2009 - 19 giugno - 2010 - ANNO SACERDOTALE

P. Mario Gialletti fam

 

"Un anno sacerdotale"

annunciato dal Papa Benedetto XVI il 16 marzo 2009

e indetto il 19 giugno 2009

"... per favorire la tensione dei sacerdoti verso la perfezione spirituale

dalla quale soprattutto dipende l’efficacia del loro ministero"

 

Madre Speranza
e i Sacerdoti

 

Propongo su questo una riflessione articolata in tre punti:

  1. nella storia della Chiesa questa preoccupazione per la santità dei sacerdoti è stata sempre presente;
     

  2. in Madre Speranza ha acquistato una forma giuridica, istituzionalizzata, avendo fondato una Congregazione proprio per la santificazione dei sacerdoti, mediante l’unione di questi suoi religiosi con i sacerdoti del clero secolare;
     

  3. ha incentrato il carisma di questa sua congregazione nel desiderio di offrire se stessi per la santificazione dei sacerdoti, offrendosi come vittima al Signore, con un quarto voto riproposto con molto calore. S. Pietro Nolasco (1180-1245) fondò l’Ordine di santa Maria della Misericordia o della Mercede che aveva come scopo la liberazione e la redenzione degli schiavi. Adottò la regola agostiniana con un quarto voto, quello di offrirsi prigionieri al posto di un cristiano in pericolo di apostasia. Ad Algeri, dove venivano tradotti coloro che erano catturati dai Saraceni durante le scorrerie, fu Pietro stesso ad offrirsi come ostaggio, soffrendo torture e prigionia.

  4. (seguito)

     

     

3 Madre Speranza ha incentrato il carisma di questa sua congregazione nel desiderio di offrire se stessi per la santificazione dei sacerdoti, offrendosi come vittima al Signore, con un quarto voto riproposto con molto calore.

La sua offerta con voto di vittima per i peccati dei sacerdoti e per la loro santificazione.

A me fa impressione che negli scritti della Madre non ci sia un altro progetto - neanche quello della fondazione - del quale la Madre ne parli tanto quanto del problema dei sacerdoti in difficoltà, dei sacerdoti con le loro debolezze e con i loro peccati e per i quali la Madre si sente radicalmente coinvolta fino al voto di vittima. Non è che la Madre pensasse che i sacerdoti sono quelli che fanno più peccati, ma era profondamente convinta che un peccato di un sacerdote può fare un male immenso e dà immenso dolore al Signore.

Nei suoi scritti la Madre ne parla numerosissime volte, ben 67 in un arco di anni che va dal 1927 al 1974, 10 volte nel 1952, 3 nel 1953, 13 nel 1954, 30 volte nel Diario, 11 volte nelle Lettere Circolari, 7 nel testo delle Riflessioni, 6 nelle Lettere personali, 5 nelle Libro delle usanze, 3 nel Libro delle Orazioni, 3 in documenti vari, 1 nel Libro delle Costituzioni.

Ripropongo alcuni brani:

18 dicembre 1927 - Diario: Questa notte mi sono distratta e il buon Gesù mi ha detto, che non debbo desiderare altro che amarlo e soffrire, per riparare le offese che riceve dal suo amato clero. Debbo far si che quanti vivono con me sentano questo desiderio di soffrire e offrirsi come vittime di espiazione per i peccati che commettono i sacerdoti del mondo intero. (El pan 18, 3)

10 novembre 1939 - Lettera al P. Juan Postíus, cmf: Chieda, padre mio, al buon Gesù che mi voglia concedere la grazia che io mai cerchi né potenza né consolazione ma solo poter soffrire ogni giorno di più in riparazione dei peccati che commettono i sacerdoti del mondo intero. (El pan 19, 646)

18 gennaio 1940 - Lettera alla Srta. María Pilar de Arratia –Bilbao: È vero, Pilar, che, per la bontà del buon Gesù, ho sofferto e sto soffrendo in questo letto [ormai da 2 mesi], però io ho goduto e godo una grande pace perché posso soffrire insieme al buon Gesù per la salvezza delle anime, specialmente per quelle dei poveri sacerdoti del mondo intero. Per loro – ormai da tanto tempo – mi sono offerta come vittima di espiazione. Per questo posso dirti, figlia mia, che da sempre mi sento molto attratta dal poter soffrire ma mai quanto adesso che ho la sensazione di vedere il buon Gesù chiedermi con tanto amore e con tanta insistenza di poter soffrire con Lui o – meglio – accanto a Lui … (El pan 19, 75)

21 marzo 1941, Giovedì Santo – Diario [si parlava del rischio che la Autorità ecclesiastica potesse emettere il decreto di soppressione della nuova Congregazione nascente e la Madre aveva pregato che, se fosse arrivata questa condanna, le fosse comunicata proprio il Giovedì santo, nello stesso giorno che Gesù fu condannato. In quella occasione così sofferta la sua preghiera e la sua preoccupazione più forte era un’altra]: Gesù mio, oggi, giovedì santo, rinnovo l’offerta fatta al mio Dio nel 1927, quale vittima per i poveri sacerdoti che si allontanano da Lui o l’offendono gravemente. Ti chiedo, Gesù mio: non lasciarmi un solo istante senza sofferenze o tribolazioni e fa che la mia vita sia un martirio continuo, lento, ma doloroso, in riparazione delle offese di queste povere anime e per ottenere loro la grazia del pentimento. (El pan 18, 610)

4 ottobre 1941 – Diario: Ti prego, Gesù mio, abbi pietà di me e non lasciarmi sola in questi momenti di aridità e oscurità. Ti cerco, Gesù mio, ma non ti trovo; ti chiamo e non ti sento; sono finite per me le dolcezze del mio Dio. Che tormento, Gesù mio! Quale martirio! Solo tu lo sai apprezzare e a te offro tutto in sconto delle mie ingratitudini e delle offese che ricevi dai sacerdoti del mondo intero. (El pan 18, 660)

28 novembre 1941 - Diario: Dio mio, accetto di cuore tutte le prove, le tribolazioni e le angosce che permetterai mi accadano; le accetto in riparazione dei peccati di tutti i sacerdoti. (El pan 18, 700)

28 gennaio 1942 – Diario [le condizioni di salute della Madre si erano molto aggravate e gli stessi medici la consideravano in punto di morte]: Ho convinto il medico a lasciarmi morire in casa, poiché questi mi diceva che, umanamente, non c’era più rimedio…. Così ho ricevuto il viatico, l’estrema unzione e la benedizione papale. Le figlie piangevano nella mia stanza ed io ho cominciato a pensare che fosse arrivato il momento di lasciare sole le mie povere figlie, giovani e perseguitate e ho provato una pena terribile, al pensiero di dover morire così presto senza poter soffrire ancora di più per i poveri sacerdoti che hanno avuto la disgrazia di offendere il mio Dio. (El pan 18, 714-715)

15 giugno 1942 – Diario: Gesù mio, fissa lo sguardo soltanto sul fatto che i poveri sacerdoti che ti offendono, deboli nello spirito e nell’amore per te, sono molti e che io desidero soffrire costantemente in riparazione delle offese di questi tuoi poveri ministri. Concedimi, Gesù mio, la grazia di vivere continuamente nel dolore e di morire arsa dal tuo amore e che le tue croci, tutte quelle che vorrai mandarmi, mi servano per amarti di più e insegnare agli altri che la scienza dell’amore s’impara nel dolore. (El pan 18, 794-795)

25 marzo 1944- Diario [al tempo dei bombardamenti su Roma]: Che sofferenza, Gesù mio… Quanto poco ti ho imitato, Gesù mio, anche se affermo di volerti amare tanto, tanto! Dov’è il mio amore? Eppure tante volte ti dico di voler soffrire in riparazione delle offese che ricevi dai poveri sacerdoti del mondo intero, quando invece non sono capace di accettare con gioia le sofferenze che tu mi mandi! Dimentica i miei errori e fa’ che muoia d’amore, dopo una lunga vita sommersa nel dolore, facendo sempre la tua divina volontà, preoccupata solo di farti contento, senza dare eccessivo peso alla vita o alla morte, quando si tratta di darti gloria; fa’ che la mia anima sia infiammata continuamente dal tuo amore e dal tuo esempio. (El pan 18, 918-919)

Anno 1949 – Libro delle Riflessioni: Pregate perché questa vostra madre possa conseguire di vivere totalmente dedita ad amare il Nostro Dio e pregate perché Lui mi conceda la grazia di poter vivere sommersa nel dolore, in riparazione delle offese che Lui riceve dai sacerdoti del mondo intero. (El pan 9, 319)

15 agosto 1951 – Diario [il giorno della fondazione della Congregazione fam]: Questi stessi tre emettono i loro voti, secondo le Costituzioni, nella stessa cappella. Li ha ricevuti sua eccellenza il Vescovo di Todi che il giorno antecedente aveva imposto loro l’abito. Mi sono distratta e tutto il tempo della cerimonia l’ho trascorso fuori di me e unita al buon Gesù, al quale ho chiesto di benedire questi tre figli e la nascente Congregazione. Ho anche rinnovato la mia offerta di vittima volontaria per le offese che il buon Gesù riceve dai sacerdoti del mondo intero. (El pan 18, 1080-1081)

6 maggio 1952 – Diario: Oggi, Gesù mio, è un grande giorno perché un figlio con generosità si è offerto come vittima di espiazione per i sacerdoti deboli del mondo intero. Gesù mio, accetta la generosa vittima e, col tuo amore e la tua misericordia, perdona, dimentica e non considerare le offese di queste anime che, accecate dalla forza delle passioni, hanno dimenticato che sono a te consacrate. Fa’ che questa vittima, che oggi si è generosamente offerta per loro, corra sempre verso il dolore come un assetato e che la tua bellezza, la tua bontà, la tua misericordia e il tuo amore catturino il suo cuore e vi accendano il forte e ardente fuoco dell’amore. Concedi anche a me tanto amore, sofferenze, angustie e dolori, per poter riparare in qualche modo le offese dei poveri sacerdoti che, oppressi dal vizio o dalla passione, hanno avuto, e forse hanno ancora, la disgrazia di offenderti. Ti chiedo, come sempre, di non applicare quanto soffro o faccio in questo mondo, in riparazione delle offese che disgraziatamente ti ho arrecato io stessa; questa espiazione e riparazione, Gesù mio, conservamela per il purgatorio, poiché nell’eternità non potrò soffrire per i tuoi sacerdoti ed espiare in loro favore…! (El pan 18, 1306-1309)

13 maggio 1952 – Diario: Solo Gesù ha potuto valutare il dolore che ho provato quando sua eccellenza, l’Arcivescovo di Fermo, mi ha detto che non era più disposto ad aiutarmi… profondamente addolorata, mi sono congedata da lui pregando il buon Gesù di accettare questo mio dolore in riparazione delle offese dei sacerdoti del mondo intero e per il trionfo della mia amata Congregazione. (El pan 18, 1337)

29 settembre 1953 – Lettere Circolari: Chiedete al buon Gesù che si degni concedermi una vita lunga ma piena di dolori, di angustie e di sofferenze per poter con questo riparare in qualche maniera le offese che il nostro buon Padre ha ricevuto e riceve dai suoi sacerdoti, dai religiosi e dalle religiose; chiedete anche … (El pan 20, 487)

16 novembre 1953 – Lettere Circolari: Pregate tutti perché questa vostra madre viva sempre abbracciata alla croce, in una sofferenza continua, sempre il riparazione delle offese che il nostro Dio riceve dai suoi sacerdoti del mondo intero. (El pan 20, 505)

12 gennaio 1954 – Diario: Quanto soffro, padre mio! sono già quattro giorni che non vedo, nè sento, né trovo il mio Amato! È vero che gli ho offerto questo sacrificio in riparazione delle offese che commettono i sacerdoti del mondo intero, ma è anche vero che c’è stato un momento nel quale, dentro di me, ho sentito ripugnanza a tale sacrificio e un certo desiderio che si accontentasse della mia offerta senza portare a termine il sacrificio e ora non so, padre, se con sufficiente prontezza ho respinto tale desiderio, per questo ho tanta paura che il buon Gesù si sia allontanato da me, non tanto per rallegrarsi col mio sacrificio, ma per punire la mia vigliaccheria e la mia poca generosità, e, se così fosse, invece di confortare il buon Gesù lo sto facendo soffrire. In questo caso, che devo fare, padre mio? Sembra che mi manchi la vita e piango, non perché mi vedo privata della presenza del buon Gesù, ma perché credo che sia molto offeso e così non posso vivere. (El pan 18, 1406)

Anno 1955 – Per il 25° di fondazione: Mortificazioni: Nessuno quanto noi è obbligato a riparare per i peccati del ns. prossimo, specialmente per quelli dei poveri sacerdoti del mondo intero che hanno avuto la disgrazia di offendere il nostro Dio e per quelli che lo stanno ancora offendendo. Offriamoci ogni giorno come vittima per i peccati che commettono i sacerdoti, con l’unico desiderio di riparare in qualche modo l’offesa che il peccato ha fatto al nostro Dio. (El pan 16, 37-38).

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ultimo aggiornamento 05 settembre, 2009