici dell’Amore Misericordioso, sono impegnate nell’accoglienza, facendosi «flaute », «portinaie », «paño de lagrimas» per quanti vi giungono carichi di pesi e sofferenze. La Madre è stata la «pioniera» e ha speso qui la sua vita per più di trenta anni con dedizione appassionata, dandoci un esempio indimenticabile di lavoro, sacrificio, veglie e preghiera (cfr. Profilo n. 14, « Considerazioni sulla personalità della Madre Speranza»). Ha accolto migliaia di pellegrini e ha rivelato a tutti il vero volto di Dio Padre, Amore Misericordioso.

5. Un «regalo di compleanno» per questo 75° di Fondazione: la Congregazione « come il chicco di grano » preannuncia una stagione di fecondità.

C’è una pagina molto significativa nel Diario della Madre, dove il Signore le chiede di lasciarsi lavorare come il «chicco di grano», di passare attraverso tutta una elaborazione per diventare pane, alimento per molte anime, per i figli e per le figlie (cfr. Profilo n. 12, «Come il chicco di grano »).
Quando la mattina dell’8 febbraio 1983, questo «chicco di grano» terminava la sua missione terrena, una fitta bianca coltre di neve ricoprì questa collina di Collevalenza, quasi a voler significare la sua fecondità, la speranza che dopo l’inverno sarebbe spuntata la spiga, la spiga dell’Amore Misericordioso.
In questo anno del 75°, l’Amore Misericordioso ha richiamato a sé alcuni «chicchi di grano» tra i Figli e le Ancelle dell’A.M. Dopo un primo momento di smarrimento, la Parola di Dio mi ha tanto consolato: «Per una breve pena riceveranno grandi benefici, perché Dio li ha provati e li ha trovati degni di sé; li ha saggiati come oro nel crogiuolo e li ha graditi come un olocausto» (Sap 3,5-6).
Anche la malattia sta visitando la nostra Famiglia religiosa. Seppur con un po’ di fatica, riconosco con Santa Teresina che «tutto è grazia»! A nome delle Ancelle accolgo con gratitudine dalle mani di MARIA tutte queste prove, che costituiscono il «regalo di compleanno» da parte di Gesù per il 75° della Congregazione, e con Madre Speranza, ripeto: «Ti ringrazio, Signore, perché ci hai dato un cuore per amare e un corpo per soffrire».

6. Un augurio della Madre: le Ancelle dell’Amore Misericordioso, figlie della Benedizione.

C’è una benedizione che la Madre scrisse a tutte le sue figlie fedeli il 22 aprile del 1943. Sento che questa Benedizione è oggi attiva più che mai, perché ogni Ancella dell’Amore Misericordioso, là dove si trova nella missione affidatale dall’obbedienza, ne è degna per la misericordia di Dio:
« Oggi, Giovedì Santo, chiedo al Buon Gesù che si degni di benedire, insieme a questa sua povera figlia, tutte le mie figlie fedeli, cioè tutte quelle figlie che, mosse dall’amore e dalla carità, hanno saputo sacrificarsi per la loro amata Congregazione, difenderla e lavorare nell’esercizio della carità, senza sosta, sole e perseguitate, bevendo per amore a Gesù e alla Congregazione il fiele che il nemico ha loro presentato in questo tempo di prova e di persecuzione. Questa benedizione abbracci non soltanto le figlie di oggi, ma anche tutte le future che, come fedeli Ancelle dell’Amore Misericordioso, compiranno la loro missione, essendo consolazione degli afflitti, madri dei poveri, e che con il loro buon esempio saranno la candela che risplende e illumina tutti coloro che le avvicinano, insegnando ad essi, con l’esempio, le virtù che devono praticare. Fa’ che, diffuse in tutto il mondo, propaghino il regno di Dio più con l’esempio e le opere, che con le parole.
Ugualmente chiedo a Gesù che, aiutate da Lui, le Ancelle del suo Amore Misericordioso possano inalberare sempre e in ogni luogo la loro bandiera con «tutto per amore», cioè nulla per denaro, onore o alcun bene.
Chiedo oggi al Buon Gesù di aiutare tutte le mie figlie fedeli a conservare la purezza di coscienza che Egli desidera da loro e che, morendo mediante la mortificazione, crescano tutte in santità» (Roma, 22 aprile 1943).

7. Suggerimenti finali.

A me per prima e a tutte le Ancelle dell’A.M. rivolgo il seguente appello, affinché possiamo onorare con tutta la nostra vita la Congregazione, quale vera «Madre» nostra, vera «casa» e «Famiglia», che Dio Amore Misericordioso ci ha donato:

a. «Ritorniamo al primo Amore» (cfr Ap 2, 2-5).
« Conosco le tue opere, la tua fatica e la tua costanza. Sei costante e hai molto sopportato per il mio nome, senza stancarti. Ho però da rimproverarti che hai abbandonato il tuo amore di prima. Ricorda dunque da dove sei caduto, ravvediti e compi le opere di prima» (Ap 2,2-5). Si tratta di rispondere come la Madre con «l’olocausto» di tutta la nostra vita, per puro amore.

b. «Comunichiamo Gesù Amore Misericordioso: Speranza di VITA per l’umanità di oggi
Il nostro dolce Cristo in terra, Benedetto XVI, così ci dice:
«Gesù, facendo del pane il suo Corpo e del vino il suo Sangue, anticipa la sua morte, l’accetta nel suo intimo e la trasforma in un’azione di amore. Quello che dall’esterno è violenza brutale, dall’interno diventa un atto di amore che si dona totalmente.
Il Corpo e Sangue di Cristo sono dati a noi affinché noi stessi veniamo trasformati a nostra volta. Egli è dentro di noi, e noi siamo in Lui. La sua dinamica ci penetra e da noi vuole propagarsi agli altri ed estendersi a tutto il mondo, perché il suo amore diventi realmente la misura dominante del mondo» (Benedetto XVI, 21.8.2005). Maria SS. Mediatrice ci ottenga di diventare «ostie vive di Gesù», «tabernacoli viventi»!

c. Scendiamo dal piedistallo del nostro «imborghesimento» per metterci il «grembiule».
E’ proprio così! Rimettendoci il grembiule del servizio ai Poveri, quali «interessi più cari a Gesù», noi saremo quelle Ancelle autentiche che la Madre sognava, e potremo accendere concretamente luci di speranza ... che vedremo brillare e moltiplicarsi nel sorriso di ogni Fratello bisognoso.
«L’Amore Misericordioso ci invia ad annunziare ai Poveri un lieto messaggio »! (cfr
Lc 4,18).

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ultimo aggiornamento 23 gennaio, 2006