ASSOCIAZIONE LAICI
 

    Gaetano Storace

 

 

 

Che cosa dobbiamo fare ora?

 

 

 

 

 

Il Decreto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica che dichiara l’ALAM opera propria degli Istituti Religiosi dell’Amore Misericordioso, ci pone delle riflessioni che confrontate con l’esperienza di questi anni e condivise nei gruppi e nelle varie assemblee e convegni nazionali ci permettono di delineare meglio e con più responsabilità il nostro servizio in questo momento e nel nostro ambito specifico.
Non siamo "vecchi" non temiamo il nuovo; riconquistiamo il nostro vigore alla sorgente potente del nostro carisma per rimotivare la responsabilità di far splendere la luce che ci è stata donata, ma accettiamo e onoriamo anche il nostro limite.
Siamo in dovere di testimoniare ed esprimere un cordiale e generale apprezzamento per tutto ciò che di nuovo nasce oggi nella Chiesa per noi laici Amore Misericordioso perché crediamo nello Spirito Santo e nella sua fantasia, perché proprio la conoscenza e l’esperienza della nostra storia ci fa capaci di accogliere il nuovo che ci interroga senza alcun timore.
Un primo motivo è quello di formare e formarsi in modo più insistito e convinto ad una spiritualità di comunione: siamo ora parte di un tutto, senza la visione e il rapporto con il tutto rischia di perdere senso la parte. Di conseguenza sembra sempre più necessario predisporre percorsi formativi che abbiano a cuore la conoscenza, l’incontro, l’esperienza degli altri carismi, senza temere così di perdere tempo e di sprecare energie in ordine all’approfondimento della propria identità.
Una simile attenzione va indirizzata nelle scelte che siamo chiamati a compiere, è importante cercare una relazione sempre più ampia: maturare progetti, elaborare decisioni in relazione e dialogo con gli altri soggetti, con la Famiglia A.M., con la Chiesa locale, con il territorio.
Da oggi non possiamo più permetterci assolutizzazioni, chiusure in noi stessi e estraneità dalla Chiesa locale, perché il bene della Chiesa necessita di una forte collaborazione fra noi e la F.A.M. poiché i carismi sono, per loro natura, comunionali. Le due congregazioni, come tutte le congregazioni, offrono in questo caso a noi laici A.M. un esempio di radicalità evangelica, cioè una testimonianza continua, costante ed un valore grande che è quello della contemplatività, congiunta in modo equilibrato all’azione.
Madre Speranza assommava in sé questi due aspetti. Al contrario ora noi possiamo e dobbiamo offrire alla F.A.M. non solo spirito di creatività nei nostri settori specifici, proprio dei laici cristiani (famiglia, ambiente di lavoro, chiesa, tempo libero, ecc.) ma anche esempi di fraternità e missionarietà.

La "Christifideles Laici" Esortazione apostolica post-sinodale di Sua Santità Giovanni Paolo II su vocazione e missione dei laici nella chiesa e nel mondo – al n. 30 ci indica chiaramente i criteri fondamentali su quanto espresso nel Decreto per il discernimento nella Chiesa:

Il primato dato alla vocazione di ogni cristiano alla santità, manifestata "nei frutti della grazia che lo Spirito produce nei fedeli" (Conc. Ecum. Vat. II Cost. dogm. su la Chiesa Lumen Gentium, 39,40) come crescita verso la pienezza della vita cristiana e la perfezione della carità.

Siamo chiamati ad essere sempre più strumento di santità nella Chiesa, favorendo e incoraggiando "una più intima unità tra la vita pratica dei membri e la loro fede". (Conc. Ecum. Vat. II Decr. sull’apostolato dei laici Apostolicam actuositatem, 19.)

La responsabilità di confessare la fede cattolica, accogliendo e proclamando la verità su Cristo, sulla Chiesa e sull’uomo in obbedienza al Magistero della Chiesa, che autenticamente la interpreta.

Per questo l’Alam dev’essere luogo di annuncio e di proposta della fede e di educazione ad essa nel suo integrale contenuto.

La testimonianza di una comunione salda e convinta, in relazione filiale con il Papa, perpetuo e visibile centro dell’unità della Chiesa universale (Cf. Conc. Vat. II Cost. dogm. su la Chiesa Lumen gentium, 23) e con il Vescovo "principio visibile e fondamento dell’unità" della Chiesa particolare, e nella "stima vicendevole fra tutte le forme di apostolato nella Chiesa".

La Comunione con il Papa e on il Vescovo è chiamata ad esprimersi nella locale disponibilità ad accogliere i loro insegnamenti dottrinali e orientamenti pastorali. La comunione ecclesiale esige, inoltre, il riconoscimento della legittima pluralità delle forme aggregative dei fedeli laici nella Chiesa e, nello stesso tempo, la disponibilità alla loro reciproca collaborazione.

La conformità e la partecipazione al fine apostolico della Chiesa, ossia " l’evangelizzazione e la santificazione degli uomini e la formazione cristiana della loro coscienza, in modo che riescano a permeare di spirito evangelico le varie comunità e i vari ambienti."

In questa prospettiva quindi è richiesto uno slancio missionario che ci renda sempre più soggetti di una nuova evangelizzazione.

L’impegno di una presenza nella società umana che, alla luce della dottrina sociale della Chiesa si ponga a servizio della dignità integrale dell’uomo.

In tal senso dobbiamo diventare corrente viva di partecipazione e di solidarietà per costruire condizioni più giuste e fraterne all’interno della società. (Civiltà dell’Amore).
I criteri fondamentali ora esposti trovano la loro verifica nei frutti concreti che accompagnano la vita e le opere delle diverse forme associative e quindi dell’Alam quali:

il gusto rinnovato per la preghiera, la contemplazione, la vita liturgica e sacramentale;

l’animazione per il fiorire di vocazioni al matrimonio cristiano, al sacerdozio ministeriale, alla vita consacrata;

la disponibilità a partecipare ai programmi e alle attività della Chiesa a livello sia locale sia nazionale o internazionale;

l’impegno catechistico e la capacità pedagogica nel formare i cristiani;

l’impulso a una presenza cristiana nei diversi ambienti della vita sociale e la creazione e animazione di opere caritative, culturali e spirituali;

lo spirito di distacco e di povertà evangelica per una più generosa carità verso tutti;

la conversione alla vita cristiana o il ritorno alla comunione di battezzati "lontani".

Alla domanda iniziale ora sappiamo come rispondere, basta anche aprire lo Statuto i cui articoli compendiano in modo esplicito come muoverci per essere Chiesa in mezzo al mondo.
E’ virtù nostra, proprio di noi laici A.M. come pellegrini dell’A.M. godere delle poche cose che abbiamo, della gioia di essere quello che siamo, di appartenere al dono che siamo chiamati a condividere con un "bagaglio leggero" proprio di chi è in cammino e si lascia cambiare dalle vicende che vive e incontra sulla strada, ma sa qual è la sua direzione insieme alla Famiglia Amore Misericordioso.
La nostra "santa" fondatrice Madre Speranza, unita al suo buon Gesù è stata protagonista di ardimento, anche di un pizzico di follia, non ha temuto di sperimentare e di sperimentarsi nel nuovo, nell’incontro, nel dialogo.

Tutto per Amore.

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ultimo aggiornamento 20 marzo, 2006