ESPERIENZE

Paolo Risso

 

Una piccola vita per i Sacerdoti:
Herman Wijns

 

Non c’è alcuno sulla terra più grande del sacerdote. Con la celebrazione della S. Messa, rende presente sull’altare Gesù, il Figlio di Dio stesso, immolato per la nostra salvezza. Nella confessione delle nostre colpe a lui, ministro di Dio, ci dà il perdono dei peccati. Il sacerdote dunque porta Dio agli uomini e gli uomini a Dio.
Per questo è superiore agli Angeli stessi. Eppure, è anche un uomo bisognoso di aiuto e di sostegno. Chi pensa al sacerdote così, alla sua grandezza e pure alla sua fragilità umana, non può che amarlo e pregare per lui, e offrire la vita per tutti i sacerdoti della terra. Lo comprendono in primo luogo gli umili e i piccoli come il giovanissimo Herman Wijns.

 

"Gesù, tutti i giorni"

Nasce il 15 marzo 1931 a Merksen, presso Anversa (Belgio). Suo padre è un ricco commerciante e la sua famiglia gode di un vero benessere. Dai suoi genitori, il piccolo impara a pregare mattino e sera, a partecipare alla S. Messa ogni domenica, a voler bene a tutti.
Cresce, diventando un intimo amico di Gesù. Un giorno, rientra in casa dai suoi giochi e incontra il papà che sta pregando la Madonna con il Rosario: "Voglio - gli dice - pregare anch’io con te". Da allora, pregherà ogni giorno con la corona.
Ha appena cinque anni, ma è assai intelligente. I suoi genitori pensano a iscriverlo a una scuola elementare tenuta da buoni religiosi. Ogni trimestre, i suoi voti sono sempre più belli. A scuola Herman si appassiona a tutto, ma soprattutto conosce sempre di più il Signore Gesù e stringe amicizia sempre più intensa con Lui.
È il primo della classe, ma è sempre pronto ad aiutare tutti. Accetta volentieri i piccoli sacrifici dello studio, dell’ordine, del rispetto agli altri.
Al mattino, prestissimo, vede il suo papà uscire di casa. "Dove vai?" - gli domanda. "Vado a Messa". "Papà, vengo anch’io" - decide all’istante. Da quel giorno, il papà gli spiega che cos’è la S. Messa e Herman impara che Gesù ripresenta sull’altare il suo Sacrificio e santifica i suoi amici con il suo Corpo. "Allora - commenta - è un fatto grandissimo! Quando potrò anch’io ricevere Gesù?".
Nella sua parrocchia, nella primavera del 1937, inizia a frequentare il catechismo, in preparazione alla I° Comunione. Ha solo sei anni, ma insiste con i genitori, con il parroco: "Anch’io voglio prepararmi, anch’io riceverò quest’anno la I° Comunione". Il 14 luglio 1937, realizza il suo grande sogno: riceve Gesù eucaristico per la prima volta, davvero da piccolo innamorato del Signore.
Da allora, parteciperà alla S. Messa ogni giorno, sempre con la Comunione, preparato dalla Confessione frequentissima e regolare, dalla preghiera e da un intenso impegno di vita cristiana. Un giorno, suo padre gli domanda: "Che cosa farai da grande?". Il bambino non ha dubbi: "Prima imparerò a servire la Messa, poi mi farò prete". "Devi prepararti, diventando sempre migliore, offrendo a Dio i tuoi sacrifici" - gli risponde il suo papà. Il sacerdozio diventa il suo grandissimo sogno per la vita futura.
Herman comprende che per Gesù dovrà essere pronto a tutto e si impone diverse mortificazioni e accetta con amore le sofferenze che incontra. La zia gli ha regalato un paio di scarpe nuove, che però gli procurano un gran male ai piedi. Il piccolo accetta di metterle e esce in una lunga passeggiata per la città: un vero martirio, senza lamentarsi offrendo tutto a Gesù, contento di soffrire per Lui e per la santificazione dei sacerdoti, di fare contenta la zia.
Durante l’estate, fa un gran caldo a Anversa: Herman, pensando che Gesù sulla croce ha patito una terribile sete, per lunghi giorni, per suo amore, rifiuta di bere fuori dei pasti per poter offrire qualcosa al suo divino Amico e esprimergli concretamente il suo amore. Durante l’inverno 1940/’41, il clima è freddissimo e lui ha grossi geloni ai piedi. "Non uscire" lo supplica la mamma. "Non posso - gli risponde - Gesù mi attende alla Messa".
Prega e offre per prepararsi a essere domani un santo prete e perché altri ragazzi sentano la stessa chiamata di Gesù alla missione sacerdotale.

 

"Io continuo a pregare"

Intanto in casa, è capitata un’enorme disgrazia. Il signor Wijns, ha accettato di aiutare un collega di lavoro in difficoltà, il quale però ha fatto fallimento. Così, per sostenere l’amico, perde tutto, trovandosi senza negozio, senza lavoro, ogni giorno più povero. Ma ha una fede grandissima e non dispera: prega ancora di più la Madonna, con il Rosario.
Pur comprendendo il dramma della sua famiglia, Herman non si spaventa, anche se ora gli tocca sopportare molte rinunce. Conforta i suoi genitori e li incoraggia a pregare: "Preghiamo tanto. Tutto si aggiusterà". "Mamma, non devi essere triste: se noi preghiamo bene, papà ritroverà il suo lavoro". Ogni sera con il papà, va a far visita a Gesù nel Tabernacolo e pregano insieme la Madonna con il Rosario. In casa, ora non hanno nemmeno più da mangiare a sufficienza. Lui non si lamenta e, dopo la scuola, riesce a guadagnare ogni giorno, un piccolo gruzzolo di soldi con umili lavoretti, felice di darli ai suoi genitori.
Mentre un giorno, recita il Rosario con il papà, la mamma sbotta: "A che serve pregare? Tanto Dio non ci ascolta". Herman risponde: "Mamma, la forza della preghiera sta nel continuare a pregare, nel pregare sempre. Io continuo a pregare. Il Signore mi esaudirà". All’indomani, rientrando in casa con il papà dalla Messa, domanda alla mamma: "Non ti vedo più pregare. Perché non vieni anche tu a Messa con noi?". "A te non interessa quel che faccio io!" - gli risponde la mamma. Ma Herman ribatte implacabile: "Un giorno, papà e io saremo in Paradiso, tu invece dove sarai?".
Continua a essere fedele al suo programma: "Preghiera e penitenza". Si alza prestissimo, alle cinque, ogni mattina, si reca subito alla chiesa, dove sgrana il suo primo Rosario, quindi partecipa alla Mesa. Dopo pranzo il secondo Rosario; alla sera, il terzo… Ed è solo un bambino di nove anni.
Ora anche in Belgio c’è la guerra: terribile. Le truppe tedesche hanno invaso il paese e dilagano dappertutto, seminando paura. Ma Herman si fida della Madonna: "È la nostra Mamma e ci aiuterà sempre". È diventato chierichetto e serve all’altare. Il papà gli dice: "Dovrai andarci tutti i giorni, anche in vacanza, anche quando dovrai rinunciare a una gita". Herman accetta a qualsiasi condizione, pur di essere vicinissimo a Gesù, che discende sull’altare e si offre al Padre.
Sa rispondere a tutte le preghiere del rito in latino, sa persino aprire il Messale alla pagina giusta per la Messa di ogni giorno. Torna dal suo servizio, radioso: "Se hai qualche grazia da ottenere dal Signore - spiega ai suoi genitori - dillo a me che sono il più vicino a Lui". È innamoratissimo di Gesù Eucaristico e gli ripete mille volte al giorno: "Io ti voglio bene". Non si dimentica di Lui, neppure nel gioco. E vive per diventare domani un sacerdote santo e la Chiesa abbondi di santi sacerdoti. Sembra non vedere altro, non pensare al altro che questo.
La sua pena più grande è che la sua famiglia sia ancora senza lavoro.
Con fede grandissima, decide di risolvere lui la triste situazione. Comincia una novena alla Madonna, continua con una seconda, una terza… fino alla venticinquesima. All’ultimo giorno, dopo 25 novene, papà Wijns trova lavoro al ministero. Commenta Herman: "Vedete che quando si persevera a pregare, si ottiene tutto da Dio?".

 

"Sacerdote di desiderio"

Vive radioso e felice, pensando solo a diventare sacerdote e che i sacerdoti sono chiamati a santificare le anime, il mondo intero, a prolungare Gesù nel mondo.
Il 24 maggio 1941, come ogni altro giorno, serve la Messa al suo parroco. Al termine, il parroco gli domanda: "Davvero vuoi farti sacerdote?"
Gli risponde deciso: "Sì, solo sacerdote". Al pomeriggio dello stesso giorno, trova per la strada un Crocifisso, lo porta a casa, lo pulisce, lo bacia lo appende nella sua camera, dicendo: "Devo offrire a Lui la vita in riparazione dei peccati del mondo, per i chiamati al sacerdozio".
Verso sera, giocando con alcuni amici, cade e si ferisce gravemente a una gamba, perdendo molto sangue. All’ospedale, subisce due interventi assai dolorosi. Il 26 maggio 1941 - in piena conoscenza, fa la sua ultima confessione, riceve Gesù Eucaristico come Viatico, l’Unzione degli infermi.
È tranquillo, con una grande gioia sul volto, come chi va incontro a una festa lungamente attesa. Mormora: "Vado da Gesù, starò con Lui per sempre". Pochi instati dopo vede Dio. La sua tomba, a 65 anni di distanza dalla morte, è meta di pellegrinaggi e luogo di preghiera. Herman è conosciuto in tutto il mondo. Chi lo invoca guarisce nel corpo e nello spirito. Molti lontani dalla fede, leggendo la sua vita, ritrovano Dio.
Alla sua morte, un illustre religioso, il P. Baudouin de Termonde, commenta: "Herman aveva un unico sogno, un grandissimo desiderio, quello di farsi sacerdote. È morto a dieci anni, senza diventarlo. Ma davanti a Dio, è - come dire? - sacerdote di desiderio. E occorre ricorrere alla sua intercessione, per ottenere da Dio una grandissima adorazione al Figlio suo Eucaristico e santi sacerdoti alla sua Chiesa".

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ultimo aggiornamento 15 novembre, 2006