DAL SANTUARIO DI COLLEVALENZA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

P. Alberto Bastoni fam

Novembre 2009

 

Voce del Santuario

 

 

A termine di un anno liturgico

Con novembre siamo giunti alla conclusione di un itinerario liturgico in cui l’evangelista Marco ci ha accompagnati nel riconoscere Gesù come Figlio di Dio, Messia crocifisso e risorto.... Gli esegeti hanno riconosciuto nel Vangelo secondo Marco la fonte da cui avrebbero attinto Matteo e Luca, ribadendone la dimensione cristologica... Il cuore di questo Vangelo è l’identità di Gesù...solo dopo aver conosciuto e accettato nella fede questa identità, sarà possibile accettare le esigenze radicali della sequela...anche per questo il Vangelo di Marco è detto Vangelo del catecumeno, cioè di colui che per la prima volta si mette alla ricerca di Gesù, fino a manifestare la sua scelta nel battesimo.

A conclusione di questo itinerario, interpretando i sentimenti di molti, benedico il Signore per la vita eterna di cui ho fatto esperienza come persona, nella contemplazione del volto di Cristo nei suoi diversi misteri...vita eterna che non è da pensarsi come una realtà che sarà solo alla conclusione del nostro terreno pellegrinaggio...ma vita che cresce e si sviluppa in noi nella misura in cui ci innestiamo in Cristo...è fondamentale per tutti verificare come e quanto la nostra vita manifesti la "novità" della Pasqua e che coloro che ci avvicinano ne ricevano il beneficio e ne colgano i segni....

Questo mese, con la solennità di Tutti i Santi e la Commemorazione dei fratelli defunti, ha rinnovato in noi l’esperienza di comunione di vita con Gesù risorto... persone non più visibili agli occhi ma presenti nei nostri cuori le ricordiamo non solo perché le abbiamo conosciute ma perché le sappiamo in Dio...presenti a noi e parte della Chiesa purgante...la consapevolezza di tale comunione è espressa e vissuta nella preghiera, nei sacrifici e nelle offerte a beneficio delle persone ormai passate alla vita eterna..

Fissiamo il nostro sguardo su Gesù, Re dell’universo, su Maria e tutti i Santi e sulla nostra venerabile Madre, per poter camminare nel tempo come testimoni di speranza..testimoni che attendono con ardente desiderio la venuta dello Sposo e l’eredità del regno di Dio... "quando i nostri occhi vedranno il suo volto e noi saremo simili a lui.." e parteciperemo alla liturgia senza fine nella gioia piena.

rettore.santuario@collevalenza.it

Un mese di "esercizi":  l’eloquente silenzio dello spirito

Se il mese di novembre, in natura, coincide con l’inizio del letargo, per la vita dello spirito è tutt’altro che tempo di riposo. Novembre mese di esercizi! Gli esercizi spirituali sono un’avventura in cui, insieme ai dinamismi della nostra persona, entrano in gioco le iniziative della grazia di Dio, le proposte affascinanti di Cristo, le mozioni dello Spirito. Gli esercizi spirituali sono un percorso graduale e progressivo, che presenta tappe e traguardi. La vita spirituale è un cammino di apprendimenti; essa richiede esercizio. Per acquisire un’abilità, un atteggiamento o una capacità, occorre un’applicazione metodica, un esercizio ripetuto, uno sforzo paziente. Per esempio, la preghiera è un’arte che si apprende. L’atleta e l’artista devono allenarsi, provare e riprovare, ripetere movimenti e gesti, per pervenire a prestazioni elevate. "Cristiani non si nasce, si diventa" diceva Tertulliano. La vita spirituale comporta la prova e il combattimento spirituale. Si parla di esercizi al plurale, perché questa esperienza ci suggerisce diversi esercizi spirituali da praticare, primo fra tutti il silenzio, perché solo il silenzio rende possibile l’ascolto, cioè l’accoglienza non solo della Parola, ma anche di Colui che parla. Nell’esperienza amorosa il silenzio è spesso molto più eloquente, comunicativo e intenso di una parola. La vita spirituale richiede ascesi, appunto esercizio. Non si tratta di volontarismo, ma di apertura alla grazia di Dio, di accoglienza delle proposte di Cristo, di disponibilità allo Spirito; e ciò richiede esercizio e pratica.

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Dal 9 al 13 novembre, Mons. Luca Brandolini, vescovo emerito si Sora-Aquino-Pontecorvo, attualmente Vicario della Basilica Lateranense, ha guidato l’ultimo corso di esercizi proposto dal Santuario ai presbiteri diocesani. Ho partecipato personalmente a questa esperienza che posso definire unica e molto stimolante sul piano spirituale: un vero e proprio pellegrinaggio al Santuario dell’Amore Misericordioso, attraverso una esplorazione e direi quasi l’esegesi del Rito di Ordinazione. Riporto solo una breve citazione delle sue riflessioni: davanti al Crocifisso così diceva: . "Il servizio di Gesù – scrive Giovanni Paolo II – giunge a pienezza con la morte di croce ossia con il dono totale di sé nell’umiltà e nell’amore…. L’autorità di Gesù Cristo coincide dunque con il suo servizio, con il suo dono, con la dedizione della vita, totale, umile e amorosa… E questo in perfetta obbedienza al Padre: egli è l’unico vero servo sofferente del Signore, insieme sacerdote e vittima".

Mi permetto di sottolineare quest’ultima affermazione che mette in luce – come già ho accennato – l’originalità del sacerdozio di Cristo e dunque del suo sacrifico. Questo, infatti, non consiste di per sé nella morte di croce, come evento storico salvifico d’indubbia rilevanza, ma piuttosto nell’obbedienza filiale del Servo-Figlio che ha caratterizzato l’intera sua esistenza terrena e che nella morte ha avuto la sua estrema e suprema espressione. "E’ da questa obbedienza – afferma la lettera agli Ebrei – che noi siamo stati resi santi e quindi salvati".

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Nella stessa settimana, si sono svolti gli Esercizi spirituali per consacrati organizzati dal Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS), Movimento ecclesiale che in Italia conta più di 200 mila aderenti, raggruppati in oltre 1.900 gruppi e comunità. Sono stati oltre centoventi, provenienti da tutta Italia, i sacerdoti, diaconi e religiosi, riuniti a Collevalenza (PG), presso la Casa del Pellegrino. Il tema scelto in occasione dell’Anno Sacerdotale è "Ferventi nello spirito, servite il Signore" (Rm 12, 11) su cui interverranno: S. E. mons. Giuseppe Costanzo, arcivescovo emerito di Siracusa; Salvatore Martinez, presidente nazionale RnS; Sebastiano Fascetta, referente nazionale per il Progetto Unitario di Formazione. Il programma prevedeva: momenti di lode, preghiera comunitaria, meditazioni e adorazioni, durante le ore della mattina; catechesi, esperienze spirituali, approfondimenti carismatici e Celebrazioni Eucaristiche, i pomeriggi.

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Un’ "esperienza di spiritualità", promossa dalla Unione Apostolica Clero, si è tenuta presso il Santuario dal 16 al 20 novembre. Più di una sessantina i partecipanti, tra presbiteri e laici. Tema generale trattato era: Spiritualità diocesana: la grazia di essere Chiesa qui e adesso. I singoli aspetti del tema sono stati presentati, in forma di meditazione, dal Presidente della Federezione stessa, Mons. Vittorio Peri. Era presente anche Mons. Gualtiero Sigismondi, vescovo di Foligno.

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In questo Anno Sacerdotale, la presenza di tanti sacerdoti qui al Santuario è per tutti noi invito a quella dedizione e particolare attenzione ai primi destinatari della nostra missione, memori delle parole di Nostra Madre: "I Figli dell’Amore Misericordioso devono essere persuasi che tra le opere di carità da realizzare, la principale è l’unione con i sacerdoti diocesani".

Vita di Famiglia

Dal 4 all’8 novembre, 27 Ancelle dell’Amore Misericoridoso, provenienti da diverse parti d’Europa e del mondo, hanno partecipato al V Capitolo della Delegazione "Madre Speranza" e Case di Missione. All’ombra del San­tua­rio, centro della no­stra spiritualità, queste Sorelle hanno riflettuto sul tema: La comunione con Dio, vissuta e testimoniata nella comunità e tra i fratelli. I lavori si sono svolti in un clima sereno, dinamico e fraterno, sotto l’influsso dello Spirito Santo, da più parti invocato, per il buon esito di evento così significativo.

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Dal 9 al 12 novembre ha avuto luogo l’incontro formativo con i nostri sacerdoti diocesani Figli dell’Amore Misericordioso. Si sono succedute relazioni e testimonianze davvero interessanti. Il 10 novembre, ai piedi del Crocifisso, don Alessandro Manzone della Diocesi di Palermo, ha fatto la sua Professione Perpetua nelle mani del P. Generale, p. Aurelio Perez. Nel corso della celebrazione, presieduta da Mons. Russotto, vescovo di Caltanisetta, hanno rinnovato i voti come sacerdoti diocesani, don Ignazio Carubba, don Paolo Enzo Zecca e don Gino Manciano. È stata anche questa una grazia del Signore condivisa da tutti noi e da tanti parenti ed amici del nostri confratelli.

Pellegrinaggi e convegni

A motivo delle condizioni climatiche il flusso dei pellegrini si è un po’ ridotto nei giorni infrasettimanali. Ogni sabato però siamo stati visitati da centinaia di pellegrini. Il 7 novembre, ben 650 pellegrini del gruppo "Cinque pani" animati da Don Francesco di Firenze, hanno trascorso l’intera giornata al Santuario, partecipando al mattino alla Liturgia Penitenziale (eravamo una quindicina di confessori) e quindi alla Liturgia Eucaristica. Al pomeriggio si è svolta la Liturgia delle acque e l’Adorazione Eucaristica. Diverse persone avevano problemi di salute. È stato per tutti una giornata di preghiera che il Signore avrà certo gradito.

Il 22 novembre l’Associazione Nazionale Carabinieri, sezione Todi, ha celebrato al Santuario la festa della "Virgo fidelis" patrona dell’Arma dei Carabinieri. La celebrazione festiva della solennità di Cristo Re, presieduta da p. Aurelio Perez, Superiore Generale FAM, ha visto la partecipazione di numerosi Carabinieri, accompagnati dalle loro famiglie e la presenza del Sindaco di Todi, l’Avv. Antonio Ruggiano. Significativa anche la presenza del Generale Sergio Siracusa, già Comandate Generale dell‘Arma. P. Aurelio, nella sua omelia, ha sottolineato come Maria è davvero modello di fedeltà alla missione ricevuto ed accolta. Quella fedeltà che è propria di ogni soldato che serve la Patria, caratteristica dell’Arma dei Carabinieri che ha per motto "nei secoli fedele". Le note del "Silenzio" eseguito dalla tromba nonché l’inno alla Virgo Fidelis hanno davvero commosso tutti i partecipanti alla celebrazione.

Nel fine settimana del 20-22 novembre un gruppo di 25 ragazzi di dieci e undici anni, proveniente da Collevalenza, Fratta Todina e Roma (Scuola Amore Misericordioso) ha avuto un incontro dal tema: "Come Davide so a chi ho dato la mia fiducia", oggetto della pastorale giovanile estiva e autunnale della Famiglia Amore Misericordioso.

I ragazzi hanno vissuto le loro giornate al Roccolo Speranza, partecipato alla Messa del Santuario (sabato alle 10.00) e a quella domenicale in Parrocchia a Collevalenza. Con loro ho celebrato una liturgia penitenziale, a partire da una catechesi sulla lotta fra Davide e Golia.

Dal 23 al 27 ha avuto luogo il Convegno nazionale di studio per i Formatori religiosi, promosso dal CISM. I circa 250 partecipanti hanno riflettuto sul tema "Liberi per condividere - Riscoprire la povertà evangelica" . La povertà è un valore anche per i tempi di crisi? Con molta probabilità bisogna dire che se ne prende maggior coscienza a livello umano e sociale. Per noi consacrati c’è da chiedersi prima di tutto che rapporto c’è oggi tra povertà personale, povertà comunitaria e povertà istituzionale. Oggi, più che mai, ci si accorge che non è possibile staccare o posizionare su linee parallele queste tre dimensioni della povertà, perché si corre il rischio di non essere più visibili dal punto di vista della povertà stessa, quindi non significativi e quindi, meno che meno, profetici. Certo, se la Vita Consacrata vuole comunicare in un contesto di cultura diversa da quella di un tempo, deve investire sulla visibilità e sulla significatività profetiche, derivate dall’autenticità. Vivere da poveri con i poveri, per i poveri. Il discorso relazionale di condividere la vita quotidiana nella comunione fraterna e con i poveri ci pare allora fondamentale.

 

Molti di voi riceveranno la rivista nei giorni che precedono il Natale. Affido a questa riflessione il mio augurio di gioia e pace nel divino Bambino.

"Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia".

Soltanto la contemplazione può semplificare la nostra preghiera per arrivare a constatare la profondità della scena e del segno che ci è dato.

Una mangiatoia, un bambino, Maria in contemplazione, Giuseppe meditabondo: "Veramente tu sei un Dio misterioso!". Il Padre, il solo che conosce il Figlio, ci conceda di riconoscerlo affinché l’amiamo e lo imitiamo. Nessun apparato esteriore, nessuna considerazione, nel villaggio tutto è indifferente. Solo alcuni pastori, degli emarginati dalla società...

E tutto questo è voluto: "Egli ha scelto la povertà, la nudità.

Ha disprezzato la considerazione degli uomini, quella che proviene dalla ricchezza, dallo splendore, dalla condizione sociale". Nessun apparato, nessuno splendore esteriore. Eppure egli è il Verbo che si è fatto carne, la luce rivestita di un corpo. Egli si trova nel mondo che egli stesso continuamente crea, ma vi è nascosto. Perché vuole apparirci solo di nascosto?

Egli fino ad allora era, secondo l’espressione di Nicolas Cabasilas, un re in esilio, uno straniero senza città, ed eccolo che fa ritorno alla sua dimora. Perché la terra, prima di essere la terra degli uomini, è la terra di Dio. E, ritornando, ritrova questa terra creata da lui e per lui.

"Dio si è fatto portatore di carne perché l’uomo possa divenire portatore di Spirito",
dice Atanasio di Alessandria.

"Il suo amore per me ha umiliato la sua grandezza.

Si è fatto simile a me perché io lo accolga.
Si è fatto simile a me perché io lo rivesta"
(Cantico di Salomone).

Per capire, io devo ascoltare lui che mi dice:
"Per toccarmi, lasciate i vostri bisturi...
Per vedermi, lasciate i vostri sistemi di televisione...

Per sentire le pulsazioni del divino nel mondo, non prendete strumenti di precisione...
Per leggere le Scritture, lasciate la critica...
Per gustarmi, lasciate la vostra sensibilità..."
(Pierre Mounier).

Ma credete e adorate.

L'angolo

della MISERICORDIA

Rileggendo alcune frasi del poeta Alessandro Manzoni ho ritrovato questa frase che voglio riproporre alla vostra riflessione: Dio perdona tante cose, per un’opera di misericordia!

Commento:

Se apriamo il nostro vocabolario troviamo che la parola "misericordia" è sinonimo di pietà, compassione, clemenza, perdono, benevolenza. Spesso avere sperimentato una situazione ci aiuta a capire chi si trova in quella analoga situazione; uno che non ha esperienza di realtà concreta rischia di essere un teorico e di non comprendere veramente. È misericordia accorgersi non solo della debolezza o della necessità del prossimo, ma soprattutto intervenire per alleviare e consolare quella debolezza. Vivere nella misericordia di Dio comporta sempre "l’intervento", non basta provare compassione, l’atteggiamento misericordioso, invece, richiede che si faccia il passo operativo, che si compia qualcosa di concreto. Occorre sempre evitare il pericolo, in noi cristiani, di amare gli ideali astratti più che le persone concrete. Dobbiamo essere misericordiosi non perché la misericordia è bella, ma perché ci sono persone che ne hanno veramente bisogno.

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ultimo aggiornamento 21 dicembre, 2009