P A S T O R A L E

g  i  o  v  a  n  i  l  e

p a s t o r a l e  g i o v a n i l e

     Sr. Erika di Gesù, eam

Chi ti ama
di più?


"La vita mia darò a chi più m’ama.
Chi m’ama più di te che tutto hai dato?
Chi più di te che a me ti sei donato?
" (Fabio Ciardi)

Cari amici,

nella nostra agenda 2007, l’esperienza degli esercizi spirituali, qui al Roccolo Speranza di Collevalenza, ha segnato ancora una volta una tappa graziosa (ricca di grazia) per i giovani che vi hanno partecipato e hanno rivisitato la loro fede, alle luci del Natale di Gesù appena trascorso.

Anche il capodanno 2008, condito con le briciole di neve delle montagne di Matrice e Petrella (CB), ha visto numerosi Giovani Amore Misericordioso protagonisti di una festa tutta nostra: il primo augurio, come sempre, è stato per il Signore!

Anno vecchio alle spalle. Anno nuovo alle porte.

Bussa in punta di piedi, ma poi entra prepotentemente. Presto sarà passato.

Che cosa resta?

In Decalogo 1, film drammatico e bellissimo di Krzysztof Kieslowski (Polonia 1990), il piccolo Pawel fa una domanda molto simile al papà, quando, dopo aver rinvenuto in strada il corpo congelato di un cane, si chiede a che cosa serve calcolare tutto, se poi si muore.

A che cosa serve?

Perché vivere, in fondo?

Domanda che molti giovani hanno perduto. Forse.

Oggi ho ricevuto questo sms:

Ciao suor erika! sento un forte bisogno di cambiare la mia vita in meglio lasciare la vita che mi appartiene da troppo tempo… Un bacio notte

Ciao, amico/a, certamente giovane, che mi scrivi.

Chiunque tu sia, sappi che mi hai reso felice. Finalmente un sms che tocca il fondo delle cose. Che interessa la vita.

La tua vita e di conseguenza la mia.

Ti auguro con tutto il cuore che questo forte bisogno cresca fino a toglierti il respiro. Perché la vita che ti appartiene da troppo tempo, qualunque essa sia, magari già abbastanza buona, per te non ha più senso.

E allora, come un assetato che trova la sorgente, un cane da caccia che ha fiutato la preda, un’aquila che l’ha avvistata, puoi rischiare tutto, pur di raggiungerla.

Come un uomo che ha trovato un tesoro in un campo e vende tutto per acquistarlo. Non calcola il prezzo, ma vende tutto, perché il tesoro vale certamente di più della terra! Vale di più dei risparmi di una vita!

La vita che ti appartiene da troppo tempo non è vita.

Ma tu, come un uomo (o una donna) cercato/a da Dio, puoi metterti sulle Sue tracce.

Perché questo bisogno non è tuo. È Dio, che ha bisogno di te per essere felice.

Gesù ha dato la vita per te. Ha dato tutto.

Non puoi cambiare se non ti accorgi di questo.

Cioè, non sei tu che vuoi cambiare in meglio. È il Padre che ti sta cercando per farti felice.

Pensi che voglia farlo solo aiutandoti a cambiare in meglio la vita? Io non credo.

Penso che voglia farlo per darti il massimo della vita. La sua vita.

Ma noi siamo stanchi per cercare il meglio, figuriamoci il massimo.

Come se dipendesse da noi il fatto che, un bel giorno, troviamo un tesoro in un campo!

E proprio perché tutto ci sembra scontato: la sorgente se abbiamo sete, la preda se siamo in caccia, non ci muoviamo più.

Non facciamo nessun passo, se l’odorato è viziato. La vista ottenebrata. Leso l’udito.

E il tesoro rimane lì, inutilizzato.

Tu, però, mi sembri diverso/a!

Sì, come il figlio minore della Parabola, stai pensando che nella casa del Padre c’è almeno un boccone per te. Sempre meglio che la fame.

Meglio che morire.

Dico questo perché dietro l’espressione: da troppo tempo leggo una stanchezza profonda. Un’angoscia quasi mortale.

In questa vita che ti appartiene da troppo tempo, c’è una fine che ti viene incontro.

La fine della festa. Peggio: il suo mancato inizio!

Senti la musica della festa che il Padre ha imbandito e rimani fuori.

Come il figlio maggiore della Parabola.

Non ti ho riconosciuto e non so dire se la tua vita sia più simile a quella del primo fratello o del secondo.

So soltanto che nessuno dei due fratelli aveva capito l’amore matto del Padre per loro.

Il suo amore è forte davvero.

Dio ha perso la testa per te…

Ha fatto ammazzare il vitello grasso? No!

Ha fatto ammazzare il Figlio! Che cosa c’è di più forte di questo?

E il Figlio, Gesù, agnello dolcissimo, si è fatto ammazzare!

Chi ti ama di più?

Quindi, deciditi una buona volta e cerca la vita che ti appartiene!

La vita di figlio di Dio. La vita del Figlio di Dio.

La vuole condividere con te. Viverla con te.

Per darsi con te alla pazza gioia. Gioia pazza perché ha dato la vita per te.

Gioia pazza d’amore, che contempla la morte.

Ecco il tesoro! Un tesoro incalcolabile sul piano umano!

Tutto il resto è spazzatura!

Perché?

Gesù non calcolato il prezzo di questa pazzia d’amore.

Ha corso il rischio. Fino alla fine.

Invano, diremmo noi, perché l’uomo, comprato al caro prezzo del suo sangue, non è cambiato.

Neppure il 2008, forse, segnerà il principio della vera conversione.

Tu, invece, amico/a mio/a, hai deciso di cambiare.

E per questo, devi lasciare la vita che ti appartiene.

Mi pare bello tradurre questa espressione originale del tuo linguaggio così: donare la vita.

Per cambiare la vita, bisogna donarla all’Unico Signore della vita.

Ed è facile darla a chi ci ama. A chi si è donato.

È facile bere alla sorgente. Acciuffare la preda. Trovare il tesoro.

Allora il tempo che passerai con Lui, il Signore della vita e della storia, non sarà mai troppo!

Perché, come diceva il Beato Jacopone da Todi:

Troppo perde il tempo chi non t’ama, dolce amor Gesù, sopra ogni amore.

Termino così. Con queste parole da sms fuori moda, forse, ma tanto belle.

Un bacio…

sr. Erika di Gesù (in codice: EJ)

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ultimo aggiornamento 11 marzo, 2008