ESPERIENZE
 

    Paolo Risso

I preti del "Grande Secolo"

 

I critici della letteratura francese, affermano che il Seicento francese è "le Grand Siècle", il grande secolo: nessun altro secolo ha nomi illustri come il 17° secolo. Ma anche per la Chiesa - in Francia e non solo in Francia - il Seicento è un grande secolo.
Basta pensare a alcuni dei preti di Francia che ancora oggi rivelano dottrina, santità e grandezza. Sono noti come "l’école françcaise", la scuola francese, espressione coniata da G. Leturneau e ripresa da H. Bremond. Ha un elemento che accomuna autori e maestri di spirito: il riferimento al sacerdozio. Qualcuno oggi preferisce parlare di scuola berulliana.
Berulle come Olier, Condren, S. Giovanni Eudes, S. Francesco de Sales e S. Vincenzo de Paoli, hanno vissuto e lottato per restituire splendore e grandezza allo stato sacerdotale, il "primo ordine del regno", che prima del Concilio di Trento, era caduto in basso.

 

Pierre De Berule

Il sacerdote ha un’esistenza "ricevuta": è stato separato dal mondo per una "chiamata" che lo rende partecipe dello stato sacerdotale di Gesù Cristo, come un prolungamento della sua incarnazione e della sua funzione di mediatore presso Dio. Una realtà sublime. Il prete così è vero "alter Christus" che dà al Padre l’adorazione che gli è dovuta e permette agli uomini di ricevere la grazia di Dio e far giungere a Dio la loro adorazione e lode.
Il maestro di questa riscoperta del sacerdozio fu Pierre De Berulle (1575-1629). La frequenza dei suoi maestri gesuiti e il benefico influsso della spiritualità di S. Teresa d’Avila, per mezzo di Madre Anna di Gesù, lo condusse a essere tutto ‘cristo-teocentrico", così come dev’essere in modo tutto singolare il sacerdote.
Il sacerdote prolunga l’incarnazione del Verbo di Dio e la sua missione, nel suo movimento di dono da parte di Dio e di offerta di sé a Dio. Il sacerdote "aderisce a Cristo", "onora il Padre", principio della missione del Figlio, "onora il Figlio nel suo abbassamento", diventando suo strumento a lui congiunto; "onora lo Spirito Santo", perché il vertice della sua azione pastorale è la formazione dell’uomo "spirituale".
A causa dell’Ordine sacro, unito a Cristo, il sacerdote trova nel Cristo, la sua più vera "sussistenza", il suo "essere pieno", per cui dev’essere "pura capacità di Lui, riempita di Lui, che tende a Lui". A immagine dell’umanità di Cristo, che è strumento congiunto personalmente alla sua divinità, il sacerdote è organo della sua grazia santificante e strumento vivo di Dio sulla terra.
Il sacerdote è "un’umanità assunta", che lo rende luogo dell’adorazione del Verbo. Lo stato sacerdotale è all’origine di ogni santità presente nella Chiesa di Dio.
Con queste convinzioni, Berulle inventa uno strumento capace di una vera riforma del Clero: una comunità sacerdotale. Chiama Francesco di Sales e Cesare de Bus a occuparsene. Non ha successo e pertanto si propone di radunare un gruppo di preti in una comunità incentrata, prima che sul servizio apostolico, sull’esaltazione del sacerdozio in se stesso.
Fermissima la consacrazione a Dio nel celibato, Berulle non chiede altri voti al prete, perché il solo essere prete nella Chiesa già conduce alla santità più alta. Ispirandosi a S. Carlo, vuole che i suoi preti siano per i Vescovi ciò che i gesuiti erano per il Papa.
Il suo "Oratorio di Gesù" (1611) avrebbe dovuto esere una comunità i cui membri dovevano santificarsi, non per i voti o per l’appartenenza a qualche spiritualità o a qualche movimento, ma per la sola appartenenza al sacerdozio, in cui c’è già ogni santità.
Nell’aderenza a Cristo, il sacerdote si lascia penetrare da Lui: ha come superiore solo il suo vescovo e come anima la medesima carità del Cristo, che è offerta, olocausto e donazione.

 

Charles de Condren

È un uomo di genio, il successore di Bérulle, Charles de Condren (1588-1641). Il suo pensiero cu è pervenuto granzie ai suoi discepoli, come L’idée du sacerdoce e du sacrifice de Jesus-Christ" compilata da Quesnel. De Condren vuole prima di tutto far nascere e crescre nelle anime "lo spirito di religione che non può soffrire che vi sia qualcosa senza Dio". In una parola, il rifiuto totale del laicismo, perché "Dio c’entra sempre, con tutto".
Tutto è impostato sul sacrificio, ma l’uomo non è capace, di un culto, di un sacrificio degno di Dio. L’uomo è radicalmente impotente a offrire questo sacrificio e solo il Figlio di Dio può colmare questa impotenza dell’uomo.
Dio Padre per questo manda il Figlio suo per offrire questo sacrificio perfetto, perché solo Dio e un atto di Dio è degno di Dio. La santificazione avviene nell’incarnazione, dove il Salvatore è consacrato dalla Divinità; allo stesso modo la sua oblazione - sempre unica oblatio munda - che è eterna e immutabile. È il sacrificio del Calvario, unico, perfetto e sommo sacrificio che adora il Padre e merita la salvezza dell’uomo.
Le stesse condizioni si realizzano nella S. Messa, per cui il sacerdote è ordinato: non è ordinato perché faccia qualcosa di eclatante o di nuovo o di aggiornato, ma perché celebri e offra il Sacrificio di Cristo sull’altare nella Messa, "in persona Christi". Senza questo Sacrificio, il sacerdote è un disoccupato: viene meno la sua ragione di esistere.
Per questo il sacerdote deve rivestirsi dei sentimenti, anzi dell’essere offerta, proprio di Gesù Cristo: noin gli basterà imitarlo, ma dovrà identificarsi in Lui, offrirsi e annientarsi nella sua stessa immolazione. Perciò il sacerdote deve ogni giorno offrire la Messa come Cristo, con l’amore per la croce, con la disposizione a sacrificare se stesso, a farsi sempre più uno in Gesù, fino a "sparire", in modo che solo Lui sia visibile.

 

Jean-Jacques Olier

Discepolo di Condren e continuatore di Berulle, J.J. Olier (1608-1657), è un grande maestro spirituale, rivolto a dilatare l’opera trasformante dello Spirito Santo nelle anime.
Se Gesù si è dilatato, dilatando il Corpo della sua Chiesa, "il sacerdote è più un Cristo vivente che un uomo"… "il sacerdote è colui che continua la vita di Gesù nostro capo. In lui Cristo vive per distribuire la grazia e la virtù a ciascuno secondo il suo stato".
Dalle opere di Olier, scegliamo solo alcune affermazioni di singolare profonidià e bellezza. Gesù dice al suo sacerdote: "Voglio che tu viva in una contemplazione perenne di Me e che tu la porti in mezzo al clero, ai tuoi confratelli".
"Il sacerdote deve raccogliere in sé tutta la carità del Cuore di Cristo, tutta la santità e tutti i doni che in essa scorge epr non venir meno a tanta responsabilità. Egli deve abbracciare e contenere tutto nel suo grande cuore". Per questo, "deve vivere lontanto dal mondo, perché il suo stato spirituale, divinizzato, lo fa passare nella santità divina e nella eccellenza del suo essere, opposto a questo mondo".
"Come Cristo è stato sacerdote e vittima, così il ministero del prete culmina nel sacrificio e nell’offerta della Vittima divina"… "Non deve sentirsi soddisfatto che quando si sentirà inabissato e consumato interamente con Gesù Cristo in Dio".
Più avanti J.J. Olier aggiunge: "È una vocazione di cielo sulla terra" E conclude: "Dio ha compiuto due prodigi nella chiesa: il sacerdote e la Vergine SS.ma". Un ideale altissimo quello che presenta nella vocazione al sacerdozio: si distingue per l’innocenza della vita, l’inclinazione verso le funzioni sacerdotali, la separazione dal mondo, la totalità dell’impegno pastorale.
Il suo seminario di Sanint-Sulpice fu una fucina di sacerdoti e di Vescovi illustri, eminenti e santi, con uno stile che modellò a fondo il Clero nella Chiesa e che è di singolare bellezza e attualità oggi.

 

Jean Eudes

Anche Giovanni Eudes (1601-1680), sulla linea di Berulle e di Olier, è tutto cristocentrico. La Chiesa lo annovererà tra i suoi santi, tra i devoti più illustri del Cuore SS.mo di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria, traendo in seguito dalle sue opere, come "lectio altera", nell’Ufficio delle Letture della sua memoria liturgica il 19 agosto, una pagina che è sintesi meravigiosa del suo stile e della sua dottrina.
Il sacerdote è rivestito del sacerdozio regale di Cristo ed è pertanto uno con Lui: "Voi siete nel sacerdozio dei Gesù Cristo viventi, che camminano sulla terra, rappresentate la sua Persona, fate le sue veci".
Il sacerdote è la più gloriosa opera del Salvatore per essere partecipe dell’ufficio di mediatore, di giudice e di salvatore del mondo: "Siete i salvatori del mondo che il Salvatore ha lasciato sulla terra al suo posto per continuarvi e compiervi l’opera della redenzione del mondo".
Giovanni Eudes ha pagine di un lirismo sublime e efficace: "Voi, sacerdoti, siete la parte più nobile del Corpo del Figlio di Dio. Voi siete gli occhi, la bocca, la lingua, il cuore della Chiesa di Gesù, anzi di questo stesso nostro Gesù… Voi siete il suo cuore, perché è per mezzo vostro che Egli dona la sua vera vita, la vita della grazia in terra, e la vita della gloria in cielo a tutte le vere memebra del suo corpo".
L’amore del Cuore di Cristo ha salvato il mondo: nel Cuore di Cristo, il sacerdote riesce a amare in modo tutto oblativo, a continuare il medesimo ufficio di Salvatore.

 

Maestri, guida, oggi

Potremmo continuare illustrando S. Francesco de Sales e S. Vincenzo de Paoli, ma il discorso sarebbe troppo lungo. Più vicini a noi nel tempo, tra il XIX e il XX secolo troviamo alcuni epigonii della scuola francese, dotati di luminosa dottrina e santità: P. Silvain Giraud (1830-1885) e il Beato Columba Marmion (1858-1923) con le loro opere di singolare bellezza e validità oggi: "Sacerdote e Ostia" del Giraud, e "Cristo, vita dell’anima", e "Cristo ideale del sacerdote" del Marmion.
Da Berulle al Marmion una profonda linea spirituale giunge fino a noi, come un filo d’oro che, nella Tradizione della Chiesa, ci unisce a Cristo e ci dà la vera identità del sacerdote, per il nostro tormentato e confuso presente. L’identità, la ragione d’essere, va cercata in Gesù Cristo stesso, Sommo ed eterno sacerdote, che questi maestri illustrano in modo egregio, superlativo, con gli scritti, la parola, la vita.
Il primato di Dio, il rapporto personale e vitale con Gesù Cristo, la vita nel suo Spirito, la capacità di unire la contemplazione e l’azione missionaria, la solidissima devozione alla Madonna, la passione per la salvezza delle anime da condurre alla santità e al Paradiso sono l’essenziale e l’irrinunciabile per il sacerdote oggi, la forza propulsiva indispensabile per la nascita di nuove e sante vocazioni.
Così come è espresso nella mirabile preghiera dell’Olier: "O Gesù, vivente in Maria, vieni e vivi nei tuoi servi (i sacerdoti, innanzitutto), nel tuo Spirito di santità, nella pienezza della tua forza, nella perfezione delle tue vie, nella verità delle tue virtù, nella comunione dei tuoi misteri. Annienta ogni potere ostile nel tuo Spirito, a gloria del Padre".

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ultimo aggiornamento 25 aprile, 2006