P A S T O R A L E

g  i  o  v  a  n  i  l  e

p a s t o r a l e  g i o v a n i l e

     Sr. Erika di Gesù, eam

Gesù:
dolce carico del mio zaino

 

Lo zaino sul letto, ancora vuoto.

Fare la valigia costa sempre, soprattutto quando fatico a trovare l’essenziale.

Alla vigilia del pellegrinaggio, con le mie Sorelle, ultimiamo i preparativi: alcuni simboli per la sacca del pellegrino, in parte collegati al nostro Crocifisso.

Poi mi fermo, contemplo con la mente zaino vuoto, abiti da stirare… ce la farò?

Penso all’estate, ai nostri pellegrinaggi con i giovani: 1993, 2001, 2009.

No, non sono cifre da giocare al lotto, sono la memoria di un tempo che scorre, apparentemente uguale, ma sempre avanti, tracciando i fili di una storia comune.

1993: centenario di nascita di Madre Speranza.

2001: cinquanta anni della fondazione dei Figli Amore Misericordioso.

2009: cinquanta anni della erezione del Santuario Amore Misericordioso.

E domani ci mettiamo di nuovo in cammino, come otto anni fa, a partire da Roma, per tornare a Collevalenza, sulle orme della Madre.

Il tempo scorre avanti, ma per sapere in quale direzione andare, devo imparare a guardare indietro.

Anche se, come recita la canzone di Tiziano Ferro che i ragazzi al Campo scuola cantavano all’unisono nei nostri viaggi verso Porto San Giorgio, c’è un modo di guardare o di stare indietro che paralizza ogni sogno d’amore e di bene.

L’amore va veloce e tu stai indietro.

Se cerchi mi vedi.

Il bene più segreto sfugge all’uomo

che non guarda avanti, mai.

Invece: guardare indietro per guardare avanti con slancio.

Guardare avanti per sognare un Bene concreto e puro: quello che non deve mancare nel nostro zaino.

Lo zaino, simbolo della vita.

Come vorrei che il mio non fosse più tanto vuoto. Ma nemmeno troppo pesante.

Come vorrei che quello dei ragazzi, dei giovani con i quali camminiamo, si riempisse di ciò che è essenziale e va cercato con tutte le forze, a partire dal cuore.

Che nessuna zavorra arresti i nostri passi, domani. La zavorra del peccato. Soprattutto il mio.

Ieri sera, le ragazze del gruppo di Bracciano, ospite al Roccolo in questi giorni, mi hanno arricchito con le loro domande intelligenti: ho constatato sorpresa che i giovani non hanno perduto interesse per le scelte impegnative, come la vita religiosa, e che sanno riconoscere il bene, quando ci decidiamo a rivelarlo.

E il bene illumina le tenebre.

Anche se le tenebre continuano a spaventarci e a portarci indietro.

Per molti dei giovani che incontro il bene è ancora segreto.

Forse anche a me rimane "nascosto": ma "se cerco, lo vedo"…

Se cammino, mi avvicino alla meta…

Se mi fido del Signore, come Nostra Madre, faccio opere più grandi di quelle che ha fatto Gesù. Se mi fido, spero e se spero, amo.

Amo il bene che cerco e aspetto pazientemente… nella certezza che anche quando lo credo perduto, in realtà non è mai stato "lontano".

Gesù, Tu sei ogni mio bene.

Sei tutto il Bene.

Sei l’Unico Bene della vita.

Liberami dal peso delle colpe nascoste

e aiutami a correre verso la meta,

guardando sempre avanti,

costi quello che costi.

Sii Tu il carico dolce

e leggero del mio zaino

perché i miei piedi possano fermarsi

alle porte del tuo Santuario,

insieme a quelli dei miei fratelli,

lieti di avere camminato al tuo fianco

e incontro a Te.

Amen. Alleluia.

sr. Erika di Gesù

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ultimo aggiornamento 05 settembre, 2009