STUDI
 

     Prof. Ing. Calogero Benedetti

 

 

OGGI

 

 

"Oggi" è il termine che delimita la breve durata intercorrente fra l’alba appena trascorsa (qual è annunciata dal canto del gallo e dalla stella dell’aurora) ed il prossimo successivo tramonto.
Come tale "oggi" partecipa del passato (per mezzo del ricordo), e partecipa del futuro (con l’anticipazione dell’attesa); ma è l’unico tempo in cui si concreta il presente.
"Oggi" contiene l’attualità.

Singolarmente nella cronologia delle Scritture "oggi" è l’indicazione temporale specificatamente legata all’annuncio della Salvezza, la quale per suo mezzo assume quindi il carattere dell’attualità.

Presentita inizialmente come Promessa, e quindi ubicata nel futuro, l’"oggi" la disàncora dalla pre-figurazione che pur l’anticipa, la disàncora dall’aspettativa, e la ràdica nell’attualità tangibile, l’attualità di Cristo.

Il primo grandioso incontro con l’"oggi è nell’autoproclamazione di Jahwé sul Sinai, ove Egli si presenta a Mosè: "Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe". [Es.3-6].
In tale asserzione il "sono" coniugato al presente implica l’attualità, e questa non sarebbe, (dato che Abramo, Isacco, Giacobbe sono morti da tempo), se Essi non fossero sin d’oggi nella Resurrezione.

La teofania sinaitica implica perciò l’affermazione della Resurrezione, e la dà "attuale", già "nell’adesso dell’oggi".

Questo argomento, incontrovertibile a meno di non recusare o modificare le Scritture (ma queste non possono essere mutate neanche in una jota)1, costituì la base della celebre confutazione di Gesù avverso i Sadducei (che non credevano nella Resurrezione), quale è dato leggere nelle narrazioni di tutti e tre i "Sinottici" (Matteo 22-31/32) (Marco 12-18/27) (Luca 20-27/40).
Essa in quanto si appellava alla riconosciuta autorità mosaica dovette fare molto scalpore tanto che è menzionata dai redattori duplicemente.

La Resurrezione è dunque già "oggi", e non in un immaginato futuro escatologico.
È attuale compimento odierno della Promessa salvifica, ed al suo riguardo Cristo dice espressamente: "Essi sono (
cioè già oggi) nella Resurrezione". (Cfr. loc.cit.).

Il secondo grandioso "oggi" lo si incontra, sempre per diretta proclamazione di Jahwé, in connessione alla celebre Profezia dell’Emmanuele. I verbi sono anche qui coniugati al presente, e rimandano quindi all’ "oggi": "Ecco Io faccio una cosa nuova; proprio adesso germoglia. Non ve ne accorgete?". (Is. 43-19).

L’annuncio dell’Emmanuele è citato da S.Matteo (1-23) sicchè la Fede cristiana vi ha sempre letto la proclamazione del Salvatore.
La forma letterale al "presente" della citazione tratta da Isaia lo ràdica nell’attualità dell’ "oggi", anche se tra Isaia e Gesù intercorrono più di 700 anni.

Indipendentemente dal tempo astronomico la Salvezza di Dio abita cioè nell’oggi, "appartiene" all’oggi (proprio adesso germoglia).

Questo aspetto è proclamato apertamente dall’Angelo ai pastori davanti alla Grotta di Betlemme: "Oggi, nella Città di David vi è nato un Salvatore, che è il Cristo Signore" (Lc.2-11).

Betlemme è il punto in cui la cronologia terrestre (il tempo dell’"oggi" astronomico) e la cronologia della Salvezza si legano l’un l’altra nell’attualità constatabile, l’attualità storica della Persona di Cristo.
Questa correlazione astronomica è significativamente richiamata dalla ben nota stella apparsa nei cieli in quei giorni, un evento astronomico correlato all’oggi della nascita di Cristo dalla Vergine, che è il "nodo" della Redenzione.

S. Luca è l’unico dei quattro Evangelisti che approfondisce successivamente questa attualità della Salvezza di Dio riferendoci la celebre autoproclamazione di Gesù nella Sinagoga di Nazareth:

Gli venne dato il libro del profeta Isaia; apertolo trovò quel passo dov’è scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo Egli mi ha unto, per portare la Buona Novella ai poveri; mi ha mandato a guarire i contriti di cuore, ad annunciare la liberazione ai prigionieri e la vista ai ciechi, a rimettere in libertà gli oppressi, a predicare l’anno accettevole del Signore e il giorno della Salvezza.
Poi, ripiegato il libro lo restituì all’inserviente, mentre tutti nella Sinagoga tenevano gli occhi fissi su di Lui. Allora Egli cominciò a dir loro : oggi i Vostri orecchi hanno udito l’adempimento di questo passo della Scrittura (Lc.4-17 / 21).

Questo paragrafo è impressionante nella sua forza come di assioma, di premessa logica a tutta la successiva azione di Gesù. Essa si condensa tutta nell’attualità constatabile della Sua Persona, nell’affermazione odierna dell’"oggi" avete udito con i Vostri orecchi.

Ancora S.Luca menziona l’oggi della Salvezza nell’episodio di Zaccheo: "Per questa casa oggi è venuta la Salvezza. Il figliolo dell’uomo è venuto infatti a cercare ed a salvare ciò che era perduto". (Lc.19-9).
L’accettazione / recusazione è lasciata alla libertà dell’uditore; ma per colui che accoglie il Cristo la Salvezza di Dio è già "oggi".

L’ultimo incontro con l’"oggi" è nelle parole di Cristo dalla Croce al Ladrone crocifisso con Lui:
"Oggi sarai meco in Paradiso" (Luc.23-43).

Qui l’attualità sembra contraddire la tardività della Resurrezione di Gesù che cade "tertia die", e quindi non nell’oggi astronomico del giorno della Crocifissione. Ma come si è già mostrato per Isaia l’attualità dell’oggi salvifico non è forzatamente correlata alla temporalità terrestre, astronomica, ma al suo significato.

In breve, le Scritture annunciano la Salvezza come un fatto attuale, sin da oggi, nel senso che è constatabile.
Colui che legge non si trova perciò davanti ad una menzione di cose pregresse (mito) e tanto meno davanti ad un’anticipazione di eventi "sperati" (immaginazione), ma è posto innanzi a qualcosa di concreto che egli è chiamato a constatare ["non ve ne accorgete? proprio adesso germoglia (Isaia); ed ancora: "quel che (oggi) avete udito con le vostre orecchie (Luca)], su cui riflettere, e riflettendo accogliere.

L’annuncio del Piano Salvifico assume con ciò un carattere specifico, una "struttura" propria ed esclusiva, che, conservata costantemente lungo tutti i secoli e da tutti i Redattori nella sua compilazione, ne autentica il contenuto per mezzo dell’attualità ed esclusività dell’oggi al quale essa è intimamente incardinata.

A mia scienza questo carattere di attualità è una singolarità della sola Spiritualità ebraico cristiana, che non ha riscontro (non ne ho trovato) in nessun’altra religione. Essa è una sorta di firma lunga più di mille anni, intesa a testimoniare la verità del proprio messaggio: che la Salvezza di Dio abita sin d’ora nell’oggi di ciascun uomo.

Alleluia!


1 In assenza della Resurrezione affinché la Scrittura non fosse falsa l’Io sono avrebbe dovuto essere coniugato Io sono stato; ma questa modifica non è ammessa.

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ultimo aggiornamento 20 marzo, 2006