DAGLI SCRITTI DI MADRE SPERANZA
 
“Il Tuo Spirito Madre”
    a cura di Padre Mario Gialletti fam

 

Madre Speranza di Gesù Alhama Valera nata il 30 settembre 1893 a Santomera morta in Collevalenza l’8 febbraio 1983. Fondatrice delle Ancelle e dei Figli dell’Amore Misericordioso e del Santuario di Collevalenza

È in corso il Processo canonico per la sua canonizzazione e il 23 aprile 2002 la Chiesa l'ha dichiarata venerabile. 

In questo anno riproponiamo alcuni brani del suo diario

 

 

Madre Speranza

"...mi ha detto che è arrivato il momento di fondare la Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso..."

1033 26 gennaio 1950:  oggi, 26 gennaio 1950, posso dire che, grazie al buon Gesù, abbiamo i due edifici sempre pieni di pellegrini: alcuni vanno ed altri vengono.

1034 Ho detto al signor Lino di riscuotere lui quanto pagano i pellegrini, finché l’Impresa non abbia ricevuto i 125 milioni dovuti, più gli interessi per questi anticipi. Il signor Lino ha disposto che fosse suo fratello Alfredo ad incaricarsi di questo, poiché è lui il contabile dell’Impresa e così si fa settimanalmente. Grazie al buon Gesù, sto andando avanti con le poche provviste fatte prima di accogliere i primi pellegrini, perché il buon Gesù si sta mostrando generosissimo con la sua abbondante provvidenza.

1035 20 settembre 1950:  oggi, 20 settembre, con immensa gioia, posso dire che, grazie al buon Gesù, fino ad oggi la nostra casa è stata sempre piena di pellegrini, nonostante le lamentele dei proprietari degli hotel e delle altre case di ospitalità, che affermano che se ne vedono pochi e il lavoro è scarso.

1036 Le figlie lavorano moltissimo e, siccome non sono abituate a questo tipo di lavoro, si affaticano il doppio, ma fanno tutto animate da tanta buona volontà, soffrendo per non poter fare ancora di più e con maggiore scioltezza - a detta loro - infatti si sentono come legate.

1037 Durante la notte, quando tutte sono a letto, molte volte vado in cucina, invitando il buon Gesù perché venga ad aiutarmi a fare le porzioni della carne, specialmente quando mi accorgo di averne poca e così, col suo aiuto, ne abbiamo sempre per cinquecento pellegrini, per i capigruppo e gli autisti, in tutto per 525/530 persone; ed è lì che, da sola con Lui, preparo – se mi accorgo di avere poca carne – tutte le porzioni; e sono sempre sufficienti per i pellegrini e molte volte anche per i miei poveri, per le bambine e per le suore, specialmente nelle feste solenni.

1038 Bisogna che resti impressa, soprattutto nel cuore di quanti vivono con me in questo anno santo, la generosità e la larghezza che il buon Gesù sta prodigando alle Ancelle dell’Amore Misericordioso e alle persone che qui sono accolte.

1039 Vari direttori di Ristoranti e di Hotel sono venuti a chiedermi di mettermi d’accordo con loro perché in tutti i ristoranti e gli alberghi si servano gli stessi alimenti, pregandomi di togliere il vino che essi non includono nel prezzo dei pasti. Mi hanno portato l’elenco di ciò che loro servono, compreso nel prezzo di ogni pasto, e di quello che va pagato a parte, come il vino.

1040 Ho risposto loro che il nostro non è un albergo, ma una casa religiosa, dove per venti lire si dà da mangiare abbondantemente a tutti i poveri che si presentano e, se qualcuno non può pagare, riceve ugualmente la sua porzione; se questo si fa con tutti i poveri che vengono da quando è finita la guerra, oggi non posso fare patire la fame ai pellegrini che vengono accolti in questa casa, né abusare nei prezzi, né esigere la pensione che pagherebbero negli Hotel; poiché qui non viene la gente ricca come negli hotel. Per questo li pregavo di non aversela a male e di permettetemi di dar da mangiare in abbondanza ai modesti pellegrini che venivano in casa mia e che volevo si trovassero come in famiglia, portando con sé il ricordo della buona accoglienza ricevuta.

1041 Prima che finisse l’anno santo, l’Impresa ha potuto avere dalla Congregazione quanto le spettava, abbiamo pagato anche tutto l’arredamento e costruito anche il Panteon che prima non avevamo potuto costruire, dove Pilar aveva acquistato il terreno nella zona di san Lorenzo.

1042 24 febbraio 1951:  Il buon Gesù mi dice che è giunto il momento di accettare totalmente il dolore e il sacrificio e che debbo essere pronta ad accogliere tutto quello che Lui vorrà, costi quello che costi.

1043 Mi ha detto che è arrivato il momento di fondare la Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso e che il primo di questi sarà il giovane Alfredo Di Penta che, in occasione dell’anno santo, Egli nella sua provvidenza mi aveva già messo accanto perché mi si affezionasse e potesse così rispondere, con più facilità, alla divina chiamata.

1044 Solo Gesù conosce l’impressione dolorosa che ha prodotto nella mia povera anima la sua decisione. Oppressa dalla pena e piangendo come una bambina, ho preteso spiegare al buon Gesù la mia nullità, i miei timori e cosa mai avrei potuto realizzare con l’aiuto di un secolare che neanche lontanamente pensava di diventare religioso. Il buon Gesù mi ha risposto che questo giovane diventerà religioso, sacerdote e primo figlio dell’Amore Misericordioso.

1045 Io, fuori di me e non in sintonia con Lui, gli ho risposto avventatamente: "Io, Signore, non sono disposta a servire da strumento per farti soffrire collaborando al tuo fallimento; cercati una creatura più adatta per questa impresa, cercati, Signore, un Vescovo, un monsignore o un sacerdote esperto e virtuoso, chiunque tu voglia, ma non io, Signore, e per giunta aiutata da un secolare che non ha la più pallida idea di cosa sia la vita religiosa."

1046 Il buon Gesù mi ascoltava sereno e tranquillo, tollerando, nella sua infinita umiltà, la mia sconsiderata superbia, finché, trafitta nell’anima dal suo sguardo amoroso, ho detto al mio Dio: "Perdonami, Dio mio, ancora una volta e puniscimi con ogni sorta di sofferenze, però fa’ che non pensi più a me stessa, ma solo a darti gloria".

1047 Egli mi ha perdonato e con sguardo amoroso e voce paterna, mi ha detto: "Figlia mia, io non tengo in conto, dimentico, perdono e ti amo tanto, tanto; conosco le sofferenze che ti attendono e le umiliazioni che dovrai subire; ma è mio desiderio che tu passi per queste prove e che il primo dei Figli dell’Amore Misericordioso sia Alfredo". Al che ho aggiunto: "Ecce ancilla, Domini, però Gesù, dimentica il dispiacere che ti ho dato e aiutami, perché nelle prove impari a diffidare di me per confidare unicamente in te."

1048 Credo che durante questa mia distrazione, le due suore che erano con me per aiutarmi a recitare il rosario, si siano rese conto della mia lotta e, quello che è peggio, della mia poca rassegnazione, cosicchè una di loro ha avvertito questo giovane di quello che stava accadendo, dicendogli che io non sapevo come comunicargli la notizia.

1049 Io che ignoravo ciò che aveva fatto questa consorella, chiesi che chiamassero Alfredo perché volevo parlargli e lui, venendo, s’inginocchiò vicino a me dicendomi: "Madre, non soffra, perché sono pronto a tutto". Disse così per tranquillizzarmi, ma ho saputo da alcune suore, che quando non lo vedevo, era triste e preoccupato e lo si vedeva piangere.

1050 Da quel momento iniziai a trattare con lui la questione della nuova fondazione ed essendo migliorata un pò dall’artrosi deformante che m’impediva di muovermi, iniziai le pratiche perché Alfredo potesse frequentare gli studi ecclesiastici senza rimanere interno nel seminario, perchè all’età 37 anni gli costava moltissimo entrare in seminario.

1051 Io e Alfredo ci recammo a Fermo per parlare col Vescovo e chiedergli questa grazia. Sua eccellenza mi rispose che era disposto a preparare questo giovane al sacerdozio in tre anni, ma che doveva frequentare le lezioni in seminario.

1052 Siccome la Congregazione non aveva una casa a Fermo per ospitare Alfredo, sua eccellenza mi disse che poteva affidarci un collegio per bambini poveri, fondato da un suo sacerdote che era morto lasciando tutto nelle sue mani. Egli vi aveva posto un rettore e un vicerettore, ma se noi avessimo accettato, lui si sarebbe incaricato del resto.

1053 Questo collegio è unito al seminario, diviso solo da una chiesa che lo stesso seminario serve; Alfredo avrebbe potuto attraversare la chiesa per recarsi in seminario e, nel tempo libero, aiutare il rettore del collegio nella contabilità. Il Vescovo, trovandoci d’accordo, chiamò il rettore dicendogli che le suore si sarebbero fatte carico del collegio, ossia della cucina, del guardaroba, della lavanderia ecc… e questo giovane l’avrebbe aiutato a portare avanti la contabilità e così tra lui, il vicerettore e il giovane, avrebbero potuto fare vita di comunità.

1054 Insieme al rettore siamo andati a visitare il collegio ma Alfredo è rimasto molto male impressionato dal disordine e mi ha detto che era disposto a tutto, tranne che ad andare a vivere in quel collegio. Ho insistito molto per convincerlo, ma rispondeva sempre: "non sono disposto a tanto".

1055 Afflitta e senza sapere cosa fare, sono tornata a Roma senza ripassare in episcopio, nella speranza di poter convincere Alfredo ed evitare così un dispiacere al Vescovo che si era preso tanto a cuore il nostro caso; ma tutto fu inutile.

1056 28 febbraio 1951:  questa notte mi sono distratta e il buon Gesù mi ha detto di andare a parlare col Vescovo di Todi spiegandogli quanto Lui mi ha chiesto, ossia: la fondazione dei Figli dell’Amore Misericordioso, il primo dei quali deve essere Alfredo Di Penta e di chiedere al Vescovo di prendere sotto la sua protezione, in via sperimentale, la nascente Congregazione.

1057 Così ho fatto e il Vescovo, contento, mi ha detto: "Madre, lei sarà il canale della volontà di Dio e noi due la eseguiremo". Mi sono inginocchiata insieme ad Alfredo per ricevere la benedizione di sua eccellenza che, ponendo la mano sulla testa di Alfredo, ha detto: "m’incaricherò io stesso di farti preparare perché in breve tempo possa diventare sacerdote."

1058 26 maggio 1951:   torno a Fermo con Alfredo, per comunicare al Vescovo che questi non era disposto ad andare in collegio e che il buon Gesù mi aveva suggerito di ricorrere al Vescovo di Todi per spiegargli ogni cosa. Gli ho riferito anche la risposta del Vescovo di Todi e la disponibilità di Alfredo.

1059 Gli ho comunicato anche che, mentre mi trovavo a Roma, era entrato in camera mia, senza che nessuno lo vedesse, un sacerdote che mi aveva detto che il buon Gesù gli aveva concesso la grazia di potermi venire a trovare per supplicarmi di prendermi cura del collegio che lui aveva fondato a Fermo. Il buon Gesù l’aveva portato con Sé nel momento in cui l’autorità civile stava per chiudere il collegio, perché non poteva permettere oltre che i bambini restassero in quelle condizioni igieniche.

1060 Sua eccellenza è rimasto alquanto impressionato e ha risposto: "credo che le starà a cuore accogliere una richiesta tanto santa e buona per questi poveri bambini, ma sappia che si tratta proprio di quel collegio che spaventa tanto Alfredo; lei, Madre, cosa farà?" "Io farò sempre la volontà del buon Gesù e sempre col suo aiuto". Al che il Vescovo ha risposto: "L’aiuterò anch’io, non solo perché prenda possesso del collegio, ma anche perché di questo si occupino i suoi prossimi figli, formandovi una comunità con i miei sacerdoti".

1061 Prima di andare a Fermo, abbiamo fatto visita alla Santissima Madre (di Loreto ndt), per chiederle di ottenerci dal suo Divin Figlio la grande grazia che Alfredo, col suo aiuto, possa diventare un santo sacerdote Figlio dell’Amore Misericordioso e di concedergli anche un po’ di scienza infusa; perchè già da molti anni ha terminato i suoi studi e la sua mente non è pronta ad iniziare di nuovo a studiare, l’amor proprio turba il suo spirito al pensiero di ciò che diranno se non dovesse riuscire e lo tortura la paura di fare brutta figura.

1062 All’improvviso, ho visto il buon Gesù accanto alla sua Santissima Madre e mi ha detto di non temere perché l’assisterà sempre e gli darà la scienza infusa quando ne avrà bisogno.

1063 Ho chiesto al buon Gesù e alla Santissima Madre di benedire Alfredo e questa povera creatura e il buon Gesù, paterno come sempre, stendendo le sue mani ha detto: "Vi benedico nel nome di mio Padre, mio e dello Spirito Santo" e la Madre ha aggiunto: "rimanga sempre con voi la benedizione dell’eterno Padre, di mio Figlio e dello Spirito Santo".

1064 Che emozione ho provato nel ricevere la santa benedizione del buon Gesù e della Santissima Madre! Tu solo, Gesù mio, puoi apprezzare l’ebbrezza che mi ha invaso e l’intima unione con te che questa affettuosa visione ha prodotto in me.

1065 Davanti al buon Gesù e a sua Madre, ho rinnovato il proposito di non negargli niente e la richiesta di perdonarmi ancora una volta per il mio ardire nell’esporgli tante difficoltà, prima di decidermi a fare la sua divina volontà. "Tutto questo, Gesù mio, perché ho cercato me stessa più che la gloria del mio Dio e ho dimenticato i propositi fatti nei momenti in cui Lui mi favoriva con le finezze del suo amore".

1066 27 maggio 1951:  Con Alfredo e due suore, vado a Campobasso per vedere il podere che questi vuole donare alla futura Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso.

1067 Partiamo alle cinque del mattino e ci fermiamo per la santa messa in una cappella delle Carmelitane, situata lungo la strada, in mezzo alla campagna. Abbiamo fatto la comunione prima della messa e al momento della consacrazione stavo uscendo da me stessa per entrare in Gesù; volendo evitare questa ebbrezza, sono uscita fuori per vedere se, distraendomi con altro, mi passava. Fu inutile; mi sono distratta in mezzo a quella campagna e il buon Gesù mi ha colmato delle sue carezze e mi ha detto, con molta dolcezza, ma anche con ieratica autorità, che ho imitato ben poco i suoi insegnamenti.

1068 Egli – ha detto– è vissuto solo per dare gloria a suo Padre; è morto per compiere la divina volontà e farlo eternamente contento; mi ha esposto così che la vita e la morte non debbono importarmi assolutamente quando si tratta di glorificare il mio Dio. Gli ho risposto: "come mi addolora il tuo rimprovero, Gesù mio! non tanto per quello che mi hai detto, ma perché vedo che, nonostante i miei fermi propositi di non negarti nulla, mi ritrovo sempre con grandi difficoltà davanti alla tua divina volontà."

1069 Gesù mio, aiutami e da’, alla mia debole volontà, la forza e la costanza necessarie per non volere, né desiderare, niente all’infuori del compimento della tua divina volontà.

1070 14 giugno 1951:  Insieme a due suore, vado nuovamente a Matrice per vedere cosa occorre fare in questa casa.

1071 15 giugno 1951:  Anche il signor Lino Di Penta, fratello di Alfredo, è venuto a Matrice. Espongo al signor Lino il mio desiderio cioè l’incarico del buon Gesù che si realizzi lì il noviziato dei Figli dell’Amore Misericordioso, ma che tuttavia non è giunto il momento di iniziare questi lavori e così, per ora, l’unica cosa che si può fare, è ingrandire l’attuale casa perché gli apostolini della nascente Congregazione vi possano trascorrere le vacanze estive.

1072 26 giugno 1951:  Mi distraggo e dico al buon Gesù che non vedo possibile che il 15 agosto facciano i voti i primi Figli dell’Amore Misericordioso. Egli mi risponde di stare tranquilla perché in tale giorno li emetteranno, ma Alfredo ed io dobbiamo chiederlo al Vescovo di Todi, con la certezza che ce lo concederà e li riceverà lui nonostante gli impegni della giornata festiva.

1073 4 luglio 1951:  si presenta, per entrare tra i Figli dell’Amore Misericordioso, don Giovanni Barbagli, e io insieme ad Alfredo, vado dal Vescovo di Todi a presentargli questo sacerdote. Gli chiediamo la grazia che i primi Figli dell’Amore Misericordioso possano emettere i loro voti. Sua eccellenza acconsente, aggiungendo che li riceverà lui stesso.

1074 7 luglio 1951:  Mi reco a Collevalenza, accompagnata da una suora e da Alfredo, per vedere la parrocchia e la casa parrocchiale che il Vescovo di Todi ha destinato come culla della Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso. La parrocchia non è male, ma la casa si; ma ad Alfredo, che è disposto a qualsiasi cosa, non è parsa tanto brutta.

1075 18 luglio 1951:  Alfredo accompagna il Vescovo a Todi. Io, stando poco bene, nell’ora della ricreazione mi sono messa a letto e, mentre ero in camera, è venuto il "tignoso" a dirmi di attendere invano il ritorno di Alfredo poiché lui si incaricava di non farlo tornare mai più; mi ha raccontato un’infinità di stupidaggini del suo stampo, assicurandomi che quel giovane non sarebbe stato più né il primo, né l’ultimo Figlio dell’Amore Misericordioso e che potevo ormai cercarmi un altro poveraccio da mettere alla guida della famosa Congregazione che lui era stato autorizzato a distruggere.

1076 Alfredo è arrivato alle 11.30, ma senza macchina e mi ha detto che, ad un certo punto, gli è capitato avanti uno strano cane che è finito sopra la macchina. Lui ha cercato di schivarlo ma il cane si è messo sotto la macchina che ha fatto un balzo passandogli sopra, come se fosse stato di ferro. E non ha visto più nulla.

1077 Con questo balzo la macchina si è rotta e non ha potuto proseguire il viaggio; ha chiesto ad un camionista di rimorchiarla fino ad un’autorimessa dove ha dovuto lasciare la macchina e camminare per tre chilometri per prendere un treno. Era abbastanza sconvolto e nel garage dove aveva portato la macchina gli hanno chiesto come fosse successo. Ha raccontato l’accaduto con il cane e loro gli hanno risposto: "un cane? un bue!"

1078 10 agosto 1951:  Insieme ad Alfredo e ad una suora, vado a Collevalenza a vedere la casa parrocchiale, perché mi hanno detto che hanno terminato i lavori. In giornata ritorno a Roma a preparare il necessario per la vestizione dei primi Figli dell’Amore Misericordioso.

1079 14 agosto 1951  Nella cappella della casa generalizia delle Ancelle dell’Amore Misericordioso a Roma, vestono l’abito dei Figli dell’Amore Misericordioso i primi tre: Alfredo Di Penta, don Giovanni Barbagli e Sanzio Marino. (il vero cognome di Sanzio é Supini non Marino, ndt)

1080 15 agosto 1951: Questi stessi tre emettono i loro voti, secondo le Costituzioni, nella stessa cappella. Li ha ricevuti sua eccellenza il Vescovo di Todi che il giorno antecedente aveva imposto loro l’abito.

1081 Mi sono distratta e tutto il tempo della cerimonia l’ho trascorso fuori di me e unita al buon Gesù, al quale ho chiesto di benedire questi tre figli e la nascente Congregazione. Ho anche rinnovato la mia offerta di vittima volontaria per le offese che il buon Gesù riceve dai sacerdoti del mondo intero.

1082 18 agosto 1951:  I tre Figli dell’Amore Misericordioso vanno a Collevalenza. È presente il Vescovo di Todi che benedice la loro prima casa, ossia la casa parrocchiale.

1083 Ero presente anch’io a questa cerimonia, insieme alla segretaria generale e alle suore che dovranno assistere questi tre religiosi. La comunità delle figlie l’ho sistemata in alcune stanzette prese in affitto in una casa privata.

1084 18 agosto 1951:  il 18 sono venuta a Collevalenza per accompagnare questi figli che hanno ricevuto dal Vescovo l’incarico di animare la parrocchia.

1085 19 agosto 1951:  oggi, 19 agosto 1951, ho capito che la mia residenza dovrà essere Collevalenza, perché il 14 i primi tre Figli dell’Amore Misericordioso hanno indossato il loro abito religioso.

(El pan 18, hoy 1033-1085)

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ultimo aggiornamento 29 aprile, 2007