ESPERIENZE

    Paolo Risso

 

"Jesu,
dulcis memoria"

 

È uno degli inni più belli della Liturgia della Chiesa e si canta ai Vespri della festa del SS.mo Nome di Gesù, il 3 gennaio. Ma è tanto bello che io sono solito dirlo e assaporarlo, davanti a Gesù Bambino, nei giorni del Natale, davanti al Tabernacolo o dopo la Comunione, in amorosa adorazione a Gesù Eucaristico, o davanti all’immagine dolente e attanagliante del Crocifisso. L’inno, vera esplosione di amore, così inizia:

Jesus, dulcis memoria,

Gesù, dolce memoria

dans vera cordis gaudia, che dai la vera gioia al cuore,
sed super mel et omnia, più del miele e di ogni cosa
eius dulcis praesentia. la sua presenza è dolce.

Gesù oggi non è soltanto un ricordo pur anche vivo di una figura eminente del passato. Gesù, oggi, è il Vivente, il Figlio di Dio, contemporaneo di ogni uomo. In Lui non c’è il passato, perché Lui è il presente, l’eterno presente, il perenne oggi di Dio.
Nostro contemporaneo, ognuno di noi lo può incontrare nella fede e nell’amore, in un rapporto intimo con Lui, che inizia il giorno del nostro Battesimo, quando siamo inseriti in Lui come i tralci nella vite, e cresce in ogni Sacramento, soprattutto mediante la Confessione e l’Eucaristia.
Gesù, immolato al Padre e vivente oggi, noi lo accostiamo e lo facciamo nostro nella S. Messa-Comunione eucaristica, in cui davvero sperimentiamo che offre il vero gaudio del cuore e che la sua presenza non solo è dolce, ma ineffabile. La vita diventa rapporto d’amore con Lui, una "storia a due": Lui e ciascuno di noi.
Continua l’inno:

Nil canitur suavius, Nulla si canta di più soave,
nil au ditur jucundius, nulla si ascolta di più giocondo,
nil cogitatur dulcius, nulla si pensa di più dolce
quam Jesus Dei Filius, che Gesù, Figlio di Dio.

Chi ci libererà dai nostri peccati e ci rifarà nuovi dentro, amici di Dio e tra noi, chi ci aprirà alla speranza nella nostra misera condizione umana?

 

Lui solo, Gesù!

Tu vuoi purificarti, vuoi rifarti un’anima bella e forte? Gesù è il nostro Salvatore!
Tu hai sete di amore? Gesù ti offre un amore infinito, assoluto e eterno. Gesù è l’Amico per eccellenza.
Tu cerchi la verità, la certezza? Gesù è la Verità! Gesù risponde sempre, con sicurezza e apre orizzonti di luce inesplorati sulle nostre tenebre. Gesù è il Maestro infallibile!
Tu vuoi vivere in pienezza, vivere per sempre? Gesù è la Vita, la vera Vita, la Vita eterna!
Tu cerchi una mano sincera, che ti guid e ti sostenga? Gesù è la Via, Gesù è la Guida!
Gesù è la Vita piena, la Verità assoluta, l’Amore che sazia ogni fame e ogni sete. Gesù è nella pienezza l’Unico Salvatore dell’Uomo.
Se questo è vero, così come è vero, davvero non c’é nulla di più soave di più giocondo, di più dolce di Gesù. Pensarlo, ascoltarlo, cantarlo, è la realtà più grande e più gratificante dell’esistenza.
Come ripete spesso S. Agostino d’Ippona, uomo di carne e di sangue, Gesù è davvero "voluptas" (piacere), "delectatio" (diletto) e "gaudium" (gioia), all’infinito. È l’inizio del Paradiso già su questa terra.
Canta ancora l’inno:

Jesu, spes paenitentibus,

 Gesù, speranza ai penitenti,

quam pius es petentibus,

 quanto pio sei a chi ti prega,

quam bonus te quaerentibus,

 quanto buono sei a chi ti cerca,

sed quid inveniantibus?

 ma che cosa sei per chi ti trova?

Nessuno può sentirsi allontanato da Gesù, anche chi ha tanti peccati da farsi perdonare. Gesù-Amore, rivelato dal presepio, dalla Croce e dal Tabernacolo, chiama tutti a conversione. Nessuno può disperare del suo amore e della sua grazia.
Di una donna di malaffare come la Maddalena, di un furfante come Zaccheo, quando si rivolgono a Lui pentiti e gli chiedono di cambiare la loro vita, Gesù è certa speranza. "Se avessi tutti i peccati del mondo - conclude S. Teresina la sua mirabile autobiografia - andrei a buttarmi con il cuore spezzato tra le sue braccia e sarei sicura di essere accolta".
Chi lo prega, lo sperimenta pio, modello assoluto di religione e di preghiera perfetta, e con cuore sempre aperto a esaudire. Chi lo cerca, lo sperimenta buono, così come Blaise Pascal si sente dire da Lui: "Tu non mi cercheresti, se non mi avessi già trovato". Così che cosa sarà mai Gesù, per chi lo trova? Risponde l’inno:

Nec lingua valet dicere,

 Né la lingua basta a dire,

nec littera exprimere,

 né lo scritto può esprimere,

expertus potest credere

 solo chi prova, può credere

quid sit Jesum diligere.

 che cosa sia amare Gesù.

Lui davvero è l’indicibile, l’ineffabile. Quanti predicatori e maestri dal Crisostomo a Lacordaire, da Leone Magno a Pio XII a Benedetto XVI, hanno detto di Lui, quanti scrittori dotti e santi hanno dedicato a Lui le opere più grandi, dai Trattati dei Padri, alle Summe medioevali alle più penetranti Vite di Cristo, quali il Ricciotti e l’Adam: eppure non hanno esaurito il suo mistero, la sua bellezza, il suo fascino divino.
Di discorsi e opere teologiche, Gesù è il protagonista: studiato, contemplato, assaporato, eppure Gesù vola sempre più in alto. Gesù è tutto nella Summa di S. Tommaso d’Aquino, così che Egli stesso gli riconobbe: "Tommaso, bene hai scritto di me". Ma, al termine della sua vita, l’Aquinate, rapito nell’intimo del Cuore di Cristo, disse che quanto aveva scritto - ed è insuperabile - gli pareva ben poca cosa dinanzi a Lui.
Ma, come S. Bernardo di Chiaravalle, S. Tommaso sa, lui che lo ha amato con il suo cuore di mistico. Come lo ameranno S. Teresa d’Avila e S. Giovanni della Croce, S. Teresina di Lisieux e la B. Elisabetta della Trinità, "alla follia". Sulle orme di S. Paolo, l’apostolo delle genti, l’apostolo per eccellenza, ardente di amore a Gesù, un cuore solo con Lui (Cor Paul Cor Christi erat!), e che ogni giorno per Lui "partiva più ardente" a farlo conoscere e amare. Gesù davvero è colui che "intender non lo può chi non lo prova".
Conclude l’inno:

Sis, Jesu, nostrum gaudium

 Sii, Gesù, la nostra gioia,

qui es futurus praemium,

 Tu che sarai il nostro premio,

sit nostra in Te gloria

 sia in Te la nostra gloria

per cuncta semper saecula.

 per i secoli eterni.

Amen.

 Amen.

Gesù è l’inizio del Paradiso, come scrive l’Imitazione di Cristo: "Essere senza Gesù è intollerabile inferno; essere con Gesù è dolce Paradiso" (II, 8. 2). Già qui, su questa terra. E nell’aldilà? Il piccolo Guido di Fontgalland, 12 anni, vicino a morire, parlava spesso del Paradiso. Gli domandarono: "Ma tu come lo immagini il Paradiso?". Rispose: "Io non lo immagino affato. Io so com’è: il Paradiso è Gesù. Gesù è il Paradiso".
Sì, è così. Anche i giovani d’oggi che hanno incontrato Gesù e vivono in intimità con Lui, sanno esprimere questa certezza: "Il Paradiso è Gesù. Non è difficile immaginare il Paradiso. Il Paradiso è già qui: se viviamo in intimità con Gesù nella fede, nella preghiera, nei Sacramenti, in primo luogo l’Eucaristia, il Paradiso è già qui: è Gesù stesso. Di là, sarà nella sua pienezza, nella visione, l’intimità piena con Lui. Vivi nel cuore di Gesù che è il nostro Paradiso. Non temere" (Pier Giorgio Valetto).
Ecco, tutto: "Gesù, premio, gioia, corona, gloria". "Dulcis Paradisus"

Articolo precedente

Articolo successivo

[Home page | Sommario Rivista]


realizzazione webmaster@collevalenza.it
ultimo aggiornamento 07 giugno, 2006