50° del Santuario

 5  note di storia

 

La Via Crucis tra gli inizi dell’Opera di Collevalenza

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La contemplazione della Passione di Gesù in Madre Speranza è qualche cosa che fa parte della sua vita; è costitutivo della sua spiritualità. Nella contemplazione della Passione di Gesù mi sembra che la Madre Speranza abbia qualche cosa di suo personale e nuovo.

Nel 1914, all’età di 21 anni, entrò religiosa tra le Figlie del Calvario a Villena. Ho letto più volte il volumetto di Esperanza Pujol "Los martirios de Jesucristo"; un testo sul quale certamente anche la nostra Madre si è molto confrontata e formata. La fondatrice delle Figlie del Calvario, Esperanza Pujol, ha fatto grande contemplazione della Passione di Gesù; quando descrive le sofferenze fisiche e morali della Passione ha una grande capacità descrittiva; da questa descrizione ne consegue il bisogno di poter fare qualche cosa per Lui: compatire, confortare, riparare. Tutta la spiritualità delle Figlie del Calvario era fortemente contrassegnata da questa esigenza, che veniva anche trasmessa a tutti: soffrire con Gesù e, soprattutto, riparare, riparare, riparare, ...

Per la Madre Speranza contemplare la Passione di Gesù è soprattutto il desiderio di imitare i sentimenti e il comportamento di Gesù nella via del Calvario

La contemplazione che la Madre fa della Passione di Gesù, mi sembra che abbia un’altra connotazione. Anche la Madre quando descrive i tormenti fisici e morali della Passione di Gesù lo fa in una forma così precisa e così forte che fa impressione. Quando, per esempio, descrive l’agonia di Gesù nell’orto degli Ulivi, così si esprime: "La notte è orrida; l’oscurità avvolge le falde del monte. La luna, quale torcia funerea, spande la sua luce: chiarore velato e pallido. Il vento della notte sibila fra i rami degli olivi: ti par di sentire gemiti di anime in pena. Il Salvatore divino s’inoltra nell’orto accompagnato dai tre discepoli che ha scelto: comincia a patire tristezza e angoscia. In questa notte Gesù vede la morte in tutto il suo terrificante aspetto. Già ne sente la gelida mano che impietosa viene a spezzare e infrangere l’unione tra il corpo e l’anima, unione in Lui molto più profonda che in noi. L’angoscia mortale sospinge la massa del sangue verso il cuore fino a soffocarlo e ad impedirne il movimento: ne segue una angustia, uno spavento, una tristezza tale, da provocare un’ago­nia di morte. Nella lotta suprema, che il cuore ingaggia per svin­colarsi da quella morsa tremenda, il sangue agglomerato viene risospinto con impeto violento. Tutto il corpo è percosso alternativamente da brividi di gelo e da vampe di fuoco. Gesù è tutto un fremito, gli occhi infiammati, il cuore che palpita violentemente. La tremenda agonia ha il suo epilogo in un abbondante sudore di sangue, prorompente con violenza da tutti i pori. Le dolorose gocce di sangue che scorrono per il volto di Gesù ci danno una precisa idea della sua amara passione".

Una descrizione molto dettagliata e forte; la descrizione è fatta non tanto da uno che era presente e che ha visto con i propri occhi. La Madre non descrive una cosa che le hanno raccontato o una cosa che ha visto di persona; racconta un qualche cosa che è un fenomeno mistico ma che essa personalmente ha rivissuto nella sua persona, nel suo corpo e nel suo animo; di fatto varie volte, almeno dal 1924 in poi, varie volte la Madre ha avuto il dono di questo fenomeno mistico che le ha consentito di rivivere nella sua persona la stessa passione di Gesù.

Eppure non è questa la cosa che mi impressiona di più della contemplazione della Madre. Essa vuole apprezzare tutta la sofferenza di Gesù, vuole soffrire anche lei per riparare le offese che Dio riceve dai nostri peccati, vuole anche lei consolare e confortare il buon Gesù... ma soprattutto essa vuol conoscere come Gesù ha vissuto la sua passione e morte e vuole imitare i sentimenti e il comportamento di Gesù nella sua Passione.

Quando Gesù è abbandonato alla folla da Pilato che grida: "Prendetelo voi e crocifiggetelo, ché io non trovo in lui alcuna colpa; io sono innocente del sangue di questo giusto: pensateci voi!", la Madre prova molta pena per questa ingiustizia, ma si chiede subito: "Come ricevette Gesù questa iniqua sentenza? Come ricevo io, a volte, le più piccole riprensioni? Che esempio do nel dolore e nelle prove da Lui permesse? Donaci, Gesù mio, la forza di non difenderci, per quanto ingiuste siano le accuse che ci si fanno. Aiutaci perché, seguendo il tuo esempio, ci abbracciamo sempre con amore alla Croce che le creature - Tu permettendolo - caricano sulle nostre spalle, rinunciando a difendere la nostra persona col mettere in luce la nostra innocenza e rettitudine".

Da questa considerazione nasce tutta una sua spiritualità che così esprime:

"Portare la croce è cosa inevitabile;
portarla, seguendo Gesù, è gioia immensa;
portarla, dopo che l’ha portata Gesù, è grande gloria.

La Croce è per noi «Virtù e potenza di Dio». Per poter partecipare della vita, della virtù e della potenza salvante della croce di Gesù bisogna prender parte al dolore e al peso che essa comporta in svariate maniere: portar nel cuore la croce di Gesù con sentimenti di amore e compassione; prendere la nostra croce e portarla con gioia per amor di Dio; inchiodare alla croce la nostra volontà, con l’obbedienza, la castità e la povertà, crocifiggendo le passioni e i cattivi desideri".)

È simpatico ritrovare in tutte le fondazioni o aperture di nuove case la costante preoccupazione perché nella cappella ci sia anche la erezione canonica della via crucis. La via crucis è la "sua preghiera" ed è la preghiera che raccomanda:

Rifletti, figlia mia, fa la via crucis e prova a vedere se in qualche stazione trovi che il buon Gesù abbia chiesto a te – per farti arrivare ad essere santa o felice nella eternità – quanto Lui ha sofferto per redimerti e ti renderai conto che è niente quello che tu hai fatto per la gloria di Dio e per la tua santificazione. (El pan 19, 1942).

Quando nel 1944 morì la Signa Pilar il ricordino della sua morte, accanto alla notizia, riportava una breve via crucis come invito alla preghiera. (Foto ricordino- El pan 24, Arca 28)

   

Qualche anno più tardi acconsente a mettere per scritto il "suo" modo di fare la via crucis.
"Amate figlie mie, qualcuna di voi mi ha chiesto di mettere per scritto le parole che io dico quando prego, ogni giorno, la via crucis; lo faccio perché conosciate le frasi che a me escono dal cuore in quel momento"… (El pan 24, Arca 54)

Nel 1954, scrivendo le regole per la Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso, dirà: Tutti i religiosi si sforzino – per quanto sarà loro possibile – di pregare ogni giorno la via crucis. (El pan 14 ,42).

Un breve cenno storico.
Il Santuario di Collevalenza è sorto nella contemplazione del grande Crocefisso dell’Amore Misericordioso e una imponente Via Crucis si snoda, per circa un chilometro, lungo i pendii del colle su cui sorge il Santuario. Lungo il viale, sono incise alcune riflessioni e pensieri di Madre Speranza. Ella non ci propone le tradizionali stazioni. Ci invita a seguire Gesù nella sua passione a partire dal Cenacolo fino alla Resurrezione.
I primi tre gruppi di statue della Via Crucis sono opera dello scultore Antonio Ranocchia, mentre i restanti undici gruppi dell’architetto Alcide Ticò.
Il primo gruppo che fu collocato sul posto rappresenta la MORTE IN CROCE DI GESÙ, opera di Alcide Ticò e il giorno 27 marzo 1967, lunedì di Pasqua, fu benedetto dal Card. Luigi Traglia, Vicario di Roma.
Tutti gli altri gruppi furono posti durante gli anni 1967-1973.
Il giorno sabato 29 settembre 1973 Sua Eccellenza Mons. Cleto Bellucci, Arcivescovo di Fermo, ha benedetto l’intera Via Crucis in tutto il percorso ormai completato e sistemato.

     
     

Dalla nostra storia: Via Crucis
(Dalle Segreterie generali delle Ancelle e dei Figli dell’Amore Misericordioso)

14/12/1953
P. Gino Capponi fam chiede licenza per poter erigere la Via Crucis a Collevalenza. Rispondono dalla Curia Vescovile Tudertina, in data 15 dicembre c.m. affermativamente, delegando il P. Filippo Sforzini o.f.m.

05/06/1955
Riunione del 5.VI.1955 - Il P. Gino legge e commenta il Cap. VIII parte I del «Libro delle Usanze». Circa la recita del S. Breviario fa notare che pur nella occupazione dell’insegnamento scolastico si è trovato tempo ogni giorno per la recita in comune del S. Breviario. Alla lettura del punto riguardante la pia pratica dell’Esercizio della «Via Crucis» prende la parola la Madre. La «Via Crucis» spiega, non è per caricare i Religiosi di preghiere e devozioni; ma secondo nostro Signore con la Via Crucis si vincono le tentazioni. Meditare la Passione di nostro Signore Gesù Cristo serve al religioso per aiutare l’anima a camminare nella santità. Vedere l’opera di amore di Gesù per noi spinge ad accettare in noi l’amore per Lui. I Crocifissi portati dalla Spagna per i Religiosi sono stati benedetti dal S. Padre e con essi si può fare la Via Crucis fuori di Chiesa, quando a questa non è possibile accedere, e lucrare le indulgenze.

14/06/1959
La Madre continua a non star bene, e la Comunità di Roma decide di venire a farle visita. Nonostante si nutra solo con un succo d’arancia, accompagna le sue figlie a vedere i luoghi dove sorgeranno le nuove opere: Basilica, Casa della Giovane, Casa per i pellegrini, Via Crucis, etc. La Madre nonostante il suo malessere ha in animo di riunire il Consiglio per la nuova fondazione in Germania e sceglie le Suore che dovranno andare; le chiama per conoscere il loro pensiero e queste, unanimi, dichiarano che è doloroso per loro separarsi dalla Madre ma sono pronte a compiere la Volontà del Signore.

16/06/1959
A Collevalenza, l’Arch. Martelli di Perugia, Sovrintendente alle Belle Arti e Membro della Commissione Pontificia per l’Arte Sacra, conferisce con la Madre. La Madre gli espone il piano di tutte le opere che dovranno sorgere a Collevalenza: Santuario, Casa della Giovane, Casa del Pellegrino e Via Crucis all’aperto e lui suggerisce di bandire un concorso fra tutti gli Architetti Umbri, per un progetto di massima di tutte le opere; al vincitore, come premio, sarà affidata la realizzazione delle opere stesse.

14/09/1960
Il P.Gino Capponi fam, in qualità di Rettore del Santuario Amore Misericordioso, sollecita il P. Superiore dei Francescani di Montesanto/Todi, di voler disporre per l’erezione della VIA CRUCIS nel Santuario stesso, con tutte le indulgenze concesse dalla Santa Chiesa.

20/09/1960
Il Superiore dei Francescani di Montesanto/Todi, accoglie la richiesta di P.Gino Capponi fam, e provvede, nella persona di P. Giovanni Maria Polidoro ofm, alla "erezione e benedizione delle stazioni della Via Crucis" nel Santuario dell’Amore Misericordioso, "cum adnexis indulgentiis lucrandis ab omnibus fidelibus eas devote visitantibus". Il documento è sottoscritto e firmato dal Vescovo della Diocesi, Mons.Antonio Fustella e dallo stesso P. Johannes Maria Polidoro, Delegato per l’erezione e benedizione, in data 23 settembre 1960.

16/12/1961
Per la ricorrenza dell’approvazione delle Costituzioni delle Ancelle A. M. Suore e Padri si ritrovano insieme nel refettorio di quest’ultimi. La Madre racconta loro che sono 45 anni, precisamente dal 1915, che ha cambiato il suo nome "Josefa" in quello di Speranza e, che nel periodo del suo Noviziato fu tentata di lasciare la vita religiosa, perché aveva constatato che anche nei Conventi esistevano le debolezze umane e la mancanza di carità. Pazientò seguendo il consiglio del Vescovo di Murcia, ma a due mesi dell’emissione dei Voti era ancora perplessa, quando trovandosi in Chiesa a pregare la Via Crucis sentì una voce che le disse: «E tu te la sentirai di lasciare mio Figlio solo?». La Chiesa era deserta. In una Cappella laterale trovò una piccola statua della Madonna sporca di terra, era stata questa piccola immagine a parlare, … che cancellò nell’animo della Madre i dubbi sulla sua vocazione.

04/05/1963
Al mattino la Madre va con P. Gino e con il dr. Frongia a delimitare il tracciato della Via Crucis all’aperto sulla scarpata dietro al Santuario. Al pomeriggio viene da Roma l’arch. Lafuente: si decide di prolungare di cinque metri il sacrato della cripta per far coincidere la nuova costruzione con il muro delle piscine già costruito.

16/05/1963
A Todi presso il notaio Papi si registra l’atto di compra del terreno dell’Opera Cortesi; nove ettari di terreno più la casa colonica, terreno sito immediatamente dopo la Casa della Giovane e che servirà per la costruzione della Casa del Pellegrino, Via Crucis, ecc... si è pattuito il tutto per sette milioni. Riparte per Gubbio Don Pietro Baldelli.

19/11/1963
Il P. Lucas discute la tesi, a Roma, sul Card. Albornoz, con la votazione di 82/90 e "magna cum laude". E’ dottore in Diritto. Viene a Collevalenza l’Arch. Lafuente: si incontra con l’Ing. Migliorini di Todi per accordi sull’impianto luce e altoparlanti. Decide di sistemare i confessionali della Cripta nel piano rialzato delle fondazioni, di aprire altre due porte per la Cripta. Per il Santuario attuale decide di sistemare altri portalampade per i ceroni tra i vari quadri della Via Crucis: ognuno per sei ceroni in modo che si possa riuscire a smaltire i tanti ceroni offerti. Con tali ceroni sistemati lungo le pareti il Santuario acquisterà ancora più una impressione di misticismo. Per la vetrata sopra al Crocifisso, per attutire la eccessiva luce che toglie visibilità nel guardare il Crocifisso, suggerisce dei riquadri romboidali come sul finestrone della entrata.

28/11/1963
Il Domenicano P. Arrighi tiene le meditazioni del Ritiro al Clero; partecipano 43 sacerdoti. Subito dopo pranzo il Ritiro è stato chiuso con il pio Esercizio della Via Crucis.

19/01/1964
La Madre chiama P. Alfredo, P. Gino, P. Gabriele, fr. Ennio e P. Gialletti per comunicare che il Signore nella Sua Provvidenza le ha fatto pervenire una buona offerta perché entro il 1964, per la festa di Cristo Re, sia sistemato il Santuario piccolo (sottofondazioni e rivestimento interno) e che si cominci la Casa del pellegrino e si pensi alla Via Crucis per l’esterno.

20/04/1964
Si è commisionata alla ditta Salpes di Sissa (Parma) una Via Crucis in bronzo, di cm. 45x40 per il Santuario attuale. Si è contrattata per £. 500.000 e ne sono state versate in anticipo £. 250.000. Alla stessa ditta Salpes è stata commisionata una conchiglia-stampo per un Crocifisso come quello dei Padri. E’ stata contrattata in £ 340.000 ed è stato versato il primo acconto di £. 85.000. Si riunisce il Consiglio Generale presieduto dalla stessa Rev.ma Madre Fondatrice. Ripartono per Fermo P. Arsenio e P. Montecchia. … La Madre decide il tracciato della Via Crucis all’aperto. Attraverso un sottopassaggio che passerà sotto al portico che unirà le varie Case, tra il Tempio e le Piscine, rientrerà e terminerà sul piazzale delle Piscine.

24/04/1964
Da Roma viene l’arch. Lafuente e presenta la sistemazione della Casa del Pellegrino e della Via Crucis secondo il desiderio della Madre. C’è anche un architetto giapponese che lavora con lui, l’ing. Tosti di Perugia e il geom. Tintori di Perugia.

12/07/1964
Il sig. Finardi Agide porta la nuova Via Crucis in bronzo per il Santuario e il modello per il nuovo stampo del Crocifisso.

03/11/1964
Il P. Gino, P. Tosi. P. Luigi e P. Enzo partono per Torino per visitare alcuni lavori della scultrice Turino che potrebbe eseguire la Via Crucis in bronzo. Viene il Provveditore alle OO.PP. di Perugia e l’arch. Travaglini. Si ripara il piazzale dell’Istituto.

07/11/1964
Alle ore 20.30 il demonio percuote tremendamente la Madre in camera. Accorrono le suore e i Padri; poi la Madre va in estasi e dice di aver ricevuto dal Signore 40 milioni per la Via Crucis. Alle 22 le suore lasciano sola la Madre e di nuovo il demonio la percuote, sbattendola contro il muro e buttandola sotto il letto, tra il muro e il letto. Si forza la porta e, all’entrata, le suore e i Padri restano terrorizzati per quanto vedono; soccorrono la Madre e restano "di guardia" fino alle 2 o le 3. In questo tempo la Madre va in estasi varie volte; sono registrate.

21/11/1964
Da Fermo viene il P. Montecchia e fr. Bruno Corsetti per le elezioni. Nella Cappellina degli apostolini si erige la Via Crucis.

22/03/1965
L’ing. Benedetti e l’ing. Baldelli si incontrano a Collevalenza e delineano e tracciano il percorso della Via Crucis.

17/05/1965
Con l’inizio, oggi, di un cantiere di lavoro, hanno inizio anche i lavori per la sistemazione del terreno su cui verrà la Via Crucis.

15/09/1965
L’Ing. Benedetti ci consiglia di vedere in Roma alcune statue eseguite, anziché in bronzo, in cemento fuso francese (980): il prof. Ticò ha già eseguito vari lavori del genere. La nostra Via Crucis potrebbe intonare di più con tutto il complesso in cemento; questo tanto più che il lavoro della Sig.ra Turino Elsa di Torino non sembra molto intonato al complesso di Collevalenza. Il P. Tosi va a Roma con l’Ing. Benedetti.

14/06/1966
Viene l’arch. Lafuente con il prof. Alcide Ticò per la Via Crucis all’aperto. Porta tre bozzetti.

06/03/1967
Il prof. Alcide Ticò comincia a montare il primo gruppo della Via Crucis: è la dodicesima stazione. Gesù che muore in croce.

15/03/1967
Il P. Alfredo torna dalla Spagna. Il prof. Alcide Ticò termina di montare il primo gruppo della Via Crucis: la morte in Croce di Gesù.

27/03/1967
Viene a Collevalenza Sua Em.za il Card. Luigi Traglia, accompagnato da Mons. Aragonesi, e benedice il nuovo organo del Santuario. Dopo la Benedizione e dopo aver rivolto la sua parola ai numerosissimi fedeli che gremivano il Santuario, anche Sua Em.za insieme agli Ecc.mi Presuli Mons. Antonio Fustella e Mons. Ilario Alcini si è trattenuto ad ascoltare il concerto d’organo dato dal Maestro Adamo Volpi, della Basilica di Loreto. Dopo il concerto ha celebrato in Santuario S.E. Mons. Ilario Alcini, mentre Sua Em.za il Cardinale è sceso a benedire il primo gruppo della Via Crucis, opera del prof. Ticò Alcide: la XII Stazione.

18/08/1967
Alle ore 12 in Santuario S. E. il Card. G. Colombo concelebra con altri 18 sacerdoti per i 400 giovani della Giac. Alle ore 20 lo stesso Ecc.mo Porporato benedice il secondo gruppo della Via Crucis, la deposizione dalla croce. Opera del prof. Alcide Ticò.

22/11/1968
Si firma il contratto per la Via Crucis, del viale esterno al Santuario, con il prof. Antonio Ranocchia di Marsciano.

22/02/1969
Il prof. Antonio Ranocchia mette in opera il Gruppo della Via Crucis che rappresenta "L’orazione di Gesù nell’orto del Getsemani": 2° Stazione.

14/12/1972
14 dicembre 1972 - P. Alfredo, P. Mario e Fr. Pietro vanno a vedere le ultime due statue della Via Crucis.

29/09/1973
29 settembre 1973 - In mattinata è venuta al Santuario L’Unitalsi di Fabriano con 8 pullman. Oggi l’Amore Misericordioso ha voluto farci ancora un grande dono: P. Aurelio è stato consacrato Sacerdote e Claudio Corpetti ha ricevuto il Lettorato e l’Accolitato da Mons. Cleto Bellucci. Nel tardo pomeriggio l’Arcivescovo di Fermo ha inaugurato la Via Crucis benedicendola. Si è fermato solo alla Prima Stazione perché doveva rientrare in giornata a Fermo. Hanno partecipato alla Via Crucis moltissimi fedeli. Sono giunti dalle varie Case moltissimi Padri e Suore.

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ultimo aggiornamento 28 maggio, 2009