50° del Santuario

 13  note di storia
P. Mario Gialletti fam

Il perdono nell’esperienza vissuta e nel pensiero di Madre Speranza

"…annegami nell’abisso del tuo amore e della tua misericordia
e rinnovami col tuo preziosissimo Sangue"

(Novena all’Amore Misericordioso, VI giorno)

 

Propongo la riflessione così articolata:

1. l’esperienza vissuta dalla madre

2. nelle testimonianze del processo

3. alcuni episodi della sua vita

4. questo difficile perdono (…)

5. «va’ e anche tu fa’ lo stesso» (Lc 10,37)

(seguito)

4. QUESTO DIFFICILE PERDONO (…)

P. Aurelio Pérez, nel già citato intervento del 1985, evidenziando le implicanze umane del perdono, sottolineava che "quando parliamo di perdono, e molto di più quando siamo chiamati a darlo o a riceverlo, sperimentiamo quasi sempre una sorta di imbarazzo, un blocco interiore della nostra logica e, prima ancora, della nostra sensibilità. Di fatto, noi reagiamo alle circostanze negative della vita con un primo moto di difesa che é il meccanismo istintivo della nostra autopreservazione. Un organismo vivente quando riceve un colpo o una ferita reagisce immediatamente e si difende. È una legge naturale, scritta nel livello primario del nostro essere, quello delle azioni e reazioni istintive. Alla sensibilità e all’istinto si aggiunge, a un livello superiore, la razionalità, che in questo caso non fa che giustificare la condotta di quel livello primario. La ragione, la logica ci dicono che si deve resistere a ogni azione che costituisce una invasione e un pericolo per la persona o per la società. E si deve punire chi attenta in questo modo. Questa é la base razionale della giustizia organizzata che regola la convivenza umana.

Parlare di perdono e giustificare il perdono, significa superare l’istinto e anche, in un certo modo, la logica fredda della pura razionalità che sostiene una determinata concezione della giustizia.

Ben diversa é la considerazione evangelica dell’uomo e ben diversa l’intenzione con cui Gesù, superando la «legge del taglione», afferma perentoriamente: «E’ stato detto dagli antichi: ‘Occhio per occhio, dente per dente’. Ma io vi dico: non resistete al male». (Mt 5,38-39). Solo la misericordia divina, con una pedagogia unica e incredibilmente paziente, é capace di ricostruire il tessuto interiore di un cuore umano segnato da quella legge del taglione che, da secoli, gli uomini chiamano giustizia. Questo é il cuore nuovo che l’amore misericordioso di Dio rende possibile.

Di questa visione dell’uomo, del volto morale di un uomo nuovo, si fa eco Giovanni Paolo II quando dice nella ‘Dives in Misericordia’: «Il mondo degli uomini potrà diventare ‘sempre più umano solo quando in tutti i rapporti reciproci, che plasmano il suo volto morale, introdurremo il momento del perdono, così essenziale per il Vangelo. Il perdono attesta che nel mondo é presente l’amore più potente del peccato. Un mondo, da cui si eliminasse il perdono, sarebbe soltanto un mondo di giustizia fredda e irrispettosa, nel nome della quale ognuno rivendicherebbe i propri diritti nei confronti dell’altro; così gli egoismi di vario genere sonnecchianti nell’uomo, potrebbero trasformare la convivenza umana in un sistema di oppressione dei più deboli da parte dei più forti oppure un’arena di permanente lotta degli uni contro gli altri».

La comune esperienza e la più elementare psicologia ci dice che é proprio di chi ama saper trovare attenuanti per l’errore della persona amata, così come il non-amore rinfaccia anche l’ombra di un difetto. E questo nasce dal fatto che quell’errore provoca sofferenza in chi ama, sofferenza non tanto per lo sbaglio in sé, quanto per il male che arreca alla persona amata. Per questo l’amante sempre scuserà la persona amata. La logica ancora una volta, é quella dell’amore".

Madre Speranza è andata lei per prima a scuola di perdono; qualcuno, infatti, si sarà chiesto da dove abbia attinto la forza necessaria per vivere un amore, un perdono e una misericordia in modo così eroico, come la stessa Chiesa ha riconosciuto.

L’ha attinta dallo sconfinato amore di Dio per lei; dalla sua personale esperienza di essere una creatura amata e perdonata nelle proprie fragilità, timori, limiti.

 

5. «VA’ E ANCHE TU FA’ LO STESSO» (Lc 10,37)

Per voler concludere questa riflessione mi piace ricordare la sintesi che Mons. Lorenzo Chiarinelli, espose alla conclusione del convegno la forza del perdono: anche noi possiamo imparare a parlare di perdono con la testimonianza della vita.

"Giunti al termine di queste riflessioni, cerchiamo di trarre alcune conclusioni. In verità a me pare che la ricchezza delle conoscenze acquisite, la carica delle suggestioni maturate e il fascino delle esperienze condivise reclamino per ciascuno di noi una sola fondamentale conclusione: «Va’ e anche tu fa’ lo stesso» (Lc 10,37). Fare lo stesso! Che cosa? Perché? Come?

«Va’ e anche tu fa’ lo stesso» (Lc 10,37). Che cosa? Perché? Come?

Che cosa? - La misericordia

È questa la rivelazione di Gesù. Scrive Giovanni Paolo II: «Gesù, soprattutto con il suo stile di vita e con le sue azioni, ha rivelato come nel mondo in cui viviamo é presente l’amore, l’amore operante, l’amore che si rivolge all’uomo ed abbraccia tutto ciò che forma la sua umanità. Tale amore si fa particolarmente notare nel contatto con la sofferenza, l’ingiustizia, la povertà; a contatto con tutta la ‘condizione umana’ storica, che in vari modi manifesta la limitatezza e la fragilità dell’uomo, sia fisica che morale. Appunto il modo e l’ambito, in cui si manifesta l’amore, viene denominato con linguaggio biblico ‘misericordia’» (Dives in misericordia, 3).

È questa l’esperienza dei Santi e anche di Madre Speranza che scrive: «Siete stati chiamati a far conoscere al mondo intero l’Amore e la Misericordia del Buon Gesù, non tanto con parole eloquenti ma con la vostra vita d’amore, sacrificio e carità verso tutti, in modo speciale verso i più peccatori e abbandonati (El pan 20, 646 circ 125).

Perché? - «Perché siete figli del Padre vostro celeste» (Mt 5,45).

La ragione di fondo, la motivazione essenziale è nel vangelo: «Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro » (Lc 6,36).

Questa espressione sembra costituire la sintesi tematica del «discorso delle beatitudini» e ciò che il giudeo Matteo chiama «perfezione» (5,8), il greco Luca chiama «misericordia» (6,36).

S. Tommaso d’Aquino, a proposito della misericordia fa due affermazioni stupende: "L’avere misericordia è il proprium di Dio e proprio in questo si dice che maggiormente si manifesta la sua onnipotenza" (I, q.25), e "La somma di ogni virtù cristiana si riduce alla miseriordia" (II,II, q.30). Essere misericordiosi è il solo modo per essere veramente figli del Padre che è nei cieli. La misericordia è il segno e la rivelazione visibile dell’amore invisibile che Dio ci mette nel cuore.

Come? - «Come è misericordioso il Padre vostro».

L’evangelista san Luca ci svela il volto del Padre (cf Lc: le parabole della misericordia), ma contestualmente, ci chiama ad una coerente risposta: se Lui, il Padre, è misericordia, tocca a noi, fatti a sua immagine, ripeterne lo stile, il modo di agire.

C’è allora un compito ineludibile per ciascuno di noi, c’è una lezione che va appresa e ripetuta. Eccola: far sì che la Chiesa, ogni Chiesa e tutta la Chiesa, diventi luogo della misericordia, casa del perdono, esperienza dell’amore che salva. … Ed è il nostro modo di stare assieme, nella misericordia e nel perdono, che svela al mondo il mistero dell’amore di Dio. … La Chiesa, infatti, nasce dall’amore gratuito e vive di vita autentica quando proclama la misericordia (DM 13).

Diventa molto spontanea anche per ciascuno di noi la preghiera che la Madre ci ripropone:

Gesù mio, tu che sei fonte di vita,

dammi da bere l’acqua viva che sgorga da te stesso …

annegami tutto nell’abisso del tuo amore e della tua misericordia …

rinnovami col tuo preziosissimo sangue,…

Lavami, con l’acqua del tuo santissimo costato …

Riempimi, Gesù mio, del tuo santo Spirito …

rendimi puro di corpo e di anima.

(Novena all’Amore Misericordioso, VI giorno)

Articolo precedente

Articolo successivo

[Home page | Sommario Rivista]


realizzazione webmaster@collevalenza.it
ultimo aggiornamento 23 aprile, 2010