P A S T O R A L E

g  i  o  v  a  n  i  l  e

p a s t o r a l e  g i o v a n i l e

     Sr. Erika di Gesù, eam

Si è rotto Gesù

 

 

 

 

Un danno irreparabile

Oggi: Santi Innocenti.

La prima notte di "Esercizi spirituali per giovani" è trascorsa tranquilla.

L’anno che volge al termine un po’ meno.

Stringo fra le mani un braccino di Gesù, il regalo più gradito della mia "festa" di compleanno.

Lo stringo fra le mani, letteralmente, perché è rotto, staccato dal corpo.

Per dirla tutta, anche una gamba è spezzata.

Nel primo attacco, ha perso un raggio della sua corona.

Nel secondo, il più fatale, mentre cercavo di portarlo al sicuro, è scivolato tragicamente sul pavimento del Roccolo.

I danni sembrano irreparabili. Si può restaurare il Bambino?

Vittima della mia poca grazia, oppure chissà?

Volevo acquistarne Uno uguale, ma non è più sul mercato.

Continuo a guardarlo inquieta.

Mi parla?

Sì, mi parla.

Con il braccio sano vorrebbe toccarmi.

Guarda in alto, verso il Padre e San Giuseppe, ma anche verso di me, quando lo guardo.

Maria sorride: è una mamma un po’ possessiva, come tutte… ma non gelosa ed è contenta se lo prendo in braccio. Badando però, soprattutto, alla gamba, il braccino spezzati.

Gesù aspetta che mentre lo accarezzo, gli racconto di me, dei ragazzi, i loro tentennamenti.

Lui, che si è fatto fragile, perché vinciamo l’eterna paura della fragilità.

La paura che ci fa "dei" e ci fa pensare male del Padre.

Ma Gesù è caduto per raggiungermi.

Se non fosse sceso fino a me, come potrebbe riportarmi all’origine?

Se non si fosse "rotto" anche Lui, come potrebbe riparare la mia carne ferita?

 

I luoghi del Natale

1. La risurrezione

Quest’anno ho provato a collocare il Presepe nel suo contesto più vero.

Ho scoperto i luoghi dove rendergli culto, dove offrire, soffrendo, la preghiera che rende felice il Padre.

Il primo luogo è l’ultima stazione della Via Crucis: Gesù risorge da morte.

Durante l’Avvento, con i ragazzi di Collevalenza, nel pomeriggio più freddo della stagione, siamo scesi fino alla Via Crucis, partendo dalla fine, dalla Risurrezione all’Ultima cena, concludendo il cammino nella Cappella della Basilica, ai piedi di Gesù Bambino.

L’Amore Misericordioso è Crocifisso e Risorto, lo sappiamo.

Dobbiamo ricordarlo davanti al Presepe, anche se quel Bambino non ha nulla di straordinario.

Anzi, appare semmai più povero dei bambini del suo tempo.

Fatta eccezione per quegli innocenti che hanno dato la vita a causa sua, a causa della malizia di Erode, testimoniando così, in anticipo di qualche anno, la morte dell’Innocente assoluto.

Pochi giorni fa, alla soglia del Natale, è morta una mia "nipotina", ancora nel grembo della mamma.

Perché?

Non per malattia, né per errore…

Non so perché: forse aveva fretta di nascere e ha incontrato la morte come avesse già vissuto mille vite, sognate dai suoi genitori, dai nonni e dalla sua "zia" suora che, prima o poi, avrebbe conosciuto.

Il giorno della risurrezione anche la sua vita sarà completa, come avesse vissuto mille vite; certamente perché ha vissuto la vita che il Padre ha sognato per lei.

La vita, morte e risurrezione di un’innocente bambina, a immagine della risurrezione, morte e vita del suo Figlio innocente.

 

2. L’uomo, ovvero tu ed io

Il secondo luogo sono io, sei tu, creato secondo un modello che sbanca i mercati dell’universo.

Dio disse: Facciamo l’uomo.

Ed ecco l’uomo, informe, formato da mani buone, calde, accoglienti.

Così bello che fa innamorare di sé il suo Creatore, che diventa me, diventa te.

E il Verbo si fece carne.

Carne come me, cantava don Giosy Cento, perché io possa diventare Lui.

E possa diventare bello, non perché munito di pezzi di ricambio – se rompi l’uomo, il danno è irreparabile! – ma perché rinnovato, redento.

Salvato mentre è peccatore. Incapace, cioè, di stimare la gravità del danno.

3. La mia, la tua indifferenza

Il terzo luogo è la mia, la tua indifferenza.

Indifferenza di facciata.

Credo sia di facciata, perché non voglio crederla voluta al cento per cento.

Sappiamo bene che i nostri inviti ai giovani restano inascoltati, gli incontri dilazionati, anche quelli importanti come gli Esercizi spirituali in corso…

L’offerta gratuita del Vangelo appare costosa.

"Divieto di ascolto", le orecchie mormorano!

E noi, ed io, con quale voce dobbiamo gridare?

Voce di uno che grida: nel deserto incontrerai il Signore!

Deserto: luogo simile all’indifferenza.

Terra deserta, arida, senz’acqua…

Non so se mi sbaglio, ma il Bambinello spezzato mi suggerisce che questa indifferenza, il mio/tuo deserto, non è più disabitato.

Lì, il Padre e il Figlio vuole abitare.

Nel deserto "si attenda" Dio.

Nella tenda del mio cuore, di nuovo, lo Spirito soffia la Vita di Dio.

La paura cede il posto alla meraviglia; fiorisce il deserto di un’apparente indifferenza: proprio lì nasce Gesù.

Te ne sei accorto? Attento a non romperlo ancora!

Tanti auguri da parte dei miei Fratelli e Sorelle

della Pastorale giovanile e vocazionale per un

Santo anno 2010!

Sr. Erika di Gesù

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ultimo aggiornamento 16 gennaio, 2010