note di storia

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P. Mario Gialletti fam

La orazione in Madre Speranza (2)

 

Che cosa è la orazione

Madre Speranza, al momento di definire la orazione, utilizza tre idee fondamentali:

a) La orazione è «relación de amistad» (rapporto di amicizia);

b) La orazione è «dialogo de amor» (dialogo di amore);

c) La orazione è «estar a solas con El» (stare da soli con Lui).

a) La orazione è «relación de amistad»

La orazione è "relación de amistad". Pregare è rendere concreta e solida una amicizia tra Dio e l’uomo. Lo sforzo che l’uomo deve fare per seguire questa esigenza si concretizza come: «elevazione dell’anima», come «amorosa aspirazione», come «pensare solo in Dio», come «soave e intimo colloquio», come «stare da soli con Lui».

Pregare è una relazione amichevole e un incontro personale con Dio «nel più intimo dell’anima». Questo significa: ogni incontro personale tra due amici coinvolge tutte le forze ed energie dell’amore umano e della affettività; un incontro profondo tra due amici comporta di per sé il bisogno di intimità, di stare da soli, di confidenza, di abbandono. Una orazione fredda, senza sentimento, senza affetto, disincarnata e lontana dal vissuto dell’uomo, non potrà mai arrivare a essere «elevazione dell’anima al suo Dio».

Pertanto pregare non significa fondamentalmente fare pratiche di orazione, dire molte cose a Dio, ma significa essere presenza amante, amicizia che dialoga, che si dona, presenza amichevole. (cf El pan 9, 260-267).

L’orazione autentica

ha bisogno (per la necessità di stare a solas) degli atti di pietà;

e nello stesso tempo li relativizza (perché la vera orazione si apre alla vita, è un vivere insieme, è un vivere la vita insieme in una amicizia che dialoga).

Nell’amicizia ciò che conta è l’attitudine permanente verso l’amico, più che il numero delle volte che ci s’incontra con lui.

È più importante la qualità dell’incontro che il numero degli incontri.

È più importante l’attitudine di orante attraverso tutta la vita più che le pratiche di pietà.

È più importante la qualità dei tempi di orazione più che la semplice quantità dei tempi di orazione.

È più importante l’atteggiamento di volersi abbandonare alla volontà dell’amico, più che l’osservanza dei tempi di preghiera.

b) La orazione è «dialogo de amor»

La orazione è dialogo e colloquio di amore. La Madre, pur usando questi termini, non paragona mai i colloqui e le conversazioni dell’orazione con i colloqui e le conversazioni degli uomini; il dialogo con Dio, pur essendo dialogo di amore, ha, secondo la Madre, una peculiarità che si esprime in due esigenze:

    ■ A Dio non lo si può trattare "alla pari";

nessuno può sentire la Sua voce come quella degli uomini;

nessuno può avvicinarsi a Dio per iniziativa sua; non si può chiamarlo, parlargli, pretendendo che Lui ci ascolti o ci obbedisca;

a Dio solo si può parlare rispondendo a un dialogo che Lui previamente ha iniziato, accettando il dono che è Lui stesso che si dona a noi, rispondendo a una rivelazione di Se stesso che gratuitamente ci offre.

Dialogare e parlare con Dio è un aprirsi, un accettare, un rispondere a una presenza che ci viene offerta e a una proposta che ci viene fatta.

    ■ Dialogare con Dio significa:

accettare questa presenza e volerla condividere;

lasciarsi avvolgere e coinvolgere da questa presenza;

quindi il dialogare con Dio è un aprirsi a Lui che rivela la sua vicinanza e amicizia, stabilire una relazione perché Lui parli e rispondere parlando e amando;

è vita condivisa, unione amichevole e intima, amore goduto, che si manifestano in parole che si dicono, in attitudini che si manifestano, in affetti che si esprimono; è l’incontro e il tratto tra due amici.

"Pensiamo spesso che Dio si è abbassato fino a noi, come il padre più affettuoso si china verso il proprio figlio, e ci invita ad amarlo e a donargli il nostro cuore … è soprattutto un amore di amicizia che ci porta ad avere con Dio un tratto soave e delicato, come con il più fedele e generoso degli amici …" (El pan 9, 19-20).

c) La orazione è «estar a solas con El».

Pregare è «stare da soli, pensando solo nel nostro Dio».

La Madre ripete spesso questo: a solas con Dios, pensando sólo en El; non ci può essere nessun altro e nessun’altra cosa; Lui solo.

Pregare è cercare, vivere ed esprimere un cambio radicale della direzione della propria vita. E’ l’incontro con un Amico al quale si consegna la nostra persona, nel quale solo vogliamo pensare. Prega chi veramente cerca con sincerità Dio come unico amico della propria vita. «Le nostre gioie, figlie mie, devono consistere nello stare con Gesù, così come Egli ha posto le sue compiacenze nel rimanere giorno e notte con noi». (El pan 8, 409).

Dove non ci fosse una lotta per un distacco (desasimiento) effettivo e unitivo e dove non ci fosse un amore totalitario che esiga appartenere (pertenecer) solo all’Altro non esiste neanche vera orazione; al massimo ci potranno essere pratiche di orazione che non arriveranno mai a essere una pratica orante. "La pietra angolare sulla quale deve poggiare l’edificio della santificazione non consiste nella recita di un numero enorme di pratiche di devozione ma nella carità, nella obbedienza, nell’osservanza delle proprie Costituzioni, nell’altruismo e nel sacrificio" (El pan 20, 30; circolare del 23.12.1935).

La ricerca sincera di queste virtù manifesta l’amore che ci unisce a Dio ed è quest’amore che fa in modo che l’orazione si riduca a semplice recita di formule o, al contrario, a autentico dialogo di amore.

Si fa preghiera autentica quando l’anima tende sul serio a darsi completamente a Dio (cfr El pan 20, 61-63; circolare del dicembre 1937) e quando si lotta «perché Egli regni nei nostri cuori, nella nostra intelligenza e nella nostra volontà» (cfr El pan 20, 220; circolare del 16.11.1941). «Vi supplico anche di tener presente che l’orazione è un desiderio della nostra santificazione, perché nessuno prega con entusiasmo se non è perché desidera essere migliore» (El pan 20, 449; circolare del 12.03.1953).

Nell’orazione tutta la persona deve stare centrata nel suo Dio, fissa in Lui. Tutto deve tacere dentro il cuore di chi prega. Solo deve esistere la presenza dell’Amico, poiché si sta «a solas», amando. «Nella orazione non perdere il tempo in discorsi, ma in affetti"- "En la oración no pierdas el tiempo en discursos, sino en afectos» (El pan 19, 2023; lettera del 5.6.1955 a Padre Alfredo).

(segue)

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ultimo aggiornamento 22 ottobre, 2010