FESTA DEL SANTUARIO DELL'AMORE MISERICORDIOSO

Cardinal AGOSTINO VALLINI

Omelia per la Santa Messa nella Festa del Santuario dell'Amore Misericordioso
Collevalenza, 24 settembre 2006

SALVATI dall'Amore Misericordioso, testimoni dell'AMORE del PADRE

 

 

Saluto del Padre generale

Benvenuti alla festa del Santuario dell’Amore Misericordioso voluta dalla venerabile Madre Speranza per esprimere tutta la nostra gratitudine al Signore infinitamente paziente e misericordioso! In questo Dio Misericordioso, oggi, rinnoviamo la fede viva, la sicura speranza e la carità ardente.
Presiede questa celebrazione Sua Emin.za il Cardinal Agostino Vallini. La Famiglia dell’Amore Misericordioso fondata da Madre Speranza e questo Santuario, che da oltre cinquant’anni è luogo provvidenziale dell’incontro del Dio ricco di misericordia con l’uomo di oggi, porgono a Lei, Emminenza, un cordiale saluto ed un sincero grazie.
Il Santo Padre Benedetto XVI lo ha voluto Cardinale nel Concistoro del 21 Marzo di quest’anno, lo ha chiamato a presiedere come Prefetto il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica e a collaborare in varie Congregazioni. Sua Eminenza conosce bene Madre Speranza, è stato qui diverse volte negli anni in cui la CEI teneva le assemblee straordinarie proprio in questo Santuario.
Eminenza, grazie perché la Sua presenza ci conferma ancor più in quella comunione ecclesiale nella quale questo Santuario si sente molto coinvolto. Le chiediamo di far pervenire al Santo Padre i nostri sentimenti di gratitudine, di obbedienza e di affetto filiale per il Magistero petrino che sta realizzando in modo luminoso e sofferto. Pensiamo soprattutto alla sofferenza di questi ultimi giorni. Il Santuario è vicino al Santo Padre e prega perché abbia salute e forza per continuare il prezioso Magistero che la Provvidenza Le ha affidato.

 

Cari Fratelli e Sorelle !

1. Nella orazione di questa Messa abbiamo così pregato: O Dio, Padre di infinito amore, che a tutti gli uomini hai manifestato in Cristo il mistero ineffabile della tua misericordia, concedici di realizzare la nuova legge della carità, conformandoci all’immagine del tuo Figlio.
Siamo venuti pellegrini in questo Santuario dell’Amore Misericordioso per chiedere al Signore la grazia di penetrare nel mistero ineffabile del suo amore misericordioso e di viverlo, come meglio possiamo, con una vita di carità, conformandoci all’immagine di Gesù crocifisso.
La grazia che chiediamo al Signore è un dono grande, va al cuore della nostra fede. Vorrei dire così: noi siamo cristiani nella misura in cui prendiamo sempre più coscienza che Dio ci ama, ci ama personalmente, singolarmente, ci ama di un amore immenso e che, come cristiani, vogliamo impegnarci ad amare il nostro prossimo, come lo ama Gesù.
In un mondo segnato da divisioni e violenze, noi cristiani dobbiamo vivere e mostrare la nostra identità di discepoli di Dio-Amore.

2. Ma di quale amore si tratta ? Questo amore non è un sentimento generico di umana amabilità o di bontà istintiva, è amore divino, che chiamiamo "misericordioso". Ci aiutano a capirlo le letture di questa liturgia, che ora abbiamo ascoltato e che vorrei meditare brevemente con voi.
Nella prima il profeta Osea, per descrivere i rapporti tra Dio e il popolo di Israele, utilizza un linguaggio amoroso molto audace, si riferisce ad immagini della vita familiare ed annuncia promesse dalle splendide prospettive. Usando l’immagine del padre, il Signore dice di amare Israele come un figlio piccolo, a cui ha insegnato a camminare, tenendolo per mano. Descrive poi la tenerezza di questo amore, ricordando tre atteggiamenti affettuosi di un papà verso il suo bambino: lo attira dolcemente a sé, lo solleva fino alla sua guancia, si piega su di lui per farlo mangiare. Poi il profeta usa una espressione molto bella: «Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione» (v. 8).
L’amore di Dio per noi non è un valore astratto; il testo biblico usa l’immagine di chi si commuove, di chi ha compassione. E’ proprio il significato della misericordia di Dio, del suo amore misericordioso.

3. La parola italiana «misericordia» traduce un vocabolo ebraico e greco, che letteralmente significa «viscere materne», «seno materno» e, applicata a Dio, esprime quel sentimento intimo, profondo, amoroso che lega Dio all’umanità e a ciascuno di noi, fino alla pietà, alla compassione, al perdono.
Tutta la Sacra Scrittura ci parla di questo amore misericordioso. Nell’Antico Testamento, nella visione del roveto ardente, il Signore rivela a Mosè il suo nome e si definisce: «Io sono colui che sono», cioè: Io sono colui che darà prova di sé. E sappiamo che la prova più grande data da Dio a Israele è stata l’esodo, la liberazione dalla schiavitù di Egitto «con l’intervento di una mano potente» (Es. 3, 19), per cui: Io sono colui che sono, significa: Io ci sono per voi.
E tra le tante prove di amore che Dio ha dato, vorrei ricordare quella che stupisce di più: la prova del perdono. Dio rimane fedele al suo popolo anche quando il popolo gli è infedele. Ricordate l’episodio del vitello d’oro. Dinanzi al rinnegamento del popolo, che si è costruito un’altra divinità, Dio rivela di nuovo il suo nome: e il nome di Dio è misericordia, perché se condanna fino alla terza o alla quarta generazione, conserva il suo favore per mille generazioni (cf. Es. 34, 6).
Nei profeti poi la misericordia di Dio viene espressa con diverse immagini. Ne ricordo due: Dio è il pastore che va in cerca della pecora perduta e riconduce all’ovile quella smarrita, che fascia quella ferita e cura quella malata, ma si interessa anche della grassa e della forte (cf. Ez. 34). In maniera ancora più toccante, l’amore misericordioso di Dio è paragonato a quello di una madre: «Può una donna dimenticare il suo bambino, cessare di avere compassione del frutto delle sue viscere ? Anche se esse (le viscere di una madre) si dimenticassero, io non ti dimenticherò» (Is. 49,15). Un richiamo forte, per dire che l’amore misericordioso di Dio trascende ogni modello umano, perché è amore infinito e indefettibile.
Ma l’amore del Signore va oltre : Dio che, nell’alleanza del Sinai e nell’Esodo aveva mostrato la sua misericordia, liberando il popolo da una schiavitù materiale, annunzia una nuova alleanza, un’alleanza interiore, che cambia dal di dentro la vita dell’uomo, partendo dal perdono dei suoi peccati. Leggiamo nel profeta Geremia: «Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore: Io sarò il loro Dio ed essi il mio popolo. Io perdonerò le loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato» (31, 31-34). L’attenzione amorosa di Dio entra nella vita intima dell’uomo e la rigenera. Così in Ezechiele la misericordia di Dio si traduce in una nuova creazione: il cuore di pietra dell’uomo peccatore diventerà un cuore di carne veramente umano. Dice il profeta: «Vi prenderò dalle genti, vi radunerò da ogni terra… Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati: io vi purificherò da tutte le vostre sozzure e da tutti i vostri idoli; vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere…; voi sarete il mio popolo ed io sarò il vostro Dio» (36, 24-28).

4. Tutte queste profezie – lo sappiamo bene - si adempiranno quando Gesù, rivelatore dell’amore del «Padre delle misericordie» (2 Cor. 1, 3), con la sua vita ed il suo insegnamento sarà la misericordia fatta persona. Il Vangelo intero, fratelli e sorelle, non è altro che un grande inno alla misericordia di Dio manifestata in Gesù.
Leggiamo nel Vangelo di Giovanni: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita eterna» (3, 16). Tante volte Gesù dirà ai discepoli: «Il Padre vi ama» (Gv. 16, 27).
In realtà tutta la vita pubblica di Gesù, i suoi miracoli, la sua attenzione verso i malati, i poveri, gli emarginati sono un continuo rivelare la misericordia del Padre. Ricordate le parabole della misericordia? Il ritrovamento della pecora smarrita, il figliol prodigo: descrivono teneramente ed in modo commovente la misericordia di Dio.
Tuttavia, è negli avvenimenti della sua passione, morte e risurrezione che possiamo comprendere l’amore misericordioso di Dio: Gesù crocifisso è la icona vera e totale, l’immagine perfetta dell’amore misericordioso.
Abbiamo ascoltato nel Vangelo di Giovanni: «Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine». Il gesto della lavanda dei piedi e la spiegazione che ne diede: «Come ho fatto io, fate anche voi», introduce la consegna del comandamento nuovo: «Che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amato».
Il momento supremo della croce è il momento supremo della rivelazione del volto del Padre. Gesù sa di essere nelle mani del Padre, conosce fino in fondo la sua volontà, la fa propria e si consegna allo scandalo della croce, che diventa il segno vittorioso e glorioso dell’amore misericordioso del Padre.
Nel grido di Gesù sulla croce: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato ?» (Mc. 15, 34), nel quale vive la desolante sensazione dell’abbandono, Gesù in realtà abbraccia tutta la sofferenza del mondo e nel suo annientarsi rivela il volto del Padre di misericordia, che non risparmia il proprio Figlio ma lo dona per tutti noi.
San Paolo, riflettendo su questo mistero di dolore e di amore, scrive ai cristiani di Efeso: «Per natura eravamo figli di ira… Ma Dio, ricco di misericordia, per l’immenso amore col quale ci ha amati, da morti che eravamo ci ha fatti rivivere in Cristo… per dimostrare nei secoli la traboccante ricchezza della sua grazia» (Ef. 2, 3-5.7).

5. Fratelli e Sorelle, questo è il volto e il cuore di Dio: Dio è misericordia, cioè è amore che si dona, che fa rinascere a vita nuova, perché nel suo Spirito Santo si comunica a noi, è perdono, è compassione, è amore tenero e delicato, è pace del cuore, è spinta al bene, è coraggio, è passione per chi soffre, è consolazione.
L’aveva ben capito e vissuto Madre Speranza, che dal 1936, anno in cui giunge in Italia, diventa l’apostola dell’amore Misericordioso e qui, a Collevalenza, per volontà di Gesù, ne farà il centro di irradiazione.
La sua opera, nata dalla contemplazione dell’amore di Gesù per lei e per la salvezza di tutti gli uomini, è la dilatazione di questo amore irrefrenabile verso due obiettivi: tutti i poveri e i bisognosi (orfani, malati, anziani) e sostegno e dedizione verso i sacerdoti, perché siano apostoli secondo il cuore di Dio.
La vita di madre Speranza ci dimostra che chi fa esperienza viva, intima, profonda di Dio-Amore misericordioso non può tenere per sé questo immenso dono, deve parteciparlo, comunicarlo, irradiarlo; una forza prepotente muove dal di dentro la vita e spinge ad agire.

6. A questa qualità dell’amore noi dobbiamo aspirare. Ce lo ha ricordato San Paolo nella seconda lettura, con il famoso inno alla carità.
Sia questo pellegrinaggio l’occasione per una revisione della nostra vita cristiana: domandiamoci se la fede è per noi una vera esperienza della misericordia di Dio. Se l’amore di Gesù crocifisso, la contemplazione dei suoi dolori e di ciò che essi rivelano, ci fa comprendere che siamo fatti per vivere di questo amore-dono. Domandiamoci se, con gli anni che passano, c’è un progresso in questo amore. E chiediamoci pure se il nostro cuore si va trasformando da cuore di pietra in cuore di carne, come ci ha ricordato il profeta. Vale a dire se, nella vita quotidiana, nelle molteplici e continue relazioni con le persone, siamo orientati e intenzionati a relazioni improntate all’amore misericordioso che aiuta, che si dona, che consola, che perdona. E quanto questo amore misericordioso ci impegniamo a testimoniarlo nella nostra vita personale, familiare, sociale ed ecclesiale.
Che possiamo tornare alle nostre case e al nostro lavoro di ogni giorno con il desiderio di progredire nell’amore misericordioso di Dio.
Non scoraggiamoci, fratelli, se in un sincero esame della nostra vita costatiamo debolezze e cadute. Il Signore Gesù, risorto dai morti, agli apostoli che nei giorni della passione l’avevano rinnegato e tradito, disse: Non abbiate paura ! Io sono sempre con voi ! Avrete forza dallo Spirito Santo e mi sarete testimoni.
La forza, cari fratelli, ci viene dalla Parola di Dio e soprattutto dai sacramenti della Confessione e dell’Eucarestia. Riceviamoli con fede, riceviamoli spesso, e sentiremo una luce e una energia nuova in noi: è l’amore misericordioso di Dio che porta a compimento la profezia di Ezechiele: «Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno Spirito Nuovo. Toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne». Un cuore che sa amare con il cuore di Dio.

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ultimo aggiornamento 15 novembre, 2006