P A S T O R A L E

g  i  o  v  a  n  i  l  e

p a s t o r a l e  g i o v a n i l e

     Sr. Erika di Gesù, eam

Prova a prendermi se ci riesci!

La premessa

Durante gli esercizi spirituali, al Roccolo Speranza di Collevalenza, dal 30 aprile al 2 maggio scorso, abbiamo proposto ai giovani la visione del film di Steven Spielberg: Prova a prendermi (Catch me if you can, USA 2002).

La proposta aveva uno scopo sia ricreativo che formativo. In particolare, con riferimento al discepolo amato, ci aiutava a riflettere sulla possibilità che abbiamo di mettere a servizio del Bene anche quegli elementi del carattere, la nostra identità, che sembrano stridere maggiormente, o addirittura contrastare il Bene stesso, Dio che ci chiama a seguirlo.

Lui mite e umile di cuore. Noi figli del tuono.

Noi tante volte in fuga. Lui sempre impegnato a cercarci.

Pensando oggi a quel film, sono portata ad identificare il protagonista, Frank, con il giovane/la giovane che incontro ogni giorno.

Ma sono anche portata ad indossare le vesti dell’agente FBI, Carl, che per quanto si sforzi di catturare il giovane falsario Frank, non sempre ci riesce.

Come Dio, in fondo.

Per questo, un po’ nei miei panni e un po’ nei panni di Dio, Padre buono, Madre tenera (che superbia!), vorrei scrivere una lettera al mio Frank.

E provare a prenderlo con amore.

 

 

 

La lettera

Tutto per Amore

Caro Frank,

Come stai? Io bene, anche se non sempre ricevo tue notizie e questo mi dispiace moltissimo.

Ti colleghi poco, ultimamente: prima del tuo incontro con me, vengono le cotte, la piazza, le chat, la disco… Non aggiungo altro, perché ti rispetto e non voglio fare pubblicità al Nemico.

C’è in te una lotta terribile: coltivi nel cuore un sogno grande, dove la realtà non subisce corruzioni, dove l’Eden che avevo preparato per te, in principio, sprigiona ancora il suo fascino, e soffia sotto il tuo naso la scia di un profumo irresistibile.

Poi sopraggiunge l’altra faccia della realtà: la tua famiglia è in crisi, in procinto di dividersi o già divisa, sei costretto a scegliere la metà di qualcosa che separata non esiste più, e sei infelice.

Anche a scuola non va.

Ti si chiede poco. Ti si chiede troppo.

Certamente, se la scuola va male è anche colpa tua, non dei tuoi genitori, dei tuoi professori.

Puoi incantare molti con queste storie, ma non me. Sei capace di intelligenza, se vuoi.

Il futuro ti spaventa: non hai ancora in mente un progetto.

Che cosa pensi della vita? Pensi che sia possibile far soldi ingannando il mondo, la società intera?

Non ti sei ancora seduto a tavolino a calcolare la spesa, a fare investimenti utili con i soldi dei tuoi genitori. Quei soldi li spendi troppo facilmente per le sigarette.

E tutto va in fumo.

È vero: mamma, papà, i nonni fumano parecchio.

Io non fumo, però, e ti rimprovero con ragione e sentimento.

Quando ti vedo con la sigaretta in bocca o fra le dita, con lo sguardo perso fra un tiro e l’altro, penso che hai scelto la maniera più facile di vivere la vita. Più facile e meno impegnativa.

Dici che lo fai perché sei nervoso. Così facendo, lo diventi ancora di più.

Sono preoccupato, perché affronti la lotta quotidiana senza allenamento e rischi di rimanerci sotto.

Non dire che sono profeta di sventure e porto iella… Sai che ti ho creato libero e non mi sono mai pentito di aver fatto questa scelta.

Ho scelto semmai di dare un senso diverso alla mia felicità, legandola alla tua.

Questo non è stato senza conseguenze, soprattutto per me.

Ultimamente mi hai confessato che secondo te la felicità non esiste.

In un mondo pieno di contraffazioni, la felicità è una merce rara. Sparita dal mercato di tendenza.

Così, mentre ti apri alla vita, ti chiudi al mistero della mia felicità che, magari in un mercato più nascosto, meno vistoso, ma esiste davvero.

Ragazzo mio, non voglio ricattarti con il mio affetto, anche se lo so che tieni soprattutto a quello.

Hai paura di perdermi… e continui a scapparmi, non è strano?

Mi telefoni a Natale per farmi gli auguri di buon compleanno; e a Pasqua? Già dimenticato.

Quando ti invito a cena, mi volti le spalle e accampi scuse.

Preferisci sedere alla mensa dei tuoi amici.

Non lo sai che anche loro ho scolpito sulle palme delle mie mani?

Ti ho invitato agli Esercizi spirituali, e sei andato in discoteca. Contento tu, forse.

Io no, perché lo so che non ti sei divertito. Me lo hai detto tante volte.

Ti lamenti che il mondo va male, che non puoi fidarti nemmeno delle brave ragazze (dei bravi ragazzi) e tu per primo baratti l’amore con ciò che dell’amore non conserva nemmeno la parvenza.

E chissà perché ne conserva il nome.

Ti scandalizzi di ciò che è semplice, diretto e pulito… preferisci giocare sporco.

Alla lunga sei il primo a soffrirne, ma credi che vada bene così.

Vedo, però, che l’amore pulito ti interessa di più e porgi l’orecchio a una novità antica quasi quanto me: sei stato creato per amare.

Fermati a riflettere. Devi fermarti. Non scappare. Non sono Io che ti faccio violenza. Ascoltami! Invece di ascoltarmi, ti sei lasciato morire.

Ti ho visto morire per tanto poco, figlio mio! Ero lì, al tuo fianco. Ci sono ancora.

Lo sento il vuoto che ti cresce dentro e che non sai colmare. Non è scappando che ci riesci.

Sei stato creato per amare, come puoi essere felice altrimenti?

Se tu mi ascoltassi, ti direi il bene che ti voglio, che ti ho sempre voluto.

Non indossare l’uniforme del mondo, per essere accettato. La mia veste bianca vale di più.

È così bella!

Madre Speranza mi aveva avvisato: che Dio pazzo devo essere se mi ostino a provare a prenderti!

Se ti seguo, senza pedinamenti.

Se ti cerco, senza soffocamenti.

Se ti attendo, senza troppe illusioni. Ma con una speranza infinita come me.

Se ti perdono, ogni volta che me lo chiedi.

Se ti corro incontro, quando rinunci a scappare.

Ti fermi dove sei e accogli il mio abbraccio.

Qui, al tepore delle mie ali, mentre ti nutro con il sangue del mio seno, sei pronto per il viaggio.

Non più separato e lontano.

Ma con me dentro. E dentro di me.

Ciao Frank e stai tranquillo…

Anche se dovessi scapparmi di nuovo, ti aspetto a casa. Il tuo posto non può occuparlo nessun altro!

Tuo Padre Misericordioso, Dio!


P. Sante, Alessandro, sr. Erika ed alcuni dei ragazzi partecipanti agli Esercizi Pasqua 2009

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ultimo aggiornamento 19 giugno, 2009