Signore, Ti ringrazio perché mi hai dato un cuore per amare e un corpo per soffrire

Una prima risposta alla nostra domanda sul senso della sofferenza umana ci viene interiormente data quando ne sperimentiamo il positivo potenziale educativo.

Se all’inizio, infatti, soffrire può farci ripiegare su noi stessi e renderci più egoisti, in seguito l’aver sofferto ci rende più sensibili, più comprensivi, più vicini al prossimo, meno ossessionati dalle cose superflue ed effimere e più attenti all’essenziale che non passa.

Ma c’è poi un’altra risposta ai nostri interrogativi, la più profonda, che possiamo trovare solo nella contemplazione del mistero della passione e morte di Gesù, dove Egli, giungendo per amore fino al culmine dell’umana sofferenza, l’ha vinta e trasformata, legandola indissolubilmente all’amore.

Da questo punto in poi, ci lasceremo guidare da Madre Speranza, grande esperta di tale contemplazione.

"Mi avete anche chiesto dove si impara ad amare Gesù e io vi rispondo: nella croce. E’ lì dove si impara la lezione dell’amore.

La riluttanza della nostra natura, non si guarisce se non con l’amore alla croce; senza croce non c’è redenzione e senza percorrere questa scuola di virtù non arriveremo alla pienezza dell’amore…il mondo abusa della parola amore perché si sbaglia chiamando amore il disordine, le passioni e la perversione. Non è questo l’amore! L’amore è frutto dell’anima, qualcosa di spirituale che viene da Gesù…" (da El pan 5,84-85)

Maria Antonietta Sansone

Sia quest’acqua figura della Tua grazia e della Tua misericordia

Il 21 novembre 1962 mio marito fu operato di ulcera gastrica, ma sopravvennero delle complicazioni per cui si dovette operare altre due volte. Si formavano continuamente delle aderenze nello stomaco che ostruivano il passaggio del cibo e di ogni bevanda. Dopo la terza operazione i medici si dichiararono impotenti.

Corsi al Santuario dell’Amore Misericordioso e ai piedi del bellissimo Crocifisso pregai e chiesi la guarigione di mio marito con tutta la forza della disperazione. Chiesi anche protezione a Madre Speranza, che promise di fare la Novena e mi consigliò di far bere all’ammalato l’acqua del Santuario. Da quel giorno incominciò a stare meglio, anzi chiese con insistenza di bere l’acqua dell’Amore Misericordioso che digeriva benissimo. Il miglioramento continuò giorno per giorno ed ora si trova a casa in perfette condizioni.

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ultimo aggiornamento 16 gennaio, 2010