P A S T O R A L E G I O V A N I L E
p a s t o r a l e  g i o v a n i l e
  Sr. Erika di Gesù, eam

Caro Gesù Bambino ...

perché sei nato?

Caro Gesù Bambino,
incontrarti oggi non è stato facile, ma posso dire di averti visto. Ascoltato. Toccato.
Volti della nostra buona gente, Pianto di bimbi nel grande Santuario, Giovani in ginocchio dinanzi al mistero, Strette di mano, SMS di amici, Sorella solitudine…
Mentre ti cercavo, ti ho trovato soprattutto nel Silenzio dei tuoi occhi commossi,
sempre gli stessi:
sulla culla del presepe,
sul trono della croce.
Un incontro, fra gli altri, mi ha ricordato in particolare perché sei nato.
Ti ho visto, mio Bambino, già grande e invecchiato, nel cuore di un giovane amico.
Sofferente e teso come una corda di acciaio, splendente di una forza a me sconosciuta. Era lui, eri Tu?
«La gente non lo sa, lo ignora» continuava a dire la sua voce. Anche tu hai detto così: «Padre, perdonali perché non sanno, ignorano…quello che fanno».
La maggioranza ignora che cosa sia il dolore che ti toglie il peso, il fiato, la luce degli occhi, la speranza di vivere sempre.
Tutti pensiamo: «Me la caverò… Perché dovrebbe capitare proprio a me?».
E ce ne stiamo a guardare il dolore degli altri senza capirne il motivo, senza afferrarne il senso.
Sei nato così, mio Bambino, per liberare il mio cuore pesante e annoiato, dal male.
Hai disatteso ogni previsione.
Sei nato altrove, in mezzo alla gentaglia, soffocato dall’odore di stalla.
Eccolo il male. Lo hai subito affrontato, accolto, ospitato.
Tu, esperto di bene e di pace, il male lo hai preso a braccetto. O meglio: lo hai sfidato a braccio di ferro. Ha vinto lui, in apparenza. Ma poi, con la tua morte, lo hai offeso, e a quel colpo irrimediabile, il male ha indietreggiato. La vita è tornata.
Suoni e luci danzano ancora, in terra e in cielo.
Gli angeli parlano agli uomini come ad amici.
Natura angelica ed umana si incontrano ora, come al principio.
Nel primo giorno della creazione, quando il male non era nato.
So di non sapere perché sei nato, veramente.
Ogni istante, la vita di un bimbo che nasce e quella di un uomo che muore si incrociano, brevemente.
Ma tu, caro Bambino, eterno presente,
non fuggi l’orrore della fine,
non disdegni di passare il confine che, in quanto Dio, ti separa dall’Uomo: la morte.
Tu sei nato per morire. Esattamente come me.
Una sola è la differenza: tutti nascono come te, ma quasi nessuno muore come te.
Bambino Gesù, insegna anche a me, che ignoro il dolore,
a soffrire e a morire per amore.

A presto, per sempre tua
sr. Erika di Gesù

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ultimo aggiornamento 22 gennaio, 2006