DAL SANTUARIO DI COLLEVALENZA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

P. Alberto Bastoni fam

Febbraio 2010

 

Voce del Santuario

 

 

Luce per illuminare le genti...

La festa della Presentazione del Signore con la quale si è aperto il mese di febbraio è antica e solenne... l’Oriente bizantino la chiama Hipapantì , cioè Incontro... primo incontro pubblico del Signore con il suo popolo... giorno in cui si celebra la Giornata della Vita Consacrata... vite differenti per abiti... per carismi... per origini... ma così uguali per amore... per fuoco interiore... per passione in vista del Regno... Eccomi Gesù al mio incontro con te..la quotidianità in cui spesso sono imprigionato non mi impedisce di tenere lo sguardo fisso verso l’orizzonte... quell’orizzonte che si allarga... quell’orizzonte in cui c’è più spazio per il tuo amore... Anche quando il presente è senza sole sono certo che l’alba spunterà..tu, o buon Gesù, infrangerai il silenzio... diraderai questa notte oscura... sì, mio Signore, avvenga di me secondo la tua volontà... lo dico anche io, come tua madre... che io senta il tuo annuncio nelle voci che gridano e chiedono di poter vivere da uomini... che cercano luce e conforto... che io senta l’annuncio della tua incarnazione che passa nella realtà della mia vita... che io cerchi e accetti la tua voce o Dio, e sappia aprire tutto me stesso per riceverla..che io vinca le mie paure e mi lasci guidare da te..che la tua voce mi trasformi e mi renda utile al mondo ... che sia sempre rivelazione di quella parola che vuoi dire attraverso me perché la mia vita non sia solo per me... ma per te... per il tuo regno...

I giorni della Madre

In questa occasione e per tutta la settimana nel ricordo della nascita al cielo di Madre Speranza, abbiamo meditato sulla concreta dedizione della Madre a Dio e ai fratelli che è stata segno eloquente della presenza di Dio nel mondo...il suo esempio ci interpella a difesa della vita e dei malati prima di tutto nella preghiera che diventa segno concreto in un agire autentico e profondo. Credo che la cronaca di questi giorni meriti ampio spazio. L’ho affidata alla memoria e all’ abile penna di una fedele pellegrina nonché nostra volontaria e prossima laica dell’Associazione Laici Amore Misericordioso, la maestra Daniela Martelli. La ringrazio anche a nome vostro per la gentile collaborazione.

rettore.santuario@collevalenza.it

6 febbraio

La mattina del 6 febbraio 2010 è iniziata la commemorazione della nascita al cielo della Madre che quest’anno coincide anche con il 50° anniversario del ritrovamento dell’Acqua… Le giornate commemorative della Madre, proprio in riferimento alla data anniversaria del Pozzo, avevano come tema: "Alle sorgenti della Misericordia". Alle 10.00, nel salone Giovanni Paolo II, P. Roberto Fornara ocd, ci ha presentato "Il simbolismo dell’acqua nella Bibbia" fornendoci un quadro ampio, a grandi maglie, ma nel contempo esauriente, su questo tema.

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Alle 11,30 sua Eccellenza Mons. Domenico Cancian ha proposto una riflessione, molto appropriata in quest’anno sacerdotale, su "Il sacerdote ministro della misericordia di Dio". Citando quanto scritto nel 1981 dal pontefice Giovanni Paolo II nell’Enciclica Dives in Misericortdia, la grazia del sacerdozio è sovrabbondanza della grazia di Dio Misericordia; il Signore chiama i sacerdoti come suoi rappresentanti nonostante siano peccatori… Le riflessioni di Sua Eccellenza sul sacerdote e le modalità di approccio da lui suggerite per riconciliarsi con Dio, ci hanno portati a riflettere ovviamente su quella che è la nostra esperienza personale, il nostro approccio al sacramento che al ministro delle stesso, il sacerdote.

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Nel pomeriggio alle 15,30 c’è stata la Liturgia delle Acque, di seguito i bagni alle piscine accompagnati dalla recita del Rosario per tutto il tempo delle immersioni. Quando presto il mio servizio confido sempre nel Signore perché mi dia la capacità di accogliere l’altro senza invadere il suo intimo. Dentro le persone perdono tutte le loro facciate, sono nude in tutti i sensi, si avvicinano con fede, spesso viene fuori la loro disperazione, il pianto durante la recita della preghiera scritta da Madre Speranza, soprattutto al punto in cui riporta "… guarisci noi che siamo tuoi figli da ogni malattia, specialmente da quelle che la scienza umana non riesce a curare…" e il mio aiuto, insieme ad altre volontarie, ad immergersi nell’Acqua dell’Amore Misericordioso… in quest’anno che ricorre il cinquantesimo del ritrovamento dell’acqua. Occorrono amore e premura. Quella premura accompagnata dalla delicatezza di vicinanza a coloro che soffrono. Accorgersi di ciò che l’altro ha bisogno, senza che ce lo chieda. La sofferenza provata su noi stessi è quel faro che purifica la nostra anima ci fa comprendere meglio Dio, ma ci fa comprendere meglio anche gli altri, ci fa andare loro incontro. Stare vicino al prossimo non è solo un "donare" ma anche un "ricevere". Io ringrazio con tutto il cuore il Signore del tempo che mi dona su questa terra a servizio dei fratelli.

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Alla Messa delle 17,30 in Basilica, accompagnata anche dal forte rumore delle folate di vento, con i presbiteri, i religiosi e le religiose della Diocesi di Orvieto-Todi è stata celebrata la giornata per la Vita Consacrata. In sostituzione del Vescovo, assente per impegni assunti in precedenza, Mons. Carlo Franzoni, vicario generale, ha presieduto la messa concelebrata da numerosi presbiteri, religiosi e non.

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La veglia, animata dai giovani della Parrocchia di San Giovanni Evangelista in Spinaceto – Roma ha preceduto l’adorazione eucaristica notturna in cripta.

7 febbraio

Alla messa delle 6,30 è stato commuovente il saluto del giovane prete ungherese che si accingeva di lì a pochi giorni a lasciare Il Santuario, dopo un soggiorno di 8 mesi presso la casa dei Padre, per andare in "terra di Norvegia", come ha detto lui. Con il nodo alla gola e le lacrime agli occhi ci ha detto che porterà tutti nel cuore soprattutto le sorelle che gli davano da mangiare e si ricorderà di tutti nelle preghiere…

Più tardi, padre Mario Gialletti ha offerto ai pellegrini, tramite una presentazione in Power Point guidata da Marina Berardi, una serie di riflessioni per farci comprendere come perdono e misericordia siano strettamente legati. Con Madre Speranza non siamo nell’ottica di giustizia umana di "occhio per occhio uguale dente per dente", come efficacemente illustrava una slide con disegni ai partecipanti, la capacità di perdono di nostro Signore, di Madre Speranza, ci introduce in quello che è l’amore di Dio che ci ama da sempre e tutto perdona.

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Alle 11,30 in Basilica, Aurelio Perez FAM, ha dato il benvenuto a Sua Eminenza il Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della congregazione per le Chiese Orientali che ha che ha presieduto la solenne concelebrazione.

Alle 17.00 nella Cappella del Crocifisso è iniziata l’Ado­razione Eucaristica. Madre Speranza convinta diceva "L’Eucaristia è il dono più prezioso che Dio ha potuto fare all’uomo". Era per lei "il tesoro dei tesori". Padre Alberto Bastoni FAM, dopo un bellissimo canto le cui parole ce l’ha "adagiate nel nostro cuore", ci ha introdotti nell’adorazione lasciando inizialmente spazio a quella personale e silenziosa, è seguito il Santo Rosario Meditato. Di nuovo ci ha accompagnati, con le sue profonde parole, facendole entrare dentro di noi, nella consolazione di Dio mediante una intensa e concentrata Lectio Divina, articolata in quattro momenti, spiegandoci le parole della lettura breve dei vespri tratta dalla seconda lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi. "Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione il quale ci consola in ogni nostra tribolazione perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi".

Al Roccolo della Speranza, alle 21,15 la Compagnia teatrale "Nun semo gnente" di Collevalenza, nel piccolo teatro ci aspettava per offrirci uno spettacolo articolato in sei episodi legati alla vita di Madre Speranza. Padre Quinto ha presentato la serata e ci ha detto anche che Suor Agnese, presente in sala, ha conservato nella sua mente quanto le veniva raccontato dalla Madre, così, a distanza di tempo, questi episodi hanno assunto espressione teatrale. I giovani attori, molti adolescenti, alcuni dei quali alle "prime armi", con la cadenza dialettale del luogo, nella semplicità sia delle scene che dei costumi, ci hanno fatto divertire e comprendere meglio la Madre da bambina, dall’episodio della Comunione presa all’età di otto anni, in assenza del parroco, all’incontro con Santa Teresa del Bambin Gesù "Tu, bambina dovrai cominciare da dove io ho finito", alla capacità di sopportazione nel convento delle Figlie del Calvario, il Vescovo… e come i vari episodi siano stati volti al perdono verso tutti quelli che l’hanno ostacolata, alla scena finale, davanti al sipario quasi totalmente chiuso dove la ragazza che interpretava la Madre era abbracciata con tanta dolcezza al Crocifisso dell’Amore Misericordioso. Uno spettacolo ben riuscito, con validi interpreti che potrebbe essere riproposto tranquillamente in spazi più ampi.

8 febbraio

E siamo all’8 febbraio, in cripta alle ore 8. Padre Aurelio, ha presieduto la messa con altri ventisei religiosi proprio nell’ora esatta in cui la Madre volava al cielo. Il suono solenne e festoso delle 5 campane ha segnato lo scoccare di quest’ora. Durante la celebrazione c’è stato anche il rinnovo della Professione Religiosa da parte di don Ruggero Ramella, parroco in Roma. La santa Messa si è conclusa con due canti di Padre Carlo Andreassi, con religiosi e fedeli intorno alla tomba della Madre, in attesa di toccare la tomba, di baciarla, di lasciare un fiore… Grazie Signore di questo dono prezioso!

Grazie perché, anche se non ho conosciuto la Madre e sono ventisette anni che è nella dimora celeste, io la percepisco vicino a me, fa’ che anch’io, come lei, possa fare tutto per amore!

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Alla fine della Santa Messa, in attesa fra la sagrestia e la tomba della Madre, c’era il giornalista televisivo Paolo Brosio, "appena appena" visibile con il suo piumino rosso fuoco! Personaggio noto per la sua semplicità e simpatia, la cui fama, soldi e carriera si sono intrecciati con una vicenda umana inquieta e travagliata che lo ha portato ad un punto "nero" in cui la ricchezza e la popolarità non gli servivano a farlo sentire di nuovo "vitale". Fino a quando non è nata nel cuore una preghiera alla Madonna e il desiderio di incontrarla a Medjugorje... Ecco che per Brosio ha cambiata la vita. L’incontro con tante persone di fede, il desiderio di fare del bene e la decisione di raccogliere fondi per finanziare una casa di accoglienza per i bambini orfani a causa della guerra nei Balcani. Il giornalista ha raccontato la sua vicenda umana e i passi di un ritorno a Dio che gli ha restituito forza, ottimismo e amore per la vita nel libro "Ad un passo dal baratro" pubblicato da poco e "un inno alla vita". Chi ha avuto modo però di leggere qua e là su di lui o ascoltarlo in televisione, ha compreso la bellezza della fede, l’importanza dei sacramenti e dell’aiuto fraterno.

Molto belle le parole usate da lui stesso: "… grazie a Medjugorje ho ritrovato la fede e mi sono convertito, oggi sono un’altra persona, mi sento vivo. Nel Rosario e nell’Ave Maria ho trovato la mia bussola. Ora voglio restituire a Dio quello che mi ha dato".

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In questo mese ha avuto inizio il cammino quaresimale... abbiamo ricevuto sul capo il segno austero delle ceneri benedette accompagnate dalle parole "Convertitevi e credete al Vangelo"... queste parole risuonino per noi come proposito d’impegno spirituale... Convertirsi, nel senso evangelico del termine, significa cambiare modo di vivere e di pensare, per vivere e pensare secondo Dio..scegliendo Gesù quale norma sicura e illuminante per la vita intera.

L'angolo

della MISERICORDIA

Sottopongo alla vostra meditazione questo pensiero di Michel Quoist:

Sono caduto, Signore.
Ancora.
Non ne posso più, mai ce la farò.
Ho vergogna di me, non oso più guardarTi.
Pure, ho lottato, Signore, perché Ti sapevo vicino a me, chino su di me, attento.
Ma la tentazione si è scatenata come una tempesta,
ed ho voltato il capo, e mi sono allontanato,
mentre Tu restavi, silenzioso e dolorante,
come un fidanzato tradito che vede il suo amore allontanarsi nelle braccia del rivale.
Quel peccato che mi nausea,
inutile oggetto che vorrei gettar via;
quel peccato che ho voluto e che non voglio più,
quel peccato che infine ho raggiunto allontanandoTi freddamente, Signore,
quel peccato che ho colto, poi consumato, avido.
Ora lo posseggo, anzi mi possiede, come la tela del ragno tiene prigioniero il moscerino.
È mio,
mi sta attaccato,
è entrato in me,
non posso disfarmene. Signore, non guardarmi così.
Perché sono nudo,
sono sporco,
sono a terra,
lacero,
non ho più forze,
non oso più promettere nulla,
non posso che restare là, curvo, innanzi a Te.

Commento:

Via, piccolo, rialza il capo.
Non è soprattutto il tuo orgoglio ferito?
Se mi amassi, avresti dispiacere, ma avresti fiducia.
Credi che l'amor di Dio abbia limiti?
Credi che un solo momento Io abbia cessato di amarti?
Ma fai ancora affidamento su di te, piccolo,
non devi fare affidamento che su di Me.

Chiedimi perdono
e poi rialzati vivamente,
perché, vedi, la cosa più grave non è cadere,
ma restare a terra.

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ultimo aggiornamento 16 marzo, 2010